Lanciammo i nostri corpi sulla Terra
Avanti che Questa vedesse il Tempo
Come fulmine e tuono, nel pianto
Partimmo poiché fu esso il Vento.
Memori d'Essere ancora oceaniche vele
Lasciammo la livida Luna
Senza pesare immensa la mole
Di sì dura planata ragione
In questo nuovo pianeta:
E pianeta del Sole!
Se conosceste la memoria dei Padri!
Memorie Giganti di eroi, Eroi Dei Giganti.
Queste risalgono quando Gigante
Il dolore della Madre ( Luna ) morente
Che perde i figli per l'occhio Gigante
Il volto trafigge d'ogni nascente
E per sempre fu allora Gigante
Dietro che la Terra credesse al Tempo
Come fulmine e tuono, nel pianto
Partimmo dunque, sfruttando il Vento.
* La storia dei Giganti è storia
Immortale, se bene muore,
Vecchio e notturno l’enorme Ciclope,
Eccolo! – Il narratore. *
In principio fummo quel Segno
Che in Cielo era noi stessi dal Cielo:
Luna Madre Crescente Pallore.
(Giunti,) Poggiati alle montagne
Colmammo valli di rosso fuoco.
Calda ogni lacrima piegata
Fu veloce riva salata.
Amari implorammo a quel fuoco:
Rosso che si facesse men cupo
E quieto, come la luce che viene dall’oro.
Ma invano (urlammo in quel canto) il canto ricadde per il peso
Intrecciato con versi (e) ululanti
Confusi per giungere al Cielo
Furono canti troppo pesanti.
Lassù la memoria
Galleggiava nel vuoto splendore,
Scoglio e tramonto di un mondo
Terribile e chiaro
Piccolo, leggero.
Ogni stella mancò del suo posto
Tirandosi dietro il filo dorato
Che all'eterno ci aveva legato.
Le nostre donne crebbero piccole
Le madri, restavano piccole come bambine.
I nostri padri non furono padri
Ma polvere nascosta dal tempo,
Nessun funerale fu pianto nel vento
Non si ebbe la Morte
Ma punizione e menzogne di madre.
Il seme del cielo uccideva
Non dava la vita, nel mondo solare
La gravità schiacciava i Giganti.
L'enorme peso delle gravidanze
Dava ossa brevi, cuori pesanti
Occhi abnormi e corpi doloranti
Giganti, come cerchi quadrati
Dal genere stesso fummo dannati.
Fu allora che perdemmo (in) Deiezione,
L'intera memoria per Quella religione(:)
(Che) (P)_porta prole senza nutrizione.
Nella notte come sterminati prati
Accecati dall'oro dei ricordi
Fummo preda, straziati e divorati
Dagli esseri più ignoti.
Giganti ci contammo solo all'alba
Tra i colori dell'Essere, lungo i bordi
Dove è prima d'Essere Uno, d'Essere arcano
Prima del despota Crono, dell'Essere umano.
Ignota legge ci fece mostro mortale
E fu legge fatale di questo pianeta
A cui bella, la Luna da sopra, guardava quieta.
Da noi imparammo a vedere!
Gli occhi si schiusero unendosi all'istante
Nella solitudine del Ferro che punisce
Venne l'assurda fine del Gigante
Con sparute stelle e rosse strisce
Perdemmo la voce dei nostri canti
Nel giro di Sole che oggi ci unisce
Il vuoto ci prese e ci seguì avanti.
Noi Giganti costruimmo immensi palazzi
(Noi costruimmo Giganti palazzi)
Contro ogni essere, scappammo!
Amnesie ordinate: ogni Sapere
Ad ogni costo andava perduto
Lottammo per tutto, anche tra noi
Alcuni per avere taciuto!
Le città: vuoti labirinti di marmo
Pieni di parti e sepolcri
Sepolcri di forma concentrica
Fu fatta la Sfinge
Temuta la Risposta!
Perché Madre Luna Crescente Pallore.
La notte venne vietata
Il sole cieco ebbe il suo Tempio
Dava luce ed oro ai ciechi
Essi ci seppellirono tra le rovine
Poveri figli immemori!
Mutammo Amore in nostalgia
Ci unimmo come bestie
Nacquero gli eroi più famosi
Goffi meticci la cui piccola carne
Soffrì dello spirito Gigante
Gli altri perirono tutti.
Anche gli eroi ebbero Madre mozzata
Padre di vetro, fluttuante.
Ma virtù loro era nostro vizio,
Ricordi senza memorie
Divina memoria, ma assente.
Da noi stessi imparammo a vedere!
Del Gigante si unirono gli occhi
Aprendosi all'istante.
Giganti fummo
- dimentichi poichéPartecipammo del dolore senza rinascita
Fummo dimentichi poiché senza sapere
Fummo senza sapere: senza fine né origine
Fummo finiti poiché fummo il fine
Fummo divini perché fummo Giganti
Fummo Giganti...e ormai ramo secco di stella.
Periamo come bestie poiché dimentichi
Periamo senza dolore perché prima Giganti
Poi misti alla Terra
Periamo perché vili nell'ombra.
Eppure noi fummo l'Essere cerchio
Di fuoco, d'acqua e .. Luna.
Noi penetrammo le montagne fino all'oceano
E ci specchiammo in cielo come aria di drago.
Mnesi fu nome d'amante per l'occhio Gigante
Senza distinguere tra studio e sapere
Essa fu fuori del luogo
Nell'Universo e da Esso
Essa è, e mai sempre fu assente
Nel medesimo istante
Dall'azione impossibile.
Ma noi la perdemmo nel vortice
Cadendo dal vertice.
Noi siamo l'arco irrazionale
Della spirale, del cerchio imperfetto
Senza origine né fine, gli umani
Restano nel vortice, essi non caddero mai.