Mentre la Via Crucis è una processione che si svolge tuttora,
benchè in forma più semplice, in ogni Parrocchia per le
vie della circoscrizione in occasione del Venerdì precedente
la Settimana Santa, il Rito de "Is Setti Deus" è invece
caduto in disuso.
Si riporta di seguito quanto scriveva Natale Dessì in un suo
articolo intitolato "Settimana santa, a Quartu riti dimenticati",
pubblicato sull'Unione Sarda in data 28 marzo 1986:
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"I riti della Settimana santa hanno perso l'interesse del passato,
quando a Quartu coinvolgevano l'intera comunità. Le organizzazioni
che dovrebbero pensare alla riscoperta delle tradizioni locali, vedi
Pro loco, nulla hanno fatto per recuperare queste tradizioni di notevole
interesse storico e culturale.
La processione de "Is Setti Deus" ha conservato il suo fascino
sino agli anni Trenta; allora, ogni venerdì precedente la Settimana
santa, partendo dalla chiesa di Sant'Efisio, si snodava nel centro storico
per concludersi nella chiesa parrocchiale di Sant'Elena, con i sette
simulacri che raffiguravano i momenti dolorosi della Passione di Cristo
portati a spalle da "i cunfraras", i confratelli che indossavano
un saio nero ed un cappuccio bianco, con i piedi scalzi, seguiti dalle
cosorelle anch'esse con tunica nera e velo bianco, e dalla croce.
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Il Venerdì santo, dalla chiesa dedicata al martire cagliaritano,
partiva la processione con i simulacri della Madonna Addolorata e di
Sant'Efisio verso la chiesa di Sant'Elena. Qui avveniva la cerimonia
di "su scravamentu", ed il popolo con enorme commozione assisteva
al rito della deposizione, intonando "is goccius" dedicati
al Cristo crocifisso.
L'unica cerimonia che il tempo non ha cancellato è la processione
del giorno di Pasqua: "s'incontru" tra la Madonna e Gesù
risorto. Tra il tripudio della folla, nella piazza Azuni si celebra
il rito conclusivo della Settimana santa al quale fa seguito "sa
missa cantada"".
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