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Interrogazioni e ricorsi al Tar : un gruppo di cittadini riapre le polemiche sulla grande incompiuta
Un comitato attacca il treno Ltr "Inutile, rischioso e costa troppo"
PATRIZIA CAPUA
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Rispolverata dopo 12 anni, al centro di uno dei più tormentati capitoli giudiziari della Tangentopoli napoletana, la vecchia Ltr ribattezzata Linea 6 della Metropolitana, è di nuovo nel mirino di aspre polemiche. I lavori della Ltr, che costerà alla fine quasi 400 milioni di euro, sono ripresi a metà gennaio, con l'apertura ufficiale del primo cantiere in piazza della Repubblica, dove sorgerà la stazione Arco Mirelli. Contro la decisione del Comune di Napoli si mobilita un gruppo di cittadini che, a colpi di carte bollate, ricorsi al Tar, interrogazioni parlamentari e perizie geotecniche, lanciano l'allarme sui rischi connessi alla realizzazione dell'opera.
Nella relazione sulla tratta di «metropolitana leggera» Campi Flegrei piazza Municipio, commissionata dalla concessionaria Ansaldo Breda, gli ingegneri e professori universitari Renato Lamberti, Renato Sparacio e Carlo Viggiani snocciolano punto per punto i «problemi geotecnici del progetto», le «interferenze con l'ambiente», i rischi nei tratti di linea e delle stazioni che «interessano terreni sciolti», e «l'influenza degli scavi» per le opere che «giungono in prossimità degli edifici». Lamberti, Sparacio e Viggiani affermano che s'impone «una previsione del cedimento in superficie e una valutazione del rischio del danno agli edifici connesso alla costruzione della Linea 6, onde individuare l'estensione e la tipologia degli interventi di prevenzione e mitigazione dei danni». «Tutto sommato appare prudente» affermano gli esperti «la previsione di opere a protezione dei fabbricati».
Per il palazzo di Piazza della Repubblica al civico 20, in particolare, nella relazione è detto che «la situazione è ancora più critica», essendo la distanza tra l'edificio dal bordo «a cielo aperto» dello scavo di stazione, di 6 metri. «In corrispondenza di questa distanza sia il procedimento di Bauer che quello di Clough e O' Rourke prevedono un cedimento di 40 millimetri. Il primo procedimento conduce anche a stimare un valore massimo di distorsione nell'ordine di 10 al quadrato e cioè molto elevato e superiore a quelli ritenuti ammissibili. Per questo edificio, quindi, sono stati previsti significativi interventi di sottofondazione e consolidamenti».
«Quello che ci ha fatto tremare è stata la perizia degli esperti dice Flora Lauro, portavoce del comitato fin troppo onesti nel dire che il tessuto urbano della Riviera di Chiaia sarà interessato da cedimenti e dallo stravolgimento della falda acquifera. Pensate, sottofondazioni e consolidamento di un edificio che poggia già sulla sabbia? Un'opera megagalattica, una specie di tunnel sotto la Manica, costosissima afferma Lauro . La galleria "viaggia" per lunghi tratti su terreni sciolti, per la costruzione si prevedono piastre agganciate a 30 metri sotto il livello del mare. Le stazioni Arco Mirelli e San Pasquale sono profondamente immerse nella falda freatica». Preoccupazioni raccolte dal deputato Ds Vincenzo Siniscalchi in una interrogazione parlamentare.
Ma oltre alle situazioni di rischio nel tratto tra via Piedigrotta e la Stazione di Arco Mirelli, i rischi si ripresentano anche più avanti sul percorso, tra piazza Vittoria e via Domenico. Nella relazione si legge, infatti, che in questo tratto «la conca di cedimento interessa in modo diretto edifici di grande rilievo storicoarchitettonico come Palazzo Calabritto, Palazzo Satriano, la Chiesa della Vittoria. La galleria di linea si approssima a Palazzo Calabritto e penetra al di sotto di esso interessando terreni sciolti». Per completezza di quadro, i tecnici non trascurano di aggiungere un altro elemento: «È appena il caso di precisare che i sondaggi esplorativi di progetto sono stati eseguiti solo in prossimità della testa della stazione e non all'interno dell'area di impronta: infatti la stazione è ubicata quasi interamente al di sotto dei fabbricati privi di aree e accessi idonei all'esecuzione dei sondaggi». |
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