Testo di

Valeria SABATO

giornalista

Trasparenze

La luce lo attraversa, rubandogli il colore per prestarlo a tutto ciò che vibra intorno.
Ma le mani dell'uomo no, a quelle occorre più fatica e amore e determinazione per domare la rigida, orgogliosa trasparenza del vetro. E quando questo avviene i risultati sono sorprendenti: come nelle creazioni di Daniela Forti, che sembrano vere e proprie estensioni materiche di messaggi assolutamente interiori ed esclusivi.
Che sia il bianco della schiuma e 1'azzurro delle onde, o il verde dei colli fiorentini con il marrone della terra, che sia il ceruleo delle nubi o l'ocra infiammata, nelle lampade di Daniela Forti l'elemento natura si coglie, ma inevitabilmente impreziosito, plasmato dai codici della cultura e dell'intellettualizzazione. Quasi una metafora dell'illusorio dominio dell'animale uomo sul suo ambiente, una riproduzione su piccola scala dell'eterna lotta tra forza e ragione, materia e spirito, conscio e inconscio. Quello che nasce da questa dialettica è, semplicemente, Arte.

 

Testo di

Giorgio De BIASI

critico

Tiffany si è rotto

Il rigore delle linee e la minuziosa perfezione della tecnica Tiffany si trasforma tra le mani di Daniela FORTI, si spezza in una voluta e coscente opera di liberazione che fa della trasgressione il suo pnto di forza e la sua peculiarità. Alla rigida disciplina imposta dalla tecnica, alla codificazione dello stile contrappone e si sostituisce la capacità di giocare con la materia e con colori, infinite possibilità offerte dalle dinamiche di aperture e chiusure del vetro e della materia che lo lega. Semplice mezzo di tessitura il metallo divieno esso stesso, forma, elemento attivo della creazione.