ARTE
arco di Clementino-Ancona

PERIODO ROMANO

Sono numerosi i monumenti trovati e conservati nelle Marche, che vanno dall’età Romana fino ai giorni nostri. Le mura Repubblicane di Osimo e quelle Augustee di Fano e di Urbisaglia, le porte urbiche di Ascoli Piceno, la chiesa di San Gregorio sempre ad Ascoli, le grandiose cisterne (piscine epuratorie) di Fermo, nonché un'altra mirabile opera di ingegneria civile come il traforo del passo del Furlo. Pure ben documentata è l’arte musiva, più sporadiche le testimonianze pittoriche e le sculture romaniche. Più numerosa è la serie di sarcofagi tardo-antichi e paleocristiani (Ancona, Tolentino, Osimo, Sant’Elpidio al Mare, Fermo, Pesaro).Scarse sono le testimonianze archeologiche dell’età gotica grazie soprattutto alla scoperta della necropoli di Castel Trosino, che ha dato migliaia di oggetti con notevoli esemplari di oreficeria (sella in lamina, fibule, orecchini, crocette, impugnature e fodere di pugnali). Al periodo preromanico si ascrivono anzitutto la pieve di San Leo nonché la cripta della chiesa di Decenzio di Pesaro decorata da affreschi coevi. Il romanico presenta un ampio quadro di realizzazione in cui elementi lombardi si accostano ad elementi bizantini. Ne sono esempi Santa Maria di Porto Novo ad Ancona (datata 1050), San Claudio al Chienti, Sant’Urbano di Aspiro, la badia del Furlo, Sant’Angelo a Montespino, mentre puro esempio lombardo è il battistero di Ascoli a pianta cubica.
chiesa San Ciriaco.Ancona

CHIESE ED ABBAZIE

Non mancano neppure interessanti opere civili come il palazzo del senato di Ancona, il palazzotto Longobardo e l’Arengo ad Ascoli, la fontana a Fabriano, che ricorda quella celebre di Perugia, il palazzo della Regione a Fano. Testimonianze della ricchezza espressiva della scultura e della pittura romanica sotto il crocifisso del museo Piersanti di Matelica, risalente al XII° secolo, i rilievi antelamici  del pulpito del duomo di Fano, quelli bizantini di Santa Maria della piazza di Ancona e gli affreschi di ispirazione campano-laziale del San Vittore di Ascoli. San Ciriaco e Santa Maria della piazza di Ancona, Santa Maria di Portonovo ai piedi del Conero, San Vittore alle Chiuse alle porte di Frasassi, Santa Maria inter Vineas, Santissimi Vincenzo ed Anastasio ed il battistero di Ascoli, San Claudio al Chienti e Santa Maria a Piè di Chienti, la chiese di origine farfense di San Marco a Ponzano e quella di San Vincenzo al Furlo, l’abbazia di Fonte Avellana, la Piave e il duomo di San Leo, sono le principali tappe di un itinerario del romanico marchigiano.Opera di importazione è la bella Madonna-reliquario di Limoges conservata nel tesoro di Loreto. I primi timidi accenni gotici si debbono ai cistercensi, precocemente installatisi nelle abbazie di Fiastra e di Chiaravalle. Con il San Francesco di Fermo, il San Pietro Martire e il San Francesco di Ascoli Piceno non possono essere dimenticati il singolare San Marco di Jesi, caratterizzato dalla complessità dell’impianto, né il San Domenico e il Sant’Agostino di Pesaro fortemente influenzati dai modi veneziani.Assai più del romanico , il gotico caratterizza numerosi edifici civili tra i quali vanno menzionati il palazzo della Farina di Ancona, il palazzo Malatesta a Fano, le rocche di Porto Recanati, di Porto San Giorgio, di Montefiore, della Rancia, di Arquata del Tronto, di Gradara, di Acquaviva Picena.Si possono poi citare, poi, per il periodo altomedievale, il grande mosaico sottostante il duomo di Pesaro e il ciborio della Pieve di San Leo.Al gotico internazionale appartiene quel grandissimo maestro che fu Gentile da Fabriano, così come i fratelli Salinbeni, Arcangelo di Cola e Carlo da Camerino. Le abbazie benedettine delle vallate, quali Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra e Santa Maria di Castagnola di Chiaravalle sono anticipatrici del passaggio all’architettura gotica che si esprime inoltre nelle chiese di San Francesco di Ascoli Piceno e Fermo. Dopo il mille la diffusione del monachesimo, che si manifestò con la predicazione di San Romualdo, portò alla nascita di numerosi monasteri soprattutto nell’area montana e con essa l’affermazione dell’ architettura romanica che tuttavia si diffuse anche nel resto della regione fino alle chiese dei fondovalle, in particolare del fiume Chienti, ed alla costa.La rivoluzione Giottesca tocca da vicino ed in profondità le Marche: chiese edifici pubblici, abbazie vanno ricoprendosi di straordinarie decorazioni pittoriche sull’esempio di Assisi.

Sferisterio

RINASCIMENTO

E’ Urbino sotto l’influsso di Federico da Montefeltro avvia la splendida fioritura rinascimentale con l’impianto di quello squisito capolavoro che è palazzo Ducale. Maso di Bartolomeo, Laurana e Francesco di Giorgio Martini s’avvicendarono alla direzione dei lavori, mentre una schiera di artisti sommi esprimeva il meglio di se nella decorazione della reggia.Fu questa la grande stagione del rinascimento urbinate e marchigiano. Se la corte urbinate era al centro principale grazie al mecenatismo consapevole del duca, anche le altre signorie gareggiavano nel commissionare agli artisti più famosi, opere di difesa, palazzi, chiese e tele con cui adornarli. Mentre fervevano i lavori ad Urbino per la realizzazione del palazzo Ducale, si apriva un altro grandioso cantiere, quello della basilica di Loreto, ove prestarono a loro opera pittori come: Luca Signorelli e Melozzo da Forlì, architetti come Giuliano da Majano, Giuliano da Sangallo, Bramante, Baccio Pontelli, scultori come Andrea Sansovino, Tribolo, Raffaello, Bandinelli. Come attorno al palazzo di Urbino si allargò un mondo d’arte e cultura, così anche da Loreto, l’irraggiamento culturale del Santuario sedimentò intorno opere ed influenzò gli artisti che vi convergevano, fra i quali Luca Signorelli. Anche la presenza di Lorenzo Lotto, della sua luce e del suo colore da veneziano del cinquecento nelle terre tra la Vallesina e la Val di Chienti, si concluse splendidamente a Loreto. Francesco di Giorgio Martini costruì a Jesi il palazzo della Signoria, innalzò castelli a Cagli, a Sassocorvaro, a Mondavio, a Tavolato, a Mondolfo, a Sassofeltrio, a Serra Sant’Abbondio.Nel periodo del manierismo e della controriforma fra gli artisti locali vi furono ancora figure eccellenti: un architetto come Girolamo Genga o pittori come gli Zuccari e soprattutto il Barocci, con il De Magistris.Fu questo il periodo in cui affluirono nelle Marche le opere del Rubens, di Guido Reni, del Carracci, del Guercino, del Domenichino. E’ soprattutto questo il periodo in cui assunsero il volto attuale gran parte delle maggiori o minori città marchigiane.

NEL SETTECENTO………IL VANVITELLI

E’ già il settecento quando arriva nelle Marche il Vanvitelli a proporre un nuovo linguaggio architettonico ed in parte anche urbanistico, da Ancona fino a Pesaro e Macerata. Il Vanvitelli porta una vera e propria rottura rispetto al seicento, che, soprattutto ad Ancona, sviluppa le sue prime opere architettoniche, innalzando il Lazzaretto, L’arco di Clementino e la chiesa del Gesù, trasformando l’arte locale. Vanvitelli è il primo di una serie di architetti che operarono fino all’Unità per conto delle autorità civiche o per l’amministrazione pontificia realizzando, oltre che chiese e conventi, anche teatri e mercati, piazze e strade monumentali riconoscibili su tutto il territorio della regione per le forme correttamente neoclassiche e per il prevalente uso del mattone a vista. Fra tutte queste va ricordato almeno lo Sferisterio di Macerata. Le tendenze berniniane trovarono un’eco nella chiesa di San Filippo a Macerata, il Lazzaretto di Ancona, l’arco Clementino e la chiesa del Gesù sempre ad Ancona, trasformando e dando vita all’arte locale.

Altri personaggi di rilievo del settecento, specie nelle opere scultoree, hanno ad Ascoli l’opera di Giuseppe e Lazzaro Giosafatti che realizzarono il palazzo comunale di Ascoli, la chise di Sant’Emidio e la collegiata di Offida. Poco ha da aggiungere alla gloria dei secoli precedenti, la pittura dell’ottocento anche se si possono citare i nomi dell’anconetano Francesco Podesti e del pesarese Giuseppe Vaccai. Più ricco il panorama artistico del novecento dominato dal nome di Osvaldo Licini, forse il massimo astrattista italiano. Nel nostro secolo le Marche hanno dato un notevole apporto all’arte italiana con la personalità del pittore Scipione. Va inoltre segnalata la tradizionale ceramica marchigiana, che ha, nelle fabbriche di Pesaro, Casteldurante e Urbino, centro di fama mondiale.

città ideale secondo il rinascimentoLa città di Urbino, ricca di importanti testimonianze artistiche, è una frequentata meta turistica. In questo dipinto, attribuito alla scuola di Piero della Francesca e conservato nel Palazzo Ducale della cittadina marchigiana, viene rappresentata la città ideale secondo i principi del classicismo rinascimentale. In un rigoroso impianto prospettico sono raffigurate strade rettilinee che si intersecano perpendicolarmente e un imponente edificio a pianta centrale.