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IN ODORE SUAVITATIS

La polvere aveva imbiaccato la carne
che toccate che guardate, pervasa
da insetti sottocutanei traboccati
in drappelli di segni metaplastici
qui e adesso un parto, un partire.

Discinto e gualcito il libro bagno
d'inchiostro slavato giace nel vicolo
degli amori consumati inginocchiato
con le mani baciate in preghiera
e il corpo torpido di sonno
lambito da corridoi di formiche.
La lordura, destata da un serto di luce
nera che danza silenzioso il pallore
macchiato di formiche. Le formiche
che schiaccio intontito dalla danza
d'una persona, fossero vermi, un giorno
lascerebbero il corpo, in uno sboccio d'ali.
La danza d'una persona spirali
di un volo senza spicco, di chiome
d'altre persone prossime, in corteo.
Anche ai vostri gridi colmi dono
questo corpo di parole non sentite
nella forma dell'amore, un sussurro.
Un Sebastiano consumato, nella piazza degli specchi
legato a una videocolonna, bocca di glicine privata
di sordità costretta a vedere. Un Sebastiano dicono,
senza sboccio d'ali la carne gonfia si squama in petali.

In ogni specchio un'arpa muta
di un'arpa che vocia parole
di fronte a video concertanti
che attendono di udire risposta.