- Come pronuncereste
questo carattere? È sicuramente uno dei pochi nella serie dei
codici ASCII che non ha ancora un nome codificato nell'uso italiano.
Chi ha una cultura musicale lo chiama "diesis"; il termine "fregno" è di
provenienza centro-meridionale, mentre al nord la forma "cancelletto"
sembra la più usata. Esiste anche, udita in Toscana, la denominazione
"graticola". Gli anglofoni fissati lo chiamano "pound" (nelle tastiere
inglesi, al posto di questo carattere c'è quello che indica la sterlina)
e i meta-anglofoni, "numero" (negli States, ha questo significato). A
Torino l'ho anche sentito indicare come "tris", e sono rimasto
interdetto un istante prima di apprezzare la logicità del termine. A voi
la scelta...
- Il numero casuale canonico. È differente da N, poiché quest'ultimo dà più l'idea di un valore
indeterminato (se dico "ci sono N modi per fare questo" in realtà non mi
importa se i modi sono 5, 8 oppure 14), mentre 42 indica che si usa un
valore preciso, ancorché scelto "a caso" ("Sia dato un numero a caso,
42:..."). Etim.: dalla Hitch-hiker's Guide to the Galaxy di
Douglas Adams.
- Gli acronimi
occupano gran parte del lessico di un telematico. Il vero acronimo ha tre
lettere (in inglese si parla appunto di TLA, "three letter acronym", ma ce
ne sono anche di più lunghi. È rigorosamente in inglese, anche
all'interno di un discorso in italiano. Si divide infine in due categorie:
l'acronimo che si può usare anche nella lingua parlata (e che troverete
nella sua propria voce in questo gergo), e quello che viene solamente
scritto, ma mai pronunciato. Esempi di questo tipo di acronimi sono:
BTW - By The Way (tra l'altro), usato per cambiare argomento.
IMHO - In My Humble Opinion (secondo la mia umile opinione), per
esprimere un giudizio personale: in genere questo è tutto meno che umile,
tanto che si possono anche avere le forme IMNSHO (...Not So...) e IMO.
TIA - Thanks In Advance (grazie in anticipo), alla fine di un
messaggio in cui si chiede qualcosa.
- Una
qualunque serie di istruzioni abbastanza dettagliata da potere essere
utilizzata senza doverci pensare troppo su. "Aspetta che ti lascio
l'algoritmo per raggiungere casa mia". Differisce da macro per il fatto che quest'ultima si suppone
ripetibile più e più volte, mentre l'algoritmo è
usato una o tutt'al più poche volte.
- Fatto senza
l'ausilio di programmi specifici. Questo non implica affatto che non si
usi il calcolatore: ad esempio, sortare a
mano un insieme di numeri significa usare il taglia e incolla per metterli in ordine,
piuttosto che dare il file in pasto a sort(1).
- 1. Detto di
processo che rimane in attesa indefinita di un evento che non si
verificherà (cfr. stoppare: un
processo stoppato può riprendere l'esecuzione quando vogliamo, un
processo appeso no). - 2. Più specificamente, una chiamata via
modem rimane appesa quando il modem remoto non dà alcun segno di
vita e l'unica soluzione è buttare
giù la linea.
- Un
programma, spec. quando viene fatto girare in
un ambiente multitask, oppure è un ambiente di lavoro integrato, e non
semplicemente qualcosa che si lancia senza ulteriore interazione. Ad
esempio, Windows si può considerare un'applicazione.
- Per un point o BBS, modificare la lista delle aree messaggi che
vengono ricevute. Tale modifica viene effettuata automaticamente,
mediante l'invio di un messaggio
all'utente speciale "areafix", da cui il nome.
- Sigla di un protocollo di trasmissione
dati che permette di riconoscere un errore in trasmissione e di
richiedere automaticamente il pacchetto incriminato un'altra volta. Il
protocollo è ormai in disuso: non così il nome, che appare
molto spesso durante le connessioni in MNP,
probabilmente perché chi scrive il firmware dei modem trova
simpatico avere una stringa di
connessione bella lunga, che fa credere chissà cosa.
- Acronimo
per American Standard Code for Information Interchange. Alla fine è anche
diventato un codice standard internazionale ISO: peccato che tutti facciano
finta di dimenticarsi che lo standard precisa solamente le posizioni da 0 a
127, e quindi dire "ASCII a 8 bit" sia un controsenso. Controprova: i
caratteri semigrafici del PC IBM sono completamente fuori standard.
Fortunatamente ormai quasi tutte le altre architetture supportano il set ISO 8859-1 (quello che ho
usato per scrivere questo ipertesto) e le sue varianti ISO 8859-x per le
lingue slave. Naturalmente adesso ci sono forti pressioni per passare a
Unicode, uno standard a 16 bit abbastanza capiente per contenere gli
ideogrammi cinesi e giapponesi... Vedi anche #.
- 1.
(raro) Costruire un programma a partire da moduli già pronti. -
2. (obsol.) Costruire un calcolatore a partire da pezzi comprati qua e là,
piuttosto che comprarlo già completo. - 3. Compilare un programma
scritto in assembler. Anche quest'ultimo significato sta diventando raro
al giorno d'oggi.
- Acronimo per
Asynchronous Transfer Mode, una tecnologia sviluppata negli
anni '80 che permette di inviare dati a velocità fino all'ordine delle
centinaia di megabit al secondo con velocità tali da potere simulare
egregiamente la trasmissione in diretta di audio e video codificati (in
realtà, i dati viaggiano a pacchetto e non
c'è un sistema per assicurarsi un trenino di pacchetti tutti per sé, ma
all'atto pratico non ci si accorge del ritardo). La tecnologia è
attualmente allo stadio del "siamo praticamente pronti" (il Real Soon Now
dell'inglese).
- In maniera talmente automatica, che non ci si accorge nemmeno del
suo essere avvenuto, come se fosse capitato per magia. "Se hai settato correttamente il file
.mailcap, Mozilla ti riconosce
automagicamente il tipo di file che riceve". Etim.: dall'inglese
automagically, creato ex novo come il nostro termine.
- Per telefono,
contrapposto al modo canonico che è
naturalmente per iscritto. "Qui non riesco a combinare niente: ci
sentiamo a voce così mi spieghi un po' meglio".
- Un
gioco per calcolatore in cui occorra risolvere una serie di enigmi di
varia natura per arrivare alla soluzione. A differenza degli spara-spara o dei picchiaduro, un'avventura è
generalmente giocata in gruppo, poiché spesso la mossa giusta
richiede una intuizione subitanea. Un tempo le avventure erano semplicemente
testuali; oggidì sono quasi tutte grafiche. Per me è stato
fatto un passo indietro.
-
Inizializzare una variabile o un'area di memoria in modo che contenga il
valore convenzionalmente nullo. Questo non significa necessariamente
riempire le locazioni di memoria con degli zeri: se si hanno record di
testo a lunghezza fissa, ad esempio, essi vengono azzerati riempendoli di
spazi.
abbrev.html 100664 25547 25534 3620 6037600542 11301 0 ustar mau ufdd
Abbreviazioni e simboli
Abbreviazioni e simboli
Abbreviazioni utilizzate nel testo:
cfr.
confronta
depr.
deprecato
err.
erroneo
es.
esempio
est.
estensione
etim.
etimologia
evit.
evitare
Fido
voce usata in ambiente Fidonet
inter.
interiezione
inv.
invariabile
loc.
locuzione
loc.v.
locuzione verbale
obsol.
obsoleto
opp.
opposto
p.p.
participio passato
pl.
plurale
pref.
prefisso
prep.
preposizione
sf.
sostantivo femminile
sin.
sinonimo
sm.
sostantivo maschile
spec.
specialmente
spreg.
spregiativo
tecn.
tecnico
v.
vedi
var.
variante
vi.
verbo intransitivo
vr.
verbo riflessivo
vt.
verbo transitivo
Note tecniche:
Le parentesi quadre [ ] sono utilizzate per indicare la
zona di diffusione di un termine o delle spiegazioni tecniche; la
pronuncia è tra barre / /, senza nessuna convenzione particolare, tranne
l'accento che precede la lettera da accentare.
.mau.
Internet: mau@beatles.cselt.stet.it
Fidonet: 2:334/100.5
[Introduzione] [Grazie a...] [ Via!]
- Errore trovato in
un programma; anche in senso traslato, come una falla ad esempio in un
ragionamento. Più raramente è stata udita la forma
"buco". Etim.: Calco dall'inglese bug.
-
Unità di misura della percentuale di
quotatura di un messaggio
equivalente a cinque videate standard. Detta così dal nome di
Magic.Alex Badalic, che ebbe un periodo di citazioni particolarmente
prolisse e venne esposto al pubblico ludibrio in uno dei messaggi
probabilmente più belli mai apparsi in Fidonet. Il bello è
che in Lombardia la parola "badalicco" esiste davvero, ed
è proprio un'unità di misura di terreni...
- Il famosissimo progetto della
Microscrof che avrebbe dovuto sostituire uindous, prima che si accorgessero che forse
era un po' troppo esagerato per le risorse hardware di un calcolatore
comune... Il creatore di tale termine sembra essere Teodoro Lio. A
proposito di NT, sono molti gli acronimi di disgusto legati a tale
sigla. Il migliore in italiano è probabilmente "Non
Toccare!", che regge bene il confronto con l'inglese "No,
Thanks".
- Un
insieme di dati scritti in una forma specifica. La differenza tra un
mucchio qualunque di dati e una base dati è che quest'ultima
può venire maneggiata da opportuni programmi per tirare fuori
l'informazione che ci serve senza un'estenuante ricerca. Insomma, la
differenza tra l'avere uno scatolone con tutti i numeri telefonici degli
abbonati di Torino e una serie di guide telefoniche ordinate per cognome,
via e numero di telefono. Etim.: dall'inglese database.
- Il numero
di transizioni di frequenza fatte per secondo da un modem. Il termine
è spesso usato intercambiabilmente con
bps, ma è un errore: infatti a velocità superiori ai
2400 bps, i valori logici di stato del modem sono ottenuti anche
mediante cambiamento di fase del segnale, cosicché ad esempio un
modem a 9600 bps modula sempre a 2400 baud: solo a partire dal V.34 si
sono superati i 2400 baud.
- Un calcolatore cui si può accedere usando un modem da
una locazione remota per scambiarsi messaggi o file. Uno dei misteri
maggiori del lessico telematico è scoprire se la parola BBS in
italiano è maschile oppure femminile: l'uso sembra variare da
persona a persona, e spesso perfino nella stessa persona (ad esempio,
l'estensore di queste note). Molti BBS sono gestiti in maniera
amatoriale da appassionati, ma esistono anche i BBS aziendali, che
possono ad esempio distribuire le versioni
demo dei loro programmi oppure le
patches per correggere alcuni bachi trovati nei loro programmi.
Etim.: dall'inglese Bulletin Board System (sistema a bacheca).
- Uno dei
tanti termini che sono sorti sulla scia di
shareware. L'idea alla base del concetto di beerware, nato in
ambiente Amiga (e dove, altrimenti?), è semplice. Per registrare il programma occorre comprarsi
una cassa di birra, scolarsela e mandare un
messaggio all'autore del programma dicendo come è stato bello
bere pensando a lui...
- Chi
con temerario sprezzo del pericolo decide di provare una versione di un
pacchetto software prima che questa sia ufficialmente presentata, per
trovare quanti più bachi possibile. Se poi il pericolo è
il vostro mestiere, potreste persino lanciarvi a fare gli
"alfatester"... ma tenetevi una confezione di Alka Seltzer a
disposizione: vi verranno sicuramente dei mal di stomaco. Sembra anzi
che il nome di questo digestivo derivi proprio da una corruzione di
alfatester. Detto tra noi, al momento io non mi fiderei nemmeno delle
versioni che finiscono con un .0; sembra che siano diventate il sistema
per fare sì che siano gli utenti stessi a trovare gli errori,
semplificando il lavoro dei produttori di software.
- Un libro che
è considerato indispensabile nel suo campo, e che viene citato a
supporto delle proprie idee. Esempi di bibbie sono The
TeXbook e The Art of Computer Programming di
D.E.Knuth, il C Reference Manual di Kernighan &
Ritchie, The C++ Programming Language di B.Stroustrup (v.
Sturmtruppen) e la Guida.
- Un
programma compilato in forma eseguibile, quindi per l'appunto in codice
binario (anche se il codice stampato è in realtà
esadecimale). Opp. sorgente.
- Uno dei
primi mailer apparsi nella storia della
telematica amatoriale. Ancora assai usato, soprattutto perché
fornito in sorgente, sicché
è stato portato dall'originale ambiente PC sugli Amiga, Atari e
financo *ix. Etim.: Binkley era un amico del pinguino Opus nell'omonima
striscia di fumetti. Una volta che il programma di BBS degli stessi
autori aveva preso il nome Opus, il passo successivo era banale...
- Il piantarsi di un
programma, raffigurato da una finestra con una bomba e la scritta
"Si è verificato un errore di sistema". L'unica
soluzione rimasta al povero tapino è quella di spegnere e
riaccendere il calcolatore. Meno usata ultimamente, visto che il System
7 permette di proseguire le operazioni con gli altri task anche se uno
termina in maniera anormale. Vedi anche
guru meditation.
- Fare in
modo per un sistema di piantarsi. A
differenza di inchiodare, presuppone una
volontà ancorché inconscia dell'utente; non si può
bombare nulla senza avere nemmeno la più pallida idea di cosa
è successo...
- Acronimo di bit
per secondo, unità di misura per la velocità dei modem.
Alcuni anni fa i 2400 bps erano un buon risultato, oggi i 14400 bps sono
medi, e si va più o meno senza problemi a 28800 bps con il
protocollo V.34. Chi usa ISDN, poi, ha 64Kbps per canale... no, non
65536, proprio 64000 -- vedi K. Il progresso...
Nota: il termine è spesso confuso con baud.
-
Acronimo per Brivido, Terrore e Raccapriccio. Esclamato all'udire
qualcosa di veramente terribile, come una persona che affermi che il
COBOL II -- l'applicazione del concetto di strutturazione al linguaggio
di programmazione più prolisso mai creato -- sia l'ultimo grido
della moda. Etim.: dai fumetti di Cattivik, sinistro personaggio
disegnato (?) prima da Bonvi poi da Silver.
- Fare ripartire
un sistema. A differenza di ribustrappare,
che mette maggiormente l'accento sul fatto che il calcolatore era
precedentemente acceso, in questo caso si suppone che il sistema sia
spento. "Il mio PC non butta più - ho paura che il disco si sia
scassato". Etim.: dall'inglese to boot.
- 1. Di programma, scrivere velocemente, senza preoccuparsi
dell'eleganza nè della generalità delle soluzioni usate,
perché tanto si pensa di utilizzare tale programma solo per poco
tempo; nell'inglese abbiamo le espressioni "quick and dirty" e
"to hack a program" (v. anche
smanettare). L'azione differisce dal mettere una toppa in quanto quest'ultima modifica un
programma già esistente, mentre qui si parte da zero. - 2. Di
una connessione fisica (generalmente una linea telefonica, ma anche un
collegamento ftp), terminarla brutalmente
eliminando fisicamente il collegamento invece che passando dal menu di
terminazione. - 3. Di un calcolatore con multitasking, fargli terminare
le operazioni; fare uno shutdown. Si suppone che la macchina rimanga
spenta per un certo tempo (ad esempio per sostituire dei componenti),
altrimenti l'azione viene descritta più correttamente come ribustrappare.
Le macchine con MS-DOS non si buttano
giù, naturalmente; si spengono e basta... anche se c'è una frangia di
utenti che troverebbe molto adatto il buttarle giù in senso letterale.
- Inserito
all'interno di un programma in maniera tale che non possa essere
modificato se non ricompilando il tutto. "La lunghezza massima
utilizzata di una password è cablata nel programma di
crittografia: è inutile usarne una più lunga".
- In una tabella,
una delle caselle che la compone. Per estensione, una qualunque struttura
in cui si possono inserire dei dati. "Nel campo data, devi mettere solo le
ultime due cifre dell'anno". Etim.: dall'inglese field.
- Nella
maniera più "naturale" possibile, dato il contesto (le
virgolette stanno a indicare che per la maggior parte della gente comune
tale modo non è affatto naturale; ma d'altro canto la minoranza
che generalmente usa questi termini è quasi sempre immediatamente
d'accordo su queste cose). Ad esempio, il programma di test canonico
è quello che scrive a video "Hello, world!" (o
"Ciao, mondo!" se siete italianofili); i parametri canonici di
connessione sono 8 bit dati, 1 bit stop, nessuna parità. In
compenso, l'uso ecclesiastico della parola "canonico" (che
concerne un canone, cioè una tradizione) non viene affatto
considerato canonico!
- Il
carattere ASCII ^ , detto così perché assomiglia a un
cappello da mettere sopra le lettere. È anche noto come
"control", poiché viene preposto ad un carattere per
indicare che in realtà esso deve essere premuto insieme al tasto
control. Vedi anche #.
-
Aggettivo riferito a un programma che è freeware, ma il cui autore gradirebbe una
cartolina illustrata speditagli da chi ha apprezzato il programma
stesso. Non è così difficile nè costoso, vero? Beh,
vi assicuro che mi è capitato spesso di spedire una cartolina e
sentirmi dire "Ehi, è la prima dall'Italia!". Chi ha
orecchie per intendere...
- Copiare
un programma da dischetti (o CD-ROM, o persino lo stesso hard disk, se
il programma è tenuto in forma compattata e quindi non
eseguibile) sul disco rigido.
"Per caricare Linux da CD-ROM ti occorre almeno una
mezz'oretta".
-
L'insieme di pratiche burocratiche che allontanano una persona da quella
che dovrebbe essere la sua vera attività, vale a dire il
divertirsi al terminale.
- Di un sistema
operativo, terminare brutalmente di funzionare a causa di qualche errore
software o hardware (tipicamente molto grave, a meno che il sistema non
sia un uindous). "Non è possibile! È
già la terza volta questa settimana che il VAX casca..." Opp. tirare su.
- Probabilmente la maggiore invenzione nell'elettronica,
dopo la valvola. È un cavo (solitamente a 25 pin, come quelli
delle RS-232) che da entrambe le parti termina con due
connettori, un maschio e una femmina, in modo che possa essere
utilizzato qualunque convenzione non abbiano seguito i
costruttori hardware. Non lo si trova in nessun negozio, ma un qualunque
perito anziano sa costruirne uno e ne tiene sempre una scorta per i casi
della vita. È la prova inconfutabile che l'intelligenza umana
sconfigge il marchettaro.
- Il termine
corrispondente a lanciare, quando l'azione
è fatta da un programma al suo interno. In altre parole, un
sottoprogramma (una subroutine, se preferite) non viene lanciato, ma
chiamato, visto che alla fine il controllo ritornerà al programma
originale salvo eventi eccezionali.
- Scambiarsi interattivamente messaggi in tempo reale
in un BBS tra l'utente e il sysop oppure tra
due o più utenti nel caso il BBS abbia più di una linea
telefonica a disposizione. Un'altra delle caratteristiche che fanno
perdere più soldi agli amanti di queste cose, e che fa
imbestialire chi vorrebbe fare dell'altro e si trova bombardato da
messaggi dei tipo "vieni in chat"? L'equivalente per chi si
trova su Internet è l'ancor più brutto verbo
"talkare". Etim.: dall'inglese to chat, chiacchierare.
- L'unità minima
di tempo relativa a un calcolatore, quella cioè intercorrente tra due
istanze del clock di sistema. Usato per indicare il tempo di CPU: "Questo programma consuma troppi
cicli solo per calcolare la posizione a video di un oggetto". Sta
cadendo in disuso.
- Far
diventare, o diventare, non funzionante. Detto di dispositivi
elettronici, o comunque di oggetti che passano istantaneamente da uno
stato di funzionamento a uno di non funzionamento. Es.: "Mentre
stavo caricando Linux, mi si è cimito l'hard disk"; "Mi
è caduto un cacciavite dentro il calcolatore e ho cimito un banco
di RAM". Nonostante quello che potrebbe
apparire dagli esempi, la differenza tra l'uso transitivo e quello
impersonale del verbo è principalmente collegato alla faccia
tosta di chi parla, più che a un'effettiva colpa.
- Viene pronunciata quando si pensa che
qualcosa non sia assolutamente il comportamento corretto (da un punto di
vista logico oppure etico). Es.: "Il programma non ritorna un
codice di errore se la routine non è stata eseguita: Ciò
è Male". Etim.: calco dall'inglese Bad Thing; l'uso fatto
dell'espressione in Ghostbuster ha contribuito alla sua diffusione.
Esiste anche l'opp. Good Thing, reso da Ciò è
Bene. Cfr. ciò non è
bello.
- Viene pronunciata quando si
è di fronte a qualcosa che, pur essendo formalmente corretto, non
è affatto apprezzato. Es.: "Con questo programma di login,
se sbaglio password devo aspettare cinque minuti prima di riprovare.
Ciò non è bello". Etim.: incerta, ma prob.
influenzato da Ciò è Male.
- Colui
che ciuccia file; più in genere, chi
considera i sistemi in rete solo un sistema per prelevare software e non è
assolutamente interessato alle altre sue possibilità (tranne al limite ciattare come un videoteliota).
- Premere
un (o il, per chi usa un Macintosh) pulsante del mouse.
"Se clicchi due volte sull'icona, viene lanciata
l'applicazione". Etim.: calco dall'inglese to click.
- 1. Un
calcolatore scopiazzato brutalmente da uno più famoso;
generalmente costa molto meno dell'originale e funziona identicamente,
oppure costa come l'originale e funziona molto meglio. I motivi di
questa apparente follia sono due: chi clona un calcolatore non ha spese
di ricerca da ammortizzare, e molto spesso le grandi società
tengono artificiosamente alti i prezzi per "far pagare il
marchio". - 2. Più in generale, qualunque copia che sembri
identica all'originale, sia di un programma software che di un
processore o persino di una persona.
- 1.
Con caratteristiche simili a quelle di un prodotto più noto; clone. - 2. In senso traslato, qualunque cosa
che faccia tornare alla mente qualcosa di noto. "Hai sentito gli
Audio-2? Sono Battisti-compatibili". (Anche in questo caso, si
potrebbe dire che sono un clone di
Battisti). In questo senso, si tende a usare la parola come suffisso,
come si vede dall'esempio.
-
Creare un unico file compresso a partire
da una serie di files solitamente correlati. Ciò permette di
ridurre lo spazio necessario a memorizzare tali files, e di evitare di
rompersi la testa nel ricordarsi quali delle centinaia di programmi
presenti su una directory sono realmente necessari per quel programma.
Naturalmente la scelta del miglior compattatore porta immancabilmente ad
una guerra santa. V. anche zippare.
- 1.
sm. Un negozio, mega-store o emporio che contenga quantità
industriali di un determinato genere merceologico. L'idea di base
è che la presenza di tanta roba stordisca visivamente il
visitatore, e l'estrema varietà lo invogli a comprare a iosa.
Esempio classico sono le grandi catene USA di negozi come Toys'r'Us
(negozi grandi come supermarket che vendono SOLO giochi), e le
videoteche con migliaia di titoli con scaffali dedicati allo Zen ed ai
documentari storici. - 2. inter. Aggettivo fortemente positivo, un
`must' per un hacker. Es. "Hai visto l'ultima release del Borland?
C.-c.!" Vedi anche
raddoppiamento.
- Di un
file, a cui è stato applicato un algoritmo tale da ridurre lo
spazio occupato da esso, lasciando però indicazione di quale sia
il modo per potere ricomporre il file originario quando necessario.
-
Perché mai vi ostinate a usare la parola "computer",
rigorosamente con l'accento sulla "iu", quando in italiano
esiste la parola `calcolatore' che ha lo stesso significato, e la parola
`elaboratore' che è persino migliore, visto che al giorno d'oggi
è facile che un calcolatore venga utilizzato per tutt'altro che
fare conti? È anche vero che i francesi si sono esposti ancora
più al ridicolo, con il loro "ordinateur", che se
andate a cercare su un dizionario vecchiotto non significava
"ordinatore" nel senso di chi mette in ordine, quanto nel
senso del vescovo che ordinava sacerdoti. Ma noi, dato che le parole
corrette le abbiamo, potremmo anche usarle!
-
Ciò che si ottiene quando ci si collega ad un sistema remoto. Si
può avere una c. via modem (se si mette l'accento su quanto accade
fisicamente), oppure una c. telnet, ftp o HTTP, nel caso si
preferisca fare notare la logica che sta sotto al collegamento.
-
Modificare un file, di solito di testo e con estensione .CFG, utilizzato
da un applicativo per inizializzare le proprie strutture interne. Ad
esempio, il file di configurazione potrebbe contenere il numero di
utente, oppure il nome della directory dove si trovano i files di dati.
- 1. Il terminale principale dei vecchi mainframe, quello
da cui in genere si poteva bloccare la macchina o comunque avere
più privilegi rispetto a un comune utente. - 2. Per est., nei BBS o nei sistemi multiterminale, il terminale
direttamente collegato alla CPU principale. - 3. I giocattoli della Sega
o della Nintendo che si attaccano ai televisori e che secondo la
pubblicità sarebbero il non plus ultra dell'informatica, solo
perché hanno il Tetris o SuperMario incorporati.
- 1.
Entrare con la frode in un sistema informatico. "Sono finalmente
riuscito a craccare il vax del Politecnico!" Implica l'avere
lasciato la possibilità a se stesso o ad altri di potere
riutilizzare la stessa via ma in maniera molto più agevole. - 2.
Sproteggere un programma, in modo da poterlo
copiare e/o utilizzare delle feature riservate agli utenti paganti.
Etim.: Dall'inglese cracker, che oltre che un succedaneo del pane
è anche il nome dato dagli hacker "veri" a chi si
definisce hacker, ma in realtà manomette i programmi e i sistemi.
- Applicare
tecniche di crittografia, più o meno involute, a un file in modo
che sperabilmente altre persone non possano leggerlo. "Ho crittato
il file delle password... voglio vedere come faranno adesso!". Opp.
decrittare. Etim.: Calco dall'inglese
to crypt, coniato sul termine italiano crittografia.
-
Probabilmente il termine è molto meno usato di quanto la gente
comune pensi, ma in ogni caso non fa mai male ricordare che, almeno in
Italia, il movimento cyberpunk si è separato alquanto
dall'originale americano, avvicinandosi alle tesi anarchiche: anche il
lessico impiegato non ha un indice di comprensibilità molto
diverso da zero.
- Per
i cyberpunk, è la
"matrice" elettronica, il mondo parallelo a quello reale dove
ci si aggira tra i dati elettronici. Per i giornalisti, è
qualcosa di incomprensibile che però ultimamente sembra faccia
vendere, quindi è usato spesso. Per i Veri Telematici, è
più che altro un termine usato in maniera spesso ironica.
- Nome
dato a D'Bridge (un mailer per BBS) dai suoi numerosi detrattori, che facevano
notare la quantità di bachi che
contiene, o almeno conteneva. C'è anche chi afferma che nelle
versioni beta, la sigla B1069, B1072 e simili indichino in realtà
il numero di bachi presenti. Varianti: D'bleach!, D'xan (v. fustone), D'burp, Dibrigge, e ... Oronzo
(creato dal compianto Alberto Morosi perché era stato proibito di
parlare nelle aree di messaggi Fidonet di D'Bridge).
- Fare girare un programma
all'interno di un programma speciale (detto per l'appunto debugger), che
permette di potere fermare l'esecuzione in punti chiave, in modo che la
ricerca di un baco del programma possa essere
facilitata. Naturalmente un Vero
Programmatore preferirà evitare l'uso di programmi di
debugging e si limiterà ad aggiungere al programma alcune linee
di controllo per capire cosa sta succedendo in fase di esecuzione... o
meglio ancora, un V.P. non ha bisogno di debuggare perché i suoi
programmi sono sempre corretti al primo colpo.
-
L'opposto di crittare. Partire da un
testo apparentemente incomprensibile, e
applicarci un algoritmo che permetta di ricavare il messaggio originale.
- 1. La
scelta che veniva effettuata in mancanza (in difetto, per l'appunto:
questo è il significato della parola in inglese) di una
specificazione. - 2. Nell'espressione di default, sta a
significare "ovviamente, chiaramente, sempre". Es.: "Se
decidiamo di fare una gita, ti invitiamo di default".
- 1. Versione
di un programma commerciale che è stata limitata artificialmente
(ad esempio è impossibile salvare il file creato, oppure il
programma termina dopo 10 minuti) in modo che serva solo da valutazione
per chi vuole vedere le caratteristiche di un programma prima di
acquistarlo. - 2. Dimostrazione di un programma sviluppato da qualcuno
di fronte ai propri capi. Ha in comune col significato precedente
l'assoluta impossibilità di svolgere molte funzioni
(perché non implementate); inoltre è la causa scatenante
dell' effetto demo.
-
Un processo di sistema lanciato
automaticamente, tipicamente alla partenza del sistema, che monitora
l'arrivo delle richieste per cui esso è specifico, e "si sveglia", per
soddisfare la richiesta. Esempio canonico di
demone è cron, che a intervalli di un minuto controlla se è il
momento di lanciare uno dei programmi che sono stati indicati nella propria
tabella di configurazione. Un altro esempio è httpd, che ascolta
sulla porta (sign. n. 2) http per richieste di
pagine WWW.
- 1.
Persona che ha lavorato e vissuto con gli elaboratori del giurassico,
quando 32 Kbyte di RAM erano un sogno anche
sui grandi sistemi. Man mano che le nuove leve di giovani pivelli per
cui ms-windows è il sistema operativo (!) migliore mai apparso a
questo mondo si affacciano alla ribalta, i requisiti per essere un
dinosauro si allentano: probabilmente l'estensore di queste note
potrebbe essere bollato in tal modo semplicemente per avere lavorato su
un PDP 11/34. - 2. HW o SW obsoleto.
- Un
qualunque floppy disk. Oggi il termine è praticamente sinonimo di
floppino, ma si può ancora sentire
la frase "Ne ho una copia solo su un dischetto da cinque", intendendo
appunto il vecchio formato da 5.25 pollici.
-
L'hard disk, quella roba insomma che sta all'interno del vostro
calcolatore per immagazzinare i dati e non ne esce (quasi) mai fuori.
Una caratteristica comune a molte parti di un calcolatore, ma portata al
parossismo nel disco rigido, è la sua contrazione relativistica.
Al momento dell'acquisto e dei primi test il disco rigido sembra enorme
e velocissimo, ma subito dopo essersi procurati il software da
installare diventa improvvisamente sempre troppo piccolo e di una
lentezza esasperante. Vedi anche
floppino.
- 1.
Programma presente in molti BBS, che una volta
lanciato permette l'esecuzione di altri
programmi esterni, facendo in modo che l'interazione di questi avvenga
attraverso la porta seriale e la linea telefonica invece che alla console. - 2. In ambiente DOS, il programma
stesso eseguito da una door (sign. #1): Vedi anche external. Etim.: calco dall'inglese
(porta).
- Un sistema
MS-DOS, oppure l'utilizzatore di un tale sistema. Termine
dispregiativo, usato soprattutto nell'ambito Macintosh. Cfr. tostapane. Vedi anche giocattolone, fermaporte.
[Fido] - Recuperare via modem un programma da un BBS. Attività preferita da un puppatore, che probabilmente prova un
impulso irrefrenabile a spendere i soldi della bolletta telefonica per
ottenere dei programmi che magari non userà mai ("sindrome
del collezionista"). Il termine equivalente Internet non è
ftpare /effetipare/, che non merita il diritto a una propria voce in
questo lessico, ma bensì tirare giù.
Sin. scaricare; Opp.
uploadare, uppare.
Etim.: dall'inglese download, scaricare.
-
1. Convertire i caratteri che compongono un file in maniera
visualizzabile a terminale, ad esempio come numeri esadecimali da un
lato e con l'eventuale carattere ASCII corrispondente dall'altro. La
cosa non è solo utile per chi vuole
craccare un programma, ma anche per cercare di capire come mai
l'output di un programma che sarebbe dovuto essere di poche decine di
byte ha riempito il disco rigido. - 2.
Scrivere su un file i valori assunti da una matrice durante una sessione
di debug (v. debuggare), in modo da
poterli controllare con più calma. Etim.: dall'inglese to dump,
scaricare.
-
L'insieme dei messaggi pubblici scambiati tra le varie BBS. Generalmente la parola viene pronunciata in
una frase del tipo "l'echomail in questi giorni non funziona di
nuovo". Da non confondere con la
matrix, che generalmente non funziona per ragioni diverse, legate
alla peculiare struttura della rete Fidonet in Italia.
- Scrivere o
modificare un testo in forma elettronica. D'accordo, oramai penso che
persino i vocabolari seri registrino tale voce al posto dell'italico
"redigere", ma effettivamente quest'ultimo termine sarebbe piuttosto
pesante da usare, no?
-
Una prova ontologica dell'esistenza di Dio. Non vi è nulla di
strano nel vedere una persona che non riesce a ripetere un'azione per
lui abituale in presenza di personaggi importanti: si sa che l'emozione
gioca brutti scherzi. Un programma, però, non dovrebbe provare
alcuna emozione. Eppure tutti coloro che hanno dovuto fare una demo sanno che il mattino della presentazione
sicuramente qualcosa non funzionerà, nonostante non si sia
modificato nulla. Come mai?
- Egregio, ma
con una connotazione molto più alta del valore
dell'interlocutore. Superlativo: egagrerrimo (evitare di pronunciarlo se
si ha la erre moscia). Nato da un errore di stampa delCosta , e velocemente propagatosi. Non si
pensi che simili cose siano solo italiane: il mondo Usenet ha
newsfroup derivato in maniera analoga da newsgroup.
- Una
quantità molto piccola e non meglio identificata, però
sicuramente esistente. "Hai finito il programma?" "No, ma me ne manca solo
un epsilon" significa che chi risponde ritiene di terminare il programma in
brevissimo tempo. Ovviamente si possono creare delle misure relative: "due
epsilon" indica qualcosa di piccolo, ma già più consistente,
mentre "epsilon mezzi" (notare la scrittura) indica qualcosa di ancora
minore. Etim.: dalla matematica, che parla spesso di "un e. piccolo a
piacere".
-
Nell'ambiente macintosh, un programma esterno al programma principale
della BBS, usato per aggiungere alcune nuove funzionalità, come
ad esempio il quotare selettivamente un messaggio. Come chiunque si sia mai
collegato a un BBS Macintosh sa, nessuno può prevedere l'effetto
complessivo dell'avere più external contemporaneamente presenti.
- Una
combinazione di caratteri come :-) tale che se una persona
con un minimo di immaginazione piega il capo a sinistra (o ruota di 90
gradi in senso orario il monitor) può riconoscere una faccia (in
questo caso sorridente) stilizzata. La quantità di faccine
esistenti è enorme; le più usate sono quella sopra (che
significa "non prendere troppo sul serio quello che dico!": v.
Stile di scrittura) e quella
:-( , che indica tristezza.
- Un file
piccolo (tipicamente non superiore ai 10K). Non tutti i file piccoli sono dei
failetti, però: occorre che esso sia importante per una qualche ragione, ad
esempio perché contiene dei dati utili. "Ti ho messo in questo failetto
l'indice dei programmi di utilità che ho sul mio PC". Etim.: dall'inglese
file, nel caso qualcuno non se ne fosse accorto.
- Detto di hardware o software che ha un'enorme
quantità di feature, tra cui non stonerebbe anche questa. Es.:
"Hai visto il nuovo processore Intel? Ha dentro praticamente tutto,
ed è già prevista l'espansione per fare il
caffé!".
- Abbreviazione
di formal complaint, reclamo formale. (Già che ci sono, una nota:
complaint con la t finale è il sostantivo; il verbo
corrispondente è to complain.) È nella gerarchia Fidonet
l'equivalente di una querela; se qualcuno ritiene di essere
ingiustamente danneggiato, può inoltrare un FC al proprio
superiore gerarchico. Ovviamente l'identità dell'acronimo con
quello di un'altra interiezione ha fatto sì che il termine
è passato nell'uso comune; se uno dice "FC!" in un area
leggera, non intende generalmente fare un reclamo formale...
- Esiste una teoria abbastanza diffusa che afferma che i calcolatori
hanno un sesso ben preciso, anche se a prima vista non si possono
distinguere. I calcolatori femmina sono quelli che hanno dei
malfunzionamenti periodici, mai gravissimi ma comunque noiosi: i
calcolatori maschio possono andare avanti per dei mesi senza alcun
problema, ma quando cominciano a guastarsi ci vuole un bel po' di tempo
prima che si riesca ad averli di nuovo funzionanti perfettamente.
D'accordo, non sarà politicamente corretto, ma è la
verità.
- Nome dispregiativo dato agli Amiga da chi utilizza un
sistema basato su Intel. Intende raffigurare il migliore uso che si
può fare di un tale calcolatore. Etim.: Prob. deriva da un libro
di Douglas Adams (v. Guida, la), dove un
calcolatore che non aveva nessun altro tipo di utilità veniva
utilizzato per bloccare una porta. Vedi
dosso, giocattolone.
- Sinonimo
di flame. Al momento non è ancora
molto usato (così come il verbo corrispondente,
"fiammare"), ma la speranza è che il termine prenda
piede. Su, ragazzi, usate un po' l'italiano quando non fa ridere i
polli!
- Caratteristica
notabile di un programma. Ovviamente la caratteristica si può
fare notare per la sua utilità, ma anche perché dimostra
che alle volte chi scrive un programma non ha nessuna idea di cosa esso
debba fare, e costringe il povero utilizzatore a salti mortali pur di
riuscire a ottenere quanto voluto. Etim.: traslitterazione dell'inglese
feature.
- La più famosa rete mondiale di BBS. Nata come al solito negli Stati Uniti, e
chiamata in questo modo dal nome di uno dei primissimi programmi di BBS,
Fido (comprensivo di disegno di cane col floppy), comprende più
di 10000 nodi in tutto il mondo, di cui circa 450 in Italia. Gli
aderenti alla rete si scambiano tra loro messaggi e matrix, e, soprattutto in Italia, tendono a
trovarsi per farsi dei lauti pranzetti: la via italiana alla telematica!
- È
interessante notare il fatto che le "firme elettroniche" delle
persone, per la povertà dell'insieme di caratteri che si
può usare, denotano una certa fantasia. Molta gente si lancia in
grafica ASCII e crea delle firme di
alcune righe, che fanno imbestialire altri che se ne ritrovano dieci di
fila quando leggono i messaggi; c'è chi aggiunge un commentino al
nome - o tra nome e cognome, come è stato il caso di
Alex-CDROM-Martelli; chi attacca direttamente l'articolo al cognome,
come IlCosta e unMario (occorre mettere le maiuscole al posto giusto!),
e chi usa un'abbreviazione comprensiva di caratteri non alfabetici.
L'estensore di queste note, ad esempio, era stufo di confondersi con
tutti gli altri Maurizio (oppure Mau) e, essendo una persona che cerca
di non esagerare, ha circondato il nomignolo col carattere che accendeva
meno pixel, da cui .mau. ; l'ingegner Paolo Marincola, che ama scrivere
in C, usa come firma __pma__ che fa tanto simbolo di preprocessore.
- Essere in
accordo con uno schema o una teoria. "Sì, il comportamento
di quel baco fitta bene con la tua idea che
ci sia un puntatore maldefinito". Etim.: dall'inglese to fit, per
mezzo del gergo fisico-statistico.
- Correggere un
programma in modo che funzioni come voluto. Il verbo viene usato anche
in senso ironico: quando una caratteristica molto comoda, anche se non
documentata, di un programma viene eliminata nelle versioni successive,
si dice che il programma stesso è stato "fixato". Non
viene usata la forma traslitterata fissare, ma l'azione
corrispondente viene indifferentemente chiamata fixaggio o fissaggio.
- settare una variabile al valore logico
"su", per permettere di ritrovare facilmente il campo a cui la
variabile è collegata. Es.: "Questo programma di lettura
on-line dei messaggi permette di flaggare quelli che ti interessano, in
modo da poterli rileggere poi con calma e rispondere loro". Etim.:
dall'inglese flag, letteralmente bandiera ma nel linguaggio informatico
semplicemente "indicatore".
- Una
polemica scritta tra due o più utenti. Può essere derivata
da una guerra santa, ma nella maggior
parte dei casi la sua causa è un'affermazione magari scritta con
un intento umoristico, ma che fuori da un contesto espressivo assomiglia
più a un insulto. La maniera migliore per terminare una sfilza di
flames è sentirsi a voce o meglio ancora di persona; il modo
migliore per non iniziarle nemmeno è piazzare immediatamente una
faccina, e lasciare passare almeno una
giornata prima di rispondere a un
messaggio che ci ha scaldato. Etim.: dall'inglese flame, fiamma.
- Un floppy
disk da 3 pollici e mezzo. Nota: il diminutivo è nato rispetto ai
floppy da 5 pollici e un quarto, che però non sono mai stati
chiamati "flopponi", termine eventualmente riservato agli 8
pollici, se mai qualcuno ne riesce a trovare uno... Vedi anche disco rigido.
- L'insieme di
caratteri che hanno certe caratteristiche comuni (lo stile, la grandezza, e
così via), che appaiono a video o sulla stampante. In tipografia si
parla di carattere e tipo. Ad esempio, il font usato spesso nei terminali
è un Courier, mentre una pagina stampata usa spesso l'Helvetica
oppure il Times Roman.
-
1. Fare in modo che un floppino possa contenere
dei dati, dando una struttura alle particelle magnetiche ivi
contenute (formattazione a basso livello). È anche possibile formattare
un disco rigido, ma tipicamente questa
operazione viene fatta in fabbrica e anzi è spesso sconsigliato il
ripeterla. - 2. Aggiungere a un supporto magnetico formattato (nel
precedente significato) la struttura logica che gli permette di essere
riconosciuto dal sistema operativo (formattazione ad alto livello).
-
Spedire un messaggio ricevuto, senza
modificarlo, a qualcun altro: copiare un messaggio di una qualche
conferenza di un BBS su un'altra conferenza. È importante che il
messaggio originale non sia assolutamente modificato: altrimenti si
parla piuttosto di quotare.
-
"Aggratis". Un programma freeware è liberamente
utilizzabile senza richiedere il pagamento di alcunché. L'unica
differenza tra il freeware e il PD sta nel
fatto che in questo caso l'autore ha messo un copyright sul programma
(che quindi non può essere venduto da altri), pur lasciando
appunto il diritto di libera copia ed utilizzo. Agli utenti abituati
alla Microsoft ciò può sembrare assurdo, ma nel mondo Unix
questa più che l'eccezione è la regola; sono assai noti ad
esempio i prodotti GNU, ed esistono persino società che
guadagnano soldi semplicemente offrendo l'assistenza su questi
programmi, come la Cygnus (il cui nome è un acronimo che sta per
"Cygnus, Your GNU Support").
- Richiedere un file a una BBS automaticamente, per
mezzo di un opzione offerta dai programmi di
point che si chiama File Request ed è spesso abbreviata in
FReq, da cui il verbo. Esiste anche la forma "filerequestare",
e l'avverbio "frequestabile". Notate che non tutte le BBS
ammettono la possibilità di frequestare files, visto che in
questo modo si evitano tutte le limitazioni che un utente normalmente
ha.
- Di disco rigido (molto raramente di floppy),
indica il rumore fatto dalle testine quando si muovono furiosamente
perché l'input/output di dati è molto alto e sparpagliato
per la superficie del disco stesso. Normalmente non ha alcuna valenza
semantica, ma a volte può indicare preoccupazione in chi teme per
la vita residua del suo povero disco e soprattutto per i suoi programmi
che non hanno alcun backup.
-
L'unità floppy di un Macintosh. Così chiamato non tanto
per il rumore che fa, in realtà non troppo diverso da quello
delle altre macchine, quanto per la tendenza cannibalizzante che ha nei
confronti del povero floppino che dopo
poche letture ha dei seri problemi di identità. Ad essere
sinceri, non è che i lettori di floppini delle Sun siano tanto
migliori, ma visto che non sono usati più di tanto, nessuno si
è ancora preoccupato.
- Il File
Transfer Protocol, un protocollo per
trasferire files (lo dice l'acronimo stesso!) usato nelle reti locali e
non. In pratica si intende sempre la sua variante detta "anonymous
ftp", per cui anche senza essere noti al nodo remoto è
possibile collegarsi e prendere files, più o meno come nel frequestare.
- Gli utenti Macintosh. Anche se soprattutto
col System 7 è possibile utilizzare un Mac senza nemmeno toccare
il mouse, la maggior parte degli utenti o non lo sa o si farebbe
torturare pur di non ammettere questo obbrobrio. Se a ciò si
aggiunge il fatto che il mouse Mac ha un solo pulsante, si può
capire perché agli utenti Macintosh serva un solo dito.
-
Una qualunque rappresentazione di una immagine, di solito fotografica,
memorizzata sotto forma di dati. "Quel BBS ha 200 mega dedicati alle gif!". Etim.: da GIF
(Graphic Interface Format), uno standard di rappresentazione immagini
nel mondo PC, sviluppato su CompuServe.
- Trasformare una fotografia in un file visualizzabile sul
monitor. Differente da scannare, che si
limita a convertire l'immagine in formato digitale. Etim.: da gif.
- Un
miliardo. Al momento il significato di "due alla trentesima
potenza", pure associabile alla parola, è raro, visto che
l'applicazione usuale del termine è per misurare la
capacità di un disco rigido (v.
mega). Vedi anche
kilo, tera.
-
Un Macintosh. Beh, bestiacce come il Quadra 950 sono detti *bei*
giocattoloni, ma in ogni caso il termine ha una valenza spregiativa, e
viene generalmente pronunciato da un
dossista. V. dosso, fermaporte.
- Essere
eseguito, di programma. Dall'inglese to run.
L'azione di eseguire un programma è detta `far girare'. Es.:
"Questo programma sta girando da due ore. Sei sicuro che non si sia
piantato?". V. piantarsi.
- Di
un sistema, spento: non funzionante. Implica generalmente un
malfunzionamento piuttosto che una scelta deliberata. "Non
è possibile! La rete è di nuovo giù! È la
terza volta questa settimana!". Se si assiste al funesto fatto, si
usa la forma "sta andando giù". Vedi su.
-
I "disegni dei poveri" creati con grande spreco di tempo
(oppure programmini appositi...) da alcune persone che non si vogliono
rassegnare al fatto che la tecnologia attuale non permette di spedire
via modem e visualizzare sul terminale tutto quello che vorrebbero, e
cercano di approssimarlo il più possibile. Esiste anche la
variante `grafica ANSI', che permette anche di usare i codici
semigrafici a 8 bit del set di caratteri PC-ANSI e le sequenze di escape
ANSI per cambiare il colore o posizionare il cursore. Etim.: sulla
falsariga del termine inglese "ASCII art".
- 1. L'unità
fondamentale di suddivisione delle news: il
posto dove si trovano tutti i messaggi sullo stesso argomento. Es: il gruppo
rec.music.beatles tratta dei Beatles. Etim.: dall'inglese newsgroup.
2. Nella frase "Gruppo 2" o "Gruppo 3", indica le capacità
fax che sono supportate. A parte la velocità di trasmissione, il
Gruppo 3 ha una capacità di compressione migliore del Gruppo 2.
Il gruppo 1 è oramai obsoleto, e il Gruppo 4 è usato con
le linee ISDN, nel caso ve lo chiedeste.
-
Una delle innumerevoli diatribe che sembrano l'unica ragione di vita di
molta gente, e che ingrossano a dismisura i pacchetti di posta spediti
in tutto il mondo. Esempi classici: PC IBM contro Amiga, OS/2 contro
Windows, zip contro arj, vi contro EMACS...
Poiché non si dà mai il caso che una scelta sia
completamente migliore dell'altra -- e anche se fosse così, non
significherebbe nulla: vedi il formato di videoregistrazione VHS contro
il Betamax -- le polemiche non si sopiscono mai. Vedi anche flame.
- Nome dato
alla trilogia (tetralogia? pentalogia?) di Douglas Adams, comprendente i
volumi Guida Galattica per gli autostoppisti (Urania 843,
Classici Urania 187), Ristorante al termine dell'Universo
(Urania 968, Classici 200), La Vita, l'Universo e Tutto
Quanto (Urania 973, Classici 209), Addio, e grazie per
tutto il pesce (Urania 1028), e Praticamente innocuo
(Urania 1209). È una lettura indispensabile per capire molti
scherzi impliciti nei messaggi scambiati tra gli utenti, sia italiani
che stranieri. I giudizi su di essa sono contrastanti: c'è chi
dice che è un immondo ciarpame, e chi invece la considera una
pietra miliare della letteratura di questo universo.
- Il piantarsi di un Amiga.
Con le prime versioni del Workbench (l'ambiente base dell'Amiga), nel
caso di un errore di sistema il calcolatore rimaneva appeso e poi compariva il criptico messaggio
"guru meditation #xxxxxxxx". Le leggende informatiche narrano
che la prima versione del Workbench uscì in tutta fretta senza
che ci fosse la possibilità di un debug completo, e che uno dei
programmatori fosse un seguace di una qualche religione orientale, e
decidesse di lasciare "meditare" il calcolatore quando si
fosse trovato in una situazione che non riusciva a superare. Purtroppo
(o per fortuna?) le versioni successive del Workbench hanno eliminato
tale caratteristica.
grazie.html 100664 25547 25534 3612 6037766055 11336 0 ustar mau ufdd
Grazie a...
Grazie a...
Vorrei fare un ringraziamento particolare a chi ha avuto tra le mani le
primissime versioni di questo gergo risalenti al 1993-94, segnalandomi
molte voci che non mi erano venute in mente, e alcune che non erano
usate nel mio ambiente. Molti di questi sono amici conosciuti sulle BBS:
sperando di non dimenticare nessuno, vorrei ricordare i bolognesi Paolo
Sinigaglia, Fabio "Nutella" Ferrero, Massimo "Phillo" Gentilini, Marco
Mariani, Fabio "Kurgan" Muzzi, con menzione speciale per Massimiliano
"Max Negro" Masserelli, sempre pronto a controllare e richiamarmi
all'ordine; da Roma il buon Paolo Marincola, noto anche come __pma__; i
torinesi Fabrizio Chignoli, Fabio Fassio e Roberto Piola, che ha passato
un pomeriggio a "fare le pulci" al testo, pervaso dal sacro furore del
correttore di bozze; infine Stefano Costa2 (sì, noi gli Stefano Costa
dobbiamo numerarli; ce n'è una sovrabbondanza...).
Dopo l'uscita della versione 1.0, ho ancora ricevuto suggerimenti per
nuove voci da Michele Costabile (mico@iol.it), Stefano Riva
(sriva@atma.it), Marco Di Leo (m.dileo@sistinf.it),
Mauro Fossa (fossa@its.it), Tiziano Daniotti
(tdaniotti@iol.it.
- Nome di una marca
di modem, nota per avere introdotto lo standard de facto per i comandi
da dare al modem: quello che insomma fa iniziare ogni comando con le
lettere magiche AT. Praticamente ogni modem è oggidì Hayes
compatibile, ma state ugualmente attenti. L'insieme originale di
specifiche era infatti molto ridotto, cosicché tutti aggiunsero
le proprie estensioni, ed è molto facile che un comando "di
alta scuola" non sia affatto standard.
-
Nomignolo dato ad Hermes, il programma di gestione BBS su Macintosh al
momento più usato. Uno dei problemi peggiori di tale programma
è che, soprattutto a causa delle
external aggiunte a iosa, ogni tanto compaiono dei fastidiosi bachi
che dopo un po' spariscono misteriosamente salvo poi ritornare dopo
qualche mese...
- Lasciare su un BBS uno o più files
indirizzati ad una certa persona, in modo che quando costui ci si
collegherà col proprio point i files
gli verranno automaticamente spediti. "Mettimi in hold la nuova
lista dei files, per favore".
- 1. [tecn.] Un protocollo di trasmissione dati brevettato
dalla USRobotics, caratterizzato dall'avere la velocità della
connessione nei due sensi di trasmissione differente. Questo ha permesso
di raggiungere i 14400 bit per secondo almeno tre anni prima che venisse
standardizzato l'attuale protocollo V.32 bis, che i 14400 bps li fa nelle due direzioni persino con le
linee italiane; in seguito si sono toccati i 16800 bps. Adesso, con
l'avvento del V.34, non è più usato. - 2. I modem che
possono utilizzare questo protocollo.
- L'HyperText
Markup Language, lo standard nato per scrivere i documenti WWW e che al giorno d'oggi è il sistema di
"editoria dei poveri" per la creazione di documenti
multimediali. In effetti l'estensore di queste note lo trova più
divertente che uord, anche se probabilmente
non fa testo.
- Il protocollo nato per gestire le connessioni HTML. Semplificato all'osso, viene mandata una
stringa comprendente il documento che si vuole ottenere, insieme ad altre
richieste specifiche, e viene mandato indietro per l'appunto tale
documento. Il tutto in formato leggibile anche dalle persone: l'estensore
di questo gergo ha spesso testato a mano
l'esistenza di un documento.
- 1. vt.
(raro) Fare in modo che un calcolatore cessi di funzionare. "Sono
riuscito a inchiodare la mia Sun cercando di
listare la libreria di X". Cfr.
bombare - 2. vr. Smettere improvvisamente di funzionare, detto di
hardware; l'equivalente nel software è piantarsi. "Tutte le volte che
c'è un temporale, il modem di quel bbs si inchioda".
- Il
termine si riferisce ad un'applicazione
che è rimasta inchiodata, e non si riesce
a schiodare, proprio come se fosse stata crocefissa. Windows 95,
soprattutto nelle infinite beta uscite prima della versione ufficiale, ha
molto contribuito al diffondersi del termine.
-
Rientrare di un numero prefissato di caratteri quando si scrive un
programma; se ad esempio le istruzioni iniziavano tutte in colonna 1 e
si indenta di 3 caratteri, le istruzioni successive inizieranno alla
colonna 4. L'idea alla base dell'indentazione è quella di rendere
più leggibile un programma; ad esempio, si possono indentare le
istruzioni che fanno parte di un ciclo, in modo che salti subito
all'occhio la struttura del programma. Etim.: dall'inglese to indent:
notate però che la parola "indentazione" esisteva già in italiano, e
indicava le rientranze di una costa simili a tanti dentelli. Il verbo
"indentare" significava invece semplicemente "mettere i denti" o "finire
dente contro dente, di ingranaggi".
- Quando si
usa una variabile vettoriale in un programma, e si ha un insieme di
valori tra cui l'indice della variabile può variare, si dice che la
variabile è indiciata rispetto a tali valori. A chi obietta che il
termine corretto sarebbe indicizzare, rispondo che - a parte le mie
convinzioni etiche espresse alla voce scannare
- ho controllato nell'ultima edizione dello Zingarelli, e si può solo
"indicizzare" il costo della vita...
- Il numero identificativo dell'utente nella rete Fidonet
o in una qualunque rete che segua le convenzioni Fidonet. È
composto da quattro campi numerici delimitati da simboli speciali, nella
forma
zz:nnn/fff.ppp
dove zz indica la zona di appartenenza (in Fidonet, la zona 1 comprende
il Nordamerica, la 2 l'Europa, la 3 l'Australia); nnn il net (di solito
corrispondente a una regione politica: più net formano una
region, che equivale invece a una nazione); fff il numero di nodo del
BBS, e la parte opzionale ppp specifica il
point. V. matrix.
-
Messo a disposizione degli utenti. Un tempo la connotazione era
più relativa all'hardware ("Abbiamo messo in linea un nuovo disco
rigido"), adesso si pensa immediatamente al software ("Abbiamo messo in
linea la nuova versione del Gergo Telematico"). Nota: una persona
non viene mai detta "in linea" quando è collegata, a
differenza di quello che potrebbe pensare chi è abituato alle
chiamate telefoniche. Etim.: dall'inglese `on line'.
- 1. Una
parte di hardware (tipicamente una scheda)
che serve a mettere in collegamento un sottosistema al corpo principale del
calcolatore. Es.: l'interfaccia video. - 2. In senso traslato, una persona
che è l'unico collegamento con un altro gruppo. "Tizio è la
mia interfaccia con i marchettari". Etim.:
dall'inglese interface.
- Unire, mischiandoli tra loro, due gruppi di oggetti, in modo che
scorrendo il risultato finale appaiano alternativamente oggetti del primo
gruppo e del secondo. "La coda di stampa deve essere andata in tilt: i
nostri listati si sono tutti interfogliati". Etim.: dall'inglese to
interleave. Effettivamente la traduzione di leave è foglia, ma il termine
lascia ugualmente assai perplessi.
- Senza scendere troppo nei dettagli. L'espressione è molto
più usata che nella comune lingua parlata, e viene applicata in
maniera più astratta. Si può rispondere a uno che chiede
"Sei sveglio?" dicendo "In prima approssimazione,
sì", a indicare che probabilmente è meglio aspettare
ancora un po' prima di partire con discorsi complicati.
- 1. I dati di
ingresso ad un programma. - 2. Una delle parole riempibocca utilizzate
tipicamente dai marchettari che non
capiscono assolutamente di cosa voi stiate parlando ma non hanno il
coraggio di ammetterlo, e allora cominciano a dire "Sì, ha
ragione, ma mi manca l'input per fare quello che vuole lei...".
-
Di un problema, difficile ma che, a differenza di non banale, si potrebbe studiare con
soddisfazione. Inutile ricordare che un qualunque smanettone generalmente concorda sul
definire qualcosa come interessante, e inoltre è sicuro che tale
cosa non lo è affatto considerata in tal modo da un marchettaro.
- la Rete
con la erre maiuscola. L'insieme di tutte i calcolatori del pianeta
collegati direttamente tra di loro, probabilmente la migliore invenzione
dopo la ruota. Non credete a chi afferma che la si può definire
in poche righe: è qualcosa che bisogna provare per comprendere.
-
L'interruzione volontaria di una persona impegnata in qualcos'altro,
tipicamente per una domanda veloce. "Piccolo interrupt: hai mica
visto lo Sturmtruppen?". Si
può anche parlare di "interrupt non mascherabile", se
si richiede assolutamente la risposta, oppure "ha gli interrupt
loccati", nel caso qualcuno non
risponda ai nostri gesti per chiedergli qualcosa. Confr. shellare.
- La rete di
commutazione a pacchetto italiana. Caldamente
sconsigliata per chi vuole puppare file, ma
ancora di una certa utilità per chi invece fa principalmente sessioni in linea, con comandi relativamente
distanziati nel tempo e pochi bytes scambiati.
index.html 100664 25547 25534 11726 6040405150 11165 0 ustar mau ufdd
Il Gergo Telematico - versione 1.30
Il Gergo Telematico
In Italia, la parola "hacker" è associata dalla gente
comune a ragazzini che come nel film "Wargames" si inseriscono
nei calcolatori dell'esercito, delle banche o delle grandi società
per distruggere i dati contenuti oppure modificarli a proprio piacimento.
Questo non è affatto vero: per la gran parte della sparuta minoranza
di persone che nel nostro Paese usa i calcolatori in maniera non
completamente passiva, il significato di quella parola è
diversissimo, e non può certo essere spiegato in poche righe. (Beh,
io ci ho tentato, comunque, come vedrete più sotto...)
Anche negli Stati Uniti il problema è sentito: in coerenza col fatto
che una caratteristica di chi è veramente appassionato dei
calcolatori è quella di contribuire il più possibile a
diffondere l'informazione, esiste un gigantesco file (più di un
megabyte, l'equivalente di 250 fogli dattiloscritti fitti) in formato di
vocabolario dove sono raccolti tutti i termini gergali nati in tale
ambiente, e tra le righe si può capire quale sia veramente la
cultura hackeristica. Il file in questione (The Jargon File) esiste anche
in forma stampata; nel 1993 è anzi uscita una sua nuova edizione, se
qualcuno fosse interessato.
Pure noi italiani abbiamo nel nostro piccolo un insieme di voci che non si
trovano nei dizionari, o se esistono hanno un significato completamente
diverso da quello utilizzato in questo contesto. Spesso tali voci sono
semplicemente calchi dall'inglese più o meno traslitterati, ma certe
volte esse possono avere pieno diritto di cittadinanza nel lessico della
nostra lingua. Questo testo vuole essere una raccolta il più
possibile ampia di tale voci; la fonte principale da cui l'idea si è
sviluppata è data dai termini in uso nel mondo delle BBS Fidonet, ma
ci sono molte voci più genericamente informatiche o addirittura
ingegneristiche, e una crescente selezione di termini che si sentono dire
su Internet. Ho cercato il più possibile di evitare di inserire
termini presi di peso dall'inglese - e che a volte fanno persino male alle
orecchie - e di dare spazio alle parole più italiane non per
sciovinismo ma come espressione più vivace dell'inventiva presente
anche da noi. È comunque possibilissimo che una parola che sembri a
prima vista inglese doc sia in realtà usata solo da noi, e creata in
questo modo solo per scherzo: vedi ad esempio "vampiration".
Naturalmente l'opera è lungi dall'essere completa, anche se
probabilmente ha già raggiunto una dimensione sufficiente per essere
da una parte utile e dall'altra piacevole a leggersi.
Chiunque si trovi perciò sul monitor
questo file e gradirebbe fare delle aggiunte o modifiche è invitato
a darmene notizia, affinché il testo possa venire aggiornato.
È forse opportuno ricordare che, nella migliore tradizione
della rete, questo testo è freeware: è possibile pertanto
riprodurlo liberamente in tutto o in parte, purché non a fini di
lucro, e citandone sempre la fonte e l'autore - d'altra parte, non mi hanno
mica pagato per scriverlo! Non è forse inutile affermare invece che
quest'opera non è per nulla qualcosa di serio, sulla falsariga delle
decine di pubblicazioni che sono comparse negli ultimi tempi: certe
"definizioni" sono da prendersi con le molle, nel solco della tradizione
del "Devil's Dictionary" di Ambroise Bierce. È meglio però
ricordare che, al di là del tono spesso scherzoso, spero che questo
testo possa dare un'idea "dal di dentro" del mondo telematico.
Il testo, che si può anche downloadare per
ftp anonimo, è scritto in HTML 2.0. Questo significa che un qualunque
lettore HTML degno di tale nome è in grado di visualizzarlo. A parte il
fatto che io aborrisco i netscapismi
fini a se stessi, trovo d'altra parte
che per un testo di questo tipo siano inutili: la semplicità innanzitutto.
La versione 1.30 che state leggendo ora è stata rilasciata il 15 ottobre 1995; come al solito,
vi sono alcune voci nuove o modificate, anche se
nessuna differenza fondamentale nell'impianto. Continuo ad attendere
suggerimenti...
indice.html 100664 25547 25534 37520 6053042011 11306 0 ustar mau ufdd
Il Gergo Telematico: indice
[Introduzione] [ Via!]
# . a . b .
c . d . e .
f . g . h .
i . j . k .
l . m . n .
o . p . q .
r . s . t .
u . v . w .
x . y . z
- Un
protocollo di trasferimento bidirezionale
(cioè i dati vengono trasferiti contemporaneamente nelle due
direzioni, come il dio Giano che aveva due facce per potere vedere da
entrambe le parti) usato da Binkley per
accelerare lo scambio di files tra due sistemi. Non molto in voga tra
gli utenti, visto che se il flusso di dati è fortemente
sbilanciato in un senso fa più male che bene ai tempi di
trasmissione totale e in ultima analisi alle bollette.
- Un
sistema di compressione di file di immagine che, pur non assicurando
l'esattezza della riproduzione, dà risultati ottimi ad occhio
nudo con un rapporto di compressione molto maggiore di quello dei gif, e pertanto sta soppiantando quest'ultimo
nelle scelte degli utenti, che cercano sempre di tirare fuori il
più striminzito byte dal loro disco rigido già pieno come
un uovo.
- Indica 1000, o
(più frequentemente) 1024, byte. Il motivo di questo eccesso
rispetto alla cifra tonda trovata di solito è dato dal fatto che
nel campo informatico si conta in genere per potenze di due: Visto che
due alla decima potenza. vale a dire 1024, non è poi così
lontano da 1000, si fa finta di niente e si confondono i due valori. Si
noti che, a differenza degli altri prefissi (v.
kilo), non si può usare K per una quantità che non sia
bytes, tranne che in frasi scherzose ("Grazie 1K!). Es.:
"È un obbrobrio che il WC-DOS
sia ancora inchiodato al limite di 640K di RAM..."
- 1000, o 1024, a
seconda dei casi. Confr. K. Si badi che non
è possibile usare kilo come sostantivo, a differenza degli altri
prefissi di quantità. Vedi anche mega,
giga, tera.
- 1. [Fido] La
linea di testo di un messaggio che
comincia con Ctrl-A (in modo da non essere fatta vedere dai programmi di
lettura messaggi) e che contiene informazioni utili per processare il
messaggio stesso, come ad esempio un identificativo unico e il percorso
che il messaggio in questione ha compiuto per arrivare fino a quel
sistema. Spesso i kludge sono stati usati per fare dei commenti
umoristici invisibili a prima vista, anche se chiunque abbia un point può sempre settarlo in modo da
leggerli. - 2. Un qualunque accrocchio buttato giù per risolvere
alla bell'e meglio (ma correttamente!) un problema.
- Considerare un'unica posizione possibile per i comandi di
contrasto e luminosità di un monitor: "massimo".
Caratteristica tipica delle segretarie idiote, che credono di vedere
meglio così facendo, e ottegono solo il risultato di abbronzarsi
e di rovinarsi la vista anzitempo. Variante: farsi i raggi.
- Mettere
in esecuzione, detto di programma. Generalmente viene usato nel caso
l'esecuzione sia legata a un altro programma, e non direttamente voluta
dall'utente. In quest'ultimo caso, si preferisce dire "far girare" . Etim.: probabilmente
dall'inglese to launch, anche se questo non è più un
termine molto usato.
- 1. Un
insieme di moduli oggetto racchiusi in un unico file, che possono essere
utilizzati come funzioni di un proprio programma. - 2. L'insieme dei
programmi che uno possiede: spesso non sono nemmeno stati scompattati
(v. scompattare), ma nondimeno sono
tenuti in altissimo conto come veramente importanti.
- 1. Unire
tutti i file oggetto di un programma e creare un file eseguibile. - 2.
[Fido] Dare accesso ad un'area messaggi di un BBS. "Ciao sysop!
Potresti linkarti all'area CHATTER.108, che così me la posso
prendere anch'io?". Etim.: dall'inglese to link, collegare.
- 1.
Visualizzare il testo di un file. Possono essere usati strumenti più o meno
sofisticati, ma la differenza tra listare ed editare un file sta nel fatto che nel primo caso
esso non viene mai modificato, neppure temporaneamente, il testo.
- 2. Elencare i files presenti in una directory. Etim.: dall'inglese to
list, oltre che dal programma LIST famoso sotto MS-DOS.
- Il testo di un
programma, specialmente se in forma cartacea. Usato spesso al plurale,
specialmente se il programma è complesso e diviso in più parti: non importa
se i listati stanno comunque tutti su un unico, lungo tabulato... Etim.:
dall'inglese listing.
- 1. Di un
processo, richiedere una risorsa (la seriale, una stampante...) per uso
personale, senza che nessun altro processo la possa utilizzare. - 2. Di
una seriale, fissarla a una velocità ben definita, solitamente
più alta di quella effettivamente utilizzata. "Se vuoi
usare il V.42 bis con quel modem a 2400 baud,
devi loccare la seriale a 9600." Etim.: calco dall'inglese to lock.
-
Collegarsi a un sistema multiutente, oppure che preveda più
utenti, in maniera interattiva. Pertanto ci si logga facendo telnet, ma
non ftp. Etim.: dall'inglese log on,
registrarsi su.
- Un
qualunque calcolatore (beh, forse i VIC-20 non vengono chiamati in
questo modo nemmeno dai loro più affezionati ex-utenti). Chi
è abituato a lavorare nel mondo dei calcolatori non riesce mai a
concepire come sia possibile che l'"altra gente" pensi sempre
ad un'automobile, quando si parli di macchina...
- 1. Un
qualunque insieme di istruzioni in un linguaggio ad alto livello, ed
associata a un nome, in modo che basti richiamare quest'ultimo per
ripetere tutte le istruzioni. - 2. Nella locuzione essersi fatti una
macro per qualcosa, ripetere sempre gli stessi gesti (di solito
banali) nello stesso ordine, come se si eseguisse per l'appunto una
macro. Confr. algoritmo.
- Di
programma, non fare apparire a video o sulla stampante, per qualche
causa ignota ma sicuramente non voluta. "Uffa, questo programma si
mangia tutte le lettere accentate!"
- 1. Associare
ai tasti di una tastiera (specialmente quelli funzione) diversi caratteri
oppure una macro. "Se usi vi, ti
conviene mappare il tasto v col programma di riformattazione paragrafo".
Vedi anche rimappare. -
2. Associare a un insieme di dati una diversa struttura logica. "NFS mappa
tutti i nomi con più di 8 caratteri, in modo che si possano vedere col
DOS". Etim.: dall'inglese to map.
- Addetto al marketing. Inutile sottolineare l'alta stima in
cui tali personaggi sono tenuti da chi, più che le mirabolanti
caratteristiche di un calcolatore, preferisce sapere come questo viene
usato in pratica.
- Nome
dispregiativo dato al Macintosh da coloro che pensano che la mela
dell'Apple fosse ormai più che bacata quando decise di
commercializzare questo calcolatore. V.
giocattolone.
-
Studente o laureato in matematica. Come forse non sapete, costoro sono
una specie in via di estinzione e i pochi membri superstiti mostrano
chiari segni di squilibrio mentale. Se un matematico è poi
interessato ai calcolatori, la pazzia si manifesta con chiarezza
estrema, da cui la "parola valigia" di cui sopra. L'estensore
di queste note è un matematto.
- 1.
(sf.) La struttura mediante la quale i BBS si scambiano i messaggi
privati tra di loro. - 2. (sm.) Un messaggio privato spedito mediante la
matrix (sign. #1). V. indirizzo
matrix. Etim.: A mia conoscenza, ignota. Dalla matrix (matrice)
degli scrittori cyberpunk? Improbabile, dicono i miei corrispondenti.
Notate che all'estero non viene usato il termine matrix, quanto
piuttosto netmail.
-
Coincidere, combinarsi. Il verbo è usato solo nella lingua
parlata, visto che ci si vergogna a lasciarlo scritto (e poi, come lo si
scriverebbe? matchare??) "I tuoi risultati mecciano con i miei:
perfetto!".
- Un milione,
oppure 2 alla ventesima potenza, pari a 1048576. Come sostantivo
è implicitamente associato a quantità di byte. Regola
empirica: l'unico caso degno di nota in cui un mega vale un milione di
byte è quello dei costruttori di dischi rigidi. Invece per i
floppini si giunge all'assurdo di considerare
un mega pari a 1.024.000 byte (l'unico modo per fare tornare gli 1.44 mega
del loro contenuto). Vedi anche kilo, giga, tera.
-
Spedire un messaggio. Il verbo è usato solo se si pensa di non
ripetere a voce il testo scritto; altrimenti si usa il più
prosaico (e sicuramente più italiano!) verbo
"scrivere".
- Un
testo più o meno lungo, preceduto da una intestazione
comprendente il nome del mittente, il nome di una o più aree
messaggi di cui fa parte, la data e eventualmente il nome di un
destinatario. È l'unità di base nello scambio di
corrispondenza pubblica o privata nei BBS e in genere nei sistemi di
posta elettronica. Cfr. email.
-
Il PS/2 IBM, così soprannominato per il /2 finale (v. anche osso). Mai apprezzato per l'ottima ragione che
non è clonabile (la struttura interna è brevettata) e
nessuno ha mai avuto abbastanza voglia da preparare versioni ad hoc di
programmi, quando tanto può utilizzare i comuni programmi dos.
-
Nome spregiativo dato alla Microsoft, probabilmente per il fatto che i suoi
programmi si appiccicano che è un piacere ai dischi e non si riescono più a
buttare via (poiché lasciano ovunque un po' di rumenta).
- Acronimo di un
protocollo di correzione errori e compressione dati nei trasferimenti
via modem, sviluppato dalla Microcom. Molto in uso alcuni anni fa,
è generalmente soppiantato dalla coppia V.42 - V.42bis. Vedi protocollo di trasmissione.
- Siete riusciti
ad avere tra le mani questo testo senza sapere che cosa è un
modem? Beh, complimenti... siete delle persone fortunate. In ogni caso,
il modem è un aggeggio che si mette tra il telefono e il calcolatore -- o magari è nascosto
dentro il calcolatore, ma se ne può intuire l'esistenze per mezzo
del filo che spunta dall'interno e va verso il telefono -- e serve per
fare in modo di spedire i dati ad un altro calcolatore, passando per la
linea telefonica. Un po' come il fax, insomma, ma a livello più
di base, evitando la traduzione in carta. Se la spiegazione non vi
soddisfa, siete già sulla buona strada: cercate qualcuno che si
occupa di telematica e costui sarà prontissimo a confondervi
ancora di più le idee! Vedi anche
Hayes, HST, MNP,
protocollo di trasmissione.
- Fare sì che
una partizione di un disco rigido, oppure un CD o un floppy, vengano visti
dal sistema. "Ricordati di montare i CD in read-only!" Etim.: dall'inglese
to mount.
- Netscape,
probabilmente il più famoso tra i lettori WWW. Per
la precisione, Mozilla sarebbe il dinosauro logo del prodotto, ma il
termine è passato ad indicare per metonimia il prodotto stesso,
soprattutto da parte di coloro che non sopportano i netscapismi da esso introdotti. Ormai persino
la Netscape Corp. ammette che "si scrive Netscape, ma si pronuncia
Mozilla"!
- Utilizzare
un programma come Netscape per saltare da un argomento all'altro cliccando a piacere sui link ipertestuali che si
trovano. Etim.: dall'inglese to navigate, ma occorre tenere presente che il
termine è nato prima della diffusione del WWW, in
ambiente Macintosh, probabilmente come sottoprodotto del successo di
HyperCard.
- La struttura
di base in cui una region viene divisa in
Fidonet. Generalmente è su base geografica, per risparmiare sui
costi delle bollette telefoniche quando ci si spedisce la posta. Al
momento in cui questa voce viene scritta, in Italia la region è
divisa in cinque net, di cui il primo comprende grosso modo la
Lombardia; il secondo Liguria, Emilia, Toscana e Marche; il terzo il
Triveneto; il quarto Piemonte e Val d'Aosta, e il quinto l'Italia
centromeridionale.
-
Estensione di HTML aggiunta da Netscape in totale
disaccordo con lo standard proposto. Il termine ha una forte connotazione
negativa, nel caso non ve ne foste accorti... Etim.: calco dall'inglese
netscapism. Vedi anche Mozilla.
- Le aree
mondiali di scambio di messaggi, nate all'inizio degli anni '70 e ormai
arrivati a un livello di capillarità che ha dell'incredibile per
chi non è aduso ad internet. Gli
argomenti trattati possono essere infatti di una precisione incredibile:
esiste un'area diversa per chi è interessato alla scheda audio
Soundblaster e per chi predilige la Gravis Ultrasound. Al momento ci
sono più di 5000 aree diverse su base mondiale, oltre a tutte
quelle locali (come ad esempio it.comp.aiuto, che serve agli italiani
che hanno dei problemi a usare i programmi che si trovano in giro).
- La
lista dei nodi Fidonet, o di una rete con
tecnologia Fidonet. Il nome ufficiale del file contenente tutti i
sistemi Fidonet si chiama per l'appunto NODELIST.xxx (l'estensione
indica il giorno dell'anno, visto che ogni settimana essa viene
aggiornata). È uno strumento molto pericoloso nelle mani di chi
la prende in mano per la prima volta, perché si provano tutti i
numeri ivi presenti alle ore più strane senza rendersi conto che
non è affatto detto che un modem risponda 24 ore al giorno
(questo c'è anche scritto, ma in una maniera molto criptica)
- Un bbs che non debba forwardare la posta a nessun altro bbs, e
che quindi manda via solo i messaggi generati localmente. Dalla
terminologia informatica.
- Che
richiede uno studio profondo o una potenza significativa di calcolo.
Spesso usato come litote per affermare che un problema è davvero
difficile. Vedi anche interessante.
- Il sistema
operativo OS/2. Il termine non è assolutamente dispregiativo, ma
anzi amichevole, a differenza di mezzo sistema operativo,
venuto fuori sia a causa del /2 finale che per le evidenti limitazioni
delle prime versioni. Non che la 2.0 sia stata una panacea, ma ha
sicuramente riscosso maggiore successo tra la gente: e magari le astute
mosse della IBM (chiunque ha potuto fare il
betatester della 2.1 e della 3.0 Warp, e con parecchi produttori di
calcolatori che vendono i loro sistemi con Warp installato)
contribuiranno al suo successo. Peccato che questo sistema operativo sia
almeno tre anni in ritardo sui tempi. Ma d'altronde Windows 95, il
vecchio Chicago, non ha già lo stesso ritardo?
- 1. [Fido]
L'insieme dei messaggi scritti da un point o
da un BBS e pronti per essere spediti ad un altro sistema.
"È due giorni che il mio bbs è bombato; chissà
che pacchetto mi arriverà, adesso che pollo!". È
usato anche in ambito internet, nel caso ci si scarichi la posta in
locale e la si rimandi al sistema cui ci si collega tutta insieme.
Etim.: dall'inglese packet. - 2. L'unità mimina di dati spedita da
un sistema, nel caso la rete su cui è collegato non accetti dati in maniera
continua, ma solo a gruppetti: ad esempio, ITAPAC
o ATM) - 3. L'unità di dati spedita da un
programma che testi le funzionalita` di rete: il comando
ping è il più famoso del lotto.
- 3. Un software comprato o prelevato da un
bbs. "Se ti serve un pacchetto per fare grafici, prova a dare
un'occhiata a gnuplot." Etim.: dall'inglese package.
- 1. [raro]
L'unità fondamentale di memoria (di solito variabile dai 512 byte agli 8
KB) caricata in memoria per l'esecuzione da parte del processore. - 2. Un
documento WWW, specialmente se è l'introduzione a
un argomento, o ai servizi offerti da un sito,
oppure ancora è la presentazione di una persona (quella che in inglese si
dice home page ). Etim.: dall'inglese page.
- Detto di un
calcolatore multitask che comincia a swappare
i dati che ha in memoria per caricare altri programmi. Usato generalmente
quando la procedura impiega parecchio tempo, e magari fa frullare il disco. "La Microsoft afferma che
puoi usare Windows95 anche con solo 4 mega di RAM, ma in pratica
pagineresti solo". Etim.: dall'inglese to page.
-
È stato notato dopo ampi studi fisiognometrici che l'aspetto
fisico dei sysop spesso si può
raggruppare in due categorie: i piccini e magri (esempio canonico è l'Uomo col Cappellino,
anche noto come Cesare Dieni), e i grandi e grossi (ricordo ad esempio
Ermanno Iencinella, e l'Andrea Mennini di un tempo, prima che perdesse
50 chili). Addosso a queste persone, la pancia non è più
una semplice parte del corpo, ma diventa una pericolosissima arma di
offesa. Guai al tapino che si trova panciato da un paio di costoro!
Potrebbe avere dei problemi a raccontare le sue disgrazie ai nipotini. E
questi non sono gli unici effetti deleteri di tali figuri! Quando almeno
quattro di essi si avvicinano a meno di una distanza di sicurezza, si
creano delle alterazioni del campo gravitazionale che rendono difficile
la fuga delle persone che capitano loro vicino.
Nel caso la vittima sia un volvox, si
preferiscono torture molto più raffinate: si parla in questo caso
di grissinare.
- La terza
variabile metasintattica, dopo pippo e pluto. Usata solo negli esempi a voce, data la
sua notevole lunghezza: se uno deve scrivere un frammento di programma
necessitante di tre variabili metasintattiche, probabilmente userebbe
pippo, pippo1 e pippo2.
-
Convertire i dati in ingresso in una forma comprensibile. Può
essere fatto automaticamente da un programma, o anche da una persona.
Es.: "Non ho capito cosa diavolo hai detto. Puoi mica
parserarmelo?". Etim.: dall'inglese to parse, analizzare. Da notare
la derivazione non standard. La forma "parsare", più
vicina all'originale, non è apprezzabilmente usata.
-
Iniziare l'esecuzione. Il termine può applicarsi indifferentemente a un
programma ("Non appena il programma parte, ti chiede il nome del file di
dati da processare"), oppure a un
sistema ("La situazione sembrava instabile, così ho deciso di ribustrappare il mio PC. Solo che adesso
non parte più...").
- Nomignolo
dato al Pascal, linguaggio di programmazione che dalla fine degli anni
'70 e per un decennio sembrava l'unico degno di portare tale nome,
soprattutto nella versione Borland immediatamente rinominata
TurboPasquale. A discredito di tali voci, l'estensore di queste note
assicura che si è guardato bene dall'impararlo, anche se si
può trovare traccia di programmi da lui sviluppati in Pasquale,
ed è sopravvissuto fino ad oggi senza alcun problema. Vedi anche
Vero Programmatore.
- 1. Correzione al sorgente
di un programma dopo che è stato posto in uso o distribuito e
diffusa separatamente da esso. - 2. Correzione agli eseguibili di un
programma effettuata senza ricompilazione, per es. con un debugger o
mediante caricamento o collegamento di nuovi moduli mentre il sistema
è in funzione. - 3. Una correzione fatta male, o alla svelta, o
troppo tardi. Il termine non è necessariamente applicato al
software. V. taccone, toppa.
- Modificare un programma, manualmente oppure mediante programmi
appositi - il più noto dei quali si chiama, indovinate voi?, patch - in modo da correggere alcuni bachi oppure aggiungergli delle
potenzialità minori. Etim.; dall'inglese to patch, rattoppare.
- Uno schema, visto appunto come strutturato. Una
patterna di bit può essere ad esempio 01001001, trovato per
cinquanta volte di fila per indicare che i campi corrispondenti non sono
stati ancora riempiti. Etim.: dall'inglese pattern".
-
[Bologna] Le schede PCMCIA, quelle insomma che si usano con i notebook.
Questa pronuncia emiliana non è poi così insensata, se si pensa che i
poveri americani devono dire qualcosa tipo "pisiemsiaiei", e infatti
hanno deciso alla fine di eliminare questo nome e chiamarle "smart
card"...
-
Acronimo che sta per "Public Domain" (dominio pubblico). Un
programma lasciato nel PD è in un certo senso
"disconosciuto" dal proprio creatore: chiunque può
utilizzarlo come gli pare, incluso il venderlo a qualche volpino che non
sa che è liberamente utilizzabile... Vedi freeware.
-
L'infinito del verbo che al participio passato fa "perplesso",
ovviamente! "Questo programma mi perplime parecchio: ogni tanto
sembra che si diverta a leggere l'input in maniera sbagliata". Inutile dire
che, non appena creato il nuovo verbo, questo ha subito assunto una
coniugazione propria: il nuovo passato remoto è "perplettei, perplettesti,
perplettè...", mentre il participio passato diventa "perplimto". Sì, con la
emme.
- 1. Che
consuma molti cicli macchina, detto di algoritmo o programma. È
sempre associato a un qualcosa di completo, non solo a una sua parte
(non si parla perciò di ciclo while pesante, tanto per
intendersi). V. sedersi. - 2. Molto ampia,
praticamente totale. "Ho fatto una pesante ristrutturazione del
codice di Binkley: ora non dovrebbero
esserci più busy wait".
- Di un
programma, bloccarsi. La terminazione può essere visibile (viene
emesso un codice di errore e ritorna il
prompt di sistema) oppure invisibile (il programma continua a girare all'infinito). Cfr. inchiodare, sign. # 2.
- Un videogioco il cui solo ed unico
scopo è picchiare come forsennati uomini, alieni, animali e
oggetti non bene identificati. Solitamente con connotazioni negative,
indica anche qualcosa di grezzo e barbaro. Vedi spara-spara.
-
1. personal computer con enormi quantità di risorse (memoria, disco). A
ottobre 1995, il minimo assoluto si situa intorno ai 16MB di RAM e 1GB di
disco, ma ovviamente questi dati tendono a crescere più o meno
geometricamente. - 2. spreg. PC con MSDOS e Windows, contenente almeno tre
pacchetti software incompatibili tra loro, sì che occorre ribustrappare tutte le volte che si passa
da un pacchetto all'altro. Etim.: da PC, col suffisso accrescitivo -one;
per il significato 2, probabilmente con incrocio tra l'insulto piemontese
"picio" e "coglione".
- Esclamazione
usata per controllare se una persona è ancora presente, o la sua
mente sta vagando chissà dove. Può anche essere riferita
in terza persona: "Fai un ping a Tizio, che non lo sento da tutta
la mattinata". Se mi si indirizza un "ping .mau.", il
modo canonico di rispondere è
".mau. is alive", mimando il comportamento dell'omonimo
programma presente sotto UNIX (che a sua volta ha preso il nome dal
suono fatto dai sonar).
- La prima variabile
metasintattica. Non lasciatevi spaventare dal parolone qui sopra: si
intende semplicemente la variabile usata quando serve specificare
"una variabile scelta a caso", e quindi per contrappasso
occorre scegliere un nome che tutti riconoscano immediatamente per
casuale. Ed è riconosciuto davvero da tutti gli italiani: un modo
sicuro per vedere all'estero se c'è qualche italiano a lavorare
su una workstation è vedere se si trova un file di nome pippo,
che contiene generalmente della roba che serve sul momento. L'uso
è meno stupido di quanto si pensi, visto che se uno ha bisogno di
fare spazio e trova un file di nome pippo può cancellarlo senza
pensarci su. Senza poi menzionare il fatto che le lettere che
compongono la parola sono vicine tra loro sulla tastiera, e quindi
è molto facile digitarle. Gli americani userebbero foo, bar, e
baz: le altre variabili metasintattiche italiane sono invece pluto e
paperino.
- Il mitico
rumore che una linea telefonica farebbe quando la connessione viene
staccata. Sono aperte le votazioni per fare diventare tale suono
onomatopeico un acronimo a tutti gli effetti.
- 1.
L'insieme dei programmi che permettono ad un utente di BBS di avere un proprio sistema personale che si
può collegare trasparentemente agli altri sistemi (v. pollare). - 2. Gli utenti che usano un point,
nel significato precedente. Etim.: Dall'inglese point, punto, a causa
del fatto che nella terminologia FidoNet un BBS è indicato come
zona:net/nodo, e i point di un BBS appendono al nome un punto e il loro
numero identificativo, come in 2:334/100.5 .
- 1.
[Fido] Chiamare un BBS in maniera non interattiva utilizzando un point, per spedire i messaggi scritti fuori
linea e recuperare quelli scritti dagli altri utenti. Etim.:
dall'inglese to poll, nel senso di sondare e per estensione provare fino
a che si riesce ad avere una possibilità. - 2. Controllare a
intervalli regolari lo stato di una variabile, in modo da potere
eseguire le opportune azioni quando questa viene modificata. Non
è un bel modo di programmare, ma alle volte è l'unico
possibile.
- 1. Nei
calcolatori, i connettori a cui si possono attaccare delle periferiche
esterne. Esempi tipici sono la porta parallela (per la stampante), la
porta seriale (per tante cose, tra cui il modem), la porta giochi (per il
joystick), e la porta mouse. Etim.: incerta. Per una volta non deriva
dall'inglese, che usa tante parole (slot, oppure output device), ma
non `door'. - 2. [UNIX] Il numero identificativo del
tipo di servizio di rete che si vuole. Ad esempio,
telnet usa la porta 23, ftp la 21, e il
protocolloHTTP la 80. Etim.: dall'inglese port, con
possibile sovrapposizione del significato precedente di porta.
- Di
programma, che può essere compilato su piattaforme hardware
differenti senza problemi (solitamente perché le caratteristiche
peculiari di ciascun sistema sono incapsulate in parti di codice
speciale, e il compilatore sceglie solo quelle necessarie).
- Modificare
il sorgente di un programma in modo che
possa essere compilato su una piattaforma diversa dall'originale. La
cosa può non essere affatto banale, nel caso il programma
originale sfrutti pesantemente delle caratteristiche specifiche della
macchina di partenza. Vedi anche
portabile.
- Inserire un
messaggio in un'area pubblica. "Ho
appena postato la risposta alla tua domanda in UNIX.ITA sui thread...
Leggila e dimmi se ti funziona." Notare che non esiste un verbo
apposito per mandare messaggi privati, ma si devono usare
circonlocuzioni tipo "mandare un mail (un
matrix)". Etim.: dall'inglese to post, spedire (di messaggio).
- 1. Usato scherzosamente per indicare che la causa del
mancato funzionamento di un'apparecchiatura è dovuto a una
stupida dimenticanza, come tipicamente non avere attaccato la spina o
collegato un cavo. "Sono rimasto dieci minuti a impazzire col
monitor che non si accendeva, prima di accorgermi che era un problema
hardware... qualcuno aveva messo male il cavo, e non faceva bene
contatto". - 2. Usato anche nel caso non si riesca a risolvere, o non
se ne abbia voglia, un'incompatibilità tra un programma e la macchina su
cui dovrebbe girare. "Questa routine continua a
comportarsi in modo anomalo nonostante tutte le correzioni.
Probabilmente è un problema hardware".
- 1. La
classica frase pronunciata da un system administrator a tempo perso, quando
gli viene detto che un utente ha un problema che lui non ritiene di dover
risolvere (perché lui non avrà occasione di imbattersi in quel problema, o
semplicemente non lo ritiene interessante.)
- 2. Nella forma plurale "Problema Loro", usato in una guerra santa per sottolineare il fatto che la
fazione avversa non ha la capacità di fare qualcosa che per la propria
fazione è semplice. "Non riescono a stampare in doppia faccia da Macintosh?
È un Problema Loro". Etim.: Da PA (Problema Altrui), traduzione
dell'acronimo inglese SEP (Someone Else's Problem) coniata dallo scrittore
umorista Douglas Adams per indicare un campo di invisibilità formidabile:
la gente ti vede, ma pensa che quello che sta vedendo è appunto un problema
altrui.
- Prendere
dei dati da parte di un programma e trattarli. Ad esempio, un programma per
il calcolo della media dei voti ottenuti da uno studente processerà la
lista dei suoi esami. Etim.: dall'inglese to process. È interessante
notare che l'origine della parola è quella del nostro "processo", anche se
a prima vista non sembra...
- Un'unità
computazionale indipendente all'interno di un sistema multitask. Più
precisamente, "processo" è l'esatto equivalente del termine inglese task.
Ad una applicazione corrispondono uno o
più processi, a seconda di come essa è strutturata. Anche i demoni sono però dei processi, anche se non
corrispondono a nessuna applicazione.
-
Un modo codificato per fare sì che due sistemi si possano scambiare
informazioni. Tale "codificazione" può essere fatta da un ente di
standardizzazione apposito, o nascere da un'azienda che sta entrando in una
nuova nicchia di mercato, o essere semplicemente un accordo tra due amici.
Vedi anche HTTP, protocollo di trasferimento, e protocollo di trasmissione.
- Quando due modem trasferiscono dei dati, occorre che si mettano
d'accordo per segnalare quando i dati cominciano, quando finiscano e se
sta andando tutto bene. A differenza dei protocolli di trasmissione,
questi non sono standardizzati ufficialmente, ma solo di fatto: vale a
dire che tutti i programmi hanno in genere la possibilità di
richiamarli. I protocolli più usati in Italia sono questi:
Kermit - va piano, almeno nelle versioni che si trovano di solito
in giro, ma si collega dappertutto: anche coi vecchi dinosauri IBM!
Xmodem - anche lui va pianino, ma è molto semplice da scrivere e
spesso viene usato come ultima spiaggia.
Ymodem - nato per accelerare un po' Xmodem, permette di mandare i
dati senza aspettare ogni volta l'ok dall'altra parte.
Ymodem-G - il protocollo più veloce di tutti (non credete a
chi dice qualcos'altro...) Certo che questo si paga: se c'è un
errore si ferma tutto.
Zmodem - Il coltello svizzero dei protocolli. Fa praticamente tutto in
maniera più che decente, permette di ripartire da dove il
trasferimento si era interrotto, se la linea peggiora rallenta
momentaneamente.
Se si ha molto materiale da spedire nelle due direzioni (e se il protocollo di trasmissione è
simmetrico...), può essere poi conveniente usare un protocollo
bidirezionale, in modo da ridurre il tempo complessivo di trasmissione.
A questa categoria appartengono altri nomi strani come Bimodem e Janus.
-
Visto che i modem esistenti sono di moltissime marche, occorre dare
delle specifiche su come il segnale viene modulato, in modo da
permettere il collegamento, e magari su alcune convenzioni per
correggere per quanto possibile gli errori. Qui di seguito viene data
una lista di raccomandazioni emesse dal CCITT, l'organismo mondiale di
standardizzazione, per le velocità dei modem.
V.21 - velocità di 300 bit/s, full duplex.
V.22 - velocità di 1200 bit/s, full duplex.
V.22bis - velocità di 2400 bit/s, full duplex.
V.23 - velocità di 1200 bit/s in un senso, e di 75 bit/s
nell'altro. (solo un videoteliota
può sentire la mancanza di un simile protocollo.
V.32 - velocità di 9600 bit/s, full duplex, con
possibilità di ricaduta (fallback) a 7200 e 4800 bit/s in caso di
scarsa qualità della linea.
V.32bis - velocità di 14400 bit/s, full duplex, fallback a 12000,
9600 bit/s e così via.
V.34 - velocità di 28800 bit/s, full duplex, fallback a
24000, 21200, 19200, 16800 bit/s.
Tra le altre raccomandazioni, voglio ricordare la V.42 (correzione di
errore: il modem provvede automaticamente a correggere gli eventuali
errori di trasmissione, in modo che all'utente la linea sembri pulita
anche se un po' lenta), e la V.42bis (compressione dati: il trucco con
cui alcuni produttori di modem a 2400 bit/sec riescono a convincere i
polli che in realtà possono andare a 9600 bit/sec). Vedi anche ARQ, HST, MNP.
-
Specificare quali sono i parametri di una funzione (se ad esempio sono
numeri interi o stringhe di caratteri). A rigor di termini, il prototipo
(dall'inglese prototype) è la specificazione di una funzione
utilizzata nel seguito, dove al posto di ogni variabile viene
semplicemente scritto che tipo di variabile è; in pratica,
l'unico uso che si sente in Italia è quello accennato sopra.
- La
società che fornisce l'accesso a
internet. Se volete, l'equivalente del padrone di casa, visto che
come quest'ultimo è sempre mal visto perché troppo caro e
fornente servizi schifosi, ma si starebbe molto peggio se non se ne
riuscisse a trovare nessuno.
- Un
calcolatore che riceve delle richieste di accesso a risorse remote che
provengono da altre macchine, compie la richiesta per conto proprio, e
infine ritorna il risultato al calcolatore
che aveva fatto la richiesta originaria. I proxy sono soprattutto
utilizzati quando si ha una rete protetta, con una sola macchina che può
accedere all'esterno. Se questa macchina è configurata da proxy, tutti gli
altri calcolatori possono ottenere i dati dall'esterno della rete,
appoggiandosi al proxy.
- Il nomignolo
con cui una persona si collega ad una bbs o un qualunque sistema che non
richieda obbligatoriamente il proprio nome. È tipicamente preso da
fumetti, fantascienza, o frasi più o meno note. Generalmente non
si applica al caso in cui si usi un nome falso ma verosimile, a meno che
il vero nome della persona in questione sia ben conosciuto da tutti; in
questo caso, lo p. è un vero pseudonimo.
-
Una risorsa che possa dare maggiori informazioni su quello che
cerchiamo. Ad esempio, un puntatore per vedere come si scrive una classe in
C++ potrebbe essere lo Sturtruppen. Molto
usato nelle domande: "Avete dei puntatori per le estensioni dell'HTML?" significa che non mi interessano tanto le
estensioni di per sé, quanto piuttosto il file che le contiene. Etim.:
dall'inglese pointer, per estensione dal significato informatico (una
variabile che contiene l'indirizzo di un'altra variabile).
-
Un utente che si collega ai BBS unicamente per prelevare file, senza
nè inviarne a sua volta nè scrivere messaggi. Purtroppo
è la stragrande maggioranza dell'utenza dei BBS, almeno in
Italia.
- 1. Di persone, trovarsi d'accordo su un campo di discussione.
"Avete deciso dove si va? -- Non ancora, ma stiamo
quagliando". - 2. Di programma, arrivare a uno stato di corretto
funzionamento. "Allora, questo programma quaglia o no? --
Macché, c'è un baco malefico che non ne vuole sapere di
mostrarsi!".
- Persona che si occupa di controllo di
qualità o di metodologie di gestione della qualità del
software. Es.: "Dovere del buon qualitone è ...".
Etim.: probabilmente per analogia con `marmittone'. Sentito per la
prima volta nel 1991.
- Citare
parti di un messaggio quando si risponde
ad esso. L'arte della quotatura non sembra molto semplice da afferrare
per i novizi, che si dividono equamente tra chi scrive semplicemente
"Hai ragione!" rispondendo a un messaggio vecchio un mese e
chi riporta integralmente il messaggio originale e termina con "Hai
ragione". Vedi vampiration, badalicco.
- Le
cariche più importanti in Fidonet a
livello di region. L'espressione comprende in realtà due sigle:
l'RC, o Region Coordinator, che è colui che è appunto a
capo di una region; e il REC, o Region Echo Coordinator, che è
colui che controlla che il traffico echomail sia organizzato nel
migliore dei modi e se necessario crea nuove aree messaggi.
-
Anche se meno spesso che nell'uso hackeristico inglese, il
raddoppiamento di una parola può servire come superlativo o in
genere rafforzativo di un concetto: vedi
compra-compra o spara-spara. Ma
attenti a non esagerare coi raddoppiamenti, perché vi fareste
immediatamente riconoscere come pivellini!
- La memoria dati di
un calcolatore, generalmente volatile (che cioè si perde quando
lo spegnete; la memoria disco rimane intatta). L'acronimo
significherebbe Random Access Memory, ma tutti si sono sempre chiesti
perché mai bisogna accedere a caso alla memoria...
Cosicché alcuni traduttori (?) di manuali si sono messi
diligentemente a controllare sui dizionari e hanno scoperto che Ram in
inglese significa montone. Inutile dire
che hanno subito usato questo termine.
- Nella
locuzione "registrare un programma", scrivere all'autore del
programma in questione, mandando la somma di denaro richiesta (nel caso
dello shareware) oppure semplicemente
comunicandogli la gioia prodotta nell'utilizzarlo (nel caso ad esempio
del beerware).
- Non locale:
spec., qualcosa che si trova da un'altra parte rispetto alla linea
telefonica usata. "Il modem remoto sta facendo le bizze; non vuole
saperne di collegarsi in HST."
- Trasformare
da un formato (generalmente grafico) in un altro. "Mi potresti rendere
questo file GIF in PostScript, che devo aggiungere questa figura al mio
articolo?"
-
1. Riportare un calcolatore alla stessa situazione in cui è
all'accensione, per mezzo delle tre dita
magiche, del tasto RESET posto sul calcolatore stesso o più
brutalmente spegnendolo e riaccendendolo. - 2. Rimettere al valore iniziale
un contatore. "La variabile i tiene conto del numero di richieste al
sistema; ogni mese viene resettata".
-
Orrendo neologismo che indica lo spegnimento di un calcolatore e la sua
immediata accensione. Differisce da resettare, in quanto quest'ultimo ha sempre una
valenza di "c'è qualcosa che non funziona, vediamo di riportare la
situazione alle condizioni iniziali", mentre si può ribustrappare una
macchina semplicemente per farla partire con un'altra configurazione (linux
oppure osso al posto del DOS, ...). Etim.: da
bootstrap, la fase di caricamento iniziale del sistema su un calcolatore.
- 1.
Permettere al sistema operativo di utilizzare nuovamente una risorsa
fisica che era stata in precedenza prenotata da un processo (v. loccare). - 2. Rendere disponibile al
pubblico -- generalmente a pagamento -- un pacchetto software. "La
Microsoft ha finalmente rilasciato il DOS 6 -- poteva anche farne a
meno..." Etim.: dall'inglese to release; nel significato 1, probabilmente
una commistione tra to release e to relinquish.
- Modificare
la mappatura della tastiera, di solito perché
si vuole usare una tastiera nazionale. "Come si rimappa la tastiera sotto
linux, per usare la tastiera italiana?"
-
Restituire (generalmente un valore) alla procedura chiamante. Notare la
transitività del verbo, opposta all'uso abituale nell'italiano.
"Questa procedura ritorna il numero di bit settati a uno nel byte
di stato". Etim.: dall'inglese to return.
- Indica
apprezzamento per una battuta. Acronimo inglese da Rolling On Floor
Laughing (rotolando per terra dalle risate). Esiste anche il verbo
derivato, `roflare'. Varianti: ROFLASTC! (... And Scaring The Cat, e
spaventando il gatto); ROLF ((c) IlCosta, che evidentemente voleva
pronunciare la sigla). Non fidatevi di chi dice che la S stia per
squeezing, schiacciando. Noi gli animali li proteggiamo...
- Ricavare
un'immagine digitale di un testo o una figura per mezzo di uno scanner.
Può essere la prima fase per poi giffare
questa figura, o si può passare il testo attraverso un riconoscitore di
caratteri, o più banalmente spedirlo con un modem-fax (anche se è buffo
avere uno scanner ma non un fax standard). Il termine, in realtà, ha
moltissime varianti: quella che sembra essere riuscita a proporsi come
ufficiale sul Devoto-Oli è scannerizzare - ma il sottoscritto è
uno dei firmatari del Trattato per la non proliferazione dei verbi
in -izzare, e si rifiuta di accettare la parola. Altre varianti
che si possono sentire sono scannerare, scandire e addirittura
scandagliare, che sembra un poco esagerato.
- Un componente
hardware formato da un rettangolo di bachelite riempito di circuiti
integrati che si aggiunge alla configurazione di un calcolatore e che
comunica con esso per mezzo di un connettore attraverso il quale passano
i dati. L'equivalente inglese è card (e non board, che si applica
alla scheda principale di un sistema).
- Far
scorrere il testo sullo schermo, cambiare di
videata in sequenza. Etim:. Calco dall'inglese `to scroll'
(srotolare); non risulta che la traduzione corretta sia mai stata usata.
Quando viene usato in presenza dei profani alcuni degli addetti ai
lavori scuotono il terminale per provocare il panico ...
- Di un
calcolatore, diminuire improvvisamente di prestazioni, fino a valori
orrendamente bassi. Può essere dovuto a improvvise richieste da
parte di un programma, oppure a problemi legati all'hardware come il
rovinarsi del quarzo.
- Un server,
cioè un calcolatore che soddisfa le richieste di un altro calcolatore detto
cliente. Uso: ricercato. Etim.: dalla coppia inglese client/server,
per similarità col termine "cliente".
- Il
collegamento (interattivo) con un sistema remoto. È possibile
avere una sessione all'interno di un'altra sessione, se ad esempio si fa
un telnet su un altro sito. "Se apri una sessione ftp su sunsite, puoi
controllare se è arrivata l'ultima versione del kernel linux?"
Importante: non si può avere una "sessione HTML", ad esempio, proprio
perché ogni richiesta è immediatamente soddisfatta, e quindi la
"sessione" sarebbe terminata ogni volta che arriva una pagina. Etim.:
dall'inglese session.
- 1. Dare un
valore a una variabile. "Per usare trn, devi settare la
variabile d'ambienteNNTPSERVER col nome
del tuo server news. - 2. Detto di record o di file di configurazione,
rispettivamente riempirne i campi, oppure scrivere i vari parametri di
configurazione. "Se setti correttamente il tuo ~/.rhosts, non hai
bisogno di scrivere la tua password quando ti colleghi in remoto". - 3.
Posizionare la parte analogica di un'apparecchiatura in maniera adatta.
Etim.: dall'inglese to set.
-
Un programma che non è venduto direttamente, ma è fatto
circolare in una versione più o meno completa sulle BBS - to share significa condividere, in inglese.
All'utente che dopo un periodo di prova ritiene di continuare a
utilizzare il programma è richiesto di spedire una certa somma
(dai 15 ai 60 dollari, in genere) all'autore del programma stesso. Il
fatto che un programma shareware costi molto meno di uno comperato in un
negozio non è necessariamente indice di minore qualità;
ricordatevi che le spese di ricarico del negoziante e quelle di
pubblicità non esistono e che in genere la struttura di vendita
è virtualmente nulla. Ovviamente anche lo shareware risente dei
costi delle copie pirata (o meglio, di cui ci si dimentica di inviare la
somma richiesta)... Vedi anche cardware,
freeware, PD.
-
Il programma interprete dei comandi e dal quale si lanciano tutti gli altri programmi; l'interfaccia tra utente e sistema,
sempre testuale e mai grafica. Macintosh e uindous non hanno shell; il dosso viene fornito con COMMAND.COM (anche se molti
installano subito 4DOS); su Unix si trovano sh, bash, csh, ksh, zsh e
probabilmente tutte le combinazioni di tre lettere che terminano in sh.
Etim.: dall'inglese shell: vedi anche shellare.
- 1. Abbandonare momentaneamente il programma che si sta eseguendo, per
compiere delle altre operazioni (richiamando perciò una nuova shell). Ad esempio, se si è collegati con un BBS
si può shellare per vedere se il file che si è appena puppato) è arrivato correttamente. - 2. Più in
generale, mettersi temporaneamente a fare qualcos'altro, con la ferma
intenzione di ritornare in fretta alla precedente occupazione. "Shello
un attimo per andare a comprare un po' di bevande". Etim.: dall'inglese
to shell, sbucciare. Si noti che gli americani usano anche il verbo "to
shell out" col significato di "sborsare", ma quest'uso è sconosciuto da
noi.
- Spostarsi in maniera congruente: scorrere, fare posto. Una patterna di bit si shifta a sinistra di una
posizione ad esempio se da 00111010 si passa a 01110100: il verbo si può
anche estendere alle persone. "Per favore, shiftatevi a sinistra ad
occupare quel posto libero, che io non riesco a raggiungerlo!". Etim.:
dall'inglese to shift, spostare.
- Un calcolatore in
rete, tipicamente con la possibilità di poterci fare ftp. "tsx è il sito principale per i programmi linux,
hobbes per quelli osso,
cica per i uindous, e
simtel per i dossi". Etim.: dall'inglese site,
locazione.
- Non avrei
mai pensato di dovere aggiungere anche questo termine nel
Gergo: riconosco che i termini da me inseriti sono spesso
dei colpi bassi inferti alla lingua italiana, ma non pensavo di potere
cadere così in basso. Purtroppo, però, ho sentito persone che parevano
degli esseri quasi normali dire "Bisogna essere skillati nell'ambiente
target" senza nemmeno arrossire al pensiero di quello che stavano
pronunciando, e quindi rimane doveroso avvisare le giovani generazioni
di quello che potrebbero aspettarsi. In pratica, skillato, anche se
deriva dall'inglese skill, non ha il significato di "abile", quanto
piuttosto quello di "esperto, in grado di ottenere buoni risultati".
- Il
termine che io ritengo il vero equivalente italiano del verbo inglese
"to hack". A dire il vero stavo meditando se
"maroccare" o "taroccare" potessero essere
utilizzati, ma un rapido sondaggio mi ha fatto propendere per questa
voce. Sì, i soliti scontenti bofonchieranno, usi quattro sillabe
per una parola di quattro lettere... Non è colpa mia se
l'italiano è più logorroico, no?
-
L'hacker, nel vero senso della parola (non cioè coloro
il cui unico scopo è quello di penetrare nei sistemi altrui, e
che purtroppo amano farsi chiamare hacker anche loro). In realtà
nemmeno l'estensore di queste note usa sempre questo termine, e spesso
adopera hacker. Sarebbe però bello se esso entrasse più
nell'uso, visto che rende davvero l'idea di qualcuno che si mette a fare
qualcosa per puro diletto e con passione, la vera molla alla base degli
hacker.
-
I sorgenti. Notare la forma soltanto plurale
(mentre `sorgente' può essere usato anche al singolare come nome
collettivo). Non confondetelo con topo!
- Un programma in forma compilabile (il che non
significa necessariamente leggibile: esistono dei programmi appositi che
rendono un sorgente incomprensibile, in modo che possa essere
distribuito a persone che abbiano bisogno di compilarlo su
un'architettura particolare senza che esse possano capirne la
struttura). Opp. binario. Etim.:
dall'inglese source.
- 1. All'interno
della directory indicata: vedendo graficamente l'albero del filesystem, si
capisce perché un file stia "sotto". "I file di sistema di Linux si trovano
sotto /etc e /sbin". - 2. Relativo a un sistema operativo. "Sotto DOS si
hanno solo 640K di memoria convenzionale, ma sotto Windows non ci se ne
accorge".
-
La regina delle scienze approssimate. Da spanna e -metria. Può
sembrare strano che in un ambiente preciso fino alle più piccole
minuzie resti ancora posto per la s., ma la cosa acquista senso quando si
pensa che spesso ad esempio non è affatto necessario calcolare al
byte lo spazio di memoria occupato da un programma: basta pertanto una
misura spannometrica tanto per essere sicuri che ci stia in un dischetto.
- Un
videogioco in cui l'unica
attività richiesta al giocatore è di sparare a tutto
ciò che si muove: l'equivalente della locuzione inglese
"shoot'em up". Il termine è di per sé neutro:
dal contesto si può capire se è usato in maniera
apprezzativa o dispregiativa. Es.: "Project X è uno s.-s.
bellissimo: provalo!" "Un altro s.-s.? Non ne posso
più!". Vedi anche
raddoppiamento.
- Un altro dei
verbi che danno l'impressione che i telematici abbiano delle tendenze
sadiche, che tendono poi ad emergere nel lessico da loro utilizzato
(vedi anche scannare). In realtà il
termine significa semplicemente "fare lo spelling", oppure, nel caso si
preferisca l'italiano DOC, "compitare". Es.: "Potresti mica spellarmi
Kernighan?"
-
Eliminare le protezioni software associate a un programma, in modo da
renderne libera la copia o il suo uso. Lo sproteggere comporta sempre un
certo lavoro (almeno da parte della prima persona che lo fa!), a
differenza della copia brutale con programmi appositi (gli utenti Apple
ricorderanno sicuramente Locksmith). V.
craccare.
-
Consiglio a chiunque si avvicini per la prima volta al messaggio scritto
a un terminale di ricordarsi che la povertà dei caratteri a
disposizione spesso non permette di capire se l'interlocutore stava
semplicemente scherzando o diceva sul serio. Usare una faccina è utile, ma alle volte chi
scrive pensa che sia evidente l'intento scherzoso anche senza di essa, e
chi legge no. Sono nate innumerevoli discussioni a questo proposito...
cercate di ricordarvene quando scrivete.
-
Quello che appare al terminale quando il modem è riuscito a
connettersi al sistema remoto e specifica il tipo di connessione
avvenuta. Il formato tipico è dato dalla parola CONNECT, dalla
velocità di connessione in bps (anche
se esistono modem che scrivono CONNECT 9600 pur avendo un collegamento a
2400 bps più V.42bis), e dai vari protocolli usati, come ARQ, MNP, V.42bis e
simili. Esistono anche le stringhe di mancata connessione, le più
comuni delle quali sono NO CARRIER, NO DIALTONE, NO ANSWER e BUSY.
- Espressione usata ironicamente per
indicare il contrario di quanto affermato. Se ad esempio la prima
versione di un programma parte con una bella schermata, si può
esclamare "Funziona!" Quando poi si vede che non appena si
muove il mouse il programma si pianta, si può aggiungere:
"Beh, per valori di `funziona' sufficientemente piccoli...".
Etim.: dalla matematica.
- Di
programma o hardware, potere essere utilizzato con; potere comprendere il
formato di; riuscire a sostenere. Esempi: "xfig supporta sia i font LaTeX
che quelli PostScript"; "uord supporta
l'inserimento di file Excel"; "Questa bbs supporta
fino a quattro utenti contemporaneamente". Spesso lo si sente pronunciare
sopportare, probabilmente una falsa etimologia dovuta
al fatto che le prestazioni ottenibili hanno tanto l'aria di dire "Sì,
te lo faccio, ma proprio perché sei tu..." Etim.: dall'inglese to
support, sostenere.
-
Scambiare il valore di due variabili; est., (far) scambiare di posto due
cose o persone. "Potreste mica swapparvi? Dovrei parlare col tuo vicino di
posto". Nota: a differenza di svicciare, la
w non è stata assimilata. Etim.: dall'inglese to swap.
- La
mitica riunione nazionale di tutti i sysop
Fidonet. Il termine mitico non sta certo ad indicare l'altissimo grado
di importanza che viene dato a queste riunioni, quanto piuttosto il
fatto che non era mai molto semplice scoprire quando, dove e soprattutto
se un SysCon venisse tenuto. I costi oggettivamente non trascurabili per
organizzare una riunione del genere, e soprattutto il tempo portato via
ai poveri volontari, fa sì che spesso un SysCon è morto
prima ancora di nascere.
- Chi gestisce un BBS.
Di solito un appassionato che sa perfettamente di perdere soldi e
guadagnarci dei mal di pancia, ma che dice che tanto un qualunque hobby
è una perdita di soldi; più raramente, qualcuno che pensa
che potrebbe farci su dei soldi e prima o poi si accorge che in
realtà ci sta perdendo. Vedi anche
sysoppo.
- Sin.
di sysop. Esiste anche la forma femminile
sysoppa, che per ovvie ragioni non è molto comune.
(L'unica sysoppa che io conosco che non abbia sviluppato tale malattia a
causa di fidanzati/mariti impallinati di calcolatori è la
bolognese Paola Cerioli. Ciao, Paola!) Ha una connotazione più
familiare di sysop, e viene usato in genere solo quando ci si conosce di
persona.
-
L'operazione, fatta a schermo con un mouse, che consiste nel selezionare
una parte di testo e spostarla in un altra posizione. La traduzione
italiana del "cut & paste" giunto al grande pubblico per
la prima volta con i Macintosh.
- 1. Una costruzione tecnica completamente senza senso
pratico usando notevoli quantità di risorse (ad esempio, fare una
rete locale in casa in modo da comandare il calcolatore in camera mentre
si è in cucina). - 2. la persona che si occupa di tali cose, o in
senso lato chi faccia sfoggio e/o utilizzi oggetti di tecnologia
particolarmente avanzata senza averne una reale necessità.
-
Chiunque (o qualunque cosa) accoppi l'informatica all'uso di linee di
comunicazione remote. Chiunque stia leggendo questo gergo è con buone
probabilità un telematico (altrimenti sarà meglio che io prenda
provvedimenti contro chi ha messo questo testo su carta o CD-ROM senza
avvisarmi!) Si può facilmente intuire come il termine sia abbastanza
generico da significare tutto e il contrario di tutto, ma d'altra parte non
è che "informatica" sia così diverso...
- Il protocollo più usato per le connessioni verso altri sistemi: in pratica
si ha un terminale virtuale sul sistema remoto con il quale si può
fare tutto quello che si farebbe sul posto. Evit. il verbo `telnettare'.
- Il tempo
speso da un calcolatore ad eseguire un programma in un ambiente con
multipli processi. Esso è ovviamente minore del tempo vero e proprio
trascorso, visto che anche gli altri programmi che stanno correntemente
girando hanno diritto a una parte dell'attenzione del calcolatore.
- Fare qualcosa mentre gli altri stanno guardando o
aspettando. "Aspetta un attimo: ti aggiungo questa
ficia in tempo reale e ti do il programma
completo". La voce è ovviamente nata molto prima dell'omonima
trasmissione (qualcuno se la ricorda?).
- Dieci alla
dodicesima potenza. Già che ci sono, vi ricordo che tra i
prefissi ufficiali approvati da una delle tante Conference
Generale des Poids et Mèsures ci sono ancora peta- (10^15)
ed exa- (10^18). Nel 1990, la conferenza numero 19 ha aggiunto zetta-
(10^21) e yotta (10^24). Nel campo del piccolo invece si ha milli-,
micro-, nano- (10^-9), pico- (10^-12), femto- (10^-15), atto- (10^-18),
zepto- (10^-21) e yocto- (10^-24). E adesso basta con la lezione di
fisica! V. anche kilo, mega, giga.
- Un terminale che ha sufficienti
capacità elaborative per elaborazioni grafiche, o comunque per
sollevare il calcolatore cui viene collegato da parte del processamento
dei dati verso di esso. L'"intelligenza" necessaria varia col
tempo: vent'anni fa, un terminale che avesse il cursore indirizzabile
era considerato intelligente...
-
Il sistema di text
processing dello smanettone. Notate che
si parla di text e non di word processing: in realtà si
può usare un qualunque programma per scrivere il sorgente TeX,
che poi verrà compilato per la stampante (o il display video)
posseduto. Il tutto in spregio ai sistemi
WYSIWYG che sono tanto di moda. Però i risultati ne valgono
la pena ancora oggi, anche se TeX è stato scritto negli anni '70 dal
matematto D.E.Knuth perché non
gli piaceva il modo in cui venivano scritti i suoi libri di matematica, e il
programma è praticamente intatto da dieci anni, non essendoci
nulla da aggiungere. Man mano che i rarissimi bachi
vengono eliminati, la versione tende al valore pi greco: oggi siamo alla
3.14159. Da notare la forma di scrittura (è stato
probabilmente il primo nome di programma a utilizzare la forma mista
maiuscolo-minuscolo) e la pronuncia (la X si deve pronunciare come una h
fortemente aspirata).
- Dal nome
del primo programma avente tale funzione, un sistema distribuzione
automatica di files per mezzo di una BBS. In
breve, si fa un "abbonamento" ad un nome magico; tutte le
volte che si aggiunge un file in corrispondenza di tale nome, il file
viene messo in hold.
-
Prelevare un file da un sistema remoto, tipicamente via ftp. "Non sono ancora riuscito a tirare giù
l'ultima versione di Netscape: ci sono sempre troppi utenti connessi!"
Vedi anche downloadare, che però è
usata in ambiente Fido.
-
Di un sistema che è cascato, farlo ripartire.
"Vado a tirare su il server - tra cinque minuti ci si può di nuovo
collegare". Non c'entra nulla col precedente termine tirare giù.
- Nella
locuzione "siamo fuori del topo", col significato di
"siamo fuori tema". Si noti che usare "topo" al
posto di mouse è terribilmente naive, e fa immediatamente capire
che l'interlocutore è sicuramente un novellino - a meno che non
si sia tra amici e si usi il termine in senso scherzoso. Al limite
(almeno a Torino) si può usare al posto di mouse la voce
dialettale "il giari". Etim.: dall'inglese "off
topic" (fuori argomento), ma se si vuole fare una bella figura si
può sempre portare avanti l'etimologia e dire che deriva
direttamente dal greco topos, luogo.
- Una patch buttata giù (v. buttare giù, senso #1) alla svelta,
perché non si ha tempo e/o voglia di fare una riparazione per
bene. "Qui aggiustare il tutto è un casino. Mettiamo una
toppa e proviamo a lavorare così".
- Un
calcolatore MS-DOS. Non si è mai capito se il termine (derivato
dall'inglese "toaster") sia usato solo in senso ironico o
qualcuno crede davvero in un suo possibile utilizzo in tale modo. Cfr.
fermaporte.
-
Nell'espressione "tracciare una variabile", si intende debuggare un programma passo-passo, mentre
si controlla il valore della variabile in questione. Etim. Dall'inglese
to trace, che però ha un significato più generico (ad
esempio, in BASIC l'operazione TRACE ON mostra tutte le istruzioni lette
dall'interprete).
- La
combinazione di tasti che permette di
resettare un sistema che si è
piantato. Nei PC-IBM è Control-Alt-Del, scelta inizialmente
perché era impossibile schiacciare per errore questi tre tasti
con un'unica mano. Peccato che le tastiere estese rendano ciò
facilissimo. Non tutti sanno che perfino i Macintosh hanno
l'equivalente delle tre dita magiche, anche se nessuno le usa. La
combinazione di tasti Command-Option-Escape permette di chiudere
immediatamente il task (chiedo scusa: l'applicazione!) in corso senza
nessuna domanda di salvataggio o altro: comodo quando la situazione
sembra precipitare e si vuole salvare il salvabile.
- (obsol.) Ai
tempi in cui i transistor cominciavano a prendere piede, i tubisti erano
i sostenitori dell'assoluta e indiscutibile superiorita' delle valvole
termoelettroniche - gente come il __pma__,
insomma.
-
1. Abbassare il livello di privilegio di un utente su un BBS, in genere a causa di un suo comportamento
particolarmente scorretto. - 2. In senso lato, privare un qualunque
utilizzatore di un calcolatore dei suoi normali privilegi, per impedirgli
di compiere altri danni - tipicamente in buona fede, ma pur sempre danni.
Etim. Dall'inglese twit (stupido, cretino), il più basso livello di accesso
concesso nei sistemi Fido.
- Acronimo per Una
Beata Mazza, reso noto in ambiente telematico da Andrea Mennini e
piuttosto usato per esprimere disinteresse totale verso qualcosa
("Non me ne frega UBM!") oppure ignoranza abissale nel campo
informatico-telematico ("Non capisce UBM!").
- Terminare
brutalmente un processo, tipicamente perché è l'unico
sistema rimasto dopo che le buone maniere non sono servite a niente.
Sin.: killare,
stoppare (sign. #1).
-
Windows (non X Window, ma la versione Microsoft). Da
pronunciare con ogni U marcata moltissimo. Anche nella forma
"uindous for uorgroup", pronunciata come si scrive (o scritta
come si pronuncia? Beh, fate voi).
- Microsoft
Word(TM), quello che probabilmente è il più usato
programma di videoscrittura e che ha creato da solo un mercato per hard
disk più capienti e processori più veloci in modo da
poterlo utilizzare. Penso sia superfluo aggiungere che l'estensore di
questo testo *non* utilizza uord a meno di turpi minacce indirizzate nei
suoi confronti.
-
Spedire un programma a un BBS, perché venga da esso distribuito.
Non è detto che chi uppa un programma l'abbia scritto: può
averlo semplicemente prelevato da un altro BBS e mandato a questo solo
perché il sistema non gli dava più il permesso di puppare
files (v. puppatore). Etim.:
dall'inglese upload (caricare).
- 1. Immettere
nel mercato un prodotto. "Adesso che la Borland è uscita col
C++ 3.1, Microsoft deve correre ai ripari, o perderà la quota di
mercato che gli resta". - 2. Terminare, detto di un programma. Il
verbo viene utilizzato in questo senso se interessa il valore esplicito
con cui il programma termina. "Se non gli passi parametri, PKZIP
esce con una lista delle possibili opzioni".
- Serie
di messaggi in concatenazione, ciascuno dei quali quota integralmente il
precedente, ottenendo così una lista di battute di notevole
lunghezza, e tutte col giusto numero di simboli di indentazione.
L'origine del termine arriva da Bologna, ed è uno dei pochi di
cui si conosca la storia completa. Il professor Max Ferri, oltre che
scrivere in Fidonet, è anche un donatore di sangue, e ogni tanto
mette nelle aree locali un messaggio invitando tutti a trovarsi presso
la locale associazione. Uno di questi messaggi aveva come titolo
"Vampiration", e tutti hanno cominciato a rispondere a questo
messaggio citandolo tutto, e a rispondere alle risposte citando
messaggio e risposta... Probabilmente l'associazione all'idea di un
vampiro che succhia le parole altrui ha fatto la fortuna del termine.
-
Una variabile (convenzionalmente scritta in caratteri maiuscoli) che può
venire settata dal sistema operativo o
dall'utente stesso, e il cui valore viene automaticamente passato ai
processi che vengono lanciati. Un esempio di
variabile d'ambiente è HOME, che indica la directory in cui un
utente si trova immediatamente dopo essersi collegato. Etim.: dall'inglese
environment variable.
- Di output di
un programma, che scrive molte informazioni. Tipicamente si ottiene usando
l'opzione -v quando il programma viene lanciato. Etim.:
dall'inglese verbose.
- Termine che, come il ben noto
"ai bei vecchi tempi", ha un significato diverso a seconda di
chi lo pronuncia. Chi programmava già su un dinosauro considera un V.P. chi è
capace ad inserire direttamente il codice in linguaggio macchina dal
pannello di controllo di un mainframe; i novellini del giorno d'oggi si
accontentano del fatto di sapere scrivere un programma in C che funzioni
al primo colpo. Il vostro affezionato estensore preferisce considerarlo
l'insieme di coloro che hanno capito che il primo vero linguaggio
è il FORTRAN (tutto maiuscolo), che il C è stato studiato
in maniera abbastanza carina, anche se l'obbligo di prototipare le funzioni è stato un
duro colpo - ma c'è sempre la scappatoia di dichiarare un numero
variabile di parametri - e che il
Pasquale serve soltanto a far credere alla gente di sapere
programmare, mentre invece è una vera e propria gabbia contro la
sana fantasia del programmatore che deve scorrere libera attraverso il
codice.
-
L'Editor. A quelli che mi stanno per linciare perché per
loro L'Editor è emacs, faccio notare che emacs è un modo
di vita, non un semplice editor; ai partigiani di
uord ricordo che quello è un word processor. Insomma, date
retta a me: se volete semplicemente scrivere un testo, imparate a usare
vi. Non ve ne pentirete.
- La trasposizione per personal computer di un "arcade"
(quelli che riempiono le sale giochi, per intenderci). Può
richiedere delle doti di abilità (si pensi al Tetris), o essere
semplicemente uno spara-spara. Confr.
avventura.
- Utente decerebrato in grado di spendere milioni in
messaggerie Videotel. Riconoscibile dall'uso di frasi tipiche "CIAO
DA DOVE DGT" (l'abbreviazione dgt per "digiti" gli fa
credere di essere molto intelligente e spiritoso). Da rilevare la totale
assenza di punteggiatura e minuscole. Esistono anche videotelioti che
non usano affatto maiuscole; in ogni caso la nozione che le lettere
dell'alfabeto sono 52 non è ancora entrata nella loro testa, come
si può notare anche dal fatto che alcuni di essi hanno deciso che
bisogna scrivere tutte le c dure come k: "PERKE' KOSA C'E' KE NON
VA?"
- Ormai
che il concetto di realtà virtuale è relativamente noto al
mondo, anche se nessuno è d'accordo sul suo significato preciso,
vale la pena di ricordare che l'aggettivo "virtuale" è
usato molto spesso per indicare qualcosa che esiste solo
convenzionalmente. Ad esempio, se capita di avere una festività
il lunedì, si può affermare che il martedì seguente
è un "lunedì virtuale", nel senso di inizio
della settimana lavorativa; se Tizio è assente ad una riunione,
ma ha lasciato delle note sugli argomenti da trattare, quelle note
possono essere definite il "Tizio virtuale".
- In questo
lessico non poteva mancare il termine che ha portato a una delle
più grosse serie di fiamme mai
apparse in Fidonet. Chi di voi è
stato costretto a studiare biologia si ricorderà che i volvox
sono stati i primi organismi pluricellulari comparsi sulla faccia della
terra. Secondo una corrente filosofica che ha trovato fertile terreno
nell'area dedicata alle (ri)creazioni al calcolatore (la famigerata
Dewdney che godette di un periodo di notorietà più che
esagerata), questi organismi furono i primi ad avere il diritto alla
morte, perché un essere cellulare è in un certo senso
immortale. Chi voleva difendere il "diritto alla
mortalità" si radunò sotto il nome dei volvox.
Immediatamente si formò un altro gruppo, che sarebbe stato
più che contento di aiutare i volvox a raggiungere il loro fine
ultimo, e questi furono chiamati antivolvox, o "immortali". I
vecchi frequentatori delle aree ci tengono molto a che non venga
sbagliato il gruppo cui appartengono. State attenti, perciò...
- Nome
spregiativo dato all'MS-DOS, che ha usurpato il nome di sistema
operativo. Altri termini utilizzati spesso sono "cessi-dos" e
"messy-dos". V. dosso.
- 1. Orribile neologismo che indica cosa succede quando
una volta raggiunto la fine di qualcosa si ricomincia da capo senza
fermarsi: può essere la ricerca di una parola all'interno di un
file, oppure un contatore che una volta arrivato a 65535 ricomincia da
zero. D'altra parte, non me la sento proprio
di consigliare "ciclare" come alternativa autarchica: il
rimedio sarebbe peggiore del male. - 2. Invece di
chiamare direttamente un programma, farlo fare dall'interno
di un altro piccolo programma che fornisca un'interfaccia migliore,
Insomma, un po'
come il salumiere che incarta il prosciutto per non sporcarci tutti.
- La World Wide Web, la Tela Totale Terrestre che avviluppa tutta
Internet col suo linguaggio ipertestuale HTML
e che è diventato l'ultimo must per chiunque voglia mostrare di
non essere l'ultimo arrivato nell'ambiente telematico.
- Tutti
sanno che significa "What you see is what you get",
cioè "otterrai quello che vedi". Pochi si sono accorti
che in realtà ci sono sempre delle minuscole quanto scoccianti
differenze tra quello che si vede a video (con una risoluzione di 72 o
al massimo 100 punti per pollice) e quello che si ha a stampante (almeno
300 punti per pollice). E allora, chi ve lo fa fare a sprecare CPU per
quella che in fin dei conti continua ad essere un'emulazione? Passate a TeX!
- Il modo più
veloce per riferirsi a X Window, l'ambiente grafico di base standard sui
sistemi Unix, che magari avete sentito anche denominare "X11
release 5" per specificare esattamente quale versione viene usata.
Era considerato un pachiderma, creato apposta dalle case produttrici di
hardware per costringere i clienti a potenziare tutte le loro macchine:
la comparsa di MS-Windows l'ha fatto diventare un ambiente veloce e
semplice da programmare.
- 1. Una sequenza speciale riconosciuta dai
mailer come l'inizio di una sessione di scambio posta. - 2. Per
estensione, un saluto a una persona durante un chat. Ad esso è
obbligatorio rispondere con 2U2, che in inglese si legge come "to
you too", anche a te, ed è la sequenza di risposta nello
scambio di posta.
- 1. (obsol.)
Modificare un programma direttamente dal linguaggio macchina. Molto
usato ai tempi del mitico Apple ][ plus, ormai il significato è
sparito. - 2. Cancellare completamente un programma dal disco rigido, riscrivendoci sopra
(tipicamente con una patterna)
perché non possa più venire ricuperato. - 3. L'azione che
fanno le testine di un disco rigido se per un caso malaugurato vengono a
contatto con la superficie magnetica; riconoscibile dal rumore tipo di
frenata molto brusca e dalla successiva impossibilità di usare
quel povero disco.
- Comprimere
una serie di file con un programma apposito. Il nome deriva da PKZIP,
uno dei più famosi di questi programmi. La variante arcare (da
ARC) è ormai obsoleta, e arjare /aerregeiare/ e lharcare
/elleaccarcare/ non sono molto usate, anche se molti preferiscono usare
questi programmi. Vedi anche
compattare. Viene usato anche spesso in maniera figurata: "Se
ci zippiamo un po', ci stiamo in sei in macchina".
- 1.
L'unità sovrannazionale base in
Fidonet. Esistono sei zone, di cui la prima comprende gli USA, la
seconda l'Europa e la terza l'Estremo Oriente. - 2. L'unità
amministrativa a più alto livello delle reti che usano la
tecnologia Fidonet per lo scambio dei messaggi, ma sono indipendenti da
questa. Ad esempio la ZyXELnet, creata per scambiare informazioni tra i
possessori di modem ZyXEL, è situata in zona 16.