I poeti >>>

Wasim Dahmash
Presentazione

 

Pur nell'eseguità del loro numero le poesie e i poeti che qui vengono presentati offrono uno spaccato della poesia palestinese contemporanea. La selezione è stata effettuata in modo da offrire esempi delle opere dei poeti più noti e rappresentativi di scuole e di stili diversi. Ma non solo, i poeti scelti hanno vissuto, o vivono, situazioni politiche e culturali differenti, così come molteplici sono le loro realtà di provenienza, sociali e confessionali. Abu Salma era adulto nel momento della distruzione della società palestinese ma matura la sua esperienza poetica nell' esilio. La nostalgia della patria perduta è il motivo dominante dei suoi versi, composti secondo i canoni della poesia tradizionale rinnovata dalla leggerezza dei contenuti : I suoi sospiri, brezza del Carmelo/ freschi di rugiada e dell'effluvio dei pini...   C'è chi, come Mahmud Darwish, nel suo raffinato sperimentalismo neoclassico, vive l'esilio come maturazione intellettuale e politica,  come eperienza e percorso che, con certezza, lo riporterà a casa: Dissiperò molte rose su via che alla rosa di Galilea mi conduce;  non in un paese mitico ma nel paese dove è nato e ha vissuto e che comunque è tutto da inventare: Tornerei, fosse dato, alle rose ed ai passi miei, quelli, ma a Cordova non tornerei.  

Sono raccolti in questa antologia anche i poeti che conoscono dell'esilio un lato particolare: pur vivendo nella casa dei loro padri, assistono alla trasformazione del proprio in un paese straniero: Tra i mughetti del campo/ uno scialle per il mio Amato scelgo/ ma il campo è arato a mine nuove.  Ma al-Qasim è sicuro che verrà il momento: Griderà il viso del mio Amato/ il nome del mio Amato/ da un altro petto griderà.

C'è nostalgia ma non disperazione in queste poesie.  L'esilio fa parte della condizione umana, comporta anzi voglia di futuro e di speranza.  Scrive Fadwa Tuqan a Kamal Nasir: Bianca gloria di luce canta lieto/ canta un domani patria ai nostri sogni/ vividi sogni canta non perduti.  E lui la rassicura: ho eterno sgabello di nubi/ dalle cui vette abbraccio ebbro le stelle/ e cammino tra cupole e cime/ mi affaccio al cosmo e vivo/ la lotta che fa giovane l'età.

Ibrahim Tuqan conclude la sua esistenza nella Palestina pre-israeliana, non assiste quindi alla tragedia del popolo palestinese,  avverte però il mortale pericolo:  Non biasimatelo: ha visto/ buia la via maestra del diritto/ e a un paese che ama/ le fondamenta divelte. Il poeta non ammette la disperazione,  è la morte che semmai deve aver paura di accogliere il ribelle: Passò un momento che quasi/ diperazione vinceva, però.../ Sta sulla soglia fermo/ ne ha paura la morte/ chetatevi tempeste/ reverenti a quel coraggio.

Come è frequente nella letteratura palestinese, questi versi sono intrisi di speranza anche quando sembrano imporsi i temi della morte e della  sofferenza. morirà/ all'alba forse Gaza morirà/ Ma nell'alba triste tornano/ le grida del tuo amore, ed è più forte/ la vita.  La Gaza-fenice di al-Qasim la si ritrova nei versi di Zayyad: il cordoglio e la rabbia/ sono un fiume rigonfio d'entusiasmo/ questo popolo dunque/ non è stato creato per la morte/ Alla frusta non porge/ questo popolo il dorso/ Il nono giorno gridò: ha sette vite/ il mio popolo, sette volte sette!

 

I poeti di

Il sogno dei gigli bianchi

Abu Salmà è il nom de plume  di Abdulkarim al-Karmi (1909 - 1980 ).  Nato a Tulkarem da una famiglia di letterati - il padre e il nonno erano poeti - comincia a pubblicare le sue poesie quando ancora era studente. Collabora con Ibrahim Tuqan ai programmi culturali di Radio Gerusalemme negli anni venti. Nel 1948 si rifugia a Damasco dove continua a esercitare l'avvocatura.  Gran parte della sua poesia è rivolta e dedicata ai bambini.  

 

Mu'in Bsisu  è nato a Gaza nel 1924 da famiglia cristiana. Militante del partito comunista palestinese, fu arrestato più volte dalle autorità egiziane che amministravano la striscia di Gaza dopo lo smembramento della Palestina avvenuto nel 1948. Scrive la sua prima poesia in carcere. E' stato, oltre che poeta,  anche drammaturgo e giornalista. Dopo l'occupazione di Gaza nel 1967 si trasferisce in Libano dove collabora con l'OLP. Lascia Beirut nel 1982 in seguito all'invasione israeliana del Libano e muore a Londra due anni dopo.

 

Mahmud Darwish nasce a Birwa, in Galilea, nel 1942. Comincia la sua militanza politica nel partito comunista israeliano. Arrestato più volte, lascia la Palestina nel 1971. Vive in Libano fino al 1982 e collabora con l'OLP anche dopo l'espulsione da Beirut.  Membro del comitato esecutivo dell'OLP, rassegna le dimissioni dopo l'accordo Arafat-Rabin.  E' il poeta palestinese più noto e tradotto.

 

Kamal Nasir è più noto per la sua militanza politica che per la produzione letteraria. E' nato a Bir Zeit nel 1929 e fu ucciso da un commando israeliano a Beirut nel 1973.  Militante del partito comunista giordano, fu uno dei fondatori del gruppo armato al-Fatah. La sua produzione segue gli schemi della poesia tradizionale.

 

Samih al-Qasim nasce nel 1939 da famiglia drusa. Vive a Haifa; arrestato più volte, dopo il 1967 aderisce al partito comunista israeliano e lavora al giornale del suo partito,  in lingua araba, "al-Ittihad". Sensibile alla cultura popolare,  è autore di molte raccolte i cui versi sono in gran parte legati alle tematiche della resistenza e delle lotte popolari.

 

Ibrahim Tuqan è una delle voci più originali e importanti nel ricco panorama poetico arabo degli anni venti e trenta. Morto giovane, nel 1941, Ibrahim Tuqan, pur rispettando la metrica classica, lasciò la sua impronta rinnovatrice nella poesia araba. Fu uno dei primi poeti a dedicare  i propri versi alla lotta del suo popolo.    

 

Fadua Tuqan è unanimemente riconosciuta come la più grande poetessa araba vivente. E' nata nel 1919 a Nablus dove vive tutt'ora. Imparò a comporre versi fin da bambina sotto la guida del fratello Ibrahim,  anch'egli grande poeta, la cui poesia in versi brevi dal ritmo veloce la influenzò a lungo. Dopo un periodo in cui prevalevano i temi amorosi,  Fadua Tuqan affronta nelle poesie della maturità i temi legati alla lotta dei palestinesi.


Hanna Abu-Hanna -  nato nel 1928,  è considerato uno degli interpreti del classicismo nella poesia araba contemporanea. La sua poesia è stata sempre legata ai temi e alle lotte nazionali e popolari.

 

Tawfiq Sayeg (1923 - 1971) - esiliato in Libano nel 1948, letterato, giornalista, poeta, ha tradotto T. S. Eliot in arabo. La sua produzione poetica, in versi liberi, tratta soprattutto dell'esilio e dell'alienazione.    

 

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