Quaderni Derviesi

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Quaderni Derviesi / Varie /

Dissero di Dervio

Con citazioni da: Flavio Biondo, Bettino da Trezzo, Tristano Calco, Camillo Ghilini, Sigismondo Boldoni.


Flavio Biondo (1392 - 1463)

Seguendo la riva destra del lago, più su, sono Abbadia, Mandello, e poi Lierna, Varenna, Bellano, Corenno, Piona [...]

Et secundum lacus dexteram superius sunt abbatia, Mandellum, deinceps lernium, varene, Bollanum, corcenum, prona [...]


Bettino da Trezzo

Mandello de lolive copioso
Olzo: alierno: et la gentil varena
Dove per acquistar vita serena
Le Moniale han corpo silicioso.

Bellan citadinesco: richo et bello
Che capo se po dir de la valsasna
Faceva provisione de la masna
Et se guardava senza far tripello.

Coreno similmente locho ameno
Et Delfo: et Colech eran in sentina
Così la valle dicta valtelina
Cum ladda chentra poi nel laco pieno.


Tristano Calco (XVI secolo)

Sulla sponda destra sorgono Mandello, e Varenna con il fiume chiamato Latteo dal colore bianco dell'acqua: è notevole la sua caratteristica di fluire solo per nove mesi, scorrendo repentinamente in piena e sparendo completamente nei giorni invernali e primaverili. Si naviga poi a Bellano, a capo della Valsassina, e Dervio, Corenno, Piona, Colico. Gli impervi monti posti al di sopra sono chiamati di Introzzo.

Dextra Mandellum habet, Varena cum amne, ex candore aquae Lacteo nuncupato: cuius admirabilis natura est, ut novem tantum mensibus fluat, repente totus currens, totusque desinens, ubi verni hyemalesve dies superveniunt. Inde navigatur Bellanum Vallis Sassinae caput, et Derphium, Correnum, Pionam, Collicum. Supra asperi Montes, Introcij cognominantur.


Camillo Ghilini

Sulla sponda opposta a questa di cui si è parlato, dopo la foce dell'Adda, c'è il borgo di Colico, quindi la chiesa di san Nicola, chiamata di solito Priorato di Piona. Poi i paesi di Corenno, Dervio, Bellano, Varenna [...]

In Larii parte huic, quae dicta est, adversa post Aduae ostia pagus Collium, inde Sancti Nicolai fanum, vulgo Pionae Prioratus nuncupatur. Post vici Corenum, Delphus, Bellanum, Varena [...]


Sigismondo Boldoni

Poi Corinto, ora Corenno, posto su un'impervia roccia e protetto dalle grandi rupi dei monti sovrastanti; nel punto più alto del paese v'è una rocca, per la più parte rovinata, ma giocondissima per le dolci aure che vi spirano nel caldissimo mezzogiorno.
Vicino è Dervio, non sprezzabile per l'ampia pianura e per il bel torrente, chiamato Varrone. Nè potrei dubitare che la penisola protesa nelle onde si sia lentamente formata nel corso dei secoli per la violenza del Varrone che, ingrossato, travolge ingente quantità di sabbia. In alto si vede una rocca vetusta e quindi il monte Introzzo, che si drizza verso il cielo con la vetta acuta, dove di frequente sono cacciate le aquile e gli sparvieri.
Di seguito vengono macigni rossicci e scogli corrosi ma piantati di sceltissime viti; infatti le rupi perpendicolari ed esposte al sole producono vini di squisito sapore, preferibili persino ai cretesi, con liquore di superiore gradazione alcolica e di incredibile dolcezza, che nel colore assomigliano più al vinugiolo che non al vino. Qui il Lario riacquista la sua ampiezza e l'aspro monte di Dervio, fattosi orrido per il frantumarsi delle rocce, rompe la furia delle onde. In quel luogo la profondità delle acque è rilevante, superando i cinquecento piedi. Subito dopo, sulla pianeggiante costa di Gorio, si stendono i vigneti bagnati da una fonte gorgogliante.

Inde aspero impositus saxo Corynthus, nunc Corennus, vastis imminentium montium petris pene suppositus, cuius in editiori parte arx est, diruta illa quidem magna ex parte, sed flantibus vel in flagrantissima meridie leniter auris periucunda.
Proxima est Delphos et lata planitie et pulchro torrente, quem Varrone dicunt, non aspernanda. Nec dubitaverim totum illud, quod tantum in undas exporrigitur, solum, Varronis amnis violentia, qui arenas tumefactus ingentes volvit, tot paulatim saeculis coaluisse. In edito arx vetusta visitur, atque inde Introcius mons acuto in coelum iugo insurgit, ubi aquilarum atque accipitrum aucupia crebro exercentur. Inde rubra saxa exesae cautes sed lectissimis vitibus consitae; erecta enim saxa et soli opposita egregii saporis vina et creticis etiam praeferenda gignunt, quae, cum incredibili mixtas suavitate invictas vires spirent, colore tamen vappae quam vino similiora sunt. Ibi restituitur in suam amplitudinem Larius, sed Delphicus mons asper et praefractis cautibus horridus undas furentes elidit. Ibi summa est aquarum altitudo, superante quingentesimum pedem profunditate. Mox aequiore littore Gorii vineta sonante fonticulo diluuntur.


Le serate
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