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Dalmine: una città o … sette quartieri?
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Prima di approdare a Dalmine ho vissuto a Siena, dove ho frequentato gli studi universitari. Ho così conosciuto “da vicino” la realtà di una città in cui convivono (non senza fatica!) ben 17 contrade!
Dal medioevo si contrappongono con un articolato sistema di alleanze e ogni anno (il 2 luglio e il 16 agosto) lasciano esplodere tutte le tensioni che nel corso dei secoli hanno visto contrapporsi gli abitanti di una contrada a quelli della contrada “nemica”. Le ostilità più forti avvengono spesso fra contrade confinanti e non sono limitate ai soli giorni del Palio!
Nel corso dell’anno i contradaioli alimentano questo sentimento di rivalità rispettando soltanto le regole imposte da una secolare consuetudine: qualsiasi mezzo è lecito per far pesare alla contrada nemica la propria vittoria o la sua sconfitta!
Tutto l’anno è Palio a Siena!
I contradaioli partecipano alla vita del loro quartiere in modo volontario e con grande entusiasmo: le 17 contrade hanno perfino una autonomia finanziaria che permette loro di organizzare innumerevoli (e frequenti) manifestazioni senza pesare sul bilancio dell’amministrazione comunale.

Non mi sfiora l’idea di fare un parallelismo fra la città di Siena e Dalmine, ma di proporre ai lettori di queste poche righe alcuni pensieri che si sono formati nella mia mente nel corso di questi ultimi anni, cioè da quando ho cominciato a guardare in modo diverso la città in cui vivo ormai da quasi vent’anni: una città che si estende su una grande superficie, con un tessuto urbano che giustifica la presenza di 7 quartieri che … dialogano poco.
Il “coraggioso” paragone con la città toscana nasce dalla constatazione che proprio la mancanza di dialogo costituisce la maggiore differenza in un improbabile confronto con quella realtà.
Fra le Contrade senesi il dialogo è continuo, forte, a tratti perfino violento ma … sempre rispettoso della condizione dell’altro: esistono Contrade più ricche e meno ricche, quelle che posseggono sul proprio territorio i monumenti più importanti della città e quelle con una “vocazione contadina” ma … dinanzi al Palio tutte corrono con la stessa determinazione, con la medesima voglia di vincere, dimostrando a sé stessi e agli altri che il “Cencio” (così è chiamato il Palio dai senesi) è un sogno condiviso.
Questo sentimento rende grande la città di Siena e per difenderlo le 17 contrade sono più volte diventate nella storia “una sola anima”, capace di affrontare e vincere stranieri ben più numerosi e potenti.
Lo sapevo: sono caduto proprio laddove non volevo cadere! 
Il confronto fra Siena e Dalmine non ha giustificazioni nella storia di questo territorio!
Qui infatti i quartieri hanno “subìto” una scelta dettata da esigenze di carattere amministrativo, senza tener conto dei “sentimenti” che ciascuno di essi (sia pure in misura diversa) nutriva al suo interno!

Ma oggi, nell’era di internet, dei sofisticati sistemi di comunicazione, nell’era della moneta unica europea … Dalmine potrebbe avviare un dibattito al suo interno che produrrebbe un evidente “vantaggio” per la nostra collettività: la realizzazione di una “autentica rete di relazioni” costituirebbe infatti la condizione basilare per uno sviluppo armonioso della nostra città.
Gli strumenti non sarebbero neppure da inventare: i “comitati di quartiere” potrebbero essere il “motore” di questa svolta e consentire l’avvio di un dibattito, un confronto fra le istanze delle diverse aree del nostro territorio sulle innumerevoli questioni che potrebbero migliorare la qualità della vita nella nostra città.
Mi piace pensare che un giorno si discuta su una “equa” distribuzione di attività “particolari”: librerie, sale da concerto, gallerie d’arte, sale prova per giovani gruppi musicali, per compagnie teatrali non professionali … 
So bene che i problemi di una città non sono soltanto quelli legati alla “crescita culturale” dei suoi abitanti ma … lasciatemi sognare, perché … talvolta i sogni si avverano!


Alberto Nacci
Direttore artistico del Teatro Civico di Dalmine
www.albertonacci.it


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(testo pubblicato su Informadalmine nel marzo 2003)

 


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