Quartu Sant'Elena: I Monumenti
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Via Crucis è una processione che si tiene ancora oggi in ogni Parrocchia per le vie della circoscrizione in occasione del venerdì precedente la Settimana Santa. Sulla descrizione della processione, si riporta in sintesi quanto scritto da Cenzo Meloni in "Quartu Sant'Elena: cronache e memorie", Edizione a cura dell'Amministrazione Comunale.

La Via Crucis viene aperta dal sacrista e da altre persone dotate di matracca (attrezzo utilizzato per richiamare la gente a partecipare alla processione: è costituito da una tavola spessa qualche centimetro, alta circa 50 e larga 30 centimenti, con un foro per l'impugnatura nella parte alta e con due battenti in ferro, uno per parte).

In passato, accanto al sacrista vi era un cirineo che portava a spalla una croce piuttosto pesante, oggi sostituita da una più leggera, il sacerdote con i chierichetti e via via tutti i fedeli che con una candela o una fiaccola illuminavano l'itinerario proposto.

Queste croci in numero di quattordici, erano poste per lo più in prossimità degli incroci più frequentati e servivano a celebrare ciascuna una stazione della Via Crucis. In ogni stazione, il sacerdote, o a volte anche un laico, con una breve predica meditava su quanto il Redentore aveva dovuto soffrire per la salvezza degli uomini. Nel tragitto che intercorreva tra una stazione e l'altra il sacerdote ed il seguito recitavano il Rosario.

Il Rosario o Corona nel secolo scorso era una preghiera composta da un certo numeto di Ave Maria e di Pater Noster. Tali orazioni venivano recitate dal clero e dal popolo in dialetto, che fino ai primi del secolo era la lingua più diffusa. I testi utilizzati nelle orazioni erano i seguenti:

AVE MARIA

Deus ti salvet Maria
prena de Grazia
su Segnor'es cun tegus
Beneditta ses tui
intre tottus is feminas.
Benedittu es su fruttu
de is intragnas tuas
Gésus
Santa Maria
mamma de Deus
pregai po nosaturus
peccadoris,
imoi e ins'ora
de da morti nosta

Ami-Gesusu o Aici siada

PATER NOSTER

Babbu nostu
chi sesi in is Celus.
Santificau siada
su nomini tuu.
Sia fatta sa volontadi tua,
comenti in su Celu,
aici in sa terra.
Su pani nostu
de dogna di dona nosidu oi.
E perdona nos'is peccaus nostus,
comenti nosaturus perdonaus
a is depidoris nostus.
No nosi lessis arrui in sa tentazioni
ma libera nosi de tottu mali

Ami-Gesusu o Aici siada

 

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