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La valenza formativa  dei laboratori

SCUOLA E LABORATORI

 

 

La  Scuola Elementare di Castrezzato  con tutte le sue componenti  ha attivato  un doppio laboratorio di manipolazione di creta e pasta-sale, che vede coinvolti gli adulti: genitori e insegnanti. Quest’ anno i laboratori proposti  per alunni ed alunne, all’interno di una tradizione che pensa la scuola  anche mediante progetti,  interessano anche gli adulti, sia per quello teatrale, sia per il laboratorio di manipolazione, pure per quello di editoria.

Il laboratorio, formato da due gruppi  di genitori  e insegnanti, è iniziato lunedì 22 novembre per il primo gruppo e   giovedì 25 novembre partirà  il secondo gruppo con un calendario di 6 incontri serali  di 2 ore e terminerà a gennaio. Ai  due laboratori  parteciperanno genitori e insegnanti , e lavoreranno in forma seminariale nel medesimo laboratorio  di manipolazione degli alunni presso la scuola . Dei 6 incontri 4 sono coordinati da un insegnante  della scuola con esperienza di manipolazione  , 1 da genitori esperti e  1 da uno scultore-ceramista.

La finalità del laboratorio , questo, come  pure  il laboratorio teatrale e tutti gli altri progetti  attivati  negli anni precedenti con il coinvolgimento degli adulti oltre che degli alunni, è di mostrare la valenza formativa del  lavorare per laboratori /progetti con gli alunni/ le alunne.  Mostrare non semplicemente sotto il profilo teorico che cosa implica una scuola che scommette la propria proposta formativa ,la propria identità , non esclusivamente in un ottica disciplinare, ma in una visione  più ampia e globale, interdisciplinare, per favorire  un nuovo modo di pensare l’apprendimento, non più visto solo come trasmissione di contenuti. 

Il progetto, e di conseguenza il laboratorio, soddisfa un’area importante della crescita formativa degli alunni e delle alunne e coinvolge tutte le classi del  I° e del  II° ciclo: l’area del  SAPER FARE. Il progetto di manipolazione continua un’attività avviata negli anni precedenti con gli alunni, privilegiando il SAPER PRODURRE QUALCOSA CON LE MANI in un laboratorio, ossia un luogo fisico e ideale, attento alle MODALITA’ dell’ ATTIVITA’,  al come organizzare  e organizzarsi  il proprio tempo, risorse, energie. Il laboratorio  pensato come COMUNICAZIONE ,  dove le alunne e gli alunni di giorno e gli adulti di sera  non DEVONO ma PROVANO A FARE.

Svolgere attività per laboratori implica una maggiore progettualità , una scommessa, un SEMPRE DI NUOVO, e nonostante siano esperienze già messe in atto , si tratta di riverificarne appunto la valenza formativa a tutto campo, non

solo in  modo autoreferenziale,  ma tramite una valutazione  fatta anche da genitori che provano in prima persona 

" CHE COSA  SIGNIFICA" lavorare per laboratori.

 

(Castrezzato, Scuola elementare statale,  mercoledì 24 novembre 1999)^

 

LABORATORIO DI MANIPOLAZIONE PER ADULTI

 

SCUOLA ELEMENTARE STATALE DI  CASTREZZATO (BS)   A.S. 1999-2000

 

  Chi/ Cosa/ Dove/ Quando/Perché

 

Genitori e insegnanti  della scuola elementare si sono dati appuntamento presso il laboratorio di manipolazione della scuola stessa per un totale di sei incontri per cogliere la validità formativa del lavorare per laboratori: l’esperienza ha preso le mosse da una istanza teorica – cosa significa lavorare per laboratori,  ma lo ha fatto a partire dal materiale plastico (argilla e pastasale)  e studio del colore.

 

L’attività rientra in uno dei  progetti  del  circolo didattico di  Castrezzato, quello di manipolazione.

 

Non è un corso ma un laboratorio e come tale è stato pensato e strutturato:

- 3 incontri  dove, dopo una discussione orientativa sulle finalità del laboratorio,  è stata svolta un’attività plastica

con le tecniche: PIZZICO, COLOMBINO E SFOGLIA

-  1 incontro  con pastasale

- 1 incontro  sul tema del CHE COS’E’ L’ARTE  per noi e contemporaneamente realizzazione di uno stampo

- 1 incontro su  studio del colore

 

Ogni incontro  circa 2 ore, dalle ore 20,30 alle 22,30

Il laboratorio  è stato di due gruppi, in ognuno dei due gruppi c’è una prevalenza di genitori.

 

Il laboratorio è stato coordinato da un insegnante della scuola stessa, il  IV° incontro  è stato coordinato dalla signora Carmen e dalla signora Santina , competenti in tecniche plastiche di pastasale, e il V° incontro seminariale, di natura teorico-pratico, dallo scultore Maurizio Previtali.

 

I risultati  dell’attività plastica  previsti sono analoghi a quelli previsti per i ragazzi delle classi IV°

E v°: VASI, VASETTI , VASI ZOOMORFI,  ANIMALI, MASCHERE.

 

Le tecniche per la coloritura fondamentalmente sono: ENCAUSTO (tempera e cera liquida),  ACRILICI, PATINE CON CERA , o CERE CON TERRE E OSSIDI MESCOLATI, FOGLIA ORO ( altre tecniche sono  L’INGOBBIO, SMALTATURA  II° FORNO, EFFETTO CANDELA) .

 

Il laboratorio si conclude con un incontro  comune, di “AUTOVALUTAZIONE SULLE ATTIVITA’ DEL LABORATORIO”: data dell’incontro giovedì  10 febbraio 2000 alle ore 20’30

presso la scuola elementare.

Il tema dell’incontro conclusivo è: Che significato ha per me, ciò che ho esperito in termini pratici e di progettazione nel corso del laboratorio? L’educazione permanente ha un senso per noi adulti?

(L’incontro potrebbe essere arricchito con l’apporto di ‘opere plastiche dolci: torte”, ad es. – l’importante che non siano DI plastica). Vi aspettiamo!

 

  

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LABORATORIO DI MANIPOLAZIONE

 

Questionario-relazione 

 

Ogni partecipante del corso che lo desideri, è invitata, in modo anonimo o firmandosi, a esprimere in forma scritta una valutazione sia sulle finalità sia sulle modalità del laboratorio stesso.  Ciò che emergerà  dai questionari e dall’incontro, servirà per  valutare la pertinenza o meno della nostra       

Attività, per apportarvi eventualmente dei miglioramenti. Se lo riterremo opportuno, si potrà pubblicare il contenuto della nostra analisi, ma lo decideremo durante l’ultimo incontro.

 

 

1)      E’ stata soddisfatta del modo in cui è stato strutturato il corso?

.  per niente  . abbastanza  . molto . altro

 

2)      Gli ambienti e gli orari  sono stati idonei?

. per niente  . abbastanza   .  molto  .  altro

 

3)      Crede che la finalità  del laboratorio sia stata raggiunta?

. per niente   .  abbastanza  .  si  .  altro

 

4)      Ha trovato interessante il modo in cui si è lavorato?

.  per niente  . abbastanza   . si   .  altro

 

5)      Le ha creato problemi il fatto di lavorare a contatto con insegnanti/ genitori?

. per niente  .  abbastanza  .  si  . no  .  altro

 

6)      Le sue aspettative  relative al laboratorio sono state soddisfatte?

. per niente   .  abbastanza   .  si   .  molto  .  altro

 

Metta pure per iscritto in forma discorsiva tutto ciò che crede opportuno, relativo al  laboratorio: considerazioni, consigli, ipotesi di lavoro – tutto ciò che è significativo per cogliere cosa è stato e cosa significa ESSERE ATTIVI IN UN LABORATORIO; indicare CHE COSA  si sviluppa  in noi e nel bambino la MODALITA’ del laboratorio: AUTONOMIA, CRESCITA DELLA PERSONA, ASPETTI COGNITIVI, MANUALITA’, AUTOSTIMA, NUOVE OPPORTUNITA’ DI SOCIALIZZAZIONE? Altro? 

 

Scuola elementare di Castrezzato (BS), 31 gennaio 2000-01-31

 

 … ringraziandoVi  per l’interesse dimostrato,   Mauro Bizioli 

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IL  V° INCONTRO

 

Seminario con Maurizio Previtali, scultore e ceramista , con esperienze didattiche pluriennali

 

Dopo 3 incontri strutturati attorno ad attività di manipolazione dell’argilla ed un IV° con pastasale, gli adulti affrontano il tema dell’ARTE, dell’ARTIGIANO, dell’ARTISTA, in termini di  CHE COSA E’ L’ARTE, QUALE ARTE, CHE TIPI E MODALITA’ DI ARTI SIAMO DISPOSTI A RICONOSCERE E PERCHE’, LA FRUIZIONE DELL’ARTE, CHE IDEA CI SIAMO FATTI DEI NOSTRI FIGLI/ALUNNI DIFRONTR ALL’ARTE CONTEMPORANEA, IN CHE SENSO LORO LA APPREZZANO.

 

L’incontro voleva essere ed è stato di tipo dialogico, iniziato con alcune riflessioni  e domande relative alla differenza che vi sono  o potrebbero esservi  tra la figura dell’artista e dell’artigiano, alle differenze esistenti tra arti diverse, soprattutto tra scultura e pittura, scultura e cinema  e via dicendo.  La discussione pertanto non aveva un campo ben definito ed ha comportato il rischio di farci smarrire in  considerazioni tra le più disparate: es. c’è chi sostiene che l’Arte ha fine con l’inizio dell’arte contemporanea e che le esperienze artistiche del XX° secolo non sono considerabili come arte  ma delle degenerazioni o comunque qualcosa di non significativo. C’è chi invece sostiene che l’arte contemporanea  è carica di rotture con la tradizione, molto gravida di novità , di ricerca , di espressività, dove anche il cosiddetto artista non ufficiale può avventurarsi  e manifestare il proprio senso artistico. Abbiamo parlato delle forme degenerative di alcune manifestazioni dell’arte, della scultura  e pittura  particolarmente, delle forme di provocazione dell’arte, dell’influenza che i mercanti d’arte hanno sull’opera stessa  ( es. Giacometti, Manzoni , ecc.), del ruolo dei galleristi, del bisogno di sfamarsi degli artisti stessi. Sono state fatte considerazioni sulla fruibilità dell’opera d’arte per conto dei bambini e degli adulti, del ruolo della pubblicità, come piccola ma significativa performance artistica , a prescindere o meno dai messaggi impliciti o espliciti, subliminali.

Le discussioni talvolta sconfinavano in tematiche eterogenee, necessariamente. Ciò è avvenuto su temi diversi tra cui  per es. quello dei GRAFFITTI nelle aree metropolitane, di quanto essi comunichino molto sia a bambini sia ad adulti  e/o  lasci tante persone completamente indifferenti..

E’ emersa una serie di posizioni e atteggiamenti non omogenei sul che cosa si intende per arte, proprio come talvolta accade lavorando con gli alunni in un laboratorio  o classe.

 

E’ emersa in modo chiaro la tesi  per cui  “essere attivi” in un laboratorio partendo con del materiale tra le mani è il miglior modo anche per affrontare il tema dell’arte e del cosa si intende per artista.

Probabilmente un’altra forma di approccio sarebbe stato meno adeguato ai nostri bisogni.

 

Tale discussione è stata  fatta mentre lo scultore preparava una tecnica di stampo realizzabile sia a casa coi nostri figli sia a scuola con i nostri alunni.

 

Obiettivo: creare uno stampo in negativo con barbottina e sabbia  lasciando delle impronte, quindi colare del gesso che una volta asciugato desse uno stampo in positivo: il risultato è , in questo caso, lasciare una testimonianza,  una memoria.

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LO STAMPO

 

Materiale occorrente:  una scatola da 30x30 cm x 5 cm di altezza con relativo fondo

                                     Barbottina (argilla asciugata all’aria, bagnata e reimpatata)

                                     Sabbia di fiume (fine)

                                     Gesso (la scagliola va bene)              

                                     Un secchio e una spatola.

 

 

 

1)  Impastare la barbottina con la sabbia, usare le mani , coinvolgere i bambini

2)      Mettere nella cassetta riempiendola a raso, quindi fare le impronte :mani, piedi, parte della faccia, ecc.

3)      Utilizzare un’altra cassetta uguale per dimensioni a quella sopra descritta ma senza fondo , ossia solo con le pareti, fissarla con quella sotto con degli elastici, e se dove combacia ci fossero delle fessure, chiuderle con un poco di argilla fresca

4)      Impastare il gesso con acqua, quando raggiunge una consistenza cremosa versare sopra lo stampo in negativo

Aspettare almeno un’ora , quindi togliere la cassetta superiore e separare il gesso dallo stampo negativo inferiore

5)      Lavare lo stampo.

 

Tale esperimento si può fare nel cortile della scuola o di casa scavando una buca  regolare, impastando la terra con acqua e colandovi sopra del gesso.

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CONSIGLI PRATICI

 

 

Per chi di Voi fosse a completo digiuno di tecniche plastiche consiglio, posso consigliare un testo adeguatamente completo a cura di Philippe Clérin, Manuale di scultura (tecniche materiali realizzazioni),  edizioni Sovera  (nel 1997 costava, 65.000 £).

 

Qui di seguito elencherò alcune informazioni di carattere spicciolo utili sia per il laboratorio, sia per dei genitori che vogliano affrontare alcune esperienze elementari con l’argilla/ creta.

 

Ci sono tanti tipi di argilla: un pacco di argilla normale, detta anche creta , si può acquistare presso i colorifici (a Chiari, Rovato,  Palazzolo) costa dalle 12 alle 14.000 £.

L’argilla refrattaria, più granulosa al tatto costa  di  più, anche 60 o 70.000 £ al pacco.

 

L’argilla va sempre conservata “sottovuoto” dentro un sacco di plastica in luogo non caldo

Da non tenere mai vicino ad una fonte di calore, e se c’è un foro nel sacchetto dopo pochi giorni indurisce. In tal caso non gettatela, basta riavvolgerla in stracci bagnati e riprenderà  le proprie caratteristiche di plasticità.

 

L’argilla si taglia con un filo di  nylon o di  ferro sottile ( mettere 2 bastoncini alle estremità di un filo lungo 35/ 40 cm, per non ferirsi le mani).

 

L’argilla , quando si lavora , va tenuta in mano il meno possibile, in quanto il calore del nostro corpo, trasmesso mediante le mani tende  a far asciugare l’argilla stessa – è bene , quando necessario tenere umidificate le mani. Il pacco dell’argilla tenetelo sempre coperto.

 

A) Coi bambini  è opportuno cominciare con la TECNICA A PIZZICO: 1) staccare una quantità di argilla tale che stia bene nella mano, 2) formare una palla, 3) fare pressione col pollice al centro della palla, 4) quindi pizzicare con il pollice all’interno e le altre dita all’esterno fino ad ottenere una tazza, 5) spostare la materia fino a ottenere la forma desiderata

STUDIO DEL COLORE

 

L’argilla quando è stata cotta nel forno (a circa 800 °)  si chiama TERRACOTTA o BISCOTTO – per il suo colore tipico.

La terracotta  è molto bella al naturale. Però si può anche colorare.

 

1)      Applicandovi una mano di cera ‘solida’, quella per il legno o mobili: si stende con un panno, la si lascia asciugare per circa 20/30 minuti e poi si lucida con un panno di lana.

2)      ENCAUSTO: tempera colorata mescolata con poca cera liquida, quella comune per i pavimenti e in più l’aggiunta di acqua: la soluzione dev’essere acquarellata, MAI densa.

Si preparano i colori desiderati (almeno 4 o 5 colori diversi tra loro) quindi si applica un primo colore, es. il bianco, poi si lascia asciugare per passare al secondo colore (si può accelerare tale asciugatura tamponando il colore sul manufatto). Dopo aver fatto l’operazione con 4  o  5 colori si mette il manufatto colorato sotto  acqua corrente e si toglie con una spugna o straccio, in modo anche casuale,  un po’ di colore. Si potrà notare l’interessante mescolanza di colori.

Gli adulti, quando il manufatto è asciutto possono mettere una patina di cera e lucidare.

3)      SMALTATURA: bisogna avere ovviamente lo smalto nella sua soluzione liquida, si dice che lo smalto è pronto quando il dito imbevuto nella soluzione, lascia il dito stesso bianco, non lasciando più vedere il colore della pelle.

A)    Bisogna immergere il manufatto per 5 secondi circa, quindi lasciarlo gocciolare per qualche secondo. B) Ora bisogna togliere lo smalto dalla parte ‘sotto’ del manufatto (quella che poi appoggerà nel forno per la cosiddetta seconda cottura ) con una spugna bagnata fino a vedere bene il color biscotto. C) Si colora con l’apposito colore: usare la massima attenzione perché lo smalto è molto delicato; usare appositi pennelli; il colore va ogniqualvolta rimescolato prima di procedere alla colorazione; usare il pennello in un solo verso. E’ pronto da mettere nel forno per la seconda cottura. Ci sarà ovviamente un effetto lucido.

4)      FOGLIA ORO: Colorare il manufatto con un colore acrilico: solitamente per molti oggetti, maschere, o bassorilievi si privilegia il colore rosso per ‘tradizione artistica’ : al colore andrebbe aggiunto un goccio di colla vinavil, come fissativo. Quando l’acrilico è asciutto, si stende col pennello la cosiddetta MISSIONE: la si lascia asciugare per circa 10 minuti. Si stendono i fogli dopo averli presi con un dito inumidito da saliva; una volta appoggiati sopra si passa con un pennello asciutto facendo aderire bene il foglio al manufatto. Terminata l’operazione si pulisce bene la  FOGLIA ORO passandovi con un pennello asciutto. Ora sarebbe opportuno passarvi una mano di catramino ampiamente diluita con acquaragia, si usa un pennello. Dopo alcuni minuti si toglie con uno straccio quasi tutta la catramino messa precedentemente: si otterrà un effetto  INVECCHIAMENTO molto interessante.

5)      Le PATINE  con la cera mescolata agli OSSIDI  e COLORE ORO in polvere: ad es. per  ottenere un effetto bronzo invecchiato su un manufatto devo: colorare con un acrilico  mescolato aduna goccia di colla  il manufatto (in questo caso un verdone scuro ossido)

lasciarlo asciugare. Impastare cera solida con ossido verde in polvere e titanio bianco sempre in polvere: si otterrà un impasto verdino, il quale andrà applicato con un pennello con una certa casualità, ossia facendo in modo che non tutto venga coperto da tale impasto verdino, il quale renderebbe troppo uniforme e monotono il colore del manufatto. Poi si impasta  la cera con il colore oro in polvere in quantità ridotte e lo si applica sempre con un pennello come se si volesse dare dei colpi di luce al manufatto. Si lascia asciugare fino a quando la cera non appiccica più sulle dita ( circa una mezz’oretta  se il clima è asciutto) e lo si passa/ lucida con un panno di lana. A distanza di qualche ora  si può ripassare una seconda volta con lo straccio.

Un  altro bel bicromatismo fatto con le patine sulle terrecotte è il fondo acrilico nerastro con sopra le patine a cera di color rosso ossido.

6)      Il MORDENTE : usare il mordente noce ad es., quello liquido che si usa per i mobili o per dare il colore al legno, stendere con un pennello, lasciare asciugare e una volta bene asciutto dare una mano di cera solida. Si otterrà un ‘effetto legno’.

 

Questi sono alcuni dei modi per colorare le terrecotte, l’encausto è certamente il primo da usare coni bambini.

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