Tappa
Erice - Scopello - Castellamare del Golfo
Chilometri percorsi
70 circa
Durata del viaggio
1 ora circa
Data
Martedì, 22 Luglio 2003
Mi sveglio prestissimo, prima delle 6 e, vista la luce decido di fare un giro per il paese a scattare delle foto con la macchina digitale che, nel frattempo, ha ripreso a funzionare. La smetterò così di rompere i maroni agli altri con le mie lamentele. Certo è che gli apparecchi digitali sono proprio strani. Da un punto di vista tecnico sono completamente diversi dagli apparecchi biologici (come gli uomini), ma dal punto di vista delle attenzioni che richiamano e, in questo caso anche del decorso post incidente, sono assimilabili, se non ad un essere umano, almeno ad un animale domestico (per non offendere Tea, mi accontento di pensare un criceto…).

Ripercorro velocemente, anche se dolorante per una lacerazione al piede prodottami sulle rocce di S.Vito, le strade di ieri sera, anche attraverso il parco, fino al Castello. Sono tutte completamente deserte e anche i bar sono chiusi; non ho nemmeno la possibilità di bermi un caffè né di incontrare anima viva, tranne un vecchio signore che, forse impaurito, mi saluta con molta affabilità. La luce però è quella giusta per scattare alcune foto alle case ed ai vicoli anche se un po' di foschia impedisce di apprezzare bene lo splendido panorama.

Alle 8.30 siamo già all'area sosta segnalata a Scopello dove ci aspettano gli altri tre equipaggi. Si trova al bordo del paese, lontana dal mare ed è, praticamente, in fase di costruzione. Ne approfitto per scaricare e caricare acqua. Il proprietario, che passa di lì ogni tanto con la sua jeep mi chiede come la trovo. Beh, c'è ancora un po' di lavoro da fare, ma se si vuole scaricare è l'unica disponibile in zona.
Riprendiamo la strada per l'ingresso di Scopello della Riserva dello Zingaro. Arrivati lì però, Laura preferisce, piuttosto che sobbarcarsi una torrida passeggiata per raggiungere le spiagge della riserva, provare una spiaggia con parcheggio annesso che abbiamo intravisto dalla strada arrivando qui.
Torniamo indietro e, attraverso una ripida e stretta stradina arriviamo a questo parcheggio che costa 5 Euro per i camper ma che da anche la possibilità di dormire la notte in un posto fresco ed in riva al mare.
La spiaggia e l'acqua sono molto belle; in più c'è anche un piccolo chiosco con gelati e bibite fresche che, visto il caldo, non guasta mai. Per finire non c'è nemmeno tanta gente e quindi devo dare atto a Laura che la sua scelta si è rilevata almeno equivalente ai racconti degli altri che, invece, si sono avventurati nella Riserva ed hanno completato a piedi il percorso iniziato ieri dall'altra parte.

Faccio un lungo bagno con la maschera e boccaglio insieme ad Enrico. Vediamo, sicuramente, i pesci più belli e strani di tutto il viaggio. Più o meno le varietà sono quelle già incontrate, ma in alcuni tratti, vicino alle rocce siamo proprio avvolti da centinaia e centinaia di pesci. Un'esperienza meravigliosa che mi porta a pensare un prossimo tradimento al camper con una più tradizionale vacanza pasquale sul Mar Rosso.

Alle 18 ci ricongiungiamo con gli altri e l'intenzione è di cominciare ad avvicinarci, anche se di poco, alla costa orientale. Laura sente telefonicamente Rosanna, una nostra cara vicina di casa, originaria di Palermo che passa le vacanze a Balestrate. Ci facciamo consigliare un ristorante in quel paese così potremmo salutarci e celebrare l'ultima cena in cui siamo tutti insieme, visto che sia Lisetta e Luigi, sia Ugo e Paola si fermeranno qualche giorno in più.
Arrivati a Balestrate incappiamo nella giornata di chiusura del ristorante consigliato e decidiamo quindi di spostarci a Castellamare del Golfo dove abbiamo un'indicazione, tratta da una guida, del ristorante casereccio "da Totò".
Arrivati a Castellamare, durante le manovre di ricerca di un parcheggio per 4 camper, cosa non facile, attacchiamo discorso con un motociclista simpatico ed un po' attempato che inforca una splendida Guzzi storica (naturalmente senza casco) e che si qualifica come il presidente della Pro Loco. Ci indica dove parcheggiare (al porto) e ci sconsiglia il ristorante "da Totò" che, secondo lui, è troppo rustico per festeggiare degnamente una cena di chiusura di una vacanza. Ci consiglia invece un altro posto, in riva al mare, "L'Approdo", decantandone i primi piatti a base di pesce ma avvertendoci che un pasto medio può costare 30-40 euro. Tentiamo di convincere Marco a festeggiare degnamente il suo compleanno offrendoci lui la cena ma la cosa non lo entusiasma e decidiamo (pentendocene poi) di perseverare nella scelta casereccia.

In effetti "da Totò" è un ristorante in tono un po' dimesso, forse la guida è vecchia ed è stata scritta in momenti migliori, ma la nostra ultima cena insieme, in due tavoli uno per i genitori ed uno per i ragazzi, è la peggiore del viaggio. Non riesco però ad arrabbiarmi, mi fa sempre tenerezza pensare ai gestori di ristoranti famigliari perché mi ricordano mio padre che, figlio di ferroviere e ferroviere lui stesso (così come lo sono stato io per tre anni), non vedeva l'ora di correre ad aiutare la madre ed il fratello che gestivano una piccola trattoria a Verona. Lui mi confidava spesso come il suo sogno fosse quello di farne la sua attività primaria, ma il senso di responsabilità verso la nostra famiglia monoreddito glielo ha impedito ed è morto, purtroppo giovane (a 52 anni), senza poter mai realizzare, se non in parte, questo sogno.

La passeggiata di ritorno al camper ci consente di osservare la animata vita serale del paese che si presenta, come tutti quelli sinora visitati, molto pulito e curato.

Salutiamo, con un pizzico di sana invidia, i nostri nuovi amici di Ferrara che domani dormiranno più a lungo e proseguiranno la loro vacanza in questa zona.

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