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Il ritrovamento sui monti Lepini

Ecco un articolo interessante,mandatomi dai geologi Dr Daniele Raponi e Dr Gaspare Morgante,sul ritrovamento di alcune impronte di dinosauri ,avuto nei primi di  luglio 2003, sui monti Lepini.La scoperta è stata fatta dagli scriventi(il Dr Daniele Raponi e il Dr Gaspare Morgante)durante uno studio geologico e paleontologico commissionato dalla XIII Comunità Montana dei Monti Lepini e Ausoni

La zona

Nei M. Lepini e Ausoni affiorano quasi esclusivamente rocce carbonatiche del Giurassico-Cretaceo, prevalentemente di piattaforma interna, più raramente di margine. Durante il Cretaceo la zona dei M. Lepini apparteneva alla Piattaforma carbonatica Campano-Laziale-Abruzzese o Piattaforma Appenninica


Il ritrovamento
Sul letto di cava affiorano a tratti delle superfici di strato. Una superficie, in gran parte ricoperta da ghiaia, presenta evidenti mud cracks. Una seconda superficie che si trova meno di un metro stratigraficamente al di sotto di questa, conserva alcune orme di dinosauro. Si tratta di depressioni prevalentemente subcircolari su di un mudstone grigio dolomitizzato e privo di strutture evidenti.

Struttura delle depressioni
Le depressioni sono riempite dallo strato soprastante di uguale litologia. I due strati sono separati da un velo di ossidazione marrone. Alcune depressioni presentano ancora il riempimento, altre sono state messe completamente alla luce dall’erosione.

Impronte di un sauropode
Un Sauropode che ha lasciato le sue orme durante la passeggiata, di modesta velocità (intorno ai 2 chilometri all' ora secondo il metodo di Alexander, 1976 ), era un grande erbivoro quadrupede, lungo più di 10 m e di 8-10 tonnellate di peso.

Altre impronte
Inoltre queste impronte sono state individuate altre impronte.Queste hanno tutte le caratteristiche tipiche delle impronte di Teropodi, si tratta infatti di impronte mesaxoniche ovvero con la presenza di un terzo dito più lungo e funzionale rispetto alsecondo e al quarto dito e che, evidentement,e gioca il ruolo maggiore nel sopportare il peso dell’animale. L’impressione delle dita termina con la classica forma a V, che identifica chiaramente la presenza di artigli sulle dita stesse. Le impronte sono abbastanza simmetriche


Qualche informazione in più su questi dinosauri
Dai parametri delle impronte e della pista, misurati secondo le indicazioni di Leonardi, (1987), è stato possibile ricavare informazioni sulle dimensioni e le velocità degli autori di queste impronte. Il primo parametro ricavato è stato l’altezza all’anca(heigth at the hip), valutato secondo le metodologie proposte da Alexander, (1976) e da Locley et al. (1983), il cui valore medio è stato di circa 90 cm. Le velocità ricavate attraverso la metodologia proposta da Alexander (1976) hanno fornito valori molto bassi, di circa 3-4 Km/h, tipici di un essere vivente che cammina lentamente.
Gli autori di queste impronte, animali di circa 3 metri di lunghezza e circa 100 chili di peso, sono stati attribuiti a piccoli e agili dinosauri carnivori appartenenti al sottordine dei Teropoda. Un’attribuzione più specifica necessita di studi più approfonditi e di una comparazione a livello osteologico con i taxa dinosauriani presenti in letteratura, che per il momento non è stato possibile effettuare.
Un ritrovamento non inaspettato
In sintesi è stato possibile identificare le impronte di alcuni Sauropodi, enormi erbivori quadrupedi, e vari Teropodi, piccoli dinosauri carnivori, di età pari a circa 100 milioni di anni.
Si trattava del primo sito con orme di dinosauro identificato nella Piattaforma carbonatica Appenninica, la seconda località con testimonianze di dinosauro (dopo Pietraroja, Benevento, dove è stato trovato il piccolo teropode Scipionyx, Dal Sasso & Signore, 1998 ) e la prima sicura località con fossili di dinosauro nel Lazio.
La scoperta non era inaspettata per noi. Le piattaforme carbonatiche - ed in particolare quelle Periadriatiche come la Piattaforma Appenninica - erano evidentemente zone che potevano ospitare faune terrestri, soprattutto dinosauri
La presenza di resti di dinosauri sui M. Lepini era già stata segnalata in un articolo pubblicato sul quotidiano “Il Piccolo” di Trieste nel 1998. Un triestino in vacanza nel Lazio aveva detto di aver trovato in un luogo imprecisato dei Monti Lepini un frammento di osso di dinosauro “della lunghezza di 20-25 centimetri e spesso circa un pollice”. Tuttavia finora nessuna descrizione di tale reperto è stata pubblicata.





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