INDICE EDIZIONI Venerdì 4 Giugno 2004

Il metrò è in ritardo: prima corsa tra 2 anni

REMO FERRARA
La metropolitana salernitana rischia di fermarsi prima ancora di partire. Il primo trenino, che dovrà tagliare la città lungo la direttrice est-ovest, doveva in verità essere partito già da tempo. Le prime corsie sperimentali avrebbero dovuto essere attivate proprio in queste settimane. Ma non sarà così e per spostarsi in città bisognerà accontentarsi, per i prossimi due anni, dell'auto o degli autobus del Cstp. La stazione M1 di via Monti, com'è noto, è stata abolita per problemi legati alla sicurezza: bisognava studiare eventuali soluzioni alternative. Non se n'è fatto nulla e, al momento, il metrò cittadino dovrebbe avere soltanto sette stazioni, mal numerate (da 2 a 8). L'unica stazione completa è la M2 di via Vernieri. Poco più in là la M3-Stazione Centrale vede impegnati appena quattro operai che, per quanto possano ammazzarsi di lavoro, non potranno finire prima di due mesi. A Torrione la situazione della M4 è migliore, ma non di molto. I lavori sono pressoché terminati, ma gli appena tre operai all’opera, assicurano che ci vorrà almeno un altro mesetto per completare ogni cosa.
A Pastena emergono i problemi più gravi: le banchine passeggeri della stazione M5 sono ancora da ultimare, poi bisognerà procedere alle rifiniture. Quattro mesi di lavoro per carpentieri, muratori e stuccatori, salvo intoppi.
Gli intoppi che frenano e freneranno ancora per chissà quanto tempo, i lavori alla stazione M6 di Mercatello. Banchine da ultimare, rifiniture da effettuare, ma soprattutto destino tutto da decidere per gli interessanti reperti archeologici emersi durante le operazioni di scavo. Sei mesi almeno di lavoro per gli 8 operai impegnati, per finire tutto, a partire però da quando la Soprintendenza avrà sbloccato le aree interessate dai rilievi. «Stando così le cose - ironizza Luigi Ciancio, segretario provinciale della Feneal Uil -i i salernitani potranno percorrere in metrò la tratta via Monti-Pastena. Qui saranno costretti a scendere, farsela a piedi fino a Mercatello, e riprendere la corsa».
All'Arbostella (M7) i quattro operai impiegati ne avranno ancora per sei mesi: le banchine sono da rifare, mentre occorre metter mano ancora a pavimentazione e rifiniture. Il capolinea del metrò, a San Leonardo, sta anche peggio. Lì ci vorrà, per completare l'opera, non meno di un anno. Quando poi tutte le stazioni saranno belle e completate, occorrerà metter mano alla lungolinea: un muro di sette chilometri che dovrà separare il tratto delle ferrovie da quello della metropolitana. Con dieci operai, stima la Feneal Uil, ci vorranno almeno altri sei mesi di lavoro. Tralasciando l'installazione delle barriere antirumore, il problema del ponte di via Parmenide (troppo stretto e non allargabile, sul quale si stenta ad individuare l'unica soluzione possibile: il transito alternato nei due sensi di marcia). In tutto almeno 24 mesi di lavoro. Ieri la Feneal Uil ha lanciato duri strali all'amministrazione comunale. Su tutti i versanti: «Gli scavi archeologici - ha detto Ciancio - interessano un tratto brevissimo del metrò: perché non spostare i reperti altrove per studiarli?». Quanto ai tempi, la Feneal Uil ha chiesto al Comune di attivarsi «Affinché cessino incomprensibili e continue mancanze di materiale e l’utilizzo di un numero davvero ridotto di operai».