I CANTIERI ANCORA APERTI
Tre tratte per unire la città. Recita lo slogan di
Metronapoli «Più stazioni, più chilometri, più Napoli». E
meno auto, si spera.
Quindi da aprile dovrebbe partire
il percorso che va da piazza Vanvitelli a Museo-Piazza
Cavour. La prima fermata, partendo dal Vomero (piazza
Vanvitelli funge da stazione di interscambio con la
metropolitana collinare) è a via Cilea-piazza Quattro
Giornate. Qui è previsto un altro interscambio con la
Circumflegrea (la ferrovia che va da piazza Montesanto, nel
centro di Napoli, a Torregaveta) tramite un ascensore
sotterraneo.
Poi si scenderà a Salvator Rosa.
Totalmente rifatto il tratto di via Conte della Cerra a
ridosso della stazione. Colorati i palazzi che attorniano
la stazione. Blu, giallo, disegni, graffiti. E poi il ponte
romano, ristrutturato, a fianco della stazione. Ogni
fermata sarà abbellita da opere di artisti, soprattutto
napoletani.
Quindi c’è la fermata di Materdei, chiuso
sino all’autunno, e poi Museo. La seconda tratta va da
piazza Dante sino a Capodichino. Coprirà tutto il centro
della città, sino alla parte orientale. L’ultima tratta
partirà da piazza Dante, fermerà Toledo, Municipio,
Università, Duomo, Garibaldi, Centro Direzionale,
Capodichino-Aeroporto. Ovviamente una stazione di
interscambio è a piazza Garibaldi.
Difficoltà
potrebbero venire dai numerosi tesori archeologici
presumibilmente conservati nel ventre di Napoli. I tecnici
stanno operando una sorta di slalom tra mura greche e
romane.
A via Brin, invece, è previsto il cantiere.
Mezzi e operai entreranno da qui per lavorare nel
sottosuolo. Anche perché un cantiere in piena Napoli è
impensabile. Servono decine di automezzi pesanti per
portare via le tonnellate di terra e detriti smosse
giornalmente. Una fila di camion che inevitabilmente
bloccherebbe
I lavori dovranno procedere abbastanza
celermente, Sorpintendenza Archeologica permettendo.
È
stata acquistata un’altra «talpa», in Canada. Saranno due,
quindi, i macchinari che lavoreranno sulla terza tratta,
affrontata sui due lati opposti. E quando l’intero tragitto
sarà completato, le due squadre all’opera si incontreranno
più o meno a metà percorso.
Un problema potrebbe
sorgere a Secondigliano, al capolinea della metropolitana
collinare, utilizzata da circa 40mila utenti al giorno.
Qui, al Rione Scampia, esiste un megaparcheggio che, però,
potrebbe rivelarsi ben presto troppo piccolo. L’apertura
dell’asse perimetrale di Melito (o almeno di parte di esso)
ha avvicinato l’hinterland settentrionale a Secondigliano.
Presumibilmente (ma d’altronde è quello che si vuole) in
molti abbandoneranno l’auto per servirsi del metrò per cui
il parcheggio d’interscambio rischia di scoppiare.
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