Tanto
per cambiare, mi sveglio presto. Alle 7 esco dal camper per
un piccolo giro di perlustrazione, arrivo fino all'ingresso
della Villa Romana del Casale, ma non c'è nessuno in
giro, solo le bancarelle ancora vuote.
Al ritorno dalla passeggiata, vedo tre persone ferme in macchina
all'imboccatura del parcheggio e mi rivolgo loro chiedendo
se sanno se c'è la possibilità di avere una
visita guidata o un audioguida efficiente. Mi rispondono che
né l'una né l'altra soluzione sono percorribili
e che l'unica è acquistare una delle dettagliate guide
in vendita nelle bancarelle. Neanche a dirlo loro sono i proprietari
di una di queste e mi invitano ad acquistarla da loro dietro
il favore di uno sconto.
Alle 8.30 in punto entriamo nella villa. Ci accorgiamo subito
di aver fatto bene a venire presto perché i mosaici
sono protetti da una copertura di ferro e vetro che crea un
effetto serra sicuramente poco confortevole nelle ore più
calde.
La villa, un cascinale padronale
posto al centro di un grande latifondo, è molto bella.
Tutti gli ambienti - ci sono decine di stanze ed un corridoio
di addirittura 59 metri - sono perfettamente riconoscibili
e, in effetti, ben descritti dalla guida che abbiamo acquistato
(con lo sconto di 1 Euro…).
Alcuni mosaici, tra le decine che si sono salvate, sono molto
ben conservati e offrono uno spettacolo affascinante.
Gli addetti alle pulizie che stanno facendo il loro lavoro
(forse non nel modo migliore, visto che alcuni spazzano la
polvere dalle passerelle sospese direttamente sui mosaici)
ci fanno anche un favore. Passano uno straccio bagnato su
un tratto di un grande mosaico e questo acquista dei colori
ed una vivacità che prima non si apprezzavano in questa
misura.
E'
impossibile descrivere tutte le scene rappresentate dai mosaici,
si va da scene di caccia a scene
erotiche, da animali esotici a Polifemo, da una
gara di quadrighe in una enorme arena a tutti i tipi di
frutta.
C'è
anche il famoso mosaico delle ragazze
in bikini che rappresenta delle donne intente, in bikini
appunto, alla pratica di alcuni sport olimpici: pesi, disco,
salto in lungo, corsa ed una specie di pallavolo giocata con
una palla piccola e colorata.
Sembra
una scena ritratta dai nostri giorni, sia per l'abbigliamento
delle ragazze che per le azioni che vengono rappresentate
!
In
effetti, se devo fare una considerazione, la villa mi sembra
talmente bella da essere finta. Non nel senso che non appartenga
a quell'epoca, ma mi pare impossibile che qualcuno, 2-3 secoli
dopo Cristo, vivesse veramente in un posto così bello
e decorato. Mi da' come l'impressione che fosse un posto più
adibito al divertimento che all'abitazione vera e propria.
Una specie di raffinato centro commerciale dell'epoca…
All'uscita
mi offro un caffè e mi accorgo che qui la Sicilia ha
dei prezzi più che continentali. Pago il caffè
1 euro !
Se penso che a Porto Palo di Capo Passero lo pagavo 60 centesimi
mi chiedo dove sta la differenza.
Alle
10.30 si riparte alla volta di
Agrigento non prima di aver pagato un obolo di un euro ad
un parcheggiatore abusivo comparso improvvisamente all'imbocco
del parcheggio. Qualche volta ho la sensazione che qui basti
mettersi un cappellino in testa ed un marsupio alla cintura
per potersi inventare vari lavori, dal parcheggiatore al benzinaio
nei distributori chiusi per turno e dotati di pompe self-service!
Dobbiamo
riattraversare la periferia di Gela. Nella via di attraversamento,
oltre alla doppia, terza fila di parcheggi c'è anche
una specie di mercato di frutta. Laura scende al volo e riesce,
prima di risalire senza interrompere la mia corsa, a farsi
regalare (senza volerlo) un melone.
Ci fermiamo a riposare, prima di affrontare la Valle dei Templi,
alla spiaggia di San Leone. Riusciamo a parcheggiare sulla
strada in riva al mare all'ombra di alti eucalipti.
La
spiaggia è rossa ed il mare non è molto limpido,
ma un bagno ed un po' di relax è proprio quello che
ci vuole.
Riesco
anche a farmi ricaricare la batteria della macchina digitale
dal gentile gestore di un bar sulla spiaggia. I prezzi qui
sono paragonabili a Verona, il caffè mi costa 0,80
Euro.
Alle
16 si riprende il viaggio verso la Valle dei Templi. Il panorama
è brullo, le stoppie del grano bruciate dal sole e
la roccia gialla che affiora qua e là lo rendono infuocato.
Ogni tanto la vista è ravvivata da grosse bouganvilles
che sbucano dai giardini delle case o da grosse piante grasse
a punta che crescono spontanee.
I
templi appaiono improvvisamente dopo una curva. Sullo sfondo,
ma in lontananza - di più di come mi avevano descritto
- c'è lo sviluppo caotico della città di Agrigento.
Non
troviamo posto nel parcheggio dell'ingresso basso, proseguiamo
e parcheggiamo all'altezza del Museo Archeologico, ma il parcheggiatore
sdentato e molto cordiale ci avverte che l'ingresso della
Valle dei Templi è lontano e che ci conviene parcheggiare
su, all'ingresso alto.
Facciamo
così ed entriamo, decidendo di percorrere tutto il
percorso fino al Tempio dei Dioscuri, circa 2 km, a piedi.
Lo
spettacolo è molto suggestivo. Il sole che si sta abbassando,
illumina in modo ottimale i templi e così scatto un
sacco di foto.
Il
primo che si incontra è il Tempio
di Giunone, ma il meglio conservato, anche perché
trasformato nel corso dei secoli in un basilica e perciò
più curato, è il secondo, il Tempio
della Concordia.
Il
Tempio di Giove, che all'origine
doveva essere il più imponente è andato completamente
distrutto dal saccheggio delle pietre usate per costruire
il molo di Porto Empedocle. Bella e suggestiva anche la ricostruzione
sdraiata di un gigante Telamone
che doveva far parte del frontale del Tempi di Giove. L'originale
si trova al Museo Archeologico.
Il
Tempio dei Dioscuri, del quale sono rimaste in piedi solo
le 4 colonne d'angolo che fanno da simbolo alla città,
è in restauro e quindi non si vede per niente.
Tutta
la zona è immersa in una vegetazione di
ulivi, mandorli e piante di capperi. Una coppia di sposi
che sta facendo il servizio fotografico chiede
in prestito Tea, la cagnolina dei Xxxxxx, per farsi una
foto.
Ripartiamo
alle 19, verso un'area sosta segnalata a Torre Salsa.
Arriviamo
dopo un tortuoso percorso di stradine di campagna giusto per
conoscere l'unica persona scortese e antipatica sino a qui
incontrata.
Neanche
a dirlo non è siciliana. Dall'accento si direbbe inglese
o tedesca, e gestisce l'area sosta di Torre Salsa.
Alla
nostra richiesta di fermarci 2 giorni (siamo in 3 camper e
sono le 20.30) ci oppone rigidamente la sua convinzione etica
che il pernottamento minimo, per apprezzare la bellezza del
posto, debba essere anche in questa stagione, di almeno 3
notti. Si esibisce anche in un paio di richiami ai bambini
che inavvertitamente hanno suonato il clacson ed al sottoscritto
che, essendosi spento improvvisamente il motore del camper
per un difetto che ogni tanto si manifesta dopo averlo avviato
sfruttando una piccola discesa tergiverso nel spegnerlo per
la paura di non partire più.
Mi riprometto di fare le giuste rimostranze nei confronti
di questa gestione, soprattutto perché, se i cartelli
che invitavano a quest'area sosta avessero fatto cenno alle
rigide credenze etiche della scortese signora avremmo evitato
di sobbarcarci, già stanchi, questo tortuoso percorso.
Vabbè,
si vede che doveva andare così. Arriviamo tardi a Eraclea
Minoa e decidiamo di entrare nel campeggio "Eraclea Minoa"
dopo una abile contrattazione di Marco che spunta uno sconto
di 8 euro (il costo di una persona) alla mia ed alla sua famiglia.
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