Biopsia renale



Immagine istologica di una biopsia renale, che mostra ad occhi esperti la presenza di un danno ai glomeruli renali, le strutture filtranti del rene. La biopsia può essere un momento importante per la valutazione diretta del danno renale

Nefropatia

Il diabete mellito, con il tempo, provoca delle alterazioni delle delicate strutture filtranti del rene (glomeruli e tubuli renali), che possono manifestarsi con una perdita di efficienza della funzione renale (insufficienza renale), dagli esiti potenzialmente invalidanti. La frequenza di questa complicanza cronica, definita nefropatia diabetica, è di circa il 30-40% nei casi di diabete di tipo 1, mentre il diabete di tipo 2, insorgendo più frequentemente in età avanzata, è dominato dalle complicanze macrovascolari (infarto del miocardio, ictus cerebrale).

La nefropatia procede attraverso una serie di stadi di gravità crescente. Inizialmente le alterazioni dei vasi sanguigni renali non producono manifestazioni cliniche; questo stadio è molto frequente nei diabetici e nella maggior parte di essi l'alterazione renale si ferma a questo livello. Quando inizia a verificarsi una perdita di proteine con le urine (proteinuria), dovuta ad un'alterazione della permeabilità del filtro renale, si entra nella fase clinica della nefropatia. Il grado di perdita proteica urinaria è un utile parametro per valutare la gravità del danno renale. Si usa misurare il livello urinario dell'albumina, un'importante proteina del sangue e, sulla base dei risultati di questo esame, si può stimare il grado di sofferenza renale. Si parla di:
  • normoalbuminuria ( albumina urinaria inferiore a 20 microgrammi/minuto - normale)
  • microalbuminuria (albumina urinaria da 20 a 200 microgrammi/minuto)
  • macroalbuminuria (albumina urinaria oltre i 200 microgrammi/minuto)


Le proteine plasmatiche come l'albumina sono importanti per trattenere i liquidi all'interno del sistema circolatorio. Se vi è una diminuzione della loro concentrazione i liquidi tendono quindi a "trasudare" nei tessuti interstiziali dell'organismo, determinando una tumefazione (edema) dapprima evidente alle parti inferiori del corpo (caviglie, gambe) ed alle palpebre, che ha poi la tendenza ad estendersi a tutto il corpo. Tale situazione, indicata dai medici come sindrome nefrosica è dovuta al danno della funzione di filtro renale: le "maglie" di tale filtro, sfibrate dal danno alle cellule che lo costituiscono, non riescono più a trattenere selettivamente le proteine del sangue, che finiscono nelle urine.

Se le alterazioni renali progrediscono, nei glomeruli si ha una diminuzione della produzione di urina (oliguria). Le scorie dell'organismo, come le sostanze azotate derivate dal ricambio delle proteine, o le sostanze acide prodotte, non vengono più eliminate efficacemente con le urine: compare quindi un'insufficienza renale conclamata. Per la diagnosi della nefropatia diabetica e per la quantificazione del grado di perdita di efficienza del rene utilizziamo, come detto sopra, il parametro della proteinuria e una misura delle principali sostanze che dovrebbero essere eliminate dal rene, la creatinina (creatininemia) e l'azoto (azotemia).
Il controllo della proteinuria è quindi molto importante. Anche i pazienti possono effettuare misurazioni, più approssimative ma ugualmente valide, utilizzando delle strisce reattive che poste a contatto con le urine evidenziano differenti colorazioni in rapporto alla quantità di proteine contenute.
Quando la comparsa di microalbuminuria denunci la comparsa del coinvolgimento renale da parte della malattia diabetica il paziente deve stare sotto stretto controllo metabolico, con dieta a contenuto proteico controllato ed eventuali terapie farmacologiche atte a ridurre la pressione arteriosa. Infatti, la presenza di ipertensione arteriosa è un importante fattore che aggrava la microangiopatia renale. A sua volta, questa stessa microangiopatia può essere causa di ipertensione: si entra quindi in un circolo vizioso pericoloso, da interrompere il più precocemente possibile con l'intervento farmacologico.

Un altro fattore importante che può interferire con l'integrità dell'apparato urinario è la tendenza allo sviluppo di infezioni. Nei diabetici la minore efficienza del sistema difensivo dell'organismo, unita alla presenza eccessiva di glucosio nelle urine che favorisce la crescita dei microbi, può manifestarsi con la comparsa di ripetuti fenomeni infiammatori: si va dalla semplice infiammazione della vescica urinaria (cistite), con bruciori e dolore al basso ventre ed all'uretra, a forme più complesse in cui l'infezione è localizzata a livello renale (pielonefrite), con febbre elevata, brivido e dolori lombari.
Il controllo medico di queste infezioni è molto importante, anche per la prevenzione di danni renali più gravi.