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I tre autori del piano della Linea 6 escludono pericoli L'INTERVENTO
Ma il progetto è sicuro Chiaia non rischia nulla
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Cara Repubblica, nei giorni scorsi sulle tue pagine è stato ospitato un dibattito sul progetto della Linea 6 della Metropolitana di Napoli, dando voce a preoccupazioni e riserve. Come autori del progetto definitivo dell'opera e affezionati lettori del giornale, vorremmo cercare di contribuire alla chiarezza dell'impostazione ed alla serenità del dibattito.
1. Le preoccupazioni espresse sono associate a passi di una nostra relazione, che fa parte dei documenti di progetto della Linea 6 e nella quale, fra l'altro, sono appunto evidenziati i problemi e le difficoltà connessi alle interazioni dell'opera con la falda idrica e con l'ambiente costruito.
Troppo spesso abbiamo visto progetti nei quali i problemi venivano ignorati o addirittura nascosti, per poi affrontarli in qualche modo all'atto della costruzione, con costi altissimi e talvolta conseguenze inattese. Nel progetto della Linea 6, invece, la strategia della progettazione è stata quella di individuare tempestivamente i problemi, studiarli a fondo con indagini, analisi, calcoli, e proporne soluzioni adeguate.
2. Un punto importante è quello del linguaggio. In una relazione tecnica il fatto che «la galleria viaggia su terreni sciolti», che gli edifici «poggiano sulla sabbia», che siamo «30 metri sotto il livello del mare» non ha niente di minaccioso e preoccupante. I «terreni sciolti» sono chiamati così per distinguerli dalle rocce lapidee, ma senza in alcun modo implicare un giudizio negativo. Gli edifici che «poggiano sulla sabbia» non pongono, per questo, alcun motivo di preoccupazione; è ben noto a chiunque si occupi di geotecnica che la sabbia, contrariamente a quanto afferma la Bibbia, è un eccellente terreno di fondazione. La costruzione di un'opera sotterranea profondamente immersa nella falda è un'operazione di ingegneria civile della quale esistono innumerevoli precedenti in ogni parte del mondo e che non presenta particolare difficoltà, a patto di adottare tecniche adeguate nel progetto esecutivo e nel corso dei lavori. Senza cercare lontano, basterà ricordare la metropolitana di Genova, recentemente realizzata proprio dall'Ansaldo.
3. Venendo al merito, per affrontare il problema delle interazioni con la falda idrica sono state condotte misure ed osservazioni protrattesi per oltre un anno in tutto il bacino della Riviera di Chiaia, oltre a calcoli ed analisi di vario genere. Il risultato di questo complesso di indagini e studi è che la costruzione dell'opera provocherà un sollevamento del pelo libero della falda idrica di pochi centimetri, nettamente inferiore a quelle che sono le oscillazioni naturali dello stesso livello per effetto dei cicli stagionali e delle precipitazioni. In effetti, la velocità con la quale la falda naturale si muove verso il mare è molto bassa (in pratica, le acque sotterranee sono quasi ferme), e l'ammasso filtrante ha uno spessore di oltre cento metri, rispetto al quale l'ostruzione causata dalla galleria è trascurabile.
4. La costruzione di una linea metropolitana comporta inevitabilmente cedimenti in superficie. Nel caso della Linea 6 essi sono stati calcolati con procedimenti ben consolidati nella progettazione di opere simili in tutte le parti del mondo. I risultati sono assolutamente tranquillizzanti per tutta la Riviera di Chiaia: il problema, semplicemente, non esiste, perché la linea è disposta ben lontano dagli edifici della Riviera. Solo in alcuni punti singolari le previsioni indicano qualche possibile interferenza e per questi punti, come è ovvio, dovranno essere previsti specifici provvedimenti preventivi adeguati a scongiurare ogni inconveniente.
5. Infine, al cittadino che lamenta «i danni da traffico sul fabbricato da lui abitato alla Riviera di Chiaia, con cornicioni e sottobalconi crollati, lesioni alle pareti ed altri danni», e che però si oppone alla realizzazione della Linea 6, vorremmo far notare che la finalità ultima di quest'opera è proprio la diminuzione del traffico e la creazione di un ambiente più umano. Anche noi, come l'assessore Ennio Cascetta, immaginiamo una città nella quale le automobili diventino un optional.
RENATO LAMBERTI, ordinario di Costruzioni di strade, ferrovie e aeroporti;
RENATO SPARACIO, ordinario di Scienza delle costruzioni;
CARLO VIGGIANI, ordinario di Fondazioni
Facoltà di Ingegneria, Università di Napoli Federico II |
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