Durante tutto il corso dell'anno, Santu Lussurgiu e la sua zona hanno sempre mantenuto vive, feste e tradizioni popolari: in febbraio, il Carnevale, con la spettacolare corsa a pariglia detta Sa carrela 'e nanti, che si corre mentre a Oristano si dà vita alla rappresentazione della Sartiglia; tra marzo e aprile, prima della Pasqua, la Settimana Santa, che propone il rito della sacra rappresentazione della crocifissione e deposizione di Cristo, scandito dai canti di Su Concordu 'e su Rosariu , ormai noto in Europa e nel mondo; a luglio l'Ardia de su coro 'e Gesusu, scorta a cavallo in onore del cuore di Gesù; ad Agosto l'Ardia de Santu Lussurzu, la scorta d'onore a cavallo per il patrono del paese, San Lussorio; ed ancora appuntamenti importanti nell'ambito della tradizione equestre come la Fiera Regionale del Cavallo, che si svolge la prima domenica di giugno, preceduta dalla processione dei fedeli che a piedi da Santu Lussurgiu raggiunge l'amena località turistica di San Leonardo di Siete Fuentes (9 Km.) al seguito del simulacro del santo omonimo, trasportato da un carro trainato da buoi e scortato da un nutrito drappello di cavalieri. A settembre infine il tradizionale Percorso Ippico di Campagna che richiama numerosissimi esperti di questa specialità.



















Chi non ha mai assistito alle corse a parezas che si svolgono a Santu Lussurgiu in "Sa Carrela 'e nanti" nei tre giorni di Carnevale, difficilmente potrà comprendere l'orgoglio di un paese per l'abilità e la destrezza dei propri cavalieri e delle proprie tradizioni equestri.
Senza nulla togliere all'Ardia di Sedilo e alla ormai famosissima Sartiglia di Oristano, Sa Carrela 'e nanti di Santu Lussurgiu è stata nel corso dei secoli e rimane ancora una delle esibizioni a cavallo più impegnative e spericolate che si svolgono in Sardegna.
Il percorso è quello di sempre, uno sterrato che si snoda lungo la via Roma con curve, strettoie, piccoli slarghi, tratti in discesa, pianura e una piccola salita finale, e poi micidiali spigoli di case sulla traiettoria stessa dei cavalli.
Il pubblico sempre numerosissimo, stipato ai lati del percorso oltre le transenne o negli anditi delle case, provvidenziali rifugi di genuina ospitalità, che sulla via si affacciano, sembra ridurre ulteriormente lo spazio fisico nel quale sfrecciano cavalli e cavalieri: due, tre e a volte quattro, tutti affiancati e in pieno assetto.
E chi assiste, non può non trattenere il fiato al loro passaggio e riversarsi subito dopo sul percorso per seguirne e commentarne ad alta voce in fondo la loro compostezza.
E poi la partenza delle pariglie, a volte fulminea, con i cavalieri uniti già all'inizio, altre volte, invece, problematica e pericolosa.
E in quelle circostanze, anche il pubblico diventa protagonista a Sa Carrela `e nanti.
Cavalli sfollagente, bizzosi, madidi di sudore, con i muscoli turgidi e le nervature in tensione, intimoriti dalla folla straripante, che rifiutano pervicacemente di partire nonostante gli speroni, a volte il frustino, gli incitamenti, le tecniche di persuasione più raffinate che cavalieri, pubblico e allevatori conoscano. Poi finalmente il via...! Velocissimi, con l'ovazione soddisfatta del pubblico che li accompagna.
E allora si capisce come il mito del cavallo Pegaso e delle sue ali trovi a Santu Lussurgiu, in Sa Carrela `e nanti, la piena ragione di esistere e perpetuarsi.


















La normale esecuzione di canti polivocali popolari di tradizione orale e di carattere liturgico e paraliturgico è oggi praticata in pochi centri della Sardegna ed è principalmente legata ai riti della Settimana Santa, nella precisa funzione di accompagnamento alle sacre rappresentazioni della flagellazione, della crocifissione e della deposizione, nonchè alle processioni rituali che precedono tali momenti.
L'esecuzione dei canti in questa particolare circostanza annuale è affidata ai cori più validi: a quelli che, per esperienza, qualità di voci, fedeltà alla tradizione e consenso popolare, danno maggiore affidamento ed assicurano una buona riuscita della manifestazione religiosa.
E' quanto avviene a Santulussurgiu, paese di 3000 abitanti, situato a 600 metri sul versante orientale del Montiferru in provincia di Oristano, con una tipica economia agro-pastorale e artigianale, e con una solida tradizione culturale e scolastica.
A Santulussurgiu i Frati Minori Osservanti eressero nel 1473 un loro convento con annessa la chiesa di Santa Maria degli Angeli; in seno a questa, nel 1605, con l'intervento dei Domenicani di Sassari, diedero vita alla Confraternita del Santo Rosario (Sa Cunfraria 'e Su Rosariu).
Questo sodalizio devozionale laico, composto in prevalenza da artigiani e da contadini (popolazione stanziale, non soggetta a lunghe assenze per le transumanze pastorali) ebbe, sin dall'inizio, il compito di organizzare nel paese le sacre rappresentazioni della Settimana Santa e di fornire ad esse il sussidio indispensabile del canto corale a sottolinearne e ad esaltarne le varie fasi. Compito che ha assolto ininterrottamente attraverso i secoli e che assolve tuttora.
Il suo coro, Su Cuncordu 'e Su Rosariu, sempre composto da quattro voci, conserva il repertorio originale in latino e in sardo, nei quali appare realizzata una felice sintesi tra motivi di estrazione colta della liturgia ufficiale e quelli di derivazione popolare arcaica: una fusione delle due culture che rende suggestiva e coinvolgente ogni sua esecuzione. Queste, da sempre, sono ascoltate con grande raccoglimento dalla popolazione lussurgese, che accorre compatta e partecipe ai sacri riti prepasquali, e che è consapevole di possedere nei canti del coro un prezioso patrimonio spirituale e culturale, sulla cui integrità occorre vigilare.

MiserereCanti Sacri
Sa Novena
Kyrie
Gloria
Credo
Sanctus
Agnus Dei
Su Ninniu
Su Perdonu
Ave Maria
Gosos N. S. de su Rosariu

S' istudiantina
S'acchettutzeddaCanti Profani
Sa Pastorina
Ite Bella
S'ottava trista

I quattro componenti attuali de Su Cuncordu 'e Su Rosariu ne sono titolari dal 1976, avendo in quall'anno - dopo un lungo apprendistato - ufficialmente ereditato dai cantori anziani l'impegno di assicurare degnamente la continuità della tradizione.
Essi sono: Giovanni Ardu, falegname intagliatore, su bassu (il basso); Mario Corona, muratore, sa contra (il baritono); Antonio Migheli, muratore, sa 'oghe (la voce, il tenore); Roberto Iriu, guardia forestale, su contraltu (il controtenore).
Il loro repertorio sacro è costituito, innanzitutto, da Su Miserere (Miserere, salmo 50-51) e da Sa Novena (lo Stabat Mater in sardo); e poi anche dal Kyrie, Gloria, SanctuseAgnus Dei dell'Ordinarium Missae; e infine da Su Ninniu (la ninna-nanna: canto natalizio).
Il repertorio profano de Su Cuncordu consiste in canti dal testo libero di argomento satirico o amoroso, e dal motivo melodico di chiara derivazione sacra. Tra esse: S'Estudiantina (il canto dei princiapianti), S'Acchettutzedda (canto dei pastori) e infine S'Ottava trista (il canto del commiato).
Sia il repertorio sacro che quello profano da circa un ventennio sono oggetto di viva attenzione e di grande interesse non soltanto da parte del vasto pubblico delle feste sarde, ma specialmente da parte dei più noti etnomusicologi italiani e stranieri.





E' uno dei canti che caratterizzano la Settimana Santa a Santulussurgiu. Ha prevalente carattere processionale e viene eseguito dal coro la sera del Giovedi, durante il trasporto del Crocifisso dalla chiesa del Carmine alla chiesa Parrochiale e all'atto dell'innalzamento della Croce. Viene inoltre eseguito la sera del Venerdi, dopo la Deposizione, durante il ritorno del simulacro e degli strumenti della passione nella chiesa del Carmine.
Miserere mei, Deus
Secundum magnam misericordiam tuam.
Et secundum multitudinem miserationum tuarum
dele iniquitatem meam.
Begnigne fac Domine, in bona voluntate tua Sion
ut aedificentur muri Jerusalem.
Tunc acceptabis sacrificium iustitiae, oblationes et holocaust
tunc imponent super altare tuum vitulos.





Si può definire una libera e ampia riproposizione in sardo logudorese dei contenuti dello stabat mater latino. Costituisce l'altro canto caratterizzante della Settimana Santa Lussurgese, oltre che il canto della Novena dell'Addolorata precedente la Domenica delle Palme. Viene eseguito dal coro sia il Giovedi per l'innalzamento della Croce, S'Incravamentu, sia il Venerdi durante la deposizione S'Iscravamentu, sempre nella chiesa Parrochiale. Infine, il canto Sa Novena, eseguito nella chiesa del Carmine, accompagna l'atto della sepoltura del Cristo e chiude, la tarda sera del Venerdi, le sacre rappresentazioni della Settimana Santa.
A pes de s'Agonizzante
Autore de Sa vida
De dolores consumida
Pianghet sa Mama amante!
Isconsolada e dolente,
Cun graves affannos mirat
S'Unigenitu chi ispirat
Pro ingrata e barbara zente.
Cuntemplemus sos dolores
De sa Tua soledade...
O Mama de piedade
Perdona su peccadore!





Primo canto dell' "Ordinarium Missae"
Kyrie, eleison
Christe, eleison
Kyrie, eleison





(Celebrante: Gloria in excelsis Deo)
Et in terra pax hominibus bonae voluntatis, Laudamus Te, benedicimus Te, adoramus Te, glorificamus Te!
Gratias agimus Tibi propter magnam gloriam Tuam. Domines Deus, Rex caelestis, Deus pater onnipotens!
Domine Fili unigenite Jesu Christe!
Domine Deus agnus, Dei Filius Patris!
Qui tollis peccato mundi, miserere nobis!
Qui tollis peccato mundi, suscipe deprecationes nostras!
Qui sede ad dexteram Patris, miserere nobis!
Quoniam Tu solus sanctus, Tu solus Domunus, Tu solus Altissumus Jesu Christe!
Cum Sancto Spiritu in Gloria Dei Patris.
Amen





(Celebrante: Credo in unum Deum!)
Patrem onnipotentem, Factorem Caeli e Terrae, Visibilium omnium et Invisibilium.
Et incarnatus est de Spiritu Sancto, ex Maria Virgine.
Et homo factus est.





Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dominus Deus Sabahot!
Pleni sunt Caeli et Terra gloria tua. Osanna in excelsis!
Benedictus qui venit in nomine Domini. Osanna in excelsis!





Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis!
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis!
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem!





Canto eseguito dal Coro durante la novena che precede il Natale e nel giorno della Natività di Cristo. Si può considerare una ninna nanna affettuosa e triste che Maria canta prevedendo la passione e la morte in croce del Figlio, e che termina con la consolante visione della Fede cristiana che si diffonde nel mondo.
A su nascher de Zesusu,
Sas pupillas divinas
Derraman perlas finas
Teneramente.
Su gemitu impaziente
chi n'ispiccat su coro...
O amabile tesoro,
Troppu sospiras!
Canno sa Mama miras
Cun cudda cara 'e rosa,
E cun bucca Amorosa
Ries serenu!
Declinadu in su fenu,
La lusingas umanu
Cun sa tenera manu
Graziosamente!
Canno s'ada a funnare
Su Regnu eternu Tou
Cun su Popolu nou
De sos Cristianos,
Persos, Gregos, Romanos
Giudeos e Gentiles
Hana a artziare similes
Sa Rughe tua!





Antico canto di contrizione che nel passato accompagnava a Santulussurgiu il "Confiteor" iniziale della Messa Solenne "Sa Missa Cantada". Il nostro coro, recuperandolo, ne ripropone quattro versetti "battor pesadas".
Perdonus, Deus meu!
Cunfesso, appo peccadu!
Cuntritu e umiliadu,
Pedo piedade!
O eterna Bonetade
E Soberana Clementzia!
A sa Ostra presentzia
Sa culpa aburro!
Umile a sos pes curro,
Miseru peccadore,
Cun sinzeru dolore
E pianghenne!
Ca so inculpadu nenne
Meda Bos appo offesu!
Lu tenzu a grave pesu,
O Deus meu!





La notissima Ave Maria sarda, eseguita da Su Cuncordu 'e su Rosariu in numerose occasioni, specialmente durante le liturgie e gli incontri confraternali.
Deus ti salvet Maria
chi ses de grassia piena!
De grassia ses sa vena
e-i sa currente!
Su Deus Onnipotente
cun Tegus est istadu,
pro chi t'hat preservadu
Immaculada!
Beneitta e laudada,
sobra a tottu gloriosa
Mama, Fiza e Isposa
de su Segnore!
Beneittu su Fiore
chi est fruttu de su sinu,
Gesus, Fiore Divinu
Segnore Nostru!
Pregade a Fizu Ostru
pro nois peccadores
chi tottu sos errores
nos perdonet!
E-i sa Grassia nos donet
in sa vida e in sa morte
e-i sa dicciosa sorte
in Paradisu!





E' l'omaggio cantato che il coro offre alla Titolare della propria Confraternita: Nostra Signora del Rosario. I Gosos, cioè le "Lodi" si cantano, con la partecipazione dei fedeli, durante la Novena e la festa del Rosario (7 Ottobre).
Serenissima aurora
De sos Santos melodia!
Pro nois prega, Maria,
De su Rosariu Signora!
Aurora gloriosa,
De sos Chelos ornamentu,
In tottu misteriosa,
Maria, vasu de arghentu!
De tesoros fundamentu
De donos dispensadora!
Pro nois prega Maria,
De su Rosariu Signora!
Sa Celeste gerarchia
Grande laudes imponesit
Cano Gabriele cantesit
Ripetinne: "Ave Maria"!
O Lughe, Consulo e Ghia
De s'Anima peccadora!
Pro nois prega Maria,
De su Rosariu Signora!
Già chi ses tantu esaltada
Subra dogni gerarchia,
Tene pro raccumannada
Custa indigna Cunfraria!
E in donos de vera allegria
sias nostra intercessora!
Pro nois prega Maria,
De su Rosariu Signora!
Serenissima aurora
De sos Santos melodia!
Pro nois prega, Maria,
De su Rosariu Signora!





E' il canto dei principianti estudiantes, perchè considerato di facile esecuzione data la semplicità della sua struttura, basata sulla scansione sillabica del verso. Il testo è libero: si adottano le parole di note poesie popolari di argomento prevalentemente amoroso.
Chie no amat non podet ischire
Sas penas de unu coro innamoradu!
E chie amante ancora non este istadu,
Amet, e det proare it'est patire!





Canto satirico di chiara impostazione parodistica, con evidenti allusioni, nel suo testo fisso, al carattere instabile della donna come capricciosa puledra.
S'acchettutzedda mia
Canno mi la setzia
Tottu mi consolada!
Ma un'istudiante,
Giughinnela a portante,
Mi l'hada iscontriada!
Est ammirada in coa,
Cun sa piluzza noa,
Pronta po sa carrela!
Como non porto idea
de setzer sa currea
Ca furriat che bandela!





Si tratta di una variante locale, di origine piuttosto recente, dell'antico canto corale dei pastori "a tenore", dal caratteristico ritmo. Il testo è libero, ed i cantori attingono dal vastissimo repertorio della poesia popolare logudorese.
Un'anzone, un'anzone appo paradu
Po ne ser sos pastores zelosia!
Un'anzonedda comente sa mia
No che n'hada in perunu madrigadu!
Tricchi traca li faghet sa fardetta,
Piganne sas iscalas de coghina!
Sa merighedda faghinne farina,
E sa tzeracca brulletta brulletta!





Notissimo canto di amore dal testo di sei versi con ritornello.
Ite bella chi ses, cantu m'aggradas!
Cantu a sos ojos mios gratziosa!
A mes'Abrile non fiorit rosa
Delicada che tue a attraente!
Tue faghet amante unu serpente
Cun sos risittos tuos e mirada!
Ite bella chi ses, cantu m'aggradas!
Cantu a sos ojos mios gratziosa!
Cantu a sos ojos mios gratziosa!
Ite bella chi ses, cantu m'aggradas!





E' un tristissimo canto di commiato, esprimente un'accorata delusione amorosa. Assai interessante come struttura, esso è costituito dai motivi del "Miserere" e della "Novena", preceduti da un originale preludio di chiara derivazione sacra.
Fillide, non mi miras! Ohi, non mi miras!
Non mi dasa amorosa una mirada!






Testi di Francesco Salis, Accompagnatore ufficiale del Coro, Dirigente del Centro di Cultura Popolare U.N.L.A. e Direttore del Museo della Tecnologia Contadina di Santulussurgiu.
Esecuzioni a cura del Coro Su Cuncordu e su Rosariu (Giovanni Ardu, Mario Corona, Antonio Migheli, Roberto Iriu)
Sono in vendita le Audiocassette e i CD audio del Coro. Richiedetele alla Pro Loco.