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Prima relazione di una visita pastorale

Questa relazione del 1455 rappresenta la prima fonte di informazione sicura sull’organizzazione della Chiesa a Dervio.
Il prevosto Gasparino de Curte e il presbitero Martino dei Capitanei di Dervio si recarono a Bellano per rispondere, di fronte all’Arcivescovo Gabriele Sforza, ad un questionario che permetteva di conoscere la situazione di ogni parrocchia dopo le varie guerre, soprattutto dopo gli attacchi dei Veneziani (la pace di Lodi si era stipulata solo l’anno precedente).

Chiese

Chiesa prepositurale, chiesa principale e curata.
C’erano cinque prebende: una del prevosto stesso (del valore di circa otto fiorini [florenorum]), uno del presbitero Marcellino di Corenno (otto fiorini), del presbitero Martino dei Campazi (otto fiorini), e il resto del presbitero Chesmolo dei Taleri (dodici fiorini).
Chiesa di san Gregorio distante due balestre(?) (valore di tre lire).
Chiesa di san Quirico di Dervio distante dalla prepositurale un quarto di miglio (una lira e mezza).
Chiesa di santa Cecilia dista mezzo miglio dalla prepositurale (valore di un pollo).
Chiesa di san Leonardo del Castello di Orezio distante mezzo miglio (nessun valore)
Chiesa di san Giorgio di Dorio distante due miglia (cinque fiorini)
Chiesa di san Tommaso di Corenno distante un miglio (quaranta fiorini). A questa chiesa provvedeva all'epoca il presbitero Paolo di Marnio, canonico regolare, mentre tre delle altre chiese le teneva il signor prevosto.


Sottoposte al prevosto (vedi separazione del XIV sec.) c'erano anche le seguenti chiese.
Chiesa di san Martino di monte Introzzo (cinque fiorini)
Chiesa di sant’Agata di Tremenico
Chiesa di santa Maria di Avano (un fiorino)
Chiesa di sant’Antonio di Introzzo (nessun valore)
Chiesa di san Giacomo di Vestreno
Chiesa disabitata di san Sfirio

Sacramenti e costumi vari

Si tenevano gli oli santi in una scatola e anche il crisma in sacrestia e ogni anno li sostituivano, bruciando quelli vecchi e mettendoli nel sacrario.
Battesimi
- C’era un sacrario presso l'altare e nella stessa chiesa una fonte battesimale nella quale, ogni Sabato Santo, era benedetta l'acqua battesimale.
Per l'unzione di bambini battezzati asciugavano petto e spalle con cotone, poi bruciato e riposto nel sacrario. Nei battesimi c’erano a volte tre e quattro o più padrini. L'acqua benedetta era sostituita ogni settimana e in estate ogni quindici giorni.
Eucarestia
- In chiesa non si teneva il sacramento dell'eucarestia perché non era possibile tenere accese delle lampade. In caso di necessità procedevano a celebrare e a comunicare gli infermi con vesti, cotta e stola; si facevano precedere da un chierico con un cero acceso e tintinnabulo, ma senza cotta. Purificavano l'infermo con uno ziteo (?) di vetro e lo comunicavano nella casa del malato stesso.
Cimitero
- Il cimitero era aperto e non poteva essere chiuso per le grandi difficoltà del prevosto. Lì non erano stati sepolti eretici, usurai o scomunicati.
Messe
- C’era un altare grande e altri due consacrati sui quali si celebrava messa, mentre sugli altri non consacrati non celebravano.
La chiesa non era chiusa di giorno né di notte, perché non c’era una porta che potesse essere chiusa bene; in ogni modo all'interno non ci furono profanazioni.
Ogni settimana in quella chiesa erano dette quattro messe basse e ogni tre domeniche si dicevano due messe: una nella chiesa prepositurale e l'altra nella chiesa di san Giorgio di Dorio, che era sottoposta alla prepositurale e distava due miglia. Nei giorni di festa cantavano messa e i vespri.
Riparazioni
- Si dovevano sistemare le lampade tanto con offerte che con proprie spese. Nel complesso, né la chiesa né la canonica necessitavano riparazioni, a parte la porta del campanile e la campana che era rotta.
Oggetti
- Non c’erano cose antiche a parte gli altari stessi. E si fa menzione di calici e paramenti per la chiesa che il prevosto doveva riportare nell'inventario. Una volta all'anno i corporali erano fatti purificare dai frati del convento e questi li purificavano in un vaso che era usato anche per altro. Mettevano sempre tre tovaglie sull'altare quando celebravano.
Nella sacrestia non c'era un vaso per lavare le mani, perché il prevosto risiedeva da solo e la casa (come anche ora) era vicina alla chiesa.

Varie

La canonica necessitava di poche riparazioni perché c'era solo l'abitazione del prevosto e del signor Chesmolo. Le donazioni dei funerali e le offerte della cura della chiesa erano tutte del prevosto perché era l’unico a risiedere stabilmente e in tutte le ufficiature portava la cotta.
Non avevano un inventario dei beni della chiesa, né privilegi, né indulgenze, né statuti. Non c’erano beni della chiesa alienati o pignorati.


Visitatio de dervio 1455. 13. Iulij. Coram Rev.mo Domino Archiepiscopo
MCCCCLV Indictione tertia die dominico tertiodecimo mensis Julij.
In domibus canonice ecclesie Sanctorum Georgij et Nazarij de Bellano Mediolanensis diocesis, pro comodiori, et utili examinatione visitationis infrascripte ecclesie de dervio, etiam peracta per dominum ut supra coram in Christo domino Archiepiscopo constituto Venerabili Viro domino presbitero Gasparino de curte preposito solo rescidente, et presbitero martino de capitaneis de dervio canonico ecclesie Sanctorum Petri et pauli de dervio Mediolanensis diocesis pro visitatione requisitis.
Super primo et alijs capitulis usque in finem septimi, Interrogati responderunt quod In ipsa ecclesia non tenent sacramentum eucharistie quia non habent facultatem pro luminariis ibidem tenendis accensis. Et quando opus est ipsum portare seu ad [...] cellebrare, et ad communicandum infirmum incedunt vestitis cotta et stolla cum clerico precedente cum cereo accenso, et tintinabulo sine tamen cotta, et infirmum purifficant cum ziteo vitreo et eum dimittunt in domo eiusdem infirmi.
Item quod tenent olea sancta in quadam schatula, et crismino, et in Sacristia et omni Anno renovant antiqua comburendo, et ponunt infra Sacrarium. Et quod nullas habent reliquias extra altaria, quod sciant. Item calices, et paramenta pro cura ecclesie de quibus in Inventario per prepositum portando fit mentio, Et semel in Anno et corporalia facit a fratribus conventualibus mondari: et ipsi purifficatoria mondant in Vaso, qui utitur etiam ad alios usus, Et semper habent tres tovalias super altare quando cellebrant. Et in Sacrastia non habent vas pro lavando manus quia solus rescidet, et domus est propinqua ecclesie.
Item quod habent altare magnum, et duo alia consecrata, super quibus cellebrant missam, et super alijs non consecratis non cellebrabunt missam, neque habent lapidem lapidem consecratum quo possunt uti. Item habent sacrarium, apud altare, et fontem baptismalem in ipsa ecclesia in quo die Sabati Sancti benedicit aquam baptismalem, Et quod unctione pueri baptizati in pectore, et in scapulis abstergunt cum bombace, quod postea comburrunt, et ponunt infra Sacrarium. Et quod in baptizatione admittunt aliquando tres, et quatuor, et plures compatres, Et aquam benedictam renovant in yeme singulis ebdomadis, et in estate singulis quindecim diebus.
Item quod ecclesia non clauditur die, nec nocte quia non habet portam que videlicet bene clauditur a horis, et in ea non sunt nec fiunt prophana et cimiterium est apertum, nec de presenti claudi potest pro magna difficultate prepositi presenti paupertatem, nec possunt quia ecclesia fit relicta nec [...], neque quod ibi sunt sepulta corpora hereticorum usurariorum nec excommunicatorum.
Item quod singulis ebdomadis vice in ea ecclesia dicuntur quatuor misse basse et quod de tribus dominicis una dicit duas missas videlicet unam in ipsa ecclesia, et aliam in ecclesia sanctij Georgij de dorio que est ecclesia subdita ecclesie prepositure et distat miliaria duo [...] et quod diebus festis semper cantant missam et vespera.
Item quod debitus est ordo circa luminaria, tam ex oblationibus quam propriis sumptibus, Et quod ecclesia, et canonica non egent reparatione excepto quod porta turris, et campana fracta est.
Super octavo usque in finem responderunt quod in ipsa ecclesia sunt prepositura que dignitas principalis et curata existit, valoris que tenetur per prefatum prepositum et cinque canonicatus, cum quinque prebendis, quorum unum tenet ipse prepositum florenorum octo vel circa, alios presbiter Marcelinus de Cornis valoris florenorum octo, presbiter Martinus de campatij valoris florenorum octo, et quod alium tenet presbiter Chesmolus de taleris valoris florenorum duodecim, et de cura ipsius canonice sunt ecclesia sancti Gregorij distans per duas balestratas valoris librarum trium, ecclesia sancti quirici de dervio distans a prepositura per quartum miliaris valoris libre unius cum dimidia, ecclesie sancte Cecilie, distans a predicta prepositura per medium miliare valoris unius pulli, ecclesia sancti leonardi de castro orezie distans per medium miliare valoris nullius, ecclesie sancti Georgij de dorio valoris florenorum quinque distans per duo miliaria, ecclesia sancti thome de Correno distans unum miliare valoris florenorum quadraginta, et cuius confirmatio instituit ad aliquem spectare quia non confirmavit aliquos et quam tenet de presenti presbiter paulus de marnio canonicus regularis, ab anno citra curso, et ecclesiarum predictarum tria gerit dominus prepositus.
Item sub dicta prepositura subsunt ecclesia sancti Martini Montis Introtij valoris florenorum quinque et ecclesia sancte Agate de tremenico que ambe sunt devolute, ecclesia sancte Marie de Aveno valoris unius floreni, ecclesia sancti Antoni de Introtio nullius valoris, ecclesia santi Jacobi de Vestreno valoris [...], ecclesia sancti ferioli inhabitata.
Item dixit dominus prepositus quod nullius habent fructus pro rescidentia, et dictus presbiter Martinus quia domo plani dervij, et dorij cum pertinentijs suis percepit de rescidentia, Et hoc dixit quod divisionem bonorum numquam vidit, que est descripta in pubblicam formam in loco bellani, neque dictus prepositus duxit illam postdixit tamquam prepositus, quod dixit dominus presbiter Martinus habet partem [...] prepositus predictus.
Item quod canonica eget modica reparatione, quia est presenti nisi habitatio dicti prepositi et domini Chesmoli. Et quod intendit prepositus secolares prohibire. Et quod emolumentum funeralium, et oblationes [...] cure ecclesie sunt prepositi, quia solus ressidit et semper in omnibus officijs est vestitus cotta.
Item quod non habent Inventaria bonorum ecclesie, nec privilegia, nec Indulgentias nec Statuta. Et quod non sunt aliqua bona ecclesia alienata, nec pignorata.
Ad altare predicte ecclesie Sanctorum Georgij et nazarij dedit primam tonsuram Johannes filius Antoni de Invitis, Antonius de honrigonibus filius Bernardi, et Christoferus de campatijs filius Georgij omnes dicte [...] prepositure sancti Nazarij et [...]
Corrigendo mandavit.


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