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L'assedio ai Castelli (1039)

Nel 1039 le Tre Pievi Lariane (Sorico, Gravedona e Dongo), che parteggiavano per l'Imperatore Corrado Salico, duca di Franconia, furono in lotta con Dorio, Corenno, Dervio, Bellano, Limonta e Bellagio, che combattevano per l'arcivescovo di Milano Ariberto da Cantù.

Nella primavera del 1040 l'armata delle Tre Pievi si mosse con l'intervento di cento uomini della Valtellina.

Dopo aver occupato il paese di Dorio, si rivolsero verso Corenno.

Corenno

Il paese era cinto di mura e guardato dal castello che si innalza su di uno scoglio. I Pievesi diedero la scalata alle mura del paese e, dopo averlo preso, lo saccheggiarono. Però la rocca per due giorni cercò di resistere, sperando nel soccorso dei Bellanesi, ma dovette arrendersi per mancanza di provviste.

A Dervio

Incoraggiate da tali successi, le milizie pievesi si avviarono alla conquista di Dervio e riuscirono a impadronirsi della piana senza alcuna opposizione; infatti le navi dei bellanesi, non si sa per quale motivo, se ne andarono e i derviesi fuggirono a Villa.

Dall'altra parte i Valtellinesi, che marciavano a piedi, giunti a metà del sentiero che conduceva da Corenno a Dervio, si scontrarono con un drappello di Derviesi che erano usciti a impedire il passaggio.

Ci fu una feroce lotta e molti pievesi furono precipitati nel lago sottostante. I loro compagni stavano già per darsi alla fuga, ma l’arrivo delle navi pievesi che si videvano dall'alto, li portò a cambiare l'esito della battaglia.

I derviesi dopo un lungo contrasto, fuggirono a Villa e si unirono agli altri.

Si accese una nuova battaglia, ma i Derviesi, assaliti da un lato dai Valtellinesi e dall'altro dalle milizie delle Tre Pievi, furono sopraffatti dal gran numero dei nemici.

In parte deposero le armi e in parte corsero a rinchiudersi nel castello di Dervio.

Sconfitta dei Colleggiati

I Valtellinesi ed una parte delle milizie pievesi iniziò l'attacco al castello, mentre la flotta salpava verso Bellagio con l'intenzione di occuparlo. Di fronte a Varenna la flotta pievese si scontrò con quella di Bellano e Bellagio.

In aiuto di questi ultimi giunsero gli isolani dell'Isola Comacina, ma a causa del vento contrario e dopo aver perduto tre imbarcazioni, furono costretti alla fuga. La causa della sconfitta fu in parte dovuta al fatto che la flotta pievese disponeva di navi di stazza assai superiore.

L'assedio e la cattura

I pievesi impiegarono tutte le loro forze all'espugnazione del castello di Dervio.

Questo castello era una costruzione assai massiccia e imponente per i tempi e si teneva ben approvvigionato e munito. I pievesi tentavano ogni giorno assalti e scalate ed ogni giorno venivano respinti dagli assediati.

Si cercava con ogni specie di strumento di far breccia nelle mura, continuamente rattoppate e riparate e sia da una parte sia dall'altra era un susseguirsi di lanci di frecce e macigni.
Molti furono uccisi ed altri rimasero feriti, durante quattro mesi di lungo assedio. Ma per l'eccessivo caldo dell'estate si asciugò la fonte che dava acqua agli assediati ed essi, non potendo questi uscire a procurarsene per la vigilanza dei pievesi, alla fine si arresero.

Dervio, Corenno e Dorio per alcuni anni furono così soggetti alle Tre Pievi.


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