INDICE EDIZIONI | Venerdì 16 Gennaio 2004 |
La prima meraviglia che lascerà il cantiere di piazza
Nicola Amore, e tutta intera, sarà la fontana del 1200. La
sua decorazione a graffiti, con la riproduzione di barche a
remi all’assalto o a protezione di un castello, con torri
merlate e soldati di guardia, potrebbe essere utile per
ricostruire segmenti di storia napoletana che ancora ci
sfuggono. E anche questo pezzo, come gli altri, è destinato
a restare a lungo «blindato» nel capannone di Piscinola
scelto dal Comune come sede provvisoria della ricostruzione
e del restauro. Nel frattempo gli scavi vanno avanti, e
ogni giorno che passa vengono alla luce nuovi reperti.
Giusto privare la città della gioia di mettersi in viaggio
sulla macchina del tempo, senza aspettare l’inaugurazione
del museo che certo non avrà lo stesso fascino della
scoperta in corso d’opera? Non è giusto, pensano i nostri
amministratori. E già pensano a come creare un percorso
protetto nei cantieri. Tempo dieci giorni, garantisce
Palazzo San Giacomo, e si troverà un sistema perché tutti
possano ammirare da vicino il lavoro degli operai e degli
archeologi.
«La visita guidata è un’ipotesi che mi sta
molto a cuore - spiega Rocco Papa, vicesindaco e assessore
all’urbanistica - da quando si è cominciato a parlare dei
reperti rivelati dal Metrò, molte persone mi hanno chiesto
il permesso di entrare nei cantieri prima che tutte le
testimonianze dell’antichità vengano rimosse. Ecco, io non
credo che questo piacere debba essere privilegio di pochi.
Credo che tutti i cittadini debbano partecipare a questa
grande esperienza. Passeggiare sul terreno di piazza
Municipio, tra le sagome delle barche e i vasi che
affiorano dal suolo, è come mettere lo scafandro e scendere
in fondo al mare alla scoperta di un tesoro. Questo lo dico
da persona che ha subìto il fascino di un’emozione
irripetibile. Da tecnico, dico che un percorso di visita
non è assolutamente incompatibile con l’attività dei
cantieri, con l’opera degli archeologici e dei
restauratori, con la perfetta conservazione dei resti già
affiorati e con quelli che, molto probabilmente,
affioreranno nei prossimi mesi».
p.p.