INDICE EDIZIONI Venerdì 22 Marzo 2002

Esilio finito, Dante torna a casa

Il braccio issato da una gru oscilla nel vuoto. Sembra quasi accarezzare il volto del Divino, finalmente sul piedistallo dopo cinque anni di «esilio». Dante torna nella «sua» piazza e la gente applaude. Mancava al cuore dei napoletani dal ’97, quando venne spostato per i lavori di riqualificazione urbana in una piazza-simbolo della città e per la realizzazione di una stazione della metropolitana destinata a rappresentare una testimonianza del rilancio del piano dei trasporti metropolitano. Un ritorno ancora per pochi intimi, nel cuore di un cantiere dove si lotta ancora contro il tempo per l’inaugurazione di mercoledì 27, con l’intervento del presidente Ciampi. Scrupoloso, il maquillage nei depositi di Secondigliano. «Ogni elemento - spiega il direttore tecnico della Metropolitana, Antonio De Risi - è stato numerato e catalogato. Non si poteva correre il rischio di intaccare un simbolo della città». Torna Dante. In una posizione leggermente decentrata rispetto alla collocazione originaria che la voleva giusto in mezzo all’antica aiuola spartitraffico. Una collocazione probabilmente sgradita a Gae Aulenti, l’architetto che ha curato l’assetto e l’arredo della stazione del metrò. I vertici della metropolitana hanno saputo però farsi perdonare il «neo». All’interno della stazione che verrà inaugurata mercoledì, subito prima delle scale mobili che condurranno alle pensiline, c’è un brano del Convivio di Dante.
In neon azzurro-verde, l’opera di Joseph Kosuth ispirata all’arte concettuale, regala uno splendido colpo d’occhio. Nella notte uno degli ultimi collaudi. In cabina di guida anche il vicesindaco Rocco Papa responsabile dei Trasporti per palazzo San Giacomo. Un test apparentemente breve, piazza Vanvitelli-piazza Dante, ma che è stato utile a sondare tenuta e sicurezza. Trionfa l’arte contemporanea, con opere dei maggiori rappresentanti. Accanto alle tele di Alfano, all’interno della stazione ci sono sculture di Cunellis, un mosaico di De Maria e pannelli di Pistoletto, realizzati con specchi che diventano una sorta di caleidoscopio e che inquadrano l’Europa da due punti d’angolazione: dal Maghreb e dai Paesi del Nord.
Ma è la statua di Dante la principale protagonista della piazza. Quindici tonnellate di peso; con un’altezza di 4,5 metri che una volta issata sul piedistallo ne raggiunge 14. Il suo ritorno segna una scommessa vinta sia per palazzo San Giacomo, sia per i vertici della Metropolitana. Ne sono consapevoli, il vicesindaco Rocco Papa e il presidente della Metropolitana, Gianneggidio Silva: «È il risultato più evidente del nostro lungo lavoro». Un impegno destinato a continuare perché, osserva ancora Papa, «il progetto di riqualificazione di piazza Dante è destinato a proseguire con la trasformazione in albergo delle vecchia Anagrafe». Ruolo di primo piano, quello della nuova stazione della metropolitana, nella prospettiva della riqualificazione delle periferie. Prospettiva concreta, avverte Papa, «se viene diminuita la distanza tra il centro e le periferie e, soprattutto, se vengono ridotti i costi e i tempi del trasferimento». Dal Centro storico si guarda alle periferie. Piazza Dante diventa snodo nevralgico nella nuova politica dei trasporti.
ro.gi.