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Inferno

34. Quanto 'l senso s'inganna di lontano (XXXI, 26).

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Poco portäi in là volta la testa,
che me parve veder molte alte torri;
ond' io: «Maestro, dì, che terra è questa?».

Ed elli a me: «Però che tu trascorri
per le tenebre troppo da la lungi,
avvien che poi nel maginare abborri.

Tu vedrai ben, se tu là ti congiungi,
quanto 'l senso s'inganna di lontano;
però alquanto più te stesso pungi».

Poi caramente mi prese per mano
e disse: «Pria che noi siam più avanti,
acciò che 'l fatto men ti paia strano,

sappi che non son torri, ma giganti,
e son nel pozzo intorno da la ripa
da l'umbilico in giuso tutti quanti».

 

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