Quaderni Derviesi / Documenti / Il Seicento / Il Forte di FuentesNell'ottobre del 1603, dopo aver ottenuto l'aiuto finanziario dal re di Spagna, il conte di Fuentes diede inizio ai lavori di costruzione di un forte sulla sommità del colle di Monteggiolo a Colico, zona strategica per il controllo degli sbocchi di Valtellina e Val Chiavenna. La decisione provocò una violenta reazione diplomatica da parte dei grigioni, alleati di francesi e veneziani, che però non ottenne risultati positivi. Dopo tre anni di febbrili lavori, condotti da duemila operai-guastatori agli ordini dell'architetto militare Gabrio Brusca e protetti da otto compagnie di soldati con venti pezzi d'artiglieria, la colossale fortezza fu ultimata nelle parti essenziali. I contorni vennero eseguiti negli anni successivi. La fortezza, di pianta irregolare, misurava in lunghezza 300 metri e in larghezza 125 metri, dotata di una costruzione a U che comprendeva gli alloggiamenti dei soldati, il palazzo del governatore, la chiesa, il mulino con il forno, alcune cisterne per l'acqua e, nei sotterranei, i magazzini. Nel 1606, mentre volgeva alla fine la costruzione del forte, gli ingegneri Bartolomeo Rinaldi e Gasparo Balduini, incaricati dal governo spagnolo, fecero studi per una strada cavalcabile che mettesse in comunicazione il forte stesso con Milano. Un progetto di una via sulla riviera occidentale del Lago, Gera - Como, fu scartato per l'enorme ammontare della spesa; uguale sorte toccò ad un progetto di via Colico - Lecco sulla riviera orientale. Al Governo piacque l'idea di una linea Colico - Dervio - Bellano - Portone - Cortenova - Introbio - Ballabio - Lecco peritata in sole ottantaduemila lire imperiali e meno ancora se avessero obbligato a lavorare gli abitanti. Ma i Valsassinesi rifiutarono e tutto andò a monte. |
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