INDICE EDIZIONI Sabato 16 Marzo 2002

Il sindaco difende la manovra
ma rinnova la polemica:
«Le direttive del Governo
ledono le autonomie locali»

LUIGI ROANO
La Giunta ha approvato la delibera del bilancio consuntivo 2002, e con essa anche l’aumento delle tariffe per il trasporto pubblico e l’introduzione dei nuovi titoli di viaggio che si chiameranno «Unico Napoli». Soddisfatto il sindaco, che tuttavia manifesta ancora molto disagio per la norma del governo secondo cui per rispettare il «patto di stabilità», l’equilibrio fra entrate e uscite, il tetto della spesa corrente non deve superare il 6 per cento del bilancio passato. Secondo la Iervolino «Questa norma lede l’autonomia gestionale degli enti locali e viola la riforma del titolo quinto della Costituzione che va proprio in questa direzione: il federalismo. Il discorso non riguarda il ministro Tremonti, persona gentilissima e cortese, ma il Governo che su questi temi deve cambiare direzione».
La manovra di bilancio ha provocato più di un mal di pancia. Rifondazione comunista fa sapere che «non approva l’aumento dei ticket - come spiega Peppe De Cristofaro, il segretario provinciale - e in Consiglio comunale ci batteremo per far rientare questo provvedimento». Mentre sul fronte della Provincia l’assessore ai Trasporti Napolitano è molto polemico. «L’aumento dei biglietti potrebbe avere un effetto di trascinamento anche fuori dalla città. E poi, voglio capire come mai il sindaco per mettere a posto il bilancio può proceder agli aumenti, mentre alla Provincia serve l’ok della Regione. Chiederò a Bassolino di convocare un tavolo con tutti gli enti locali per discutere di questo problema».
Ritornando alle tariffe dei trasporti, il ticket della durata di 90 minuti costerà il 30 per cento in più: da 77 centesimi a un euro e prenderà il posto del vecchio «Giranapoli». Aumenti medi dell’undici per cento per il titolo di viaggio giornaliero e per gli abbanomaneti mensili e annuali. Il biglietto giornaliero costerà 2,50 euro. La novità sono gli abbonamenti week end (sabato e domenica) a 3,50 euro. E solo il sabato e solo la domenica il ticket a 2 euro. Le nuove tariffe dovrebbero andare in vigore entro la fine di aprile o all’inizio di maggio. Perché dopo l’approvazione della giunta, il bilancio passerà al vaglio del Consiglio comunale e successivamente della giunta regionale. Prima, però ci sarà spazio per i Revisori dei conti e per la commissione consiliare dove sarà possibile, per le forze politiche, presentare gli emendamenti. «Abbiamo ancora le tariffe più basse d’Italia» hanno dichiarato sindaco e assessore al Bilancio Enrico Cardillo. Tuttavia, la realtà è che a Napoli in 90 minuti al massimo gli utenti riescono a prendere due bus mentre altrove, come a Roma e Milano, per non parlare di Bolgna e Firenze, il traffico meno intenso permette ai mezzi pubblici di percorrere molto più rapidamente più pezzi di città. Su questo fronte c’è da aggiungere che in città per tre giorni la settimana è impossibile usare l’auto, almeno per chi non ha la cosiddetta vettura ecologica. Insomma gli amministratori dovranno lavorare molto per convincere i più riottosi a usare i bus nonostante l’aumento.
Una manovra di aggiustamento del bilancio dal valore di 37 milioni e 600mila euro, quella varata dall’assessore al Bilancio Enrico Cardillo che si ritiene molto soddisfatto dal lavoro svolto in equipe col direttore generale Luigi Massa: «Offriamo un nuovo servizio ai cittadini - spiega Cardillo - e l’aumento del costo del biglietto per studenti e anziani lo ammortizziamo con uno stanziamento di 15 miliardi a favore proprio di questa utenza. E non taglieremo nemmeno i ticket ai dipendenti comunali».
Nel dettaglio, quella dell’assessore è stata un’operazione di ingegneria contabile, perché il rischio concreto era quello di non rientrare nel «patto di stabilità». Tecnicamente Cardillo, per non appesantire la spesa corrente (la liquidità dell’ente), che è quella che incide sul «patto», ha trasferito alcune voci al titolo II del bilancio, che ha il carattere della straordinarietà e quindi è spesa d’investimento. Su questo versante le casse di Palazzo san Giacomo sono a posto, visto che è possibile attingere a mutui mai accesi per mancanza di progetti. Specificamente, la manutenzione ordinaria degli impianti di illuminazione il cui costo è previsto in 8 milioni di euro, sul totale di spesa che invece è di 28, passa alla voce straordinaria e dalla spesa corrente si decurtano appunto gli otto milioni di euro. Per gli investimenti Anm e Ctp si potrà detrarre dalla spesa corrente il valore di 12 milioni di euro. L’azienda napoletana mobilità recupererà la liquidità attraverso l’aumento dei ticket. Grazie a questo legittimo escamotage sono stati accantonati quasi 13 milioni di euro «al fine di fronteggiare eventuali debiti che dovessero manifestarsi nel corso dell’anno in conseguenza di sentenze sfavorevoli al Comune».