La
base economica principale dellagro ascolano erano certamente lagricoltura
della quale diversi autori antichi, trattando del Piceno, sottolineano la ricchezza e la
varietà. Va ricordato a questo proposito lesteso racconto che Polibio ci ha lasciato del passaggio di Annibale
nel 217 a. C. nella nostra regione. Il Piceno viene descritto come un paese ricco e
fertile di prodotti di ogni genere che permisero allesercito cartaginese di
ristorarsi dalle fatiche, di curare i propri malanni e caricarsi di bottino. Orazio e Giovenale
lodano in particolare le mele che, per laspetto inviante e per il sapore, superavano
quelle rinomate di Tivoli. Marziale e Plinio decantano la qualità e la bontà delle
olive picene in salamoia, dette colymbades e
delle olive nigrae maturate al gelo
Il
territorio di Montalto per il suo carattere collinare, per la presenza di valli abbastanza
ampie e fertili e per labbondanza di sorgenti, aveva tutte le peculiarità per uno
sfruttamento a fini agricoli. Non mancano infatti reperti archeologici collegabili ad
attività agricole come una base in travertino di un torculario, una piccola macina in granito, una macina in arenaria a forma cilindrica, una vasca olearia di travertino, un grande dolio e diversi di anfore vinarie. La carta archeologica del
territorio per il periodo romano evidenzia la distribuzione sparsa della popolazione nelle
campagne. Oltre a questo assetto stanziale sparso della popolazione rurale che si è, del
resto, perpetuato fino ai nostri giorni, è da supporre anche una densità abitativa
piuttosto elevata dato che parecchie zone del territorio sono interessate da ritrovamenti
di epoca romana. Le case e ville rustiche si trovano spesso in prossimità di corsi
dacqua e di sorgenti, in posizione dominante lungo le fasce collinari mentre fondi
vallivi erano lasciati liberi per le coltivazioni. Gli insediamenti individuati si
distribuiscono su fasce parallele al corso del fiume Aso oppure sembrano dislocati lungo
due direttrici di comunicazione con andamento Nord- Sud. Luna dal Tesino, passando
per Montalto, si dirige verso la Val dAso e confluisce nei pressi del tempio romano
di Cuma di Monterinaldo e laltra dal Tesino, passando per Porchia, si immette nella
Val Menocchia.
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