INDICE EDIZIONI Venerdì 23 Agosto 2002

Rione Alto, si cambia
dal metrò museo
via gli artisti di casa

LUIGI ROANO
Molte delle opere esposte nella stazione del Rione Alto saranno rimosse perché non ripercorrono il tema del nomadismo che dovrà legare tutte le future stazioni della linea collinare. Sono quadri, mosaici, poster e sculture opera di artisti legati al territorio, che vivono e lavorano a Rione Alto. Opere che verranno collocate in altri siti pubblici: uffici circoscrizionali e altro di simile.
Una «riorganizzazione» chiesta e ottenuta dal consulente artistico del Comune (e della Regione) Achille Bonito Oliva, che ha il compito di trasformare in ”musei civici” le stazioni della metropolitana. Un modello, è bene ricordarlo, che sta facendo scuola in tutta Europa, tanto che il Metrò dell’arte avrà un posto di rilievo in una delle sezioni della prossima Biennale di Venezia. «L’operazione affidata a Oliva - spiega il vicesindaco Rocco Papa - è in linea con il complessivo progetto del Metrò dell’arte che raddoppierà il suo percorso, e per questo necessita di una riarticolazione. Infatti a piazza Dante, Museo, Conte della Cerra e Materdei si aggiungeranno anche le stazioni periferiche di Chiaiano, Piscinola, Policlinico, Vanvitelli, Madeaglie d’Oro, Montedonzelli e appunto Rione Alto. Tutte le opere esposte dovranno avere un tema omologo, e quello scelto da Oliva è il nomadismo». Operazione che costerà qualche euro in più, cosa che non sembra preoccupare Palazzo San Giacomo: «Abbiamo fatto sacrifici per le altre stazioni e se il progetto è valido siamo pronti a sostenerne altri», conclude Rocco Papa.
I tempi per la rimozione saranno strettissimi, visto che l’inaugurazione della nuova stazione è prevista per la metà di settembre (ci sono già stati tre rinvii) e per quella data la rivisitazione artistica del sito dovrà essere ultimata. La decisione scatenerà molte polemiche. Che già non mancarono all’indomani del 10 luglio, quando fu chiaro che a Rione Alto, invece delle firme più note dell’arte contemporanea, come Kounellis o Kosuth, avrebbero esposto artisti meno famosi. Allora si crearono due partiti: quello che voleva dare visibilità a nomi poco noti ma non per questo meno talentuosi (con 60 artisti che formarono un comitato). E quello di chi, invece, voleva solo i big, «costi quel costi». La «riarticolazione» in atto ha il sapore di un mezzo passo indietro, fatto dall’amministrazione per accontentare entrambe le fazioni e procedere sulla via del completamento del Metrò dell’arte in tempi rapidi.
«Il buono di questa vicenda è che finalmente anche le stazioni periferiche avranno una loro dignità artistica. L’aspetto da non sottovalutare - ammonisce il presidente della commissione Mobilità, Mario Coppeto - è la fretta. Non vorrei che per fare presto al Rione Alto vengano proposte opere sì di grandi nomi, ma magari datate». Oliva da questo punto di vista dovrebbe essere una garanzia. Del resto, il consulente del Comune ha apprezzato molto, nel corso di un sopralluogo avvenuto nei giorni scorsi, molte delle proposte della giovane gallerista napoletana Paola Guadagnino. Ovvero le opere degli under 30, sette artisti che hanno centrato in pieno il tema del nomadismo. In particolare Donatella di Cicco, la cui foto, un cimitero di auto, le è valsa la nomination fra i migliori 10 artisti emergenti. A Pagare dazio, quindi, potrebbero essere quegli artisti più avanti con gli anni, oppure quelli che a Rione Alto hanno esposto più di un’opera. Sono questi ultimi in odore di taglio, a loro verrà chiesto di farsi da parte.