Castelvedro Antica Tomba ss. Pietro e Paolo | Quaderni Derviesi / Territorio / Visite guidate / Monastero degli UmiliatiSulla via alla quale è stato dato il nome di Via Monastero e che congiunge il Castello di Dervio con il Castello di Corenno, sono ancora visibili alcuni resti di una antica casa degli Umiliati: il Monastero di san Clemente. L'ordine religioso, maschile e femminile, era sorto nel XII sec. in ambito milanese da movimenti pauperistici animati da spirito riformatore: gli aderenti sceglievano di vivere in povertà, sostentandosi solo col proprio lavoro, legato soprattutto alla lavorazione della lana; proprio per questo, però, arricchirono molto. Il monastero di Dervio dipendeva dalla diocesi di Como e, infatti, nelle rendiconto delle decime di Como tra 1295 e 1298 si trova la casa di Dervio che aveva solo frati (conventus seu capitulum fratrum domus de Dervio) e versava 2 lire e 16 soldi; a Bellano invece erano presenti frati e suore. All'inizio del Quattrocento, durante un periodo di lotte, il monastero probabilmente fu provvisoriamente abbandonato, tanto che nel giugno del 1406 ad occuparsi dell'affitto di alcuni terreni fu Francesco di Lunisago di Como, come governatore della casa di san Clemente; il pagamento dell'affitto consisteva nella consegna di una parte del ricavato da tali terreni, da consegnare presso la riva del lago per essere trasportato altrove, forse a Como. Nel 1419 a Dervio si ha notizia della presenza di sette suore e un frate; sempre nel XV sec. operò Pietro da Corenno, appartenente agli Umiliati, che fu proclamato beato. Il ricco ordine degli Umiliati fu soppresso nel 1571 da papa Pio V, anche a causa di uno strano avvenimento: nella notte del 26 ottobre 1569, un certo Gerolamo Donato detto il Farina, frate degli Umiliati, entrò in Arcivescovado con un archibugio, sorprendendo san Carlo Borromeo in preghiera in una cappella: estratto l'archibugio, esplose un colpo, senza però uccidere l'Arcivescovo. Il Donato riuscì momentaneamente a dileguarsi, ma nell'aprile successivo fu catturato e condotto a Milano, rinchiuso nelle carceri vescovili. Venne impiccato in piazza Santo Stefano. Con la soppressione dell'ordine, i beni del Monastero di san Clemente di Dervio furono destinati ad opere pie, soprattutto per l'istruzione. L'edificio perse ogni funzione religiosa e, soprattutto recentemente, è stato molto rimaneggiato. |
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