I Celti, popolo indoeuropero di ceppo occidentale conosciuto dai Greci con il nome di "Keltoi" e dai Romani con quello di "Galli", colonizzarono a partire dal IX secolo avanti Cristo, gran parte dell'Europa arrivando ad occupare un territorio che dall'Inghilterra giungeva sino alla Pianura Padana.
Nel 400 a.C. la tribù celta degli Insubri distrusse la Melprum etrusca e la ricostruì con il nome di Mediolanum (Milano); nel 175 a.C. i romani sottomisero definitivamente i popoli Celti dell'Italia settentrionale; intorno al 50 a.C. la storia dei Celti europei può dirsi pressochè totalmente soffocata e integrata da quella dei conquistatori romani.
Questo popolo, o meglio una delle numerose tribù che lo componeva, apparve lungo la Valle del Ticino intorno al IX secolo a.C. dando origine a quella che oggi è conosciuta come "civiltà di Golasecca" così denominata proprio dalla località dove all'inizio del XIX secolo vennero rinvenute una cinquantina di tombe di origine protoceltica.
Molte sono oggi le località poste lungo la Valle del Ticino che possono essere riconosciute come siti di interesse archeologico per il rinvenimento di sepolture, corredi funerari, capanne o oggetti appartenuti a quei popoli.
Il Ticino, in quanto via d'acqua utilizzata come percorso commerciale tra il nord e il sud Europa, favorì lo stabilirsi lungo le sue sponde di popolazioni dedite a scambi commerciali e attività artigianali che andarono ad integrarsi con le tradizionali attività di caccia, pesca e primitiva agricoltura che erano tipiche dei golasecchiani.
Anche in prossimità del sito su cui si è realizzato il calendario celtico che di seguito presentiamo, sono stati rinvenuti recentemente oggetti e tracce della presenza di popoli celti (1)
(1) Ulteriori informazioni e notizie circa le presenze archeologiche nel Parco Ticino si possono trarre dal testo "Archeologia nel Parco del Ticino", a cura di Elena Banzi ed Elena Mariani - Ed. Musumeci, spa - Aosta 1995
LA VISIONE DEL MONDO NATURALE NEI POPOLI CELTI E IL CALENDARIO CELTICO
Il "Calendario degli alberi" usato presso i popoli Celti fissava una forte corrispondenza tra numerose serie di elementi: gli alberi, le lettere dell'alfabeto, i mesi lunari dell'anno, parti del corpo umano, metodi di guarigione e dei.
Questo calendario si fondava sull'alfabeto pelasgico che contava tredici consonanti e cinque vocali.
I Celti, presso i quali la scrittura non era conosciuta e a detta di alcuni autori romani addirittura vietata per motivi religiosi, la tradizione orale obbligava ad adottare dei sistemi mnemotecnici che riunissero più significati nel minor numero di parole possibile e ciò per concentrare in pochi elementi base il massimo di conoscenze da ricordare a memoria.
Presso i Celti, il "Calendario degli alberi" formava la sostanza dell'Ogham, o conoscenza iniziatica, ovvero quella conoscenza a cui i futuri sacerdoti dovevano sottoporsi per imparare, attraverso una unica serie di termini: alfabeto, nome degli alberi, significato religioso, magico e farmacologico degli stessi, andamento dei mesi dell'anno, divinità ad essi accomunate.
Fondato sugli alberi, l'Ogham costituiva anche un linguaggio muto che utilizzava le articolazioni delle dita, una sorta di linguaggio segreto riservato agli iniziati, prezioso presso questi popoli che proibivano la scrittura e impedivano accuratamente la divulgazione di conoscenze ritenute sacre.
Il Calendario degli alberi si basa sui tredici mesi dell'anno lunare, di
ventotto giorni ciascuno; esso corrispondeva alle tredici consonanti i cui
nomi si trovano ancora nell'alfabeto irlandese dei nomi d'albero. Secondo
alcune ricostruzioni alfabeto e calendario sarebbero stati così composti:
B per Beth, la betulla |
24 dicembre - 20 gennaio |
L per Luis, il sorbo
|
21 gennaio - 17 febbraio |
N per Nion, il frassino |
18 febbraio - 17 marzo |
F per Fearn, l'ontano |
18 marzo -14 aprile |
S per Saile, il salice |
15 aprile -12 maggio |
H per Hath, il biancospino
|
13 maggio -9 giugno |
D per Duir, la quercia |
10 giugno - 7 luglio |
T per Tinne, l'agrifoglio |
8 luglio - 4 agosto |
C per Coll, il nocciolo |
5 agosto - 1 settembre |
M per Muin, la vite |
2 settembre - 29 settembre |
G per Gort, l'edera |
30 settembre - 27 ottobre |
P per Peith, il tiglio |
28 ottobre -24 novembre |
R per Ruis, il sambuco |
25 novembre - 22 dicembre |
L'anno lunare, composto di 13 mesi di 28 giorni, contava quindi solo 364
giorni. Restava quindi un giorno intercalare, il 23 dicembre, vigilia del
solstizio d'inverno, giorno nefasto perchè ritenuto la "morte dell'anno"
e perciò raffigurato dal tasso, chiamato "albero della morte". Invece il
giorno seguente, 24 dicembre, giorno del solstizio era simboleggiato dall'abete
rosso chiamato "albero del parto" o "albero della vita".
Si noti la "coincidenza" tra i riti cristiani e le antiche tradizioni celtiche: la notte del 24 dicembre è la notte della nascita di Gesù, ovvero la notte del parto, la notte della nascita del nuovo anno celtico e a questa notte è associato l'albero di Natale, l'abete rosso o albero della vita.
Abete rosso e tasso rappresentavano anche le prime due vocali
A per Ailm (abete rosso)
e
I per Idho (tasso)
e aprivano e chiudevano l'anno lunare.
Le altre vocali erano adibite a simboleggiare i due equinozi e l'altro solstizio:
O per Onn, la ginestra,
per l'equinozio di primavera
E
per Eadha, il pioppo bianco, per l'equinozio d'autunno
U per Ura, l'erica, per
il solstizio d'estate.
I sacerdoti Celti, i druidi, utilizzavano le piante anche per scopi magici e terapeutici e il ciclo dei 13 alberi corrispondeva alle 13 energie arboree alle quali si associavano anche elementi divinatori che operavano come genii protettori cui rivolgersi in cerca di forza, fortuna o buoni consigli.
Per questo motivo nelle schede che seguiranno, oltre alle caratteristiche botaniche, farmacologiche e ai principali usi delle varie essenze arboree descritte, sono stati inseriti alcuni elementi di carattere astrologico, una sorta di "Oroscopo degli alberi" al quale riferirsi per riconoscere caratteri e peculiarità di ogni individuo nato sotto il segno di quell'albero.
Questa ultima parte della scheda vorrebbe svolgere oggi un poco la stessa funzione mnemotecnica che i Celti attribuivano al "Calendario degli Alberi" incuriosendo e stimolando il visitatore a riconoscere e ricordare i vegetali e ad associarli ai diversi usi e impieghi, favorendo così quella formazione didattico-cultutrale che in campo ambientale il Parco del Ticino vuole contribuire a realizzare.
B - BETH BETULLA (Betula pendula) dal
24 dicembre al 20 gennaio
E' un albero che può raggiungere i 20 metri di altezza ma che non vive a lungo, al massimo un paio di centinaia d'anni. Richiede molta luce ma può sopravvivere in suoli poveri ed è molto resistente ai climi freddi.
Il tronco bianco-argenteo e diritto ed i rami penduli fanno della betulla uno degli alberi spontanei più decorativi e facili da riconoscere. Nonostante il suo aspetto delicato è uno dei più resistenti alberi del mondo e lo si trova sulle montagne fino ai limiti della vegetazione arborea.
Dalla parola celtica "beth" deriva il termine latino "bitumen" che in origine indicava appunto il catrame di betulla che veniva prodotto in Gallia ed usato per impermeabilizzare e tappare fessure nel legno.
Oggi il legno della betulla è poco usato industrialmente perché poco durevole, viene adoperato per spazzole, lavori di tornio ed utensili; è un ottimo combustibile.
Le foglie e la corteccia hanno proprietà tintorie, dalla corteccia si estrae un olio che viene utilizzato in conce speciali del cuoio e come medicinale.
Le incisioni del tronco provocano l'uscita di una linfa molto zuccherina che, lasciata fermentare, produce bevande alcoliche o aceto e che lasciata condensare prende la consistenza ed il sapore della manna.
Parola chiave: eleganza
La betulla era un albero sacro presso i Celti e le tribù germaniche. Albero purificatore, talismano di fecondità, era prediletto dagli sciamani come scala per arrampicarsi nell'altro mondo, per penetrare, attraverso i suoi rami, nella celeste dimora degli dei, dai quali ottenere prosperità e guarigioni per gli uomini delle loro tribù.
Personalità dei nati sotto il segno della Betulla
Carattere raffinato e fragile solo in apparenza, nasconde un animo resistentissimo. Preferisce un'esistenza sobria al riparo dalle emozioni forti e dal rischio. Un pizzico di freddezza sul fronte del cuore.
L - LUIS SORBO (Sorbus aucuparia) dal
21 gennaio al 17 febbraio
Albero che non supera i 10-15 metri di altezza e i 150 anni di età , il sorbo degli uccellatori è diffuso in tutta Italia nella zona montana e submontana. Non ha particolari esigenze in fatto di terreno, ma cresce bene soprattutto in suoli ricchi di humus.
I pomi del sorbo degli uccellatori hanno commestibilità sospetta allo stato fresco, possono invece essere consumati tranquillamente una volta cotti; vengono trasformati infatti in una salsa che accompagna i piatti di selvaggina. Essendo ricchi di vitamina C, erano usati, in passato, per preparare una bevanda contro lo scorbuto.
In legno è duro, flessibile, di colore giallo-grigio e veniva usato per manici di utensili e per piccole sculture.
Per i Celti ed i Germani il Sorbo aveva poteri contro i demoni e gli stregoni. Veniva quindi spesso piantato all'esterno delle case e davanti alle chiese per respingere le streghe.
Parola chiave: sapienza
Pianta magica della sapienza e della rinascita, da cui i druidi traevano i loro bastoni divinatori. Protegge la casa dalle energie negative, dai fulmini e dai sortilegi.
Personalità dei nati sotto il segno del Sorbo
Creativa, magnetica, ama realizzare in segreto per poi meravigliare. E' sufficientemente adattabile per trarsi con disinvoltura dalle situazioni più intricate. Tende a dissimulare i sentimenti, concedendo più spazio all'amicizia che all'amore. Interessi culturali insaziabili e inguaribile curiosità.
N - NION FRASSINO (Fraxinus excelsior)
dal 18 febbraio al 17 marzo
Il frassino è pianta di primaria grandezza, può raggiungere i 40 metri ma non è longevo (massimo 150 anni di età). E' presente in tutta Italia e si sviluppa vigoroso sui suoli fertili, freschi e profondi.
Il legno di frassino gode di reputazione a motivo della sua resistenza e duttilità. D'un bianco quasi puro, a grana grossa ed eccezionalmente duro, è richiesto per un'ampia varietà di prodotti: dai remi agli alberi di imbarcazioni, dai manici di utensili ai bastoni per il gioco dell'hockey, alle racchette da tennis ed agli sci.
Prima dell'avvento del Cristianesimo, le popolazioni della Scandinavia adoravano il frassino come albero sacro, simbolo del legame tra la terra e il cielo.
Al frassino si attribuiscono anche proprietà medicamentose. Plinio consigliava il succo delle foglie contro il veleno delle serpi. Si pensava anche che l'ardere legna di frassino in una stanza allontanasse gli spiriti del male.
Parola chiave: fantasia
Nel mito celtico è l'albero della conoscenza, materno e nutritore. Era ritenuto per eccellenza l'albero della donna in quanto era d'uso che le donne vi appendessero amuleti che servivano a far "battere il cuore" all'uomo desiderato.
Personalità dei nati sotto il segno del Frassino
Carattere fantasioso e sognatore, con la testa eternamente fra le nuvole. Teme il rischio e non sa canalizzare la volontà per i propri fini al punto da votarsi a un'esistenza comoda ma piatta pur di non mettersi in gioco. Dotato di capacità intuizioni e genialità.
F - FEARN ONTANO (Alnus glutinosa)
dal 18 marzo al 14 aprile
E' una pianta longeva che può vivere sino a trecento anni. Raggiunge e supera i 30 metri di altezza e cresce bene lungo i fiumi ed i torrenti. Come tutte le piante della famiglia delle Papilionaceae, l'ontano ha radici che contengono batteri in grado di utilizzare l'azoto dell'aria e di fissarlo, migliorando così la carenza di azoto che di solito si riscontra nei terreni molto umidi. Inattaccabile all'acqua, l'ontano veniva gettato nei fiumi come fondamento per i ponti.
L'ontano nero oltre per arricchire terreni poveri di azoto, viene anche impiegato nelle tecniche bioingegneristiche per impedire l'erosione delle rive di fiumi e torrenti. L'uso dell'ontano nero come pianta adatta alla bonifica di terreni umidi e malsani è noto sin dall'antichità. Molti degli edifici di Venezia sono sorti su fondazioni protette da legname di ontano nero.
Il legno dell'ontano nero, giallo quando è stagionato, si dimostra durevole in inverno. Essendo di facile lavorazione, era ricercato dagli zoccolai ed ancora oggi trova impiego nella fabbricazione di zoccoli e manici di scopa. Dalla corteccia, dai frutti e dalle foglie si ottengono delle tinture.
Parola chiave: volontà
Secondo un'antica tradizione, nell'ontano viveva il male. L'albero era temuto perché il suo legno, se tagliato, si tinge di arancio sanguigno, quasi stesse sanguinando. Ciò diede vita alla superstizione secondo cui l'albero era la personificazione di uno spirito maligno, l'Erlkõnig delle leggende celtiche.
Personalità dei nati sotto il segno dell'Ontano
Carattere irruento e ostinato, ai limiti della temerarietà. Nato per comandare, resiste fino allo stremo in situazioni disperate. Ha innegabili doti di leader, carisma e abilità organizzativa. E' capace di passioni estreme, dotato di forte sensualità ma insensibile alle esigenze del partner.
S - SAILE SALICE (Salix alba) dal 15
aprile al 12 maggio
Il salice bianco è diffuso in tutta Italia, specialmente lungo i corso d'acqua, in formazioni vegetali in cui è caratteristicamente consociato al pioppo nero. Può arrivare sino a 25 metri di altezza ma non vive a lungo, un centinaio di anni al masssimo. E' specie che, come altri salici, ha importanza forestale per il consolidamento delle sponde dei fiumi e dei torrenti e per la valorizzazione dei terreni golenali che periodicamente vengono invasi dalle acque. Si propaga molto facilmente per talea e pertanto, l'impianto di questa specie è assai rapido ed economico.
Il salice bianco, insieme con alcuni altri salici, era tradizionalmente coltivato nelle campagne e trattato con taglio a capitozza: questo trattamento consiste nel tagliare periodicamente la pianta (in genere ogni 2-3 anni) ad un'altezza di un metro, un metro e mezzo da terra, in modo che si sviluppino i polloni fuori dalla portata degli animali pascolanti. I rami così ottenuti erano impiegati, secondo il loro diametro, per gli usi più diversi: per palerie, per la produzione di legacci per la vite, per intrecciare cesti, ecc.
I salici hanno avuto ultimamente una discreta rivalutazione nella produzione di oggetti artigianali intrecciati, quali sedie, cesti, etc.
Il Salice è da sempre stato considerato un rimedio ottimo contro i reumatismi e la moderna biochimica ha confermato le sue proprietà: la corteccia di salice contiene infatti buone dosi di salicina, simile per proprietà all'acido acetilsalicilico, oggi usato come analgesico, antinfiammatorio e antireumatico
Parola chiave: sentimentalismo
Albero lunare, simbolo della rinascita a causa della sua rapidissima crescita, conserva un arcaico legame con le streghe (infatti si diceva servisse come legaccio per le loro scope) e con le divinità femminili del destino.
Personalità dei nati sotto il segno del Salice
Personalità languida, romantica, fa leva sulla seduzione per arrogarsi consensi immeritati. Raramente perde di vista il senso pratico; apprezza il denaro e non disdegna semplici piaceri come la campagna e la buona tavola. Cavalca abilmente gli ostacoli, calibrando lo sforzo per non trovarsi mai a corto di energia.
H - HATH BIANCOSPINO (Crataegus monogyna)
dal 13 maggio al 9 giugno
Il biancospino è frequente in tutta Italia, fino a 1.000 m di altitudine, con due specie simili (C. monogyna e C. oxyacantha). L'alberello, che difficilmente supera i 12 metri di altezza, cresce bene in diversi tipi di terreno, nelle radure dei boschi e negli arbusteti. E' pianta longeva che può superare i 600 anni come dimostra l'esemplare di Boquetot in Olanda che ha una circonferenza di 2 metri e 25 centimetri.
I biancospini sono eccellenti alberi da siepe ed ornamentali i cui i frutti, o pomi, vengono divorati dagli uccelli ed i cui semi vengono così diffusi con i loro escrementi.
Il biancospino era usato dai Greci per adornare con i suoi rami gli altari durante le cerimonie nuziali. Il nome Crataegus pare sia stato dato alla pianta dall'antico scienziato greco Teofrasto e deriva dal termine kratos, che significa "forza", a motivo della durezza del legno e dell'impressione di forza che sprigiona dall'intera pianta.
Fiori, frutti e corteccia hanno proprietà sedative e cardiotoniche, i fiori in bocciolo possono essere conservati sott'olio come i capperi, i frutti hanno virtù astringenti.
Parola chiave: imprevedibilità
Il biancospino è l'albero sovrano contro l'inferno ed i suoi accoliti. Le sue spine hanno funzioni protettive contro la negatività. Esso è considerato anche l'albero del maggio e della purezza e verginità e secondo una leggenda celtica, addormentandosi sotto un biancospino nel primo giorno di tale mese si corre il rischio di essere rapiti dalle fate.
Venne assunto ai tempi della rivoluzione francese come "albero della libertà"; tra il 1789 ed il 1792 in Francia ne furono piantati più di 60.000.
Personalità dei nati sotto il segno del Biancospino
Temperamento creativo, mobile, rapido, un po' infantile. Più che del compagno si innamora dell'amore ma, troppo volubile e curioso per fermarsi a lungo, si lascia sedurre per poi fuggire in cerca di un altro fiore.
D - DUIR QUERCIA (Quercus peduncolata)
dal 10 giugno al 7 luglio
E' uno degli alberi più maestosi della nostra flora. Il legno della farnia, pesante e durevole, è fra i più pregiati e viene utilizzato per ogni sorta di lavoro. Può vivere oltre 2.000 anni e raggiungere enormi dimensioni. La "Major Oak" che vive nella famosa foresta di Sherwood ha una circonferenza di quasi 20 metri e supera i 40 metri di altezza.
La corteccia delle querce era usata dai popoli celti come fonte di tannino, sostanza usata per la concia delle pelli. Dopo averle ammorbidite in una fossa di calce ed aver rimosso peli e residui di carne, le pelli venivano immerse in bagni di tannino, cioè di cortecce di querce schiacciate ed acqua. Il cuoio che ne risultava veniva poi sciacquato e lasciato asciugare.
La corteccia di quercia veniva utilizzata anche in medicina come astringente e tonico ed anche come antiveleno in caso di morsi di serpi.
Parola chiave: potere
Resistente e protettiva, la quercia è la regina delle piante celtiche dove dimorano gli dei del cielo. Per questo le navi, le porte e gli scudi dovevano essere fatti di quercia. Anche la ghianda, considerata seme della scienza divina, aveva funzioni magiche come cibo rituale per i druidi.
Personalità dei nati sotto il segno della Quercia
Tranquillo e determinato, il temperamento del nato sotto il segno della quercia non si scompone mai.
Sarebbe un ottimo leader se soltanto attenuasse la sua rigidità. Teme il cambiamento, rendendo invece al meglio in condizioni stabili. Ama avventure erotiche brucianti, ben distinte dai legami familiari ritenuti intoccabili.
T - TINNE AGRIFOGLIO (Ilex aquifolium)
dall'8 luglio al 4 agosto
Grande arbusto, alto anche 10 - 12 metri, di discreta longevità (vive sino a 200 anni), è specie dioica, nella quale cioè sono facilmente riconoscibili le piante femminili, che portano i frutti, da quelle maschili necessarie per l'impollinazione.
Questo albero ha un bellissimo aspetto in inverno per le sue foglie lucide, persistenti e per le vivaci drupe colorate. La raccolta indiscriminata dei rami con i frutti, usati nelle composizioni augurali per Natale, ha portato ad una sua rarefazione, specialmente in talune zone, tanto che, in alcune regioni tra le quali anche la Lombardia, l'agrifoglio è stato incluso nella lista delle specie protette.
Tutte le parti di questa pianta sono sempre state usate: il legno, duro e pesante, per lavori fini di artigianato; un infuso di foglie, secondo la tradizione popolare, combatte le coliche ed un cataplasma di foglie cura ascessi, infiammazioni e gonfiori. I frutti, velenosi per l'uomo, sono appetiti dagli uccelli e costituiscono una fonte di cibo d'inverno. Per questa ragione, gli uccellatori ne facevano largo uso.
Il Mattioli, grande naturalista del XVI sec., scriveva che, con le fronde spinose di agrifoglio, si difendeva dai roditori la carne salata, per cui la pianta era chiamata pungitopo maggiore.
Parola chiave: eroismo
Rappresenta la sopravvivenza, la speranza e la rinascita. E' simbolo natalizio di protezione e forza vitale, grazie alle sue bacche rosse che rievocano dei piccoli soli. Appeso sopra le porte impedisce l'ingresso di persone ed energie negative.
Personalità dei nati sotto il segno dell'Agrifoglio
Tutto in questo temperamento riecheggia il sole: la vitalità, il potere, l'egocentrismo, ma anche la generosità. Nato per Comandare, ha carisma, volontà e autostima da vendere. In amore dà molto: eros, fedeltà e coinvolgimento ma pretende altrettanto, se non di più. Impennate di orgoglio da controllare.