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Circa 4 miliardi di euro per un'opera che offre 10mila posti di lavoro l'anno: ecco il progetto
Metropolitana Campania 1400 km di binari veloci


DANIELA D'ANTONIO

daniela d'antonio
In sette anni e mezzo, diecimila persone collegheranno pezzi di ferrovie, chilometri e chilometri di binari che corrono lungo tutta la Campania, e ne faranno un unico «filo» di un milione e mezzo di metri intervallato da 423 stazioni (83 quelle nuove) e ordinato secondo un unico orario che terrà conto delle coincidenze. Un «filo» che si chiamerà metropolitana regionale. L'ha inventato, nel senso letterale della parola, Ennio Cascetta, trasportista prestato alla politica. È l'assessore regionale al ramo.
Un «filo» che si chiamerà metropolitana regionale, la rivoluzione del ferro, secondo il presidente della Regione, Antonio Bassolino.
Detto così può sembrare un facile slogan, un sogno irrealizzabile. La misura della concretezza del progetto è data dal fatto che non bisogna costruire ex novo una grande (e ambiziosissima opera). Basterà realizzare raccordi, nodi, unire tutto quello che già c'è. Razionalizzare, per dirla con una sola parola.
Altro elemento a favore dell'ottimismo la certezza dei finanziamenti: 3 miliardi e 800 milioni di euro (7.500 miliardi di vecchie lire) che già ci sono tutti, frutto dell'accordo sulle infrastrutture firmato con il governo.
In qualche caso si dovrà fare quello che tecnicamente si chiama raddoppio, affiancare un secondo binario a quello che già c'è e trasformare così le ferrovie locali che adesso attraversano città come Caserta (raggiungendo anche Capua e Maddaloni: otto stazioni in tutto), Benevento e Salerno in metropolitane; altrove si risolverà il problema aggiungendo poche centinaia di metri di binari, gli ingegneri dei trasporti dicono fare un baffo: si mettono in correlazione due reti che prima non lo erano e da una operazione che sembra dettata dal buonsenso più che dall'ingegneria si risolve il problema della mobilità per cittadini che, al momento, sono ostaggio delle macchine: le previsioni annunciano che a lavori finiti, nel 2010, si conteranno 450 milioni di spostamenti all'anno.
Un caso a parte quello di Avellino dove gli spostamenti interni saranno affidati al tram su gomma: una via di mezzo tra il metrò e i bus, mezzi capaci di trasportare 400 persone a viaggio.
Obiettivo finale di questo intervento: creare un sistema di trasporti veloce nei cinque capoluoghi di provincia e far sì che il «filo» interagisca con la rete di trasporti napoletana sfruttando anche pezzi di binari dell'alta velocità legandosi con le due metropolitane, con la Cumana, la Circumflegrea, la linea 6 (ex Ltr), la linea 7 (quella che toccherà la mostra d'oltremare e l'università di Montesantangelo).
La novità più vicina è quella di Salerno: la prossima estate i treni diretti a Napoli da Salerno si immetteranno nella linea due del metrò, la GianturcoPozzuoli, rispettando tutte le fermate. Importante quella di piazza Cavour: attraverso i tapis roulant raggiungeranno la linea 2 e potranno andare direttamente al Vomero, nella zona ospedaliera. Ed è solo un esempio, un esempio di metropolitana regionale. Che per dirla con Bassolino dimostra la scelta politica di privilegiare i trasporti pubblici «a differenza di altre regioni che puntano su ponti, trafori, autostrade».
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