DARIO
RIZZO
Pensavo,fermo lì in macchina; la
pioggia veniva giù a gocce... a rivoli sul vetro. Disegni
strani, passanti, illuminati dai lampi. Ho un pò di freddo.
Il solito vento
.cappello
abbassato sul viso, esco dalla macchina, giubbotto tutto
abbottonato e in testa tanti pensieri. E una prova dura, ma
in fondo una soluzione ci sarà; non voglio perdere.
Abbiamo fatto, sembra, tutto quanto
potevamo:
occupazione, manifestazioni, scritto
articoli, intavolato trattative, ma sento... sento che manca
qualcosa; è questo il pensiero che ormai da più giorni mi
rode e mi rende irrequieto e fa si che la rabbia aumenti
sempre più...
Pensando sono arrivato ai gradini della
clinica, li salgo, apro la porta e... seduta di fronte vedo
la signora Antonietta,oltre 40 anni di lavoro, in silenzio...
che piange, un pò come si fa da noi quaggiù in Calabria,
con voce sommessa, fatta di speranza, disperazione mista a
rassegnazione. Mi siedo... ho un nodo in gola... avrei voglia...
ma sto in silenzio con la testa abbassata, fra le mani.
Cedere... penso alla mia bambina che è così cara, non sà,
non capisce, ha quattro anni. Già... ma quante altre bambine
hanno un papà disoccupato...?Quante...? E i miei colleghi...?
Amici...? Le famiglie...? Quanta disperazione spesso nascosta...
La disoccupazione reale è differente
da quella parlata e guardandoci scopriamo a occhio nudo i
segni dentro di noi. Gesti, parole, insulti che mai avremmo
pensato di dire... oggi con dentro quei segni diventano
scontati. Ognuno cerca di far coraggio agli altri, ma le
fratture silenziose, inesorabili, aperte in ogni famiglia,
lasceranno certamente il segno per molti anni, forse per la
vita. I turni di occupazione della clinica, aggiunti al
licenziamento, alla mancanza di soldi, all'avvenire sempre più
nero hanno creato un'atmosfera di fuoco. C'è nell'aria
costantemente una tensione cosi forte che si può quasi
toccare con mano. Che fare? Cosa faremo domani? Ho bisogno di
pensare... sento qualcosa... faccio fatica ad aprire la porta...
il vento, però, qua... non è mai cambiato. Vado verso il
fondo del terrazzo a piano terra... acqua... vento... E' buio...
guardo il cielo annuvolato... mio padre ricordo che un giorno
mi disse: "Figlio, fidati solo delle tue spalle, delle
tue
..
Torna Indietro