FUTURISMO

Tommaso Marinetti

Il programma del futurismo, delineato da Filippo Tommaso Marinetti nel Manifesto del 1909, inizialmente riscosse l'adesione di numerosi artisti e intellettuali europei di varia estrazione ideologica, tutti accomunati dal rifiuto della tradizione, da una forte carica antiborghese e dall'entusiastica adesione al mito della tecnologia. In breve tempo, tale approccio assunse connotazioni nazionalistiche e fortemente antidemocratiche, identificandosi con l'ideologia fascista, alla quale Marinetti aderì con entusiasmo.

 

 

 

INTRODUZIONE

Movimento artistico e letterario d'avanguardia nato in Italia all'inizio del Novecento. Suo fondatore fu Filippo Tommaso Marinetti, estensore sia del Manifesto del futurismo, pubblicato sul quotidiano francese "Le Figaro" il 10 febbraio 1909, sia del Manifesto tecnico della letteratura futurista del 1910. Nello stesso anno uscirono anche i manifesti della musica e della pittura futurista; nel 1913 apparve il Manifesto dell’arte dei rumori, nel 1915 il Manifesto del teatro futurista sintetico di Marinetti e Settimelli e il Manifesto della scenografia futurista di Enrico Prampolini. Fu il primo autentico movimento d’avanguardia munito di un ideologia globale, artistica ed extra-artistica , allacciante i vari campi dell’esperienza umana, dall’arte al costume, dalla morale alla politica.

Il Futurismo va in antitesi al Cubismo, sviluppatosi pochi anni prima. Infatti il Cubismo fu una scuola d’avanguardia operante esclusivamente in campo pittorico.

Il Futurismo aveva un impulso totalitario, globale. Gli esponenti del Futurismo volevano “svecchiare” le lettere italiane; “far tabula rasa” dei vecchi scritti, e portare la nostra letteratura all’altezza delle altre letterature europee e soprattutto all’altezza dei tempi nuovi ormai dominati dal prorompere vertiginoso delle scoperte scientifiche e tecnologiche.

Il movimento futurista proclamò il valore del progresso tecnico e si propose di svecchiare la cultura guardando appunto al futuro: alla velocità e al dinamismo delle macchine, dei velivoli, delle città, dei complessi industriali.

Aspetti che caratterizzarono il movimento furono, da un lato, l'interesse per ogni forma d’arte, da quelle figurative "classiche" alla letteratura, dal teatro alla fotografia e al cinema, dall'altro la capacità di intervenire all'interno della società nel rapporto con il pubblico. Il futurismo diventò anche fatto di costume; molto scalpore suscitarono le celebri serate futuriste nei teatri o nelle sale, occasioni, queste, di vari tipi di provocazione e spesso risolte in autentiche risse tra i fautori del movimento e i "benpensanti". Non trascurabile fu la sua influenza sulla nascita della pubblicità.

IL FUTURISMO IN ITALIA

 Scrittori italiani che aderirono, alcuni temporaneamente, al movimento futurista furono Corrado Govoni, Ardengo Soffici, Giovanni Papini, Paolo Buzzi, Luciano Folgore e Aldo Palazzeschi. Quest'ultimo si distinse dagli altri per la mancata adesione all’ideologia interventista che caratterizzò gran parte del movimento. Rivista ufficiale del futurismo italiano fu la fiorentina "Lacerba", fondata da Papini e Soffici nel 1913. In seguito, molti scrittori futuristi confluirono politicamente nel Partito fascista, nella cui ideologia si potevano ritrovare alcune delle affermazioni del movimento letterario: "Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari".

Nel Manifesto tecnico Marinetti mise in evidenza la necessità di distruggere la sintassi tradizionale per ottenere un discorso rapido, privo di punteggiatura, analogico, che non si perda nell'utilizzo di aggettivi e avverbi, privilegiando invece il nome e l'uso di verbi posti all'infinito. Di queste indicazioni la più significativa è l'accento sul discorso analogico, sull'"immaginazione senza fili", che avrà durature conseguenze nella letteratura novecentesca.

IL FUTURISMO IN FRANCIA E RUSSIA  
In Francia fu vicino ad alcune esperienze futuriste Guillaume Apollinaire, che conobbe personalmente Marinetti e nel 1913 scrisse il manifesto L’antitradizione futurista. Le raccolte poetiche di Apollinaire che più risentono dell’influenza futurista sono Alcools (1913) e Calligrammi (1918) in cui sono presenti esperimenti di poesia visiva.

Negli stessi anni, anche in Russia si sviluppò un movimento futurista dalle connotazioni ideologiche completamente diverse, ma ugualmente caratterizzato da un desiderio di innovazione e da uno sguardo rivolto al futuro. Il rifiuto del passato e il desiderio di creazione del nuovo trovarono nel clima della Rivoluzione d’ottobre una condizione storica in cui mettersi alla prova.Principale esponente del futurismo russo fu Vladimir Majakovskij che nel 1912 pubblicò il manifesto Schiaffo al gusto del pubblico. La sua poesia è caratterizzata dal distacco dalle forme tradizionali e da un forte sperimentalismo linguistico non privo di un certo compiacimento provocatorio. Aderirono al movimento anche Velimir Chlebnikov, Vasilij Kamenskij, Benedikt Livšic, Aleksej Kruèenych. Dal 1918 organi ufficiali del futurismo russo furono le riviste "Il giornale dei futuristi" e "“L'arte della Comune", nelle quali era sostenuta l'indissolubilità del legame tra esperienza artistica, sviluppo industriale e rivoluzione.