1936Cronologia storica
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1936

PIRIE E BAWDEN ISOLANO PER LA PRIMA VOLTA UN VIRUS

Il chimico inglese Norman Pirie (1907-) e il virologo inglese Frederick Bawden (1908-1972) isolano per la prima volta un virus, il cosiddetto «mosaico» del tabacco, la cui esistenza era stata ipotizzata oltre 40 anni prima da Ivanovsky . L'isolamento del primo virus è reso possibile dal microscopio elettronico (Ruska). 1 due ricercatori decifrano anche la struttura molecolare del virus, che scoprono essere composta da proteine e Rna .

 

 

 1936

DANIELE BOVET ISOLA

IL PRINCIPIO

DEI SULFAMIDICI

Lavorando sul Prontosil all'Istituto Pasteur di Parigi con Fflomena Nitti (figlia dello statista Francesco Saverio e che diventerà sua moglie), il chimico italiano di origine svizzera (1907-1992) scopre che il principio attivo del farmaco è una molecola di zolfo, ossigeno, idrogeno e azoto chiamata «raggruppamento sulfamidico». La scoperta permette di sviluppare in breve una serie di famiglie di farmaci allargando lo spettro di attività della sostanza. Bovet resterà noto anche per la scoperta del curaro sintetico, che rivelerà di grande importanza nell'anestesia e per i primi studi sui farmaci antistaminici. Gli sarà conferito il Nobel nel 1957 per queste scoperte.

 

 

1936

PRIMA LENTE A CONTATTO IN PLEXIGIAS

La società tedesca IG Farben (Basf realizza la prima lente a contatto infrangibile in plexiglas .

 

 

 

1936

KONRAD ZUSE COSTRUISCE

IL PRIMO COMPUTER EILETTROMECCANICO

Nel salotto della casa dei genitori a Berlino, l'ingegnere tedesco Konrad Zuse (1910-) costruisce quello che è considerato il primo computer elettromeccanico moderno, lo Z-l. Con Zuse i due filoni del calcolo, quello filosofico-concettuale del linguaggio binario (Boole), e quello elettromeccanico a schede perforate (Hollerith), finalmente si uniscono: lo Z-1 è un calcolatore a relè (Henry) in grado di lavorare solo su due numeri, lo zero e l'uno, ai quali si può far corrispondere qualsiasi grandezza da elaborare. Negli anni seguenti, il giovane ingegnere realizza, sempre nel salotto dei genitori, altri modelli basati sullo stesso principio di funzionamento.Zuse non riceverà una particolare attenzione dal mondo scientifico tedesco: Hitler stava già preparandosi alla guerra e agli ingegneri del Reich il solitario scienziato che costruiva macchine dalla «dubbia utilità » non interessa. Zuse sarà anche a un passo dall'inventare il primo elaboratore elettronico, macchina in cui non esistono più parti meccaniche in movimento ma solo circuiti elettrici, come nei computer di oggi. A suggerirgli di sostituire i relè con le valvole elettroniche è un collega, Helmut Schreyer, ma lo scienziato berlinese non darà peso ai suoi consigli. «Mi sembrava un'idea balzana, quella di usare le valvole degli apparecchi radio», ricorderà Zuse.