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"L'interpretazione visiva della Divina Commedia di Achille Incerti"
Note di Tina Pascarella Incerti

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INFERNO

           L’incontro con Dante, l’incontro col grande tema della Divina Commedia, da’ ad Achille l’opportunità di realizzare un desiderio antico. Dare vita ad una  esistenza vissuta tra realtà e sogno. Tornare ai ricordi lontani e magici dell’infanzia a Zurigo, quando il lago diventava una pista di pattinaggio e, alzando gli occhi al cielo, si vedevano i primi apparecchi volare: sembravano pezzi di carta che svolazzavano e volteggiavano tra le nuvole. Tornare con la memoria alla guerra, alla crudeltà e alla fame così dolorosamente subite, alla malattia che segnò profondamente la sua vita. E scoprire una voglia di dire, di esprimere tutta quella carica d’umanità che egli avrebbe potuto realizzare solo attraverso la pittura.

1. IL RITRATTO DI DANTE (vai all'immagine)
            Il ritratto di Dante: forse il primo non di profilo. Un Dante arcigno, disgustato e amareggiato. Dante ed Achille si sono piaciuti subito, entrambi “moralisti” per il loro rigore, lealtà e senso di giustizia. Questo ci porta a riflettere al tema predominante della Divina Commedia. Dante, infatti, aveva fondato il suo capolavoro sul peccato, su quel senso di colpa, che il Cristianesimo, a differenza delle religioni e delle dottrine filosofiche dell’antichità greco-romana, aveva posto al centro della sua teologia, e che nel Trecento era diventato, anche tra i laici, la grande preoccupazione della cultura dominante. Nel Trecento sorse a livello collettivo una specie di malattia  “dello scrupolo”, un senso di colpa che divenne sempre più una paura intima: la paura del proprio io.
            E come il capolavoro dantesco è davvero il centro della storia del peccato in Occidente, così nella Commedia dipinta da Achille Incerti si ritrovano tutti i temi trattati nella sua produzione d’artista: i mali delle donne e degli uomini del Duemila, espressi in una pittura definita da lui stesso pittura di impegno sociale, di denuncia. L’inferno condanna la guerra, la crudeltà, l’ipocrisia, la corsa alla ricchezza e al benessere materiale. Temi, questi, che ci riportano al disprezzo delle cose terrene tanto propagandato dall’ideale ascetico del Medioevo.

2. LA SELVA OSCURA (vai all'immagine)
            La figura rossa è Dante, smarrito in “una selva oscura”, fitta d’alberi che hanno perso la chioma. Sono come sbarre di una prigione: si aprono al passaggio di Dante per poi richiudersi immediatamente dietro di lui.

3 e 4. L’INCONTRO CON LE FIERE E L’AIUTO DI VIRGILIO (vai all'immagine 3, vai all'immagine 4)
            Virgilio, la figura blu, esorta Dante ad intraprendere il viaggio della purificazione della sua anima. I colori dominanti dell’inferno sono il rosso, il nero e il giallo dell’oro.

5. GLI IGNAVI (vai all'immagine)
            Paesaggio quasi lunare. Tra i massi squadrati appaiono qua e là bagliori di fuoco. Al centro una sorta di trottola che gira creando un vortice d’anime bianche, una poltiglia biancastra, tormentata da grossi mosconi. Ai lati gli alberi-sbarre.

6. CARONTE (vai all'immagine)
            Non ci sono massi o scogli in mezzo al fiume infernale, ma cannoni. L’inferno, perduta ogni speranza, è una condanna alla guerra e alla violenza. La visione del quadro è dall’alto, per rendere più visibile l’orrenda avanzata di Caronte, che affonda il remo nelle bocche di cannoni tra la disperazione delle anime dannate.

8. I LUSSURIOSI - PAOLO E FRANCESCA (vai all'immagine)
            Le sbarre si aprono (tema ricorrente in moltissimi quadri dell’Inferno), Dante e Virgilio entrano a vedere sciami d’anime avvinghiate. Tra essi i due amanti: Paolo e Francesca. Bagliori e scintille di fuoco, pennellate rosso vivo appaiono tra rocce squadrate e bocche di cannone.

9. I GOLOSI - CERBERO (vai all'immagine)
           Sembrano vedersi coni di gelato che si sciolgono. Intorno una pioggia mista a grandine. Il mostro Cerbero con le tre teste stilizzate al centro della tela.

12 e 23. GLI ERESIARCHI - FARINATA DEGLI UBERTI (vai all'immagine 12, vai all'immagine 13)
            Alti grattacieli sono ammassati a formare un’improbabile città tra alti cannoni. Sulla sommità di un grattacielo i due poeti, le figure rosso e blu, sono saliti su una sorta di podio e dominano la vallata. Alla vista si mostra una distesa di bare infuocate. Tra scintille di fuoco che sembrano fiori, ecco apparire Farinata degli Uberti.

15. I VIOLENTI CONTRO IL PROSSIMO - I TIRANNI (vai all'immagine)
            I cannoni gettano sangue. I cavalli, costretti alla guerra dagli Uomini, sono diventati centauri e giustizieri di coloro che tanta violenza e morte hanno causato. A rilevare la crudeltà del canto lame taglienti si alzano sullo sfondo, dietro le bocche di cannone.

16. VIOLENTI CONTRO SE STESSI - PIER DELLE VIGNE - LE ARPIE (vai all'immagine)
            Le Arpie sono uccelli con il volto di donna che straziano le anime-albero. I colori sono quelli tipici di tutto l’inferno: il rosso (del cielo, del sangue), il nero (degli alberi-sbarre, del buio).

17.  I BESTEMMIATORI (vai all'immagine)
            Al centro del quadro un’arena, nella quale le anime devono continuamente correre per non essere colpite da fiammelle che scendono dal cielo. Altre, invece, sono costrette all’immobilità. Intorno la foresta dei suicidi, la foresta degli alberi-anime. Dante e Virgilio nuovamente su un podio.

18.  I SODOMITI - BRUNETTO LATINI (vai all'immagine)
            Le sbarre si aprono e i due poeti camminano sul bordo dell’arena. L’anima che cerca di abbracciare Dante è quella di Brunetto Latini, maestro del sommo poeta. Ancora una volta la scelta felice di colori e della composizione della tela danno al quadro grande fascino e grande intensità.

20. GERIONE (vai all'immagine)
            Animale mitologico trasformato in uno Sputnik. Nella carlinga sono posti Dante e Virgilio, pronti a spiccare il volo per lasciare quel luogo orribile popolato di cannoni.

21. GLI ADULATORI (vai all'immagine)
            Questa volta i cannoni sputano sterco, nel quale stanno immerse le anime. Alle spalle dei due poeti tronchi d’alberi trasformati in bare. Il puzzo è tale che Dante e Virgilio sono costretti a tapparsi il naso. Quell’arco bianco, che spesso vedremo nelle tele successive, è il ponte che unisce i vari gironi.

22. I SIMONIACI (vai all'immagine)
            Qui sono coloro che hanno commerciato in cose divine, e i Papi nepotisti. In fondo ad una sorta di navata troviamo il luccichio dell’oro, altro colore dell’Inferno.

23. GLI INDOVINI (vai all'immagine)
            Sfilano anime con le facce ritorte all’indietro. Camminano sopra ad una pedana mobile, forse una catena di montaggio. Le pareti sono formate da tanti quadretti, all’interno dei quali è celato un mistero, qualcosa da indovinare. I due poeti sono sul ponte che unisce e collega le due pareti laterali.

26. GLI IPOCRITI (vai all'immagine)
            Cannoni a raggiera all’interno di un cerchio rosso, col cuore d’oro sporco di sangue: forse un sole malefico… Le anime degli ipocriti, che uccidono subdolamente con l’inganno, camminano lentamente appesantite da cappe di piombo dorate. Procedono con passo cadenzato attraverso una valle di morte realizzata da miriadi di teschi. Per evidenziare la difficoltà della marcia la strada è a zigzag.

27. I LADRI (vai all'immagine)
            Una strada lastricata da lingotti d’oro. Le anime tormentate sono situate in botole con serpenti che si avvinghiano ad esse. Il serpente è simbolo dell’astuzia, quell’astuzia che i ladri hanno tanto usato in vita.

30. I CONSIGLIERI FRAUDOLENTI - ULISSE E DIOMEDE (vai all'immagine)
            Fuochi fatui. Scintille, che vanno dal rosa al rosso intenso, illuminano il quadro e sembrano lucciole in una notte estiva. Una fiamma è più grande di tutte le altre: racchiude insieme le anime di Ulisse e Diomede.

33. I FALSARI (vai all'immagine)
            La vista che si presenta ai due poeti è più che mai singolare: sono i falsari di monete sofferenti di idropisia, ossia soffrono la sete. Una di loro, in particolare, cattura l’attenzione dei due poeti: ha il pancione gonfio, tanto che assomiglia ad un liuto. Ancora una volta l’arco bianco, che fa da ponte unendo un girone all’altro.

36. IL CONTE UGOLINO (vai all'immagine)
            E’ certamente uno dei personaggi più famosi. In mezzo alla landa gelata, tra pennellate che vanno dal bianco al celeste, spicca il rosso del sangue che fuoriesce dalla testa dell’Arcivescovo Ruggeri. Il cielo è più nero che mai. S’intravedono riccioli di pennellate bianche che suggeriscono l’effetto del vento. La presenza di una sorta di pianeta gelido accentua l’intima freddezza dominante tutto il canto.

38. LUCIFERO (vai all'immagine)
            Il diavolo è un mostro di oggi. Gli occhi sono cannoni, le orecchie missili con testate nucleari. Le dita delle mani hanno forma di missili che tengono stretto il mondo. L’umanità è ridotta in poltiglia. E tutto poggia su una base d’oro sporca di sangue. Questo mostro non è altro che il MALE.


PURGATORIO

39. I DUE EMISFERI TERRESTRI (vai all'immagine)
            Più facile è stato illustrare l’Inferno, più vicino alla natura umana: le prime tavole sono nate quasi spontaneamente. Affrontando il Purgatorio sono arrivate le difficoltà. Entrare nello spirito dantesco nel raccontare il passaggio dal regno della disperazione al regno della purificazione ha creato non poche preoccupazioni per chi, per la prima volta, studiava il capolavoro dantesco.
            La sfera rappresenta la terra, divisa in due emisferi esattamente uguali dalla linea dell’equatore: metà oceano, metà terre emerse. Il Purgatorio è una montagna che sorge nell’emisfero australe. Dalla parte opposta, cioè in quello boreale, la città di Gerusalemme: città simbolo non solo di tutta la cristianità, ma anche dell’islamismo e dell’ebraismo.

41. L’INCONTRO CON CATONE (vai all'immagine)
            Siamo sulla spiaggia dell’Antipurgatorio. Il paesaggio è cambiato dall’oscurità alla luce del mattino. Gli alberi hanno di nuovo la loro chioma. Sul lato sinistro s’intravede la montagna stilizzata del Purgatorio. Quattro stelle, le quattro virtù cardinali, illuminano Catone. Le stelle, dipinte con pennellate a raggiera, creano un affascinante effetto di luce.

43. LO SGOMENTO DI DANTE (vai all'immagine)
            Pochi sono gli elementi di questo quadro: i due poeti, il sole, il mare, la spiaggia. Mentre il sole s’alza all’orizzonte Dante vede davanti a sé la sua ombra e non quella di Virgilio (che non può fare ombra); ha un attimo di smarrimento, teme di essere stato abbandonato.

44. ANTIPURGATORIO - I NEGLIGENTI (vai all'immagine)
            L’ascesa al monte del Purgatorio è resa difficile da questa parete perpendicolare: bisognerebbe saper volare. Cromaticamente riuscito il contrasto di colori tra il bianco delle anime e il nero del monte.

47. ANTIPURGATORIO - I MORTI VIOLENTEMENTE (vai all'immagine)
            Le anime si accorgono di Dante. Cubi, parallelepipedi ammassati per rappresentare la città del futuro o forse già del presente. Grattacieli senza aperture: una completa assenza di comunicazione. Tutto questo rende più profonda e insopportabile la solitudine.

48. ANTIPURGATORIO - I MORTI VIOLENTEMENTE (vai all'immagine)
            Incontro con Jacopo del Cassero, Bonconte da Montefeltro, Pia dei Tolomei. Le anime sono sedute a terra; alcune di loro, ad una ad una, parleranno con Dante. Colpisce in questa tela la grande grata bianca sul fondale di una sorta di scena teatrale. E’ una prigione nella quale le anime dovranno restare fino alla completa espiazione della pena.

49. ANTIPURGATORIO - LA VALLETTA FIORITA (vai all'immagine)
            La valletta dei principi negligenti. Dante e Virgilio sono con Sordello. La vista, d’enorme effetto metafisico, è dall’alto di un balzo scosceso. La valle è circolare, con alberi dalla chioma d’oro. Intorno fiori variopinti.
            Achille Incerti per rappresentare questo quadro ricorre al suo vecchio mestiere di decoratore, di quando, in età giovanile, abbelliva le case della ricca borghesia milanese. E’ forse per questo che molte delle tele più suggestive sono viste nella prospettiva di chi dipinge da un’impalcatura. La scuola di bottega gli darà, poi, la possibilità d’utilizzare simboli e soluzioni cromatiche, che lo avvicinano alla sapienza di un maestro medioevale ma che sa usare con linguaggio attuale.

52. LA PORTA DEL PURGATORIO (vai all'immagine)
            Si intravede un angelo, offuscato dal bagliore di una spada fiammeggiante. La porta dietro di lui è a punta di diamante, come in molti palazzi del Medioevo. Tutto intorno marmo; il pavimento a scacchiera; le piante ai lati dell’ingresso esattamente uguali e stilizzate. Tutti elementi atti a rilevare il rigore del luogo. Rigore, pure, nella diversa colorazione dei tre gradini sui quali è seduto l’angelo. Il primo è di marmo bianco, liscio e terso; il secondo è fatto di pietra ruvida di colore turchino - violaceo; il terzo è di porfido colore rosso sangue.

56. I SUPERBI (vai all'immagine)
            Gli esempi di superbia punita. Il paesaggio è contemporaneo: grattacieli ammassati in una completa assenza di verde. Lungo il viale-cornice si trovano le statue spiccano per il loro biancore in contrasto col viola della strada.

57. GLI INVIDIOSI (vai all'immagine)
            Le anime degli invidiosi dagli occhi cuciti. Dietro di loro un gran pannello, sul quale sono stilizzati, all’interno di vari quadratini, i bulbi oculari.

59. GLI IRACONDI (vai all'immagine)
            Paesaggio quasi lunare. Ma i colori sono molto caldi: il sole è una palla infuocata, il cielo ha striscie di vario colore, dal rosa, al rosso, al marrone, fino ad arrivare al blu. Pure gli alberi, di un arancione acceso, sono realizzati con tonalità calde. In alto a sinistra il fumo intenso, nel quale si trovano le anime degli iracondi.

61. GLI ACCIDIOSI (vai all'immagine)
            La croce di Sant’Andrea. L’impiccata. L’usignolo. Dante ha tre visioni d’ira punita. Queste immagini sono come dei flash viste all’interno di bollicine d’acqua, o forse di sapone. La prima visione è tratta dalla mitologia classica: Progne trasformata in un usignolo. La seconda, invece, è della Bibbia: Amman crocefisso. L’ultima, dall’Eneide, racconta di Amata suicida. Siamo al tramonto, colori e luci sono caldi. Il paesaggio colpisce, nonostante tutto, per la pace e la dolcezza che trasmette. Le colline tondeggianti hanno colore ocra, terra di Siena.

62. GLI ACCIDIOSI (vai all'immagine)
            E’ mezzanotte nel cielo splende una luna fatta a secchiello. Questa cornice assomiglia ad una lunga autostrada, sulla quale camminano le anime degli accidiosi. Ancora una volta colpiscono i colori degli alberi, rosa, e del bordo strada: suggeriscono un’atmosfera di mistero notturno.

63. IL SOGNO DI DANTE (vai all'immagine)
            Dante sogna una donna bruttissima, guercia e balbuziente, che rivela d’essere una sirena che incanta i marinai. Alberi stilizzati, colline dolcemente tondeggianti, il cielo blu intenso con la luna piena di colore bianco trasmettono pace e tranquillità. Virgilio dorme assieme a Dante come dormirebbe uno di noi sull’erba, in cerca di riposo. Tutto questo li umanizza e li avvicina a noi.

64. AVARI E PRODIGHI (vai all'immagine)
            La lupa domina una grande metropoli d’oggi, fatta di grattacieli senza finestre dove regna l’incomunicabilità. Si rimane chiusi in se stessi in tali abitazioni, che assomigliano più a prigioni che a luoghi dove vivere ed incontrare gente. Sono le case degli avari, avari soprattutto nell’avere e nel condividere sentimenti. La strada è strettissima: le anime sono costrette a procedere carponi; i due poeti stanno aggrappati ad una sorta di rete per non cadere.

67. I GOLOSI (vai all'immagine)
            Ecco apparire un albero carico di frutti odorosi con i rami più corti in basso e più lunghi in alto, così che nessuna anima vi possa salire. La frutta, posta sopra enormi vassoi, è di dimensioni gigantesche per sottolinearne la bellezza, ma soprattutto il desiderio che suscita. Da una roccia sgorga acqua limpidissima. Le anime dei golosi, bianchissime e magrissime, cercano invano d’accaparrarsi i meravigliosi frutti. Dante e Virgilio sono con il poeta Stazio.

69. LA SCALA DI FUOCO (vai all'immagine)
            Eccoci di fronte alla scala che, diritta, conduce al Paradiso Terrestre. Virgilio rivolge a Dante parole di esortazione, perché per poter raggiungere il Paradiso Terrestre, simbolo della felicità terrena, dovrà superare una terribile barriera di fuoco. La montagna è formata da rocce stilizzate. La strada,  rossa, è una lingua di fuoco che riflette la  fiamma purificatrice.

70. PARADISO TERRESTRE - MATELDA (vai all'immagine)
            Matelda come una ballerina leggiadra saltella qua e là raccogliendo fiori. Il paesaggio è una  esplosione di colori: alberi variamente colorati, tutti collocati con rigore geometrico su un tappeto di fiori. Il tutto ricorda gli arazzi del Trecento. Lo stupore e la meraviglia di Dante sono evidenziati dalle mani enormi che si allargano in un gesto d’ammirazione ed incanto.

71. LA PROCESSIONE DEI CANDELABRI (vai all'immagine)
            E’ notte. Gli alberi, gli uccelli bianchi, il fiume Letè, realizzato con una serie di piccole onde, creano un’atmosfera di fiaba. Un bagliore improvviso si diffonde per tutta la foresta. E’ una mistica processione. Candelabri antropomorfi camminano lasciando strisce luminose, pennellate di luce. Dietro i ventiquattro seniori, i quattro animali, il carro della Chiesa. A chiudere il corteo il grifone alato.

72. L’APPARIZIONE DI BEATRICE (vai all'immagine)
            Beatrice appare nell’ora più dolce e serena del mattino, in un cielo azzurro. Il sole è un po’ velato, la luce è soffusa. Beatrice è immersa in miriadi di nuvole. Il capo coperto da un velo bianco, è avvolta in un manto verde, sopra un vestito colore rosso fiamma.
            Il canto XXX è dedicato a tutte le donne, è un omaggio a tutte, indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione e dalla condizione. La donna, per natura meno conservatrice e meno conformista dell’uomo, è più propensa ad accettare nuove idee, ad accettare il diverso. Per questo riesce a superare barriere e pregiudizi. E questo bene sa Achille Incerti, che ha sempre riposto una gran fiducia nelle donne, e nel loro modo tutto femminile di risolvere i problemi, di capire le situazioni con sensibilità e garbo.

73. IMMERSIONE DI DANTE NELLE ACQUE DEL LETE’ (vai all'immagine)
            Matelda, la bella donna che Dante aveva visto danzare tutta sola nella divina foresta, lo esorta a tenersi stretto a lei per non annegare. Matelda apre le braccia, cinge con loro la testa di Dante e gliela immerge nel fiume in un atto rituale, che ricorda il battesimo per immersione praticato nel Medioevo. Tronchi bianchi (non più i tronchi-sbarre dell’Inferno), rami verdi e prati fioriti vogliono esprimere visivamente la gioia del luogo di delizie.

75. LA PURIFICAZIONE DI DANTE (vai all'immagine)
            Da una stessa sorgente sgorgano due fiumi che scorrono in direzioni diverse. Sono il Letè e l’Eunoè. Dante è con Beatrice, le sette donne sue ancelle, e con Matelda. Forma e disposizione geometrizzate per questi alberi dalle fronde variopinte. Fiori bianchi illuminano la tela. L’immagine esprime la promessa di felicità e di vita.

 


PARADISO
(vai alla prima immagine)

E’ un paradiso per tutti, credenti e non.
Per tutti coloro che professano religioni diverse.
Non è stata presunzione non seguire alla lettera il testo di Dante, è, piuttosto, la fantasia di Achille ad essere stata sollecitata dalla lettura dantesca.
Si tratta di affrontare un’impresa difficile e disperata: esprimere la felicità, la beatitudine, rappresentare, cioè, quel sentimento che dentro di noi è il paradiso.
Il paradiso è un cielo stellato in una notte d’estate?
Oppure il cielo dei tropici al disopra di qualche sognata isola dei mari del Sud? O è il mistero della vita, di cellule che si aggregano, si moltiplicano, si dividono, si allontanano?
E’ tutto quello che hanno visto astronauti a bordo di navicelle spaziali: essere immersi, cullati e ovattati in un mare infinito?
E’ la luce?
E’ un ingranaggio perfetto che fa muovere tutte le cose del creato, è semplicemente l’Amore?
Fiori, frutti, colori, ingranaggi, sfere, sfere- nuvole,sfere-cellule, raggi di luce.
Cieli stellati, armonie che diventano poesia, musica.

TINA PASCARELLA


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