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George Barbier, L'Après-midi d'un Faune, 1912
         
    
   
Vaslav Nijinsky e Lidia Nelidova nel Fauno, 1912
           

      
   
Valentine Gross, Tamara Karsavina, Vaslav Nijinsky e Ludmilla Schollar in Jeux, 1913
        
   
   
Tamara Karsavina, Vaslav Nijinsky e Ludmilla Schollar in Jeux, 1913
   
  
Valentine Gross, Danse sacrale de l'élue, 1913
   
    
   
Le Sacre du Printemps, 1913
   
     
   
Vaslav Nijinsky in Till Eulenspiegel, 1916
    
    
   
Robert Edmond Jones, costume per Till Eulenspiegel,1916

      
1912 

L'Après-midi d'un Faune (musica di Debussy)
Ballets Russes di Diaghilev, Parigi
        
Non è l'Après-midi d'un Faune di Stéphane Mallarmé; è, sul preludio musicale al medesimo episodio panico, una corta scena che lo precede. 
Il Fauno dorme; delle ninfe si bagnano nei pressi del suo alcova; lui si sveglia e le rimira, quando le ninfe, accortesi, scappano a destra e a sinistra; il Fauno resta solo con la Grande Ninfa, si confrontano; la Ninfa scompare dimenticando la sua sciarpa sull'erba; il Fauno la raccoglie, la porta nel suo alcova e con essa soddisfa il suo sogno.
Il balletto suscitò uno scandalo dovuto alla modernità della coreografia, alla postura indecente del Fauno al calare del sipario, all'esasperazione dell'urto tra mezzi tradizionali e mezzi d'avanguardia. Ottenne comunque un buon successo di critica. A quest'episodio si rapporta bene quanto scrisse Kandinky: "…presto, nella danza, verrà risentito il valore interiore di ciascun movimento e la bellezza interiore rimpiazzerà la bellezza esteriore. I movimenti "non belli", che ora diventeranno subito belli, irradieranno immediatamente una potenza insospettata e una forza vitale. A partire da quell'istante comincerà la danza dell'avvenire" (Kandinsky, Lo Spirituale nell'arte, 1989). 

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1913 Jeux (musica di Debussy)
Ballets Russes di Diaghilev, Parigi
      
"Jeux". In un parco, al crepuscolo, si smarrisce una palla da tennis; un giovane e due giovani si mettono alla ricerca; ne nasce un gioco infantile, dove si cercano, si perdono, si tengono il muso senza ragione, si abbracciano; ma lo charme è interrotto da un'altra palla da tennis lanciata da non si sa quale mano maliziosa. Sorpresi, i giovani scompaiono nello sfondo crepuscolare del parco.
È un balletto moderno di non facile apprendimento. Il pubblico del tempo accolse con una fredda ostilità un balletto che si presentava quasi senza scenografia (una tela sul fondo rappresentava un giardino), senza costumi (delle tenute da tennis) e senza trama. La critica che simpatizzò con la coreografia vi lesse un inno alla vita moderna. Scrisse Gaston de Pawlowski, redattore capo del giornale "Comoedia": "Ciò che Nijinsky ha fatto nello stilizzare lo sport, nel trasformare i gesti dei giocatori di tennis nei movimenti di un affresco, un altro può farlo domani per tutti i gesti della vita quotidiana e niente ci impedisce di prevedere la stessa stilizzazione per i gesti della strada, per gli atteggiamenti del mestiere, per i casi correnti della vita borghese".

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1913 

Le Sacre du Printemps (musica di Stravinsky)
Ballets Russes di Diaghilev, Parigi
     
"Le Sacre du Printemps" è una creazione collettiva che si compone di due atti. 
Atto I: l'adorazione della Terra
Primavera. Una grande gioia regna sulla Terra, gli uomini si abbandona alla danza e interrogano l'avvenire secondo il rito; lo stesso Antenato di tutti i Saggi prende parte alla glorificazione della Primavera; ciascuno, in estasi, calpesta la Terra coi piedi. 
Atto II: il sacrificio
Dopo il giorno, dopo mezzanotte; sulle colline vi sono le pietre consacrate; gli adolescenti dirigono il rito mistico e seguono la Grande Via; si acclama Colei che è stata designata per essere sacrificata al Dio; si chiama l'Antenato a testimone, mentre i Saggi contemplano il Sacrificio, magnifico e fiammeggiante.
Nijinsky mette in scena l'intero corpo di ballo, e lo sottomette a delle posture angolose, con i piedi rientranti. Lo scandalo ancora una volta non si fa attendere.

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1915  Till Eulenspiegel (musica di Strauss)
Ballets Russes di Diaghilev, New York
     
Till è una favola sui costumi medioevali, raccontata attraverso undici episodi ben costruiti, che rappresentano ciascuno una storiella completa; l'eroe, un monello beffardo ma, allo stesso tempo, difensore delle vedove e degli orfani, protetto dal popolo minuto da cui proviene, gioca dei tiri ai ricchi e ai potenti; viene arrestato, giudicato, impiccato, ma riapparirà al calare del sipario.
I differenti personaggi (vi sono venti solisti), ricevono un trattamento coreografico diverso secondo il loro rango sociale. I nobili e i ricchi borghesi danzano "en dehors", posizione del balletto classico, con arroganza. I loro domestici e subordinati danzano con i piedi paralleli, posizione normale di tutti gli esseri umani. Infine, il popolo minuto e l'eroe danzano con i piedi "en dedans" con dei movimenti angolosi, audacia innovatrice già utilizzata da Nijinsky ne "Le sacre du Printemps". 

      

      

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