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L'assessore Cascetta dopo l'allarme lanciato dal comitato Trasporti, cantieri e polemiche sui lavori della nuova linea 6
"La Ltr è un rischio da accettare"


PATRIZIA CAPUA

«Sono sempre stato convinto - dice subito l'urbanista Benedetto Gravagnuolo - che l'ipotesi di un tram rapido tutto in superficie era preferibile. Questa convinzione nasce anche dalla comparazione con linee dello stesso genere realizzate a Lisbona, Brema, Vienna, Zurigo, oppure per guardare oltreoceano, a San Francisco. Il tram ha il vantaggio di avere più fermate, più rapide. Insomma era un'ipotesi da non scartare».
Dell'utilità o no, della convenienza o no, della rischiosità o no connesse alla realizzazione della Linea 6 Metropolitana ex Ltr, da piazzale Tecchio a piazza Municipio passando sotto la conca di Chiaia: se ne discute, il giorno dopo l'allarme lanciato da un comitato di cittadini dopo aver spulciato in lungo e in largo la relazione dei tre progettisti Renato Lamberti, Renato Sparacio e Carlo Viggiani. «Un collegamento necessario tra Est e Ovest - riprende Gravagnuolo - che forse si sarebbe potuto risolvere ripristinando il mitico tram della Torretta. Ma conosco le obiezioni: intralcia il traffico. Non voglio avallare gli allarmismi, ma il più serio dei problemi mi pare quello dell'interruzione del flusso di acque che scendono dalla collina e che nel tunnel sottomarino troverebbero un ostacolo. Ma si sa, i tecnici possono fare tutto...».
E se la Ltr fosse davvero un errore? Dissesti agli edifici, strutture da edificare su «terreni sciolti», scompensi alla falda idrica, e chi più ne ha ne metta. «Che si torni indietro, dopo che la decisione politica è stata presa, mi pare assai difficile» osserva Gravagnuolo. «Non è più tempo di prendere «decisioni politiche» tuonano quelli del comitato anti Ltr, «ma di buon senso. Se un'opera è nata storta, fare dietrofront non deve scandalizzare nessuno. Questi stessi finanziamenti, 400 milioni di euro, possono essere adoperati per bisogni concreti, le fogne di Napoli, per esempio, vanno a pezzi». Sui possibili, o addirittura previsti, danni agli edifici e all'ambiente parla la relazione dei tecnici. Sul carattere strategico dell'opera, ancora loro, i cittadini: «Non ci sarà il collegamento a piazza Piedigrotta con la stazione Fs perché non c'è l'autorizzazione al raccordo interno, e non ci sarà nemmeno il passaggio per piazza Sannazzaro, pensato per raccogliere l'utenza degli aliscafi. Allora, quale strategia?». Lorenzo Mazzitelli è un cittadino che ha avviato una causa con il comune per i danni da traffico sul fabbricato dove abita alla Riviera di Chiaia. E per il primo round ha avuto partita vinta sui «cornicioni e sottobalconi crollati, lesioni alle pareti e altri danni». «La Ltr è una realtà nuova - dice - prova ne sia che la talpa è affogata nella sabbia. Che succederà con il tunnel sott'acqua?».
Di tutt'altro avviso Ennio Cascetta, assessore ai Trasporti della Regione Campania. «Ogni volta che si fanno opere di ingegneria civile si presentano dei rischi. Una linea sotterranea in ambito urbano comporta danni rispetto ai fabbricati. Sono rischi che si accettano. Se avessimo dovuto tenerne conto non avremmo le funicolari, le altre metropolitane. Anche quelle hanno causato qualche cedimento, ma le assicurazioni pagano, gli inquilini dei fabbricati sono stati ristorati dei danni». Opera megagalattica? «Quando mai - dice Cascetta - non la demonizzerei. Costo elevato ma non elevatissimo. Ma da qui a dire che è inutile, ce ne corre. Certo è un progetto nato male, ma un tram moderno su quella direttrice non ce lo vedo. L'alternativa potrebbe essere solo mettere una pietra su quei due chilometri già realizzati, decretarne il fallimento, e non fare più nulla. Ma noi immaginiamo una città nella quale le automobili diventano un optional».
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