CRONOLOGIA Inceneritore di Dalmine
1.
La storia dell'impianto per il trattamento, il recupero e lo smaltimento
dei rifiuti urbani di Sabbio inizia nel *1996* quando, il 10 ottobre, la
società REA S.p.A. con sede in Bergamo, presenta una *richiesta per la
sua costruzione.*
2.
L'autorizzazione ai lavori viene approvata dall'amministrazione comunale
di Dalmine il* 7 febbraio 1997.* Si dichiarano contrari al progetto
cittadini di Dalmine e dei comuni limitrofi che si costituiscono in
comitati. Vengono organizzate manifestazioni e iniziative di protesta,
oltre a una raccolta di firme.
3.
Le Amministrazioni dei comuni di *Levate, Lallio, Osio Sopra, Osio Sotto,
Bonate Sotto, Filago, Comun Nuovo, Verdello e Zanica, *dopo aver tentato
invano di essere coinvolte, per la rilevanza provinciale della questione
dello smaltimento dei rifiuti, approvano una serie di mozioni contrarie
alla costruzione dell'impianto (in molti casi all'unanimità).
4.
Cinque mesi dopo, *l'autorizzazione a procedere con il termodistruttore
della REA viene sancita anche dalla Provincia di Bergamo* con
l'inserimento nella revisione del Piano provinciale di smaltimento dei
rifiuti (mai divenuto operativo in quanto la Regione Lombardia non l'ha
mai preso in considerazione). Le amministrazioni dei comuni vicini
producono una voluminosa e dettagliata serie di osservazioni al piano
provinciale dell'amministrazione leghista (osservazioni che saranno
bocciate senza venire prese in considerazione nel merito).
5.
*La Regione Lombardia approva l'impianto REA,* con una delibera ad hoc
del* 21 gennaio 1998*, considerandolo "Impianto a tecnologia
innovativa" quindi realizzabile al di fuori della pianificazione
provinciale.
6.
*Nel 1998,* contro l'autorizzazione al "Progetto REA", vengono
*presentati al TAR quattro ricorsi* che vengono rigettati dal tribunale
senza essere presi in considerazione nel merito. La motivazione, molto
discutibile, fa riferimento al fatto che il ricorso sarebbe stato
depositato oltre i termini stabiliti.
7.
Le amministrazioni dei comuni limitrofi si appellano quindi al *Consiglio
di Stato* ed il ricorso è tuttora in attesa di giudizio.
8.
*Il 5 luglio 1999* *il Ministero dell'Ambiente, *nella persona del
direttore generale *Maria Rosa Vittadini, *in risposta ad una nota inviata
dal Comune di Levate e di altri Comuni della zona, *chiede informazioni e
spiegazioni alla Regione Lombardia, *precisando che: */"avendo
l'impianto una potenzialità di 400 tonnellate al giorno... come tale è
da sottoporre obbligatoriamente a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)
regionale"/. E concludeva dicendo: /"Dalla documentazione si
evince una situazione di notevole inquinamento atmosferico che richiede
un'attenta valutazione di impatto ambientale per i progetti di nuovi
impianti. Si invita pertanto codesta Regione a voler cortesemente
relazionare allo scrivente sull'iter autorizzatorio adottato e ad attivare
tutte le necessarie iniziative per assicurare il pieno rispetto del citato
DPR e, comunque, della direttiva in materia di valutazione di impatto
ambientale"/.*
9.
*La Regione risponde al Ministero* dieci giorni dopo - il *15 luglio 1999
-* spiegando i criteri seguiti e sottolineando che la procedura adottata
si avvale di uno studio di compatibilità ambientale (realizzato dai
tecnici REA) contenente pressoché integralmente gli elementi previsti a
riguardo, che la procedura garantisce forme di pubblicità e di
partecipazione quanto meno analoghe a quanto stabilito.
10.
La posizione del Ministero dell'Ambiente viene tuttavia confermata e
ribadita ulteriormente in una comunicazione alla Regione ed alla Provincia
di Bergamo - sempre firmata dalla dott.sa Vittadini - che, tra l'altro,
dice: */"Fermo restando quanto sopra osservato, è altresì
necessario evidenziare che, dalla delibera concernente l'approvazione del
progetto e il rilascio dell'autorizzazione, emerge l'assenza di
qualsivoglia riferimento al parere di compatibilità ambientale e alla sua
relativa acquisizione. Così stando le cose è indubbio che la citata
delibera di approvazione del progetto omette completamente gli adempimenti
in materia di Valutazione di Impatto Ambientale, peraltro obbligatoria nel
caso in esame. Alla luce di quanto osservato, questo Servizio è
dell'avviso che la procedura di "autorizzazione" debba essere
adeguatamente rivista, previa procedura di Valutazione di Impatto
Ambientale da espletarsi secondo le norme regionali vigenti."/*
11.
A seguito di questo parere, *il Comune di Dalmine il 6 aprile 2000 *invia
agli Enti pubblici interessati una diffida formale ad adottare tutti i
provvedimenti del caso, e un invito alla società REA affinché si
astenesse "dall'effettuare ogni intervento costruttivo ed
impiantistico che si ponga contro le vigenti disposizioni
legislative."
12.
Nello stesso periodo i consigli comunali di Dalmine, Levate, Lallio, Osio
Sopra, Osio Sotto, Bonate Sotto, Brembate Sotto, Treviolo, Verdello e
Zanica approvano una mozione con la quale si invita l'amministrazione
provinciale di Bergamo /*"...a rendersi garante degli interessi di
tutti i cittadini; ad analizzare e approfondire le reali necessità di
smaltimento della provincia di Bergamo; a revisionare il Piano provinciale
dei rifiuti; a sospendere qualsiasi tipo di assenso e di autorizzazione
anche per quelle procedure semplificate previste dal "decreto
Ronchi" e a richiedere alla Regione Lombardia di sottoporre a
Valutazione di Impatto Ambientale i due impianti: quello di Dalmine e
quello di Bergamo (via Goltara)*./
13.
Sempre nel febbraio 2000 l'amministrazione comunale di Dalmine dà
incarico a un epidemiologo di studiare la situazione, con particolare
riferimento ai possibili riflessi sulla salute delle persone che abitano
il territorio.
14.
A questo punto, visto che le richieste in sede locale, regionale e
nazionale non hanno avuto ancora alcun esito, il comune di Dalmine decide
di ricorrere a un organo superiore territorialmente, la "Direzione
generale dell'Ambiente della Comunità Europea", per chiedere, così
è detto testualmente nel documento inoltrato alla Comunità Europea il 28
luglio scorso, */"...che codesta Direzione generale per l'Ambiente
intervenga presso la Regione Lombardia della Repubblica Italiana, la
Provincia di Bergamo e l'autorità giurisdizionale adita (Tribunale
Amministrativo Regionale di Milano) e, occorrendo, si sostituisca agli
organi competenti per far si che l'impianto autorizzato venga sottoposto
ad azione di verifica tecnica e tutto il procedimento amministrativo sia
sottoposto a valutazione di impatto ambientale..."/*.
15.
*Il 27 ottobre 2000 il Ministero dell'Ambiente * nuovamente scrive:
"*/.... Questo servizio ritiene che non siano state adeguatamente
ottemperate nella forma e nella sostanza le disposizioni comunitarie così
come recepite dalle norme nazionali vigenti in materia di V.I.A. Si
diffida pertanto codesta Regione ad voler porre in atto con la massima
urgenza la necessaria procedura di Valutazione d'Impatto Ambientale di cui
al DPR 12/4/1996 ........"/*
16.
*Il 13 settembre 2001* *il Ministero dell'Ambiente interviene nuovamente
dando alla REA 30 giorni di tempo per avviare la procedura di VIA
minacciando il ricorso ai poteri sostitutivi. Il* Ministero comunica anche
l'inevitabile sanzione da parte della Commissione europea per il mancato
rispetto delle procedure di autorizzazione.
Il neo ministro dell'Ambiente Matteoli opera una pesante ristrutturazione
cambiando di quasi tutti i funzionari del ministero. La dott.sa Vittadini,
che aveva seguito la vicenda, viene costretta alle dimissioni (non per
questa vicenda n.d.r.).
Maggio 2003 - la Direzione generale dell'Ambiente della Comunità Europea
diffida e mette in mora lo Stato italiano per la mancata effettuazione
della procedura di VIA.
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