Mi
sveglio prestissimo, prima delle 6 e, vista la luce decido
di fare un giro per il paese a scattare delle foto con la
macchina digitale che, nel frattempo, ha ripreso a funzionare.
La smetterò così di rompere i maroni agli altri
con le mie lamentele. Certo è che gli apparecchi digitali
sono proprio strani. Da un punto di vista tecnico sono completamente
diversi dagli apparecchi biologici (come gli uomini), ma dal
punto di vista delle attenzioni che richiamano e, in questo
caso anche del decorso post incidente, sono assimilabili,
se non ad un essere umano, almeno ad un animale domestico
(per non offendere Tea, mi accontento di pensare un criceto…).
Ripercorro
velocemente, anche se dolorante per una lacerazione al piede
prodottami sulle rocce di S.Vito, le strade di ieri sera,
anche attraverso il parco,
fino al Castello. Sono tutte
completamente deserte e anche i bar sono chiusi; non ho nemmeno
la possibilità di bermi un caffè né di
incontrare anima viva, tranne un vecchio signore che, forse
impaurito, mi saluta con molta affabilità. La luce
però è quella giusta per scattare alcune foto
alle case ed ai
vicoli anche se un po' di foschia impedisce di apprezzare
bene lo splendido panorama.
Alle
8.30 siamo già all'area sosta segnalata a Scopello
dove ci aspettano gli altri tre equipaggi. Si trova al bordo
del paese, lontana dal mare ed è, praticamente, in
fase di costruzione. Ne approfitto per scaricare e caricare
acqua. Il proprietario, che passa di lì ogni tanto
con la sua jeep mi chiede come la trovo. Beh, c'è ancora
un po' di lavoro da fare, ma se si vuole scaricare è
l'unica disponibile in zona.
Riprendiamo la strada per l'ingresso di Scopello della Riserva
dello Zingaro. Arrivati lì però, Laura preferisce,
piuttosto che sobbarcarsi una torrida passeggiata per raggiungere
le spiagge della riserva, provare una spiaggia con parcheggio
annesso che abbiamo intravisto dalla strada arrivando qui.
Torniamo indietro e, attraverso una ripida e stretta stradina
arriviamo a questo parcheggio che costa 5 Euro per i camper
ma che da anche la possibilità di dormire la notte
in un posto fresco ed in riva al mare.
La spiaggia e l'acqua sono
molto belle; in più c'è anche un piccolo chiosco
con gelati e bibite fresche che, visto il caldo, non guasta
mai. Per finire non c'è nemmeno tanta gente e quindi
devo dare atto a Laura che la sua scelta si è rilevata
almeno equivalente ai racconti degli altri che, invece, si
sono avventurati nella Riserva ed hanno completato a piedi
il percorso iniziato ieri dall'altra parte.
Faccio
un lungo bagno con la maschera e boccaglio insieme ad Enrico.
Vediamo, sicuramente, i pesci più belli e strani di
tutto il viaggio. Più o meno le varietà sono
quelle già incontrate, ma in alcuni tratti, vicino
alle rocce siamo proprio avvolti da centinaia e centinaia
di pesci. Un'esperienza meravigliosa che mi porta a pensare
un prossimo tradimento al camper con una più tradizionale
vacanza pasquale sul Mar Rosso.
Alle
18 ci ricongiungiamo con gli altri e l'intenzione è
di cominciare ad avvicinarci, anche se di poco, alla costa
orientale. Laura sente telefonicamente Rosanna, una nostra
cara vicina di casa, originaria di Palermo che passa le vacanze
a Balestrate. Ci facciamo consigliare un ristorante in quel
paese così potremmo salutarci e celebrare l'ultima
cena in cui siamo tutti insieme, visto che sia Lisetta e Luigi,
sia Ugo e Paola si fermeranno qualche giorno in più.
Arrivati a Balestrate incappiamo nella giornata di chiusura
del ristorante consigliato e decidiamo quindi di spostarci
a Castellamare del Golfo dove abbiamo un'indicazione, tratta
da una guida, del ristorante casereccio "da Totò".
Arrivati a Castellamare, durante le manovre di ricerca di
un parcheggio per 4 camper, cosa non facile, attacchiamo discorso
con un motociclista simpatico ed un po' attempato che inforca
una splendida Guzzi storica (naturalmente senza casco) e che
si qualifica come il presidente della Pro Loco. Ci indica
dove parcheggiare (al porto) e ci sconsiglia il ristorante
"da Totò" che, secondo lui, è troppo
rustico per festeggiare degnamente una cena di chiusura di
una vacanza. Ci consiglia invece un altro posto, in riva al
mare, "L'Approdo", decantandone i primi piatti a
base di pesce ma avvertendoci che un pasto medio può
costare 30-40 euro. Tentiamo di convincere Marco a festeggiare
degnamente il suo compleanno offrendoci lui la cena ma la
cosa non lo entusiasma e decidiamo (pentendocene poi) di perseverare
nella scelta casereccia.
In
effetti "da Totò" è un ristorante
in tono un po' dimesso, forse la guida è vecchia ed
è stata scritta in momenti migliori, ma la nostra ultima
cena insieme, in due tavoli uno per i
genitori ed uno per i ragazzi,
è la peggiore del viaggio. Non riesco però ad
arrabbiarmi, mi fa sempre tenerezza pensare ai gestori di
ristoranti famigliari perché mi ricordano mio padre
che, figlio di ferroviere e ferroviere lui stesso (così
come lo sono stato io per tre anni), non vedeva l'ora di correre
ad aiutare la madre ed il fratello che gestivano una piccola
trattoria a Verona. Lui mi confidava spesso come il suo sogno
fosse quello di farne la sua attività primaria, ma
il senso di responsabilità verso la nostra famiglia
monoreddito glielo ha impedito ed è morto, purtroppo
giovane (a 52 anni), senza poter mai realizzare, se non in
parte, questo sogno.
La
passeggiata di ritorno al camper ci consente di osservare
la animata vita serale del paese
che si presenta, come tutti quelli sinora visitati, molto
pulito e curato.
Salutiamo,
con un pizzico di sana invidia, i nostri nuovi amici di Ferrara
che domani dormiranno più a lungo e proseguiranno la
loro vacanza in questa zona.
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