INDICE EDIZIONI Mercoledì 27 Marzo 2002

Dall’Alighieri a Kounellis:
tra scritte al neon e scarpe

PASQUALE ESPOSITO
Cinque artisti per una stazione, cinque espressioni e percorsi d’arte che costituiscono un formidabile avvicinamento del viaggiatore, del cittadino, distratto o anche no, all’arte contemporanea, posta lì, a portata di mano, mentre si va a prendere il treno, o lo si lascia per riemergere in superficie. Piazza Dante, la sua stazione, è il segno della continuità di una scelta, quella di puntare sull’arte per dare una cifra particolare alla metropolitana che unisce Piscinola al Vomero, a Salvator Rosa, al Museo: una sfida, per certi versi, ma anche una straordinaria particolarità che rende più ricca l’immagine della città non solo sul piano trasportistico (ed è già tanto) ma anche su quello della offerta culturale: sotto questo aspetto la stazione «Dante» con le opere dello scomparso Carlo Alfano (due olii su tela, «Luce-grigio» e «Frammenti di un autoritratto anonimo»), Nicola De Maria (un mosaico molto bello, «Universo senza bombe, regno di fiori, 7 angeli rossi»), Joseph Kosuth (scritta luminosa al neon «Queste cose visibili»), Jannis Kounellis (ovviamente «Senta titolo», come tutti i suoi lavori, installazione lunghissima su pannelli in lamiera che racchiudono tantissime paia di scarpe, segni dinamici, su ispirazione - afferma l’artista - dovuta a Totò) e i due specchi di Michelangelo Pistoletto («Intermediterraneo»), si aggiunge alle stazioni «Cilea», «Salvator Rosa» e «Museo», aperte nell’aprile scorso e già al centro di visite mirate alle opere che vi sono per così dire esposte.
Le pubblicazioni di settore, anche internazionali, che si sono occupate di queste ”stazioni dell’arte” («uniche al mondo», sottolinea Philippe Daverio che realizzerà una nuova puntata del suo bel programma televisivo per Rai3) dovranno essere aggiornate man mano che il progetto va avanti: per adesso dovranno adeguare le loro ”schede” con questa «Dante» e le sue testimonianze artistiche, di grande interesse al pari di quelle delle stazioni già inaugurate.
Giustamente Gae Aulenti, progettista della stazione (consulente per gli interventi artistici è Achille Bonito Oliva) mette in evidenza la particolarità di una presenza così forte dell’arte in un luogo pubblico quale una stazione della metropolitana: «È un modo diretto per far entrare in sintonia la gente con l’arte contemporanea, senza la barriera psicologica che a volte può essere rappresentata da un museo: la gente è abituata a pensare che l’arte contemporanea sia rinchiusa in certi santuari inaccessibili, così invece se la trova sotto il naso in maniera propositiva, direi quasi accattivante. All’inizio ci sarà sicuramente una difficoltà di lettura, di interpretazione, poi pian piano si registrerà un avvicinamento ai segni della nostra cultura contemporanea. Una operazione culturale, quindi, sono felice ed orgogliosa di avere una parte in tutto questo che sta avvenendo a Napoli».