INDICE EDIZIONI Sabato 13 Luglio 2002

Metrò d’arte, bagarre sulle opere

LUIGI ROANO
Il new look della stazione della metropolitana a Rione Alto, con opere di artisti giovani, indigeni ma sconosciuti fa discutere. Perché Gae Aulenti per Piazza Dante e per la stazione Museo, tanto per fare un esempio, e artisti anonimi altrove? L’interrogativo da qualche tempo riecheggia anche a Palazzo San Giacomo dove i due partiti sono equamente divisi. Fazioni formatesi, a dire il vero, molto tempo fa: vale a dire quando il progetto era in via di definizione. Allora, soprattutto dalla Circoscrizione, furono forti le pressioni affinché si affidasse ad artisti in via di affermazione il compito di abbellire la stazione. Ci furono molte discussioni poi arrivò il tempo delle elezioni e del commissario prefettizio Francesco Paolo Palmeri a cui fu sottoposta la delibera. Costo un centinaio di milioni delle passate lire che confrontati ai costi avuti per le prestazioni di altri artisti era davvero poca cosa. Palmeri firmò convinto di avere reso un servigio alla città facendo risparmiare un bel po’ di quattrini e diede semaforo verde al progetto. Questa la breve storia di come è nata l’idea. Quelle polemiche che sembravano ormai seppellite sotto uno spesso strato di polvere tornano a galla oggi, alla vigilia dell’inaugurazione della stazione. «Se il metrò dell’arte deve essere tale servono nomi di prestigio» tuona il partito degli ”artisti affermati”. Del resto non a caso Achille Bonito Oliva, è uno degli esperti che ha il compito di garantire il «valore» delle opere che prossimamemte arricchiranno le altre stazioni. Oliva è fra i big della materia. Chi si iscrive al partito dei ”saranno famosi” invece è di parere diverso: «Si tratta di una stazione periferica, ci sono pochi soldi diamo anche la possibilità a chi è del territorio di esprimersi». fa parte di questa schiera Nicola Spinosa, soprintendnete ai Beni storici e artristici: «Se sono d’accordo? Certo. Non ha nessun senso parlare di artisti di serie A e di serie B. Anzi, la scelta dell’amministrazione può dare la possibilità ai giovani di mettersi in mostra».
Stazioni come gallerie d’arte, la strada scelta dall’amministrazione. Anche quando si è trattato di Kosuth, artista americano e genio dell’arte contemporanea, c’è stato comunque un gran discutere. Kosuth nella stazione di piazza Dante progettata da Aulenti ha prodotto un pannello luminoso con una scritta tratta da un’opera del Sommo. Anche allora c’è stato chi ha contestato. Per il Rione Alto, oltre alla non grande fama degli artisti le polemiche sono nate per i criteri di selezione degli stessi. «Non sono abituato a declinare le responsabilità - spiega il vicesindaco Rocco Papa - però la decisione è stata presa quando c’era il commissario prefettizio».