Quaderni Derviesi

Cerca

HomeDocumentiDerviesiTerritorioVarieAbbonamentiIniziativeCuratoreLicenza

Statuto del 1389

Proemio

Libro Primo

Libro Secondo

Libro Terzo

Libro Quarto

Libro Quinto

Quaderni Derviesi / Documenti / Statuto del 1389 / Libro Quinto /

199. Il monte di Bientro

Il monte di Bientro del Comune di Dervio, al confine con il Comune della Muggiasca territorio della Valsassina, dove si trovano i confini tra i Comuni di Dervio e della Muggiasca, sia messo all'asta, per uno o più anni, come il Consiglio del Comune ritenga meglio, a condizione che per tre mesi all'anno, cioè giugno, luglio ed agosto, a chi si fosse aggiudicata tale asta per l'alpeggio, venga sottratto un quarto dall'intero valore dell'asta.
Oltre a ciò, il vincitore dell'asta sia tenuto a costruire o far costruire ogni anno una cascina e una corte in tale monte nei seguenti luoghi: a Tabiale, a Pertuso, a Pianca e a Crota. E nel luogo dove sia stata fatta un anno non possa essere fatta l'anno successivo, ma si faccia a turno ogni quattro anni. E il vincitore possa anche impunemente prendere o far prendere e tagliare o far tagliare tutto il legname necessario per costruire tale cascina e corte per la cottura del latte del bosco di Gaggio del Comune di Dervio. Chi fosse incaricato di tale monte e non costruisca tale cascina e corte, paghi al Comune una multa di 5 lire.
Sia poi vietato ad ogni abitante tagliare erba o in altro modo arrecare un danno in tale monte, pascolare o far pascolare qualche bestia senza il permesso del vincitore dell'asta, dalla festa di san Vito fino alla festa della Madonna. Però, in ogni altro periodo dell'anno, ogni abitante possa pascolare e far pascolare e fare tutte le altre cose a proprio piacere, senza ostacoli da parte del vincitore dell'asta. In particolare la multa per gli abitanti che avessero provocato danni o che vi avessero portato animali al pascolo, contro le disposizioni dell'asta e dello Statuto, sia di 40 soldi per ogni persona e per ogni volta, mentre per ogni massaro di bestie, la multa sia di 20 soldi per ogni volta. Ai forestieri poi sia sempre vietato arrecare danni in ogni modo, personalmente o facendo pascolare le bestie, ad eccezione dei tre mesi di giugno, luglio e agosto; in questi tre mesi possano far pascolare impunemente e fare tutte le altre cose a propria volontà con il permesso del vincitore dell'asta e non diversamente né in altro modo; chi avesse violato una di tali norme, paghi ogni volta una multa di 3 lire per ogni forestiero, di 4 soldi per ogni bestia grossa che avesse provocato danni o vi si avesse pascolato, di un soldo per ogni bestia piccola. In tutti i precedenti casi si risarcisca il danno causato in ragione del doppio del suo valore, a giudizio degli estimatori del Comune.
Ogni ufficiale del Comune o abitante di Dervio sotto giuramento possa liberamente accusare o denunciare ogni persona o bestia sorpresa a causare un danno in tale monte; gli sia concessa piena fiducia e si accetti la sua dichiarazione. In particolare i forestieri che avessero provocato danni, personalmente o con bestie, possano essere accusati e sottoposti a requisizione e pignoramento; si possa anche riscuotere da loro un pegno in soldi, sequestrare le loro bestie, portarle in un altro posto ed affidarle all'autorità del Comune di Dervio, senza alcuna opposizione, fino al totale pagamento delle multe e al risarcimento del danno arrecato. Se poi un forestiero avesse impedito o proibito ad un abitante di eseguire tali azioni o alcune di esse, oltre alla multa prescritta, sia condannato al pagamento di una multa di 30 soldi per ogni caso: un terzo di questa multa spetti al Rettore, un terzo al Comune e l'altro terzo all'accusatore. Se l'accusatore avesse richiesto la multa ai forestieri o da loro avesse ricevuto un pegno o le bestie come pagamento, all'accusatore ne spetti metà, mentre la restante metà sia suddivisa tra il Comune di Dervio e il Rettore. Inoltre, il vincitore dell'asta possa impunemente occupare tale monte con tutte le bestie, anche con capre, ma soltanto nei tre mesi indicati, nonostante qualche articolo stabilisca il contrario.
Nessun forestiero osi tagliare piode [1] o asportarle in tale monte, durante tutto l'anno, senza il permesso del vincitore dell'asta. E a proposito di tali piode, il vincitore per tutto il periodo del suo appalto possa concedere il permesso di prenderle ai forestieri e mettersi d'accordo con loro. Ogni forestiero che avesse trasgredito questa norma, paghi una multa di 20 soldi per ogni volta; allo stesso modo, chiunque possa sporgere una denuncia e prendere anche un pegno ai forestieri, requisire o esigere del denaro, come indicato sopra.


[1] Pioda: pietra piatta per coprire i tetti.


CLXXXXVIIII. De Incantu Montis de Bientro

Item, quod mons de Bientio comunis Dervii, qui confinat cum comuni de Mugiascha territorii Vallissaxine ubi sunt termini terminantes confinia inter utrumque comune Dervii et Mugiasche, uno anno vel pluribus annis, prout videbitur consilio pro meliori dicti comunis, incantetur hoc pacto, quod per tres menses anni, videlicet iunii, iulii et augusti, ille qui habuerit dictum incantum per modum alpegandi, sibi extrahatur sive detrahatur de toto pretio quo incantatus fuerit quarta pars. Et ultra hoc dictus incantator teneatur et debeat omni anno facere unam cassinam et unam curtem in dicto monte in infranscriptis partibus, videlicet ad Tebiale, ad Pertusum, ad Piancham et ad Crotam, et ubi erit uno anno non possit fieri anno sequenti, sed gradatim fiat usque ad quatuor annos. Et etiam possit dictus incantator impune accipere vel accipi facere et incidere seu incidi facere omne lignamen necessarium ad fatiendum dictas cassinas et curtem pro coquendo lac de buscho Gazii comunis Dervii.
Et si aliquis caregaret dictum montem et dictam casinam et curtem non faceret, solvat pro pena dicto comuni libras quinque tertiolorum. Nec possit vicinus aliquis, nec valeat segare vel modo aliquo dampnum dare in dicto monte, nec pascolare, nec pascolari facere aliquas bestias in dicto monte sine parabola incantatoris, a festo sancti Viti de mense iunii usque ad festum sancte Marie mensis augustis. In alio vero tempore anni quilibet vicinus tantum possit impune pascolare et pascolari facere et omnia alia facere ad suam voluntatem sine contradictione incantatoris.
Pena vero vicinorum dantium dampnum vel pascolantium contra formam suprascripti incantus et statuti pro qualibet persona est solidorum quadraginta tertiolorum et qualibet vice, et pro quolibet massario bestiarum solidorum viginti tertiolorum et pro qualibet vice. Forenses autem nullo tempore possint dampnum dare cum personis aliquo modo, neque cum bestiis pascolare vel dampnum dare preterquam in dictis tribus mensibus iunii, iulii et augusti, in quibus tribus mensibus possint impune pascolare et omnia alia facere ad suam voluntatem cum parabola incantatoris et non aliter nec alio modo, et si contrafacerent in aliquo predictorum solvant pro pena pro qualibet persona forense et qualibet vice libras tres tertiolorum et pro qualibet bestia grossa dampnum dante vel pascolante solidos quatuor tertiolorum et qualibet vice, et pro qualibet bestia menuta solidum unum tertiolorum pro qualibet vice, et in omnibus suprascriptis capitulis restituat dampnum passo in duplum in laude extimatorum dicti comunis. Et quilibet tam offitialis quam vicinus dicti comunis Dervii possit impune accusare vel denuntiare quamlibet personam et bestiam dantem dampnum in dicto monte, suo sacramento, et fides sibi dabitur plena et dicto eius stabitur; forenses vero dantes dampnum tam pro se quam pro bestiis accusari et robari et pignorari possint et etiam ab eis pignus denariorum accipi et eis bestie auferi et alio conduci et designari in fortiam comunis Dervii, sine contraditione alicuius persone, usque ad plenam solutionem penarum et ad restitutionem dampni dati; et si quis forensis contradiceret vel vetaret alicui vicino facere predicta vel aliquod predictorum, ultra dictam penam puniatur in solidis triginta tertiolorum pro quolibet et qualibet vice; quarum penarum tertia pars sit rectoris, tertia comunis et tertia accusatoris; salvo si accusator exigeret penam a forensibus sive eis acciperet pignus vel bestias propter quod solverent, quod tunc et eo casu accusator habeat duas partes et relique due partes communiter dividantur inter comune Dervii et rectorem suum. Insuper incantator possit cargare dictum montem de omnibus bestiis sine pena, etiam de capris solum ipsis tribus mensibus, non obstante aliquo statuto in contrario loquente. Et quod nemo forensis audeat vel presumat facere vel accipere plodas in dicto monte per totum annum sine parabola dicti incantatoris et quantum ad dictas plodas dictus incantator pro toto tempore sui incantus dare possit licentiam forensibus tantum et cum eis esse in concordia, et quilibet forensis qui contrafecerit solvat pro pena solidos viginti tertiolorum pro quolibet et qualibet vice et quilibet possit accusare et etiam forensibus pignus accipere impune, alio exportare vel pecuniam exigere, ut supra.


Le serate
Per l'uscita di ogni numero dei Quaderni Derviesi si svolge una serata legata alla storia locale.
Calendario serate


Sezione di dervio.org

Copyright (c) 2001-2002 Michele Casanova
E' garantito il permesso di copiare, distribuire e/o modificare il contenuto di queste pagine, seguendo i termini della Licenza per Documentazione Libera GNU, Versione 1.1 o ogni versione successiva pubblicata dalla Free Software Foundation.



Inizio pagina