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Stazione metròMuseo
Napoli modello Parigi

Oggi l'inaugurazione con Amato. "L'esempio è la Gare d'Orsay"

PATRIZIA CAPUA

Diciamocelo. L'Ercole Farnese che ti accoglie all'ingresso con lo sguardo accigliato, incute un pizzico di soggezione. Quel calco in resina e polvere di marmo può intimidire il passeggero. E nondimeno la testa di bronzo di cavallo posata sull'arco dell'uscita che dà su piazzetta Gagliardi. Per non parlare dell'eleganza dei pannelli di vetro molato, verniciati di bianco e fissati agli angoli con borchie d'acciaio che rivestono le pareti. E delle scale e degli esterni fatti con pietra del Vesuvio. Gli abitanti del popoloso Rione Sanità, primi beneficiari del metrò, dalle reti di recinzione spiano con meraviglia i lavori di risistemazione della piazza, con i giardini e i filari di palme, i più curiosi tentano d'intrufolarsi con qualche scusa oltre il cancello del cantiere.
Gae Aulenti ha voluto così la stazione Museo della Metropolitana di piazza Cavourvia Foria, quella che dal settecento è stata l'ingresso storico della città. Monumentale, in linea con il Museo archeologico nazionale confinante e tra poco anche collegato da un sottopasso ora in costruzione. L'architetto che ha trasformato in un mirabile museo la Gare d'Orsay parigina, a Napoli ha fuso stazione e galleria d'arte, progettando un castelletto rosso pompeiano come «porta» d'accesso alla metropolitana, e due pozzi di luce che cade dal soffitto di cristallo e allaga gli spazi delle biglietterie e dei servizi.
«Benvenga un pizzico di soggezione commenta l'architetto Elena Camerlingo, dirigente del servizio infrastrutture del Comune se potrà essere un utile stimolo per gli utenti a conservare e salvaguadare questo lavoro importante e così difficile. Inoltre, una stazione come questa ha le carte in regola per far cambiare idea anche ai più incalliti automobilisti. Ai tanti napoletani abituati a considerare il mezzo di trasporto pubblico come l'ultima spiaggia».
Hanno lavorato anche stanotte nelle viscere di piazza Cavour. Ieri è passata per il sopralluogo la delegazione della presidenza del consiglio, accompagnata dall'ingegnere Gianfrancesco Pomicino, coordinatore delle opere per questa nuova stazione e quelle di Cilea e Salvator Rosa. Stamattina alle 10 il taglio del nastro per mano del presidente Giuliano Amato, accompagnato dal presidente della Metropolitana, Giannegidio Silva, il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, il commissario prefettizio del Comune di Napoli, Francesco Paolo Palmieri.
Ma si leva la voce di protesta degli abitanti di Materdei. La loro è l'ultima stazione della Linea 1 della Metropolitana collinare che sarà aperta, dopo quella di piazza Dante. Per il «Comitato per la pari dignità», autore di un comunicato, è una beffa dopo anni di lavori: «I treni passeranno ma non si fermeranno». E chiedono, nelle more, il collegamento del rione con la stazione del Museo a mezzo navetta.
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