I tipi di Diabete

Tante cause per un sangue dolce

La forma più diffusa di diabete è il tipo 2, interessando il 90% delle persone colpite dalla malattia diabetica; solo il 10% appartengono al tipo 1. Vedremo adesso di analizzare più in dettaglio le caratteristiche di queste due varietà, iniziando da quella meno diffusa, il tipo 1.

Diabete mellito tipo 1 (insulino-dipendente)

Epidemiologia

Questo tipo di diabete interessa soprattutto bambini, adolescenti e giovani adulti e veniva per questo un tempo chiamato diabete giovanile o insulino- dipendente. Il momento dell'anno in cui l'incidenza di esordio è maggiore è la stagione invernale, mentre d'estate è minore.
La frequenza del diabete di tipo 1 è più elevata nei paesi del Nord Europa, mentre è più bassa nella popolazione orientale, negli indiani d'America e nelle popolazioni tropicali. La diversa distribuzione della frequenza della malattia, rispetto al diabete di tipo 2 avvalora le evidenze che si tratti di due malattie diverse, che hanno in comune gli aspetti clinici.
Un' osservazione effettuata in base alle differenze geografiche ha evidenziato un'incidenza maggiore man mano che ci si allontana dall'Equatore. In Finlandia, Norvegia e Svezia l'incidenza è intorno al 20-30% su 100.000 abitanti. Sembra esservi una relazione con la temperatura media annuale; nel senso che nei paesi più freddi vi è un maggiore rischio.

Patogenesi

Tra le cause della malattia sono importanti gli aspetti genetici. Il rischio di sviluppare il diabete di tipo 1 è del 30-40% nei gemelli monozigoti (gemelli identici), del 5-10% nei fratelli e del 2-5% nei figli. Studi di genetica hanno permesso di identificare i geni attraverso i quali si trasmette la predisposizione alla malattia, geni che interessano la risposta immunitaria, il meccanismo preposto alla difesa del nostro organismo da agenti esterni (come batteri e virus). Quindi, più che ereditare "la malattia" in modo diretto, quella che viene trasmessa geneticamente è una errata modalità della risposta del sistema immunitario. Ma come si sviluppa la malattia?

Il diabete di tipo 1 si manifesta per lo più con una sintomatologia improvvisa, dovuta alla carenza o totale assenza di insulina nell'organismo: i pazienti per vivere hanno necessità di introdurre giornalmente l'insulina. Questo deficit grave di insulina è causato dalla distruzione delle b cellule che la producono, e che come già accennato si trovano nel pancreas, una grossa ghiandola annessa all'apparato digerente.
Sono trascorsi quasi trent'anni dalla prima dimostrazione che questa malattia è scatenata da alterazioni del sistema immunitario, che agisce attraverso la produzione di anticorpi e altre cellule preposte abitualmente alle risposte difensive dell'organismo. Nel diabete tipo 1, il sistema immunitario si attiva per errore verso le ß cellule del pancreas: si formano così anticorpi che attaccano le preziose cellule ß, per cui l'insulina non può più essere prodotta e si scatena la malattia diabetica. Per questo motivo, il diabete di tipo 1 viene classificato tra le malattie cosiddette “autoimmuni”.
Sembra che questa attivazione impropria della risposta immunitaria sia scatenata da un fattore esterno, ancora non conosciuto con certezza. I più incriminati sono i virus, come quelli della parotite (gli "orecchioni"), il citomegalovirus, i virus Coxackie B, i virus dell'encefalomiocardite. E' possibile che una malattia infettiva virale, anche a livello subclinico (cioè senza manifestazioni evidenti) determini una "sensibilizzazione" delle cellule beta del pancreas, che vengono poi aggredite dal sistema immunitario.

Diabete mellito tipo 2 (non insulino-dipendente)

Questa malattia ha un esordio generalmente più tardivo rispetto al tipo 1, interessando soggetti di 40-65 anni di età, meritandosi l'appellativo di diabete dell'adulto (in contrapposizione, come visto, al diabete giovanile di tipo 1). E' importante tuttavia considerare che, secondo gli ultimi aggiornamenti, entrambe le forme di diabete possono insorgere a qualsiasi età.

Epidemiologia

Questa forma è presente nel 90% della popolazione diabetica generale. Viene spesso considerata una conseguenza del benessere, in quanto concorrono in modo decisivo alla sua comparsa l'alimentazione eccessiva e la sedentarietà. I più alti valori di prevalenza (intorno al 35%) sono stati riscontrati in alcune popolazioni di indiani dell'Arizona e della Micronesia, i più bassi in Giappone, in popolazioni cinesi ed eschimesi. Nei paesi Europei e negli Stati Uniti la prevalenza è di circa il 3%.
La differenza molto elevata tra i due estremi della prevalenza farebbe ritenere che i fattori genetici siano molto importanti per la comparsa della malattia, ma d'altra parte altre osservazioni hanno dimostrato che quando le popolazioni si spostano, cambiando lo stile di vita e l'alimentazione, in esse la frequenza della malattia tende ad avvicinarsi a quella presente nel nuovo territorio. Sembra quindi che i fattori ambientali siano in grado di smascherare una latente predisposizione genetica al diabete. Circa il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori, fratelli o figli) affetti dalla stessa malattia. Nei gemelli monozigoti la concordanza della malattia si avvicina al 100%. E' chiaro quindi che il diabete di tipo 2 ha una forte componente ereditaria, come dimostrato anche da osservazioni che indicano che in popolazioni etnicamente ristrette, come in alcune isole o nelle riserve indiane, dove spesso si celebrano matrimoni tra consanguinei, la percentuale di sviluppo del diabete è estremamente elevata.
D'altro canto si sono rilevati importanti alcuni fattori di rischio di tipo ambientale, come abbiamo accennato, quali l'obesità, specie se di alto grado, la sedentarietà, il tipo di dieta (intesa come tipo di alimentazione). Infatti molti studi documentano una correlazione evidente tra l'incremento del peso corporeo e l'aumentata frequenza della malattia. Anche la mancanza di attività fisica è stata messa in relazione con la malattia, osservando come soggetti che lavorano in campagna sono più esposti al diabete quando si trasferiscono in città, dove svolgono attività più sedentarie ed tendono ad aumentare di peso. La dieta è importante in quanto si è visto che l'assunzione di cibi ad alto contenuto calorico e di veloce digestione e con poche fibre determinano un assorbimento più rapido ed incrementi maggiori e più repentini della glicemia. Gli zuccheri semplici, come il saccarosio (il comune zucchero da tavola) contenuti in cibi dolci sono i più pericolosi proprio per la loro rapidità di assorbimento; le fibre alimentari, invece hanno un effetto protettivo per la loro capacità di ridurre la quantità e la velocità dell'assorbimento degli zuccheri.

Patogenesi

Il diabete tipo 2 non è causato da una diminuzione assoluta dell'insulina, ma da una sua azione difettosa. I valori dell'insulina nel sangue non sono diminuiti in assoluto, anzi possono essere anche più elevati del normale, ma i suoi recettori, cioè i "bersagli" molecolari della sua azione fisiologica, non funzionano correttamente. L'ormone cioè non riesce ad attivare le vie metaboliche nelle cellule (vedi la sezione "l'insulina e diabete") ed il risultato è che in ogni caso esso si ritrova ad essere comunque in una situazione di deficit relativo: non vi è in circolo abbastanza insulina per mantenere la glicemia a livelli normali. Allorché il pancreas non riesce più a secernere una quantità adeguata di ormone il diabete si manifesta clinicamente con le caratteristiche già descritte.