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7 novembre 2002

Lettera di Legambiente al Presidente della provincia di Bergamo:  Il raccordo Dalmine-Treviglio è inutile e dannoso. Più trasporto pubblico per gli spostamenti dei pendolari, messa in sicurezza delle strade esistenti

Il presidente di Legambiente Lombardia Andrea Poggio oggi ha inviato una lettera al presidente della Provincia di Bergamo Valerio Bettoni e all'assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità Massimo Corsaro per chiedere la dismissione del piano di raccordo autostradale Dalmine-Treviglio. Il progetto è stato presentato in Regione lo scorso 27 ottobre ed è ora in corso di esame. Il raccordo dovrebbe unire le future autostrade Brebemi e Pedemontana e dovrebbe essere realizzato dalla IPB, una società a capitale misto pubblico e privato, con Società Brebemi e Provincia di Bergamo come capofila. La spesa prevista è di 188 milioni di euro, probabilmente destinati a lievitare in corso d'opera.

Molti gli aspetti del progetto osteggiati da Legambiente. "Opere con un tale impatto paesaggistico, di inquinamento e di rumore - scrive nella lettera Andrea Poggio - potrebbero essere accettabili (sempre che siano ben fatte) se fossero davvero risolutive per i problemi della viabilità. Ma non è questo il caso: questo raccordo non risolverebbe il problema cruciale, ossia il disastro quotidiano del traffico locale nella zona della bassa bargamasca tra Treviglio e Caravaggio. Così si sottraggono risorse alle cose che servono davvero, ovvero: 1) opere di riqualificazione e messa in sicurezza della rete viaria locale esistente (SS 42 e SP Francesca). 2) Sistemi di circonvallazione che evitino la barbarie del passaggio di strade di scorrimento nei centri abitati, con i conseguenti disagi per gli abitanti e rallentamenti per chi usa quelle strade. 3) Nuovi ponti sull'Adda, per eliminare uno dei più gravosi tappi di bottiglia nella mobilità verso Milano.

Nella lettera, Legambiente fa notare che "questa opera non scaturisce da nessuna attenta analisi dei flussi di traffico esistenti, per il semplice motivo che tali analisi non sono mai state fatte. L'utilità di questo raccordo è ancora tutta da dimostrare. Attendiamo dei dati". E prosegue "I territori attraverso i quali passerebbe il nuovo tracciato sono già gravati da presenze ingombranti come l'area industriale di Dalmine e le cave sulla SP Francesca. Più a sud invece si andrebbero a toccare aree di pregio naturalistico, come il Parco dell'Adda e il Parco intercomunale di Castel Cerreto, aree che non potrebbero sopportare il carico aggiuntivo di traffico".

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