Nel 1993 il primo concerto nel piccolo Teatro San Giovanni Bosco a Modena, dopo che l’anno prima in quel di Campogalliano erano stati organizzati tre concerti al dancing la Montagnola. Queste sono le origini del primo festival jazz della città di Modena del terzo millennio, che si svolge in questo 2001, che si presenta come l’anno del jazz per la nostra città.

L’associazione Modena Jazz Club, nasce ufficialmente nel 1993, dall’incontro spontaneo di alcuni appassionati con l’amore per la musica afroamericana. Sono passati ormai dieci anni e il 2002 si festeggerà il decennale. Ma le radici jazzistiche di Modena sono ben più lontane. Negli anni 50 e precisamente nel 54 si ricorda a Modena un festival jazz al Municipale (oggi Comunale) con tutti i gruppi italiani più importanti del jazz del dopoguerra. Nel 1955 poi il 18 dicembre al Municipale fu organizzato un memorabile concerto con Louis Armstrong e  a seguire poi negl’anni si esibirono tutti i grandi artisti americani… Alcune notizie, poi raccolte da vecchi jazzomani, ci portano al Guf, un bar in via Università dove fino al 1984 ci fu per l'appunto un bar con sala da bigliardo. Fu là che alcuni giovani nel primo dopoguerra(1947) ascoltando la radio inglesi e americane scoprirono il jazz e decisero di riunirsi in un jazz club Modena. Le origini del jazz a Modena sono quindi molto profonde ed è giusto avere nella nostra città, un vero e proprio festival, che coinvolga tutte le strutture, che siano pubbliche o private.  E altresì coinvolga   i musicisti, gli appassionati e i cittadini tutti.

 Un festival Jazz serve per capire e conoscere un genere musicale profondo e universale. Infatti anche se gli Stati Uniti sono la patria del jazz, mai come oggi, è viva ogni espressione jazzistica legata alle radici di ciascun popolo. Ed è grazie alle migrazioni e all’avvento di nuovi mezzi di comunicazione che la musica si trasmette rapidamente e si integra nel jazz. Uno dei primi appassionati che capì queste cose, fu Romolo Grande. Nostro cittadino illustre, amante del jazz, egli formò la sua orchestra nel 1953 e la diresse fino alla sua morte, che avvenuta alla fine dell’anno scorso. Ed è a questo artista che il Modena Jazz Club in collaborazione con  la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e con il patrocinio del Comune di Modena e della Provincia di Modena, vuole  rendere omaggio dedicandogli il Mo Jazz Festival 2001. 

 

Il Mo Jazz Festival 2001 si presenta a i cittadini con varie proposte, che attraversano luoghi e generi diversi. E’ iniziata  dai primi di gennaio una lunga programmazione alla Contrada della Scimmia, dove la direzione del Modena Jazz Club ha programmato una serie di tributi ai grandi del jazz. Si è svolto poi presso il liceo musicale Orazio Vecchi un laboratorio musicale per musica d’insieme, dove si sono contati più di 30 iscritti, i quali prenderanno parte ad un concerto che si svolgerà presso il Teatro Comunale il 31 marzo. Da oggi i concerti alla Contrada della Scimmia si intersecano con quelli nel Teatro delle Passioni e del Teatro Comunale. Il Modena Jazz Club conta sul sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che negli anni ha sempre creduto nelle capacità artistiche del club.

 

 Mai come quest’anno poi il Comune di Modena, ha appoggiato il nostro lavoro, con la missione d’integrare i propri programmi nei Teatri (Comunale e Passioni), che quelli didattici del Liceo Musicale parificato Orazio Vecchi. I responsabili delle strutture comunali indicate, hanno espresso da subito il loro favore nel progetto del Modena Jazz Club e noi ci auspichiamo, che anche le altre strutture musicali modenesi si integrino nel progetto del 2002 per festeggiare i dici anni del Modena Jazz Club.

Giulio Vannini

 

Il Programma delle Serate "2001"

Numerosi sono stati gli eventi di quest'ultima rassegna al Teatro Comunale.

Le serate si sono inaugurate con la New Emily Jazz Orchestra, venerdì 30 marzo. Questo concerto è stato diviso con il quintetto di Hengel Gualdi che si è esibito nella seconda parte. In questa serata è stato molto intenso il ricordo di Romolo Grande, la sua orchestra e la sua generazione si sono fusi ai nuovi jazz fans. La musica della Emily, infatti si è presentata come un mix di avanguardia e tradizione, dove lo swing è andato a braccetto con la musica contemporanea e la sperimentazione. Hengel Gualdi poi si è presentato per quello che è, cioè un talento straordinario di un musicista nato e vissuto dalle nostre parti, uno più grandi virtuosi del Clarinetto, che ancora oggi in compagnia di giovani partner è stato in grado di entusiasmare i palati più raffinati. 

Prima del concerto alle ore 18 presso l’Orazio Vecchi in via Carlo Goldoni 7, il M° Hengel Gualdi ha tenuto un incontro con i musicisti della scuola e con la cittadinanza. C’è da notare che Gualdi conseguì il suo diploma in clarinetto nella scuola modenese, il suo racconto intatti ha notevolmente stimolato  la platea presente di giovani artisti. 

Il 31 marzo è stata la volta poi dell’ensemble del Laboratorio sull’improvvisazione, che ha fatto da supporto alla prima nazionale della Reunion Big Band

La Reunion Big Band è nata da un idea di Marco Tamburini, Piero Odorici, Roberto Rossi e Marco Pellicani, quest’orchestra è formata da professionisti accomunati dalle stesso tipo di formazione e esperienze musicali. Il repertorio  ha compreso sia brani originali sia i classici delle grandi orchestre riarrangiati e rivisitati. 

 

Il 1 aprile c'e' stato poi il Tribute to Django Reinardt con il trio del chitarrista francese Romane, che è stato definito uno dei figli di Django. Romane, venuto per la prima volta in Italia, è un musicista straordinario, le sue doti musicali ricordano Reinardt, sia per il suo spirito zigano che per le sue interpretazioni e composizioni. Il concerto di Romane è stato  una sfida di virtuosismo, che ha unito il rigore e l’abilità per le splendide e profonde melodie interpretate con un’ispirazione decisamente contemporanea, sempre però “Jazzando” manouche.