Quaderni Derviesi / Documenti / Il Cinquecento / I Francesi ed il MoroneNel 1515 il re Francesco I di Francia aveva spodestato Massimiliano Sforza, figlio di Lodovico il Moro, dai suoi domini sul Milanese e sulla Riviera lariana. Sentendo che veniva dalla Germania l'Imperatore Massimiliano a rimettere nel ducato lo Sforza suo omonimo, il ricco ed esperto guerriero Francesco Morone di Lecco, fratello di Girolamo Morone capitano per molti anni per gli Sforza, si diede a combattere sul Lago chi parteggiava per i francesi. Nel 1516 entrò anche nella Valvarrone, saccheggiando ed incendiando tutti i paesi attorno a monte Introzzo e Pagnona, fedeli al re di Francia. Invece i Premanesi, fedeli agli Sforza, lo accolsero in festa e gli fornirono uomini e denaro. Da Premana passò a Morbegno, per la Valvarrone e del Bitto, in cerca di soldati, ma non ne ottenne e perciò tornò indietro, depredò la Valsassina Alta, tornò al lago e incendiò Corenno, poi si lanciò ad altre imprese vandaliche, mantenendo a Dervio il quartier generale. Contro questo avventuriero, divenuto in poco tempo terribile, si armò con molte navi francesi, Giovanni de la Palisse, conte di Vandennes. Saputolo il Morone si trasferì a Corenno dove combatté con i Francesi approdati sul lido, ma, essendo ormai notte non riuscirono a distinguersi e si mischiarono. Alla fine però Francesi e fedeli al Morone, stanchi e in gran parte distrutti, prima che spuntasse l'alba fuggirono, rifugiandosi rispettivamente a Como e nella valle del Bitto. La Palisse intendeva entrare in Valtellina con nuove forze e snidare il Morone, e perciò sbarcò a Colico, ma fu informato che i Francesi erano stati totalmente battuti dall'Imperatore e dagli Sforza a Cassano d'Adda, perciò tornò con l'esercito a Como, lasciando senza difese le spiaggie del lago. |
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