INDICE EDIZIONI Giovedì 8 Maggio 2003

LA REGIONE AFFIDA IL PROGETTO ALL’INDIANO FAMOSO PER LE INSTALLAZIONI GIGANTI
Con Kapoor anche la Cumana diventa d’arte
Ingresso da girone dantesco per la stazione di Monte S. Angelo. L’artista chiede l’aiuto degli architetti

CRISTIANO TARSIA
La stazione diventerà un’opera d’arte. Il binomio trasporti-cultura si rinnova e Napoli si dimostra ancora all’avanguardia mondiale: la fermata della Cumana a Monte Sant’Angelo sarà firmata da Anish Kapoor, artista indiano di fama mondiale. Non più, però, la stazione come museo, mero, per quanto raffinato, contenitore delle opere d’arte. «Questa volta, primo caso in Italia - annuncia l’assessore regionale ai trasporti Ennio Cascetta - la stazione sarà essa stessa un’opera d’arte. In questo caso saranno gli architetti a disposizione dell’artista, e non viceversa».
La notizia rimbalza dall’Inghilterra, patria adottiva di Kapoor, artista che ha firmato la scultura d’ingresso della Tate Modern di Londra e che ha già lavorato a Napoli, con un lungo articolo dedicato a Kapoor da The Guardian. In pratica lo scultore è stato avvicinato da Sepsa, committente dell’opera, e dalla Regione Campania. L’ultima visita di Kapoor a Napoli è datata lo scorso autunno. Poi i tecnici della Sepsa, insieme a Edoardo Cicelyn, sono saliti a Londra diverse volte. Il progetto definitivo sarà consegnato entro quattro mesi, ma già esiste un progetto preliminare. Un’idea, insomma, che ovviamente deve prendere corpo. E che a Kapoor è venuta guardando Napoli dall’alto: Vesuvio, campi flegrei, lago di Averno. I passeggeri, questa l’idea dell’artista, saranno proiettati nel sottosuolo con un gioco di materiali e luci. Due le uscite previste, una all’interno dell’Università, l’altro a Rione Traiano, realtà sociali agli antipodi ma che saranno accomunate da questi ingressi agli «inferi» veramente maestosi. Sembra che Kapoor sia stato impressionato proprio dalle dimensioni delle cavità. E ad accompagnare i viaggiatori/visitatori ci sarà anche un pozzo di 40 metri che porterà sulla banchina dei treni la luce del sole.
«È pazzesco - dice Kapoor - non sanno in che cosa si impegolano. Ma è meraviglioso, non posso immaginare qualcosa di meglio che fare una stazione della metropolitana».
Lo stesso Kapoor spiega la sua filosofia. «Sono un artista, non un architettot (infatti lavorerà con il Future System, un affermato studio londinese), Sarà un’opera d’arte che per caso sarà in una stazione di un metrò. Non ci sarà una strada intorno. Sarà una scultura nella quale potrete realmente entrare. Vogliamo far riconoscere che si tratti di una metropolitana, un viaggio nel mondo di Dante. Piuttosto che in una luce alla fine di una caverna, è un viaggio al fondo di una caverna. E se uno lo riconosce, allora forse l’esperienza del passaggio, del muoversi attraverso, del viaggiare, può anche essere un uno con l’arte»
La stazione di Monte Sant’Angelo, spiega Cascetta, «è una tappa della metropolitana regionale. Gli utenti, tramite vari snodi, tra cui Montesanto, potranno arrivare da tutta la regione direttamente al campus universitario». L’opera, nella sua nuda struttura, è quasi completa. Pronti sia i binari che per un chilometro e quattro si snodano sotto terra, a una profondità massima di 40 metri, tra la fermata di Soccavo e appunto Monte Sant’Angelo. E anche la banchina, un camerone che rappresenta la stazione del metrò più grande d’Italia, è pronto. «Saremmo stati pronti già per fine anno - spiega il presidente della Sepsa Raffaele Bianco - così invece slitteremo di qualche mese, ma abbiamo voluto provare una cosa totalmente nuova. E a Kapoor è piaciuta tanto che non ha voluto neanche pensare ai soldi, sapendo che il budget è comunque limitato».
A contattare Kapoor, come detto, edoardo Cicelyn. «A ottobre farà una mostra all’Archeologico. È un grande artista. Le sue opere spesso sono avvolgenti, inghiottono il fruitore d’arte e anche questa volta creerà a Napoli qualcosa di unico».