Tappa
Riposto -Etna- S.Maria La Scala
Chilometri percorsi
90 circa
Durata del viaggio
2 ore
Data
Martedì, 8 luglio 2003
L'idea della giornata è di arrivare sull'Etna, al rifugio Sapienza e da lì effettuare l'escursione in gippone sui crateri del vulcano.
Abbiamo dormito bene ed al fresco. Ad un certo punto avevo quasi freddo.
Sveglia alle 7, per essere pronti, colazione già fatta, all'appuntamento delle 9 e 30 a Zafferana Etnea. Lì ci aspetta la famiglia Xxxxxxx con la quale faremo il resto del viaggio.
Trovare la strada per Zafferana Etnea è un' impresa. Ci perdiamo un paio di volte in strettissime e malconce stradine. Ad un certo punto decidiamo di seguire un vecchio camper targato Gorizia, che però non dimostra maggior sicurezza.
Alla fine ci arrendiamo, chiediamo e, seguendo l'indicazione, arriviamo in perfetto orario all'appuntamento.
La salita verso il Rifugio Sapienza, a parte una discreta pendenza che si farà sentire soprattutto in discesa, è priva di difficoltà. Si vedono molto bene le colate che hanno recentemente raggiunto sia Zafferana che Giarre. Superiamo anche il camper di Gorizia che, nel frattempo, deve aver ritrovato la strada.
Arrivati su parcheggiamo senza eccessivi problemi (2,60 Euro) e acquistiamo i biglietti per la salita in gippone (118 Euro per 2 adulti e 2 bambini).
I gipponi sostituiscono la funivia che è stata più volte distrutta dalle colate e successivamente ricostruita. L'ultima colata del gennaio 2003 l'ha però completamente ricoperta e quindi ci vorranno anni per definire un nuovo percorso ed attivarlo.
La salita è ripidissima e tortuosa. Il paesaggio però è straordinario. E' un susseguirsi di pendii e valli di lava che, all'inizio ospitano anche qualche rara vegetazione, tra cui dei bei fiori fucsia che sbocciano proprio in luglio. Poi il tutto diventa, per così dire, lunare, ma vedere queste montagne che solo otto mesi fa non esistevano, è veramente suggestivo.

Nel punto in cui una volta c'era il rifugio "Torre del filosofo" ci si ferma e si compie un giro con la guida attorno ad un cratere che sbuffa vapore acqueo in abbondanza. Il rifugio è stato completamente distrutto dalle eruzioni del 2001 e del 2003.

Il paesaggio quassù è proprio singolare, ci sono sprazzi di rocce rosso vivo e sprazzi di rocce verdognole. Il sentiero che circonda il cratere è ripido e vertiginoso tanto che Luca viene colto da una crisi di paura. Forse influiscono anche i terribili racconti sentiti l'altro ieri sul Vesuvio, fatto sta che, ad un certo punto, piange disperatamente e non vuole proseguire. Devo spendere tutta la mia pazienza e le mie capacità di convinzione per caricarmelo in braccio e convincerlo a continuare. Dopo un po' si calma e cammina da solo sul bordo del soffione.
Il punto consente, nonostante la presenza di qualche nuvola bassa, una bellissima vista panoramica su altri crateri sia spenti che attivi. La terra è calda, in certi punti addirittura bollente, e ci vogliono scarpe pesanti per non bruciarsi i piedi.
Ho anche raccolto alcuni sassolini che terrò per ricordo.

Al ritorno verso il mare, ci fermiamo a S.Alfio a vedere il Castagno dei 100 cavalli. Un albero maestoso, 50 metri di diametro, ed antichissimo, dicono 3-4000 anni.
In realtà più che un albero unico sembrano più tronchi che sorreggono un'unica enorme chioma.

Alla sera, su suggerimento della guida etnea, ci fermiamo a S. Maria la Scala, vicino ad Acireale.
Nel tragitto verso il parcheggio lungo il mare, in un passaggio molto stretto anche perché ostruito da un camion di bevande che stava scaricando, non considero l'ingombro delle bici caricate posteriormente con un po' di sbalzo laterale (maledetto chi ha montato in questo modo il portabici : i Xxxxxx, con lo stesso identico camper, non hanno questo problema). Divelgo lo specchietto del camion e mi fermo convinto di essere investito dalle bestemmie del camionista (cosa che a Verona sarebbe sicuramente successa). Invece, con un sorriso rassicurante, il giovane autista mi tranquillizza dicendo che non c'è problema, che tutto si aggiusta e rimette al suo posto lo specchietto senza fiatare. Per stavolta mi è andata bene, ma mi riprometto di far rimontare a modo il portabici prima di intraprendere un altro viaggio.

S. Maria la Scala è un paese di pescatori dove speravamo, naturalmente, di trovare del pesce. La guida ci aveva illuso parlando di pesce spada e tonno buonissimi. In realtà non c'è nessuna pescheria ed alcuni pescatori del posto, disperatamente coinvolti nelle nostre ricerche, ci hanno detto che il pesce si può trovare solo presso le barche alla mattina presto, verso le 7, ma bisogna accontentarsi di quello che viene pescato la notte.

Sconsolato, cucino un'anonima pasta con le verdure rimaste in frigo (pomodorini, peperoni e zucchine) e guardo, con un certo pentimento, il "Ristorante Al Molino" vicino al nostro parcheggio, riempirsi di gente locale e diffondere nell'aria un buonissimo odore di pesce alla griglia.

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