Esilio finito, Dante torna a
casa
Il braccio issato da una gru oscilla nel vuoto. Sembra
quasi accarezzare il volto del Divino, finalmente sul
piedistallo dopo cinque anni di «esilio». Dante torna nella
«sua» piazza e la gente applaude. Mancava al cuore dei
napoletani dal ’97, quando venne spostato per i lavori di
riqualificazione urbana in una piazza-simbolo della città e
per la realizzazione di una stazione della metropolitana
destinata a rappresentare una testimonianza del rilancio
del piano dei trasporti metropolitano. Un ritorno ancora
per pochi intimi, nel cuore di un cantiere dove si lotta
ancora contro il tempo per l’inaugurazione di mercoledì 27,
con l’intervento del presidente Ciampi. Scrupoloso, il
maquillage nei depositi di Secondigliano. «Ogni elemento -
spiega il direttore tecnico della Metropolitana, Antonio De
Risi - è stato numerato e catalogato. Non si poteva correre
il rischio di intaccare un simbolo della città». Torna
Dante. In una posizione leggermente decentrata rispetto
alla collocazione originaria che la voleva giusto in mezzo
all’antica aiuola spartitraffico. Una collocazione
probabilmente sgradita a Gae Aulenti, l’architetto che ha
curato l’assetto e l’arredo della stazione del metrò. I
vertici della metropolitana hanno saputo però farsi
perdonare il «neo». All’interno della stazione che verrà
inaugurata mercoledì, subito prima delle scale mobili che
condurranno alle pensiline, c’è un brano del Convivio di
Dante.
In neon azzurro-verde, l’opera di Joseph Kosuth
ispirata all’arte concettuale, regala uno splendido colpo
d’occhio. Nella notte uno degli ultimi collaudi. In cabina
di guida anche il vicesindaco Rocco Papa responsabile dei
Trasporti per palazzo San Giacomo. Un test apparentemente
breve, piazza Vanvitelli-piazza Dante, ma che è stato utile
a sondare tenuta e sicurezza. Trionfa l’arte contemporanea,
con opere dei maggiori rappresentanti. Accanto alle tele di
Alfano, all’interno della stazione ci sono sculture di
Cunellis, un mosaico di De Maria e pannelli di Pistoletto,
realizzati con specchi che diventano una sorta di
caleidoscopio e che inquadrano l’Europa da due punti
d’angolazione: dal Maghreb e dai Paesi del Nord.
Ma è
la statua di Dante la principale protagonista della piazza.
Quindici tonnellate di peso; con un’altezza di 4,5 metri
che una volta issata sul piedistallo ne raggiunge 14. Il
suo ritorno segna una scommessa vinta sia per palazzo San
Giacomo, sia per i vertici della Metropolitana. Ne sono
consapevoli, il vicesindaco Rocco Papa e il presidente
della Metropolitana, Gianneggidio Silva: «È il risultato
più evidente del nostro lungo lavoro». Un impegno destinato
a continuare perché, osserva ancora Papa, «il progetto di
riqualificazione di piazza Dante è destinato a proseguire
con la trasformazione in albergo delle vecchia Anagrafe».
Ruolo di primo piano, quello della nuova stazione della
metropolitana, nella prospettiva della riqualificazione
delle periferie. Prospettiva concreta, avverte Papa, «se
viene diminuita la distanza tra il centro e le periferie e,
soprattutto, se vengono ridotti i costi e i tempi del
trasferimento». Dal Centro storico si guarda alle
periferie. Piazza Dante diventa snodo nevralgico nella
nuova politica dei trasporti.
ro.gi.