Mi sveglio molto presto dopo aver dormito
profondamente e bene.
Sono
le 6 e 30 e decido di uscire a fare una passeggiata a passo
veloce nell' oasi.
Punto
deciso alla strada giusta che ieri ho clamorosamente mancato.
Sono accompagnato da continui rumorini provenienti dai bordi
del sentiero. Penso a delle lucertole, ma il passo veloce
e il timore di vedere, invece di una lucertola, qualche serpentello,
mi impediscono di guardare.
In
aria volano invece dei rondoni molto grandi ed il loro volo
è molto più rilassante.
Il
silenzio, a parte i rumorini, è totale e l'atmosfera
è magica.
Ad
un certo punto, il rumore proveniente dal bordo è troppo
forte per essere giustificato da un piccolo rettile, mi volto
e vedo scappare veloce, direi letteralmente a zampe levate,
una grossa lepre. Devo averla disturbata nel sonno o nella
colazione. Da quel momento ne vedo circa una decina e ci faccio
quasi l'abitudine. E' strano, ieri non avevo notato niente,
né all'andata né al ritorno. E' proprio vero
che il mattino ha l'oro in bocca.
Sono
veramente contento di aver fatto questa passeggiata.
Arrivato
al mare mi riposo un attimo respirandone
profondamente il forte odore. In un certo senso compio una
specie di rito di ricarica, cercando di imprimermi nella mente
questi momenti per tirarli fuori d'inverno o in periodi meno
felici.
Al
ritorno della passeggiata cerco di ripercorrere il sentiero
percorso ieri, seguendo le orme impresse dalle mie mitiche
ciabattine traforate (chi mi conosce sa cosa voglio dire).
Incontro
ancora delle lepri. Una di queste
si ferma, quasi in posa, in mezzo al sentiero e mi consente
addirittura di scattarle una foto. Forse era più terrorizzata
che vanitosa, ma, a me và bene così.
Perdo
le tracce delle mie ciabattine e percorro un sentiero nuovo
che, quando arrivo a ricongiungerlo con il sentiero dell'andata,
scopro essere ad accesso vietato.
Poco
importa, a quest'ora non c'è nessuno che mi può
fare notare - probabilmente l'avrebbe fatto in forma molto
gentile - che non potevo passare da lì.
Alle
9, dopo aver pagato il posteggio (9 Euro), partiamo verso
Noto con l'intenzione di visitare la cittadina e (non dico
soprattutto) di fare la spesa in qualche pescheria che ci
hanno detto esistere sicuramente.
In
effetti, nei pressi di Noto Alto verso cui abbiamo erroneamente
puntato, troviamo un negozio di pesce fresco. Parcheggio in
qualche modo il camper, ed entro, con un certo grado di agitazione.
I gestori del negozio sono due, padre e figlio, il padre sta
diliscando con una precisione chirurgica delle alici freschissime.
Compie dei rapidi gesti con le sue manone enormi. Il figlio,
Nino, mi serve subito dandomi istintivamente del tu. Poi si
corregge e passa al lei, ma io, vista la sua straordinaria
cortesia, lo tranquillizzo dicendoli che preferivo il tu.
Mi
dice che oggi non ha pesce spada fresco, perché lui
solo quello vende, mentre in giro si trova pesce spada decongelato.
Ha invece del tonno appena pescato e mi descrive con precisione
i vari tagli di cui dispone. Tra questi, anche delle specie
di grosse lische con della polpa ancora attaccata che, mi
spiega, servono, dopo essere state bollite in acqua salata,
alla preparazione delle "ghiotta", un piatto povero
locale che utilizza gli scarti della lavorazione del tonno
per preparare con varie verdure, saltate in padella, una prelibata
pietanza.
Decido di acquistare delle grosse bistecche che, grazie anche
ad un po' di righette di grasso, secondo Nino, vanno meglio
del filetto per il barbecue.
Acquisto anche dell'altro pesce fresco, sgombri, spigole,
polipetti, calamari e gamberetti del posto.
Ogni tanto, il padre che continua a diliscare acciughe, mi
rivolge la parola consigliandomi, in un italiano poco comprensibile,
posti vicini o santuari da visitare.
Mi parla di Avola Antica. Nino la descrive come un canyon
molto grande con dei bei laghetti naturali. Mi sbilancio e
dico che la Sicilia è troppo bella per essere vista
in una volta sola e quindi non sono sicuro di vedere questa
volta questi posti ma li tengo in serbo per la prossima.
Alla fine della spesa, mi consegna un foglietto con il numero
di telefono della pescheria. Se domani sono ancora in zona,
mi dice, puoi telefonarmi e se avrò il pesce spada
fresco te lo posso portare io, visto che venire fin quassù
con il camper non è proprio comodo. Incredibile, mi
viene voglia di passare qui il resto della giornata !
Questa
sera mi attende una buona grigliata, finalmente !
All'
uscita dalla pescheria, mi rivolgo ad una signora che sta
scendendo da una Panda scassata per chiederle se era possibile
raggiungere la cattedrale a piedi. Mi consiglia di scendere
con il camper e mi da delle indicazioni per parcheggiare,
in qualche modo, nei pressi di un distributore della Esso.
Mi spiega anche che, lì vicino, potrò trovare
i negozi di verdura ed il panificio che mancano al completamento
degli acquisti per il menù di stasera.
Trovato
il distributore, mi accorgo che è una semplice pompa
di benzina ai lati della strada, ma, con un po' di manovre,
riesco comunque a parcheggiare il camper.
Non
avevo ancora finito di manovrare che, la signora di prima,
passando in macchina si è accorta di noi e, pensando
che stessimo andando via, si è bloccata in mezzo alla
strada e, gesticolando dal finestrino, mi ha rassicurato sulla
correttezza della posizione e mi ha ripetuto tutte le indicazioni
sui negozi.
Dietro si è formata una discreta coda, ma, visto che
la signora mi stava aiutando, nessuno ha suonato il clacson
!
Noto
è carina, purtroppo però la
cattedrale è in restauro e non si può visitare
né dentro né si può vederne la facciata
che è tuttora ricoperta da un ponteggio. Saliamo sul
campanile della chiesa di S. Carlo e ci godiamo la
vista dei tetti degli edifici in stile barocco siciliano.
Al
ritorno verso il camper assaporiamo la nostra prima granatina
con la brioche riflettendo sul fatto che in questa zona le
cose costano molto meno che da noi.
Un caffè Illy, che di sicuro non viene prodotto qui,
costa solo 60 centesimi e, sarà per l'atmosfera, mi
sembra molto più buono.
Puntiamo
verso Lido di Noto e parcheggiamo il camper nell'area
sosta attrezzata lungo il mare. Il
mare e la spiaggia sono splendidi e molto puliti, ma l'area
sosta, pulita anch'essa e con un gestore altrettanto gentile
degli altri, non ci sembra adatta per il sontuoso barbecue
che ci attende. Decidiamo quindi di avvisare i Xxxxxxxx di
rimanere all'Oasi dove più tardi li raggiungeremo.
A
sera iniziamo l'impresa del barbecue. Essendo area protetta
decidiamo di non utilizzare i nostri barbecue portatili, ma
quelli in muratura del posteggio. Questo ci porta a socializzare
con altre persone, lì presenti, che scopriamo essere
proprio di Verona. Uno addirittura è un professore
della scuola media di Enrico.
Ceniamo
tardissimo a causa dei tempi dilatati dai preparativi e dalla
quantità di pesce da cucinare, ma, alla fine ci abbuffiamo
con calamari ripieni, uno sgombro ed una spigola, bistecche
di tonno ammorbidite prima con limone ed un po' di pepe e
condite poi con olio ed origano, polipi freschissimi e croccanti
(forse la cosa più buona della cena) e, per finire,
gamberetti saltati alla piastra. Il tutto accompagnato da
verdure grigliate e, naturalmente, da buon vino bianco.
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